giovedì 31 maggio 2012

Terremoto, l'incubo che potranno sconfiggere solo i nostri figli...

Qualche giorno fa ho fatto un sogno che ho creduto essere un incubo ma che, a tutti gli effetti, era un sogno. Ve lo riassumo. Provate a viverlo come fosse vostro...


Io e mio figlio camminiamo sotto il sole fresco del mattino, sul solito marciapiede semi-deserto che porta fino alla sua scuola. Io, col suo zaino sulla spalla, lo prendo in giro scherzando sul disegno della sua maglietta che raffigura un famoso supereroe dei fumetti, lui, un cucciolo di sette anni, non capisce perché suo padre deride il suo supereroe preferito e si arrabbia fino a quando con un abbraccio ed un sorriso decidiamo di far pace. Arriviamo nel cortile e prima di entrare mi da un bacio, mi sorride nuovamente e mi saluta. Mi dedica un ciao anche trenta secondi dopo, quando passa davanti alle vetrate del secondo piano prima di entrare in classe. Sono un padre felice e torno a piedi verso casa. Ma ogni passo che mi allontana da lui mi fa star male. Sul marciapiede noto solo persone che corrono, vedo i cartelli stradali che tremano e mi rendo conto che è in atto un terremoto. Torno di corsa verso la scuola. Ho il cuore in gola ma quando sono al cortile mi tranquillizzo, l'edificio è sano, neppure una crepa ed i bimbi sono tutti nel giardino... ma la Terra trema ancora.

Mi avvicino all'insegnante, una bellissima donna che non avevo mai visto in quella scuola, per dirle che porto mio figlio a casa. Lei mi guarda e mi dice che non devo aver paura, che farà cantare ai bimbi una canzone dedicata alla Terra e tutto finirà. "Ma - le dico - la città è sotto choc per il terremoto e lei li fa cantare?". Inizialmente mi guarda male, poi accenna un sorriso e mi ammonisce: "Non deve nominare più la parola terremoto, non è bello chiamare le sventure, meglio che dica a suo figlio la verità, che la Terra trema per la paura. E se ci pensa capisce che è vero. Poverina, chissà quante ne ha viste negli ultimi anni. Non sa che gli uomini stanno cercando di distruggerla? Neppure i dinosauri in un era immensa l'hanno trattata come la tratta l'uomo moderno, chi si crede l'essere umano per eccellenza. Brutta razza gli uomini che non rispettano chi li ha creati, che non capiscono cosa prova il loro pianeta ogni volta che esplode una bomba, ogni volta che si fanno esperimenti sotto la sua crosta e si succhia il nettare nero o gassoso del suo passato. Lei sa che la Terra, seppur abbia un nome femminile, è suo padre e che l'acqua è sua madre? Crede che sarebbe qui ora se non fossero esistiti questi due elementi che l'hanno generata? Ha mai pensato a questo o ha preferito correre verso il denaro e fregarsene dei suoi genitori? Ed ora si allontani, i bambini devono cantare".

Ero sbalordito. In un minuto aveva smontato ogni mia idea costringendomi a pensare alla Terra come ad un padre maltrattato. E forse aveva pure ragione. Feci qualche passo indietro tornando fra gli altri genitori. I nostri figli nel frattempo si erano seduti sull'erba e stavano per iniziare a cantare. Mi sembrava una situazione surreale, il suolo tremava e loro cantavano una canzone, questa canzone:

"Tutti abbiam paura - non ci vergogniamo - tutti abbiamo i brividi - tutti un po' vibriamo - ma poi con l'amore - e un bacio del papà - la paura passa - e il sorriso tornerà / Tu ci hai fatto nascere - tu ci vedi vivere - tu uguale a noi - e noi uguali a te - non aver paura - non tremare più - ti vogliamo bene - e ce ne vuoi anche tu / noi siamo bambini - noi ti rispettiamo - non ci far del male - non lo meritiamo - che tutti siamo tristi - se sei triste tu - che tutti noi tremiamo - quando tremi tu / tu ci hai fatto nascere - tu ci vedi vivere - tu uguale a noi - e noi uguali a te - non aver paura - non tremare più - ti vogliamo bene - e ce ne vuoi anche tu / se ci farai crescere - qui te lo giuriamo - saremo migliori - dei nostri genitori - niente più esplosioni - e solo amor per te / tu ci hai fatto nascere - tu ci vedi vivere - tu uguale a noi - e noi uguali a te - non aver paura - non tremare più - ti vogliamo bene - e ce ne vuoi anche tu"

La canzone non era ancora finita quando il tremolio cessò. Noi "grandi" ci guardammo negli occhi increduli. Il rombo che aveva accompagnato quella estemporanea esibizione era un ricordo e la calma la faceva da padrone. L'insegnante si avviò verso la scuola ed i bimbi la seguirono salutandoci gioiosi. La paura che mi aveva invaso in precedenza era sparita. Le anime pure di quei cuccioli si erano rivolte alla Terra e lei pareva averli capiti e creduti. Tornai verso casa e vidi intere palazzine crollate. I "grandi" le guardavano e si disperavano per aver perso il frutto del lavoro di una vita, per aver perso tutto. Anche la mia casa era crollata, ma io non mi sentivo disperato... il frutto della mia vita era in quella scuola, aveva cantato e promesso alla Terra di essere un uomo migliore di me. Piansi immaginando il mondo futuro, quello in cui non avrei potuto vivere. Un mondo fatto di amore e privo di bombe ed odio. 

Quando mi son svegliato ho acceso la tivù. La Terra tremava ancora in Emilia, a cento chilometri da casa mia. Ho pensato che solo cambiando la mentalità degli uomini si possono evitare tragedie simili. Creare strutture antisismiche al massimo non dovrebbe essere un problema irrisolvibile per chi è veramente un professionista nel proprio lavoro, per chi invece di lucrare sui suoi simili mette in campo la sua esperienza non risparmiando sui materiali idonei. Poi questa mattina ho letto che le banche fanno pagare le commissioni a chi vuol rendersi partecipe ed inviare un bonifico per aiutare gli emiliani. Ho letto che la stessa procedura si è adottata anche per il terremoto de L'Aquila. Ho letto che le banche hanno guadagnato cifre enormi sfruttando la generosità degli italiani. Ed ho capito che l'uomo non ha capito nulla. Che l'unica speranza che ha l'umanita per sopravvivere a sé stessa non viene dai "grandi", che incapaci di "cantare" hanno imparato solo a "contare", ma dai loro figli... in bocca al lupo bambini!


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Roberta Ragusa
Sarah Scazzi    
 

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Bravo Massimo !

Sto già diffondendo la canzoncina anche un gruppo di bambini che hanno paura (sentono le scosse anche se lontani dall'epicentro, loro sul mar Ligure)

K@

carla ha detto...

SIGNOR MASSIMO non ci sono parole per descriverti,sei una fonte inesauribile,hai un cuore e sentimento,che per me e penso non solo a me ,forse non tutti sono in grado di capirlo,sono parole di vita.....
tu hai un dono prezioso ed è probabile che non ne sei consapevole,oppure lo sai ed è giusto così che te li tieni per te,che molto umilmente lo esponi....comunque non voglio cadere nei elloggi nei tuoi confronti,però non posso fare a meno esporrmi, quando vi leggo certe meraviglie che poi fa parte della mia vita il mio modo di pensare che da lei ho solo che conferma.....grazie,grazie ancora la saluto con affetto carla

PINO ha detto...

MASSIMO, amico mio, anche se tu non lo volessi, quando scrivi sei oltremodo toccante!
Affettuosamente, Pino

Manlio Tummolo ha detto...

La tua narrazione è poetica e densa di significati, Manlio

tabula ha detto...

è davvero un bellissimo sogno, e sono certa che non fosse solo un sogno.
Adesso che ho un bambino posso capirlo: ti assicuro che prima non ne sarei stata in grado.

Vito Vignera da Catania ha detto...

X.MAX.Si vede che sei un padre dolce e apprensivo ,un bacione forte forte a tuo figlio è fallo giocare sempre ,sperando che almeno lui non faccia brutti sogni,Ti abbraccio caro amico MAX.

carla ha detto...

ciao massimo facevo una riflessione,intanto ci sarebbe bisogno che qualcuno ci parli più spesso ,come indica questo articolo....che abbiamo bisogno ,che stiamo perdendo le cose più basilare della vita,me compreso o me ne riccordo labilmente....se ci pensi,certo il terremoto non ci fosse sarebbe meglio,ma se si pensa come vivono ora i sfollati che sono stati denudati come stanno vivendo,in cui è rimasto ringraziando il cielo la solidarietà,in cui si riscopre dei valori persi......in cui certi circostanze con la pancia piena ,queste cose lo si considera una cosa da ragazzini che son favolette......
c'è bisogno che qualcuno che c'è lo ricorda che questo sentimento che purtroppo sbuca solo in certe circostanza ,che è la linfa della nostra vita.....grazie che conservi questo sentimento e c'è lo trasmetti....i tuoi figli le ritengo fortunati avere un padre così....la saluto con affetto

Tiziana ha detto...

Caro Massimo,
hai, da parte mia, tutta la solidarietà possibile. So cosa vuol dire temere per i propri figli, anche se vivo un po' più lontano di te dall'epicentro del sisma.
L'altro giorno, quando ho sentito nuovamente la terra tremare, ho pensato immediatamente a mio figlio a scuola.
Quando ho saputo che era crollato un pezzo di soffitto della sua scuola ho provato un attimo di terrore. Poi con più calma ho realizzato che se fosse successo qualcosa a qualche ragazzo avrebbero immediatamente diffuso la notizia, e mi sono tranquillizzata. Penso che tu, come chi vive nell'immediato circondario dell'epicentro, non possa lasciare tuo figlio a cuor leggero a scuola, io non potrei farlo.
Ancora una volta, dunque, ti comunico la mia vicinanza. E' importante non trasmettere ai nostri figli le angosce che viviamo, affinché possano superare senza traumi queste calamità, purtroppo, sempre più presenti nel nostro territorio nazionale.