venerdì 8 giugno 2012

Caso Scazzi – Logica e suggestione – Il tacchino di Russell

Articolo di Gilberto M.

Nel nostro, c’è parso che potesse essere una cosa curiosa il vedere un seguito di scrittori andar l’uno dietro all’altro come le pecorelle di Dante, senza pensare a informarsi d’un fatto del quale credevano di dover parlare. (Manzoni - Storia della colonna infame – Introduzione)


Premessa:
I metodi basati sulla routine (per induzione, dal particolare all'universale) portano sovente ad errori. Esistono due specie di induzione: a) l'induzione ripetitiva o per enumerazione. Si basa su osservazioni ripetute che dovrebbero fondare delle generalizzazioni (ma nessun numero di osservazione di cigni bianchi riesce a stabilire che tutti i cigni sono bianchi). b) l'induzione per eliminazione, che si fonda sull'eliminazione e confutazione delle teorie false. Ma in realtà il numero delle teorie rivali (false) è potenzialmente infinito. Faccio il classico esempio del tacchino induttivista, la metafora ideata da Bertrand Russell ripresa poi da Karl Popper.

Un tacchino viene trasferito in un allevamento. Osserva che il cibo gli viene portato sempre alle nove del mattino. Ma essendo un tacchino induttivista (cioè fonda asserzioni universali partendo da asserzioni particolari) prima di arrivare a conclusioni precipitose fa altre osservazioni in diverse circostanze (di lunedì e martedì, di giovedì e venerdì, d’estate e d’inverno, quando piove e quando c’è il sole ecc. ecc. e verifica che sempre alle nove del mattino riceve la sua razione di cibo). Ad un certo punto si ritiene pago delle sue molteplici osservazioni e produce una inferenza induttiva del tipo ‘mi danno sempre il cibo alle nove del mattino’. La conclusione si rivela poi essere falsa alla vigilia della festa del ringraziamento... 

Il caso: Cosa c’entra il principio di induzione con il caso Scazzi? Sarah viene avvistata (prendendo per buona una testimonianza) mentre sta girando verso via Kennedy (non ci interessa sapere esattamente che ore sono, ammettiamo pure intorno alle 14,00 se può far piacere, oppure alle 14,30 come inizialmente affermato... e non ci interessa nemmeno se l’avvistamento è attendibile oppure no). A quel punto, come altre volte nella sua vita, la ragazza può aver raggiunto la casa di via Deledda. Ma potrebbe anche essere stata intercettata da qualcuno, un’auto può averla seguita, aver continuato per un altro percorso o tornata sui propri passi. Per quante ipotesi noi possiamo fare non potremo mai immaginare tutte le possibilità intercorse e i relativi scenari. Solo dei fatti concreti (fattuali) ci possono dire se lei ha raggiunto la casa dei Misseri, non semplicemente l’enumerazione di altri fatti analoghi. Ma poi c’è la confessione di Michele Misseri che rimette tutto in gioco. La sua confessione ci dice che lei vi è giunta ed è stata uccisa lì. Anche in questo caso stiamo usando il sistema induttivo (chi confessa un delitto è colpevole di quel delitto e dice il vero, e si può enumerare un’infinità di casi analoghi). Sfortunatamente nella storia processuale esistono anche casi di persone che si sono accusate di delitti efferati che in realtà non avevano commesso. Se dicessi che “chi confessa i suoi crimini è colpevole, dunque la giustizia deve condannarlo” (la premessa implicita sarebbe che la giustizia condanna in base alle confessioni) direi che coloro che confessano sono per definizione colpevoli, ma sarebbe una fallacia (si può confessare per un remoto senso di colpa, perché costretti, per proteggere qualcuno, per uno stato di coscienza alterato ecc...).

Per quanto riguarda l’accusa nei confronti di altri la cosa è ancora più evidente. Spesso si accusano altri per una serie di motivi che sarebbe troppo lungo elencare. Quello che fa la differenza è una raccolta di prove che confermino la confessione di colui che accusa se stesso od altri (non basta dire sono colpevole, occorre dimostrarlo, cioè riepilogare i fatti in modo sufficientemente circostanziato e credibile, portare prove e riscontri che ne attestino la veridicità). Paradossalmente occorre più informazione per dimostrarsi colpevole di quanta ne serva per dimostrare la propria innocenza, perlomeno in un sistema astratto, prevalentemente accusatorio e non inquisitorio (Manlio Tummolo nel suo saggio su questo Blog – “Origine e Carattere dei Riti Processuali Accusatorio e Inquisitorio”,  dimostra che il rapporto tra le due istituzioni è meno lineare e più complesso di quanto sembri). La perquisizione della abitazione di via Deledda e dei mezzi di trasporto dei Misseri, effettuata dagli inquirenti, non ha trovato elementi a suffragare che la ragazza sia stata uccisa in quel luogo, sarà il processo a dimostrare tale evento se si formeranno delle prove, ma dubito che si vada al di là dei sogni (a meno che anche quelli divengano elemento di prova). Se non è stato trovato alcunché nella casa del Misseri diventa irrilevante (in merito alle accuse rivolte a qualsivoglia componente della famiglia in questione) che Sarah sia transitata in via Kennedy o alle 14 o alle 14,30, in quanto non esiste prova che sia giunta a destinazione. Gli orari diventano invece importanti per ricostruire un diverso scenario, e dunque per formulare ipotesi alternative che ci portino ad un diverso luogo del delitto. Fin qui mi sono ripetuto mettendo però in evidenza che nel caso in oggetto non solo sono carenti le prove, ma la molteplicità di confessioni mette in imbarazzo e per certo deve parecchio irritare chi deve sbrogliare la matassa. Sicuramente ci sono molte cose che noi non conosciamo, a differenza degli inquirenti, ma non è detto che buttino luce, anzi, potrebbero dar ancora più ragione a chi afferma che Michele sia estraneo al delitto (e il fatto che venga scagionato dalla stessa Procura ci conferma che qualcosa di assolutamente certo lo rende inidoneo come colpevole). Ma perché l’insistenza su Sabrina Misseri e Cosima Serrano? La loro innocenza a chi scrive pare talmente evidente da non capire perché si trovino in carcere come fossero due pericolose assassine di professione. Potrebbero fuggire? Inquinare le prove? Reiterare il delitto? il tutto appare incomprensibile. Una ventitreenne incensurata tenuta in galera da venti mesi... una signora non più giovane costretta in gabbia, esposta al pubblico ludibrio sulla base di sogni, confessioni confuse, fantasie e pettegolezzi? C’è davvero da augurarsi, per la reputazione del nostro sistema giudiziario, ma non certo per gli accusati, che gli inquirenti abbiano qualche asso nella manica o che tirino fuori il classico coniglio dal cappello. Altrimenti vorrebbe dire che è stato istituito un processo sul niente, senza uno straccio di prova. Vedremo. Ciò che appare strano è che si insista sui sogni...

Però c’è un fatto ancor più strano che non riguarda tanto la giustizia quanto il sistema dell’informazione nel suo complesso. Quello che sorprende è che nell’opinione pubblica - espressa attraverso le lettere ai giornali, le interviste, i commenti, e in generale le opinioni (sia dei cosiddetti esperti sia della gente comune) - si diano come supporto a tutta la faccenda degli assiomi, delle verità evidenti in sé stesse, indiscutibili. L’assioma per definizione è una proposizione o un principio che viene assunto come vero in un quadro teorico di riferimento. Da un insieme assiomatico si può infatti dedurre logicamente.

Tre sono gli assiomi (verità di partenza indiscutibili asserite) che nel caso Scazzi terranno per sempre in scacco la verità se non verranno tolti. 1. Sarah ha raggiunto la casa dei Misseri 2. Sarah è stata uccisa nella casa dei Misseri 3. L’omicidio è intrafamiliare (famiglia Misseri). Con inferenze deduttive si ricavano poi postulati, teoremi e corollari. Si ricava ad esempio, per deduzione logica, che se l’assassino non è Sabrina allora è Michele e viceversa (tertium non datur, o una delle molte varianti e corollari che la deduzione comporta a seconda degli orari, delle testimonianze ecc. ecc.). Questi assiomi sono così ben radicati che è perfettamente inutile osservare, inutile far notare che non esiste prova che Sarah abbia raggiunto la casa dei Misseri (mi ripeto), che non esistono dati scientifici che la ragazza sia stata uccisa lì (mi ripeto), che non ci sono riscontri nelle confessioni di Michele Misseri che ormai è considerato inattendibile un po’ da tutti (mi ripeto), e si riesca lo stesso a tener fermi quei postulati fondati sul nulla. Perché?

Nella fenomenologia del caso Scazzi oltre l’elemento logico, o illogico, è la propensione - da parte dei media che hanno cavalcato la vicenda - all’emotività e alla suggestione più spinte e irrazionali. La suggestione è quella che trasforma qualsiasi fatto, anche il più insignificante, in un elemento di rilievo che si staglia e giganteggia alla luce di un sistema di idee... ma soprattutto di fantasie ed emozioni che spesso sollecitano gli automatismi, gli errori di valutazione e gli inganni della mente. Il circo mediatico - attraverso salti acrobatici, volteggi e giravolte – ci ha spiegato dinamiche psico-familiari, pulsioni aggressive, gelosie patologiche, modelli criminologici (il movente giostrato su analisi caratteriali di inaudita quanto vaga sottigliezza) attraverso una sorta di rincorsa sia ad “andare uno dietro l’altro come le pecorelle di Dante” del testo manzoniano, sia a fare come la donzelletta leopardiana: di ogni erba un bel fascio. Gli ingredienti? Sensi di colpa, gelosie, clan familiare, menzogne, lapsus e atti mancati, impulsi omicidi e quant’altro, sulla base di cose che appaiono tanto inconsistenti quanto arbitrarie. La suggestione ha lavorato sia tra gli 'addetti ai lavori' (andando appunto uno dietro l’altro come le pecorelle), sia in un pubblico oggettivamente privo di strumenti interpretativi autonomi e, ormai da tempo, assuefatto a far da gregge ai pastori, da decenni abituato dal sistema mediatico ad essere ingozzato come un tacchino. Per questo, come ho già cercato di argomentare in altri articoli, ne è uscito un caso che parla di noi italiani, delle nostre idiosincrasie, dei nostri difetti e delle nostre patologie, più di quanto parli di Sabrina, di Michele e di Cosima... che sono le vittime di una superficialità che coinvolge un po’ tutti. 

Alcuni esempi: Un piccolo florilegio tra i tanti (ma senza la pretesa di generalizzare induttivamente, perché sicuramente esistono anche casi di buon giornalismo, di una ricerca orientata all’obbiettività, allo sforzo di commentatori di approfondire senza preconcetti (e il blog di Massimo Prati ne è un esempio), altrimenti finiremmo anche noi come il tacchino di Russell, in senso metaforico intendo. Ecco quattro esempi. 

1 - Una delle prove di menzogna di Sabrina, sarebbe che lei viene contraddetta da Mariangela riguardo al fatto che si trovava sulla veranda e non in strada ad aspettare Sarah. Questo fatto è stato ripetuto così tante volte da diventare una sorta di uovo di colombo, la cifra dell’assassino, il colpevole preso con le mani nel sacco. E la litania mediatica è diventata così ossessiva, così insistente, talmente martellante, che alla fine ci siamo arresi tutti. Sabrina è stata presa in castagna, smascherata: ci è stato detto. E non ci sovviene però come quel fatto tanto banale e irrilevante possa valere come la mela sulla testa newtoniana. Ma tant’è, repetita iuvant, e alla fine ci arrendiamo all’evidenza che la cosa deve essere davvero importante. Come ho già avuto modo di osservare, spesso i testimoni non ricordano allo stesso modo, anche se perfettamente in buona fede, capita che diano versioni discordanti. Nel nostro cervello nulla è veramente oggettivo. Qualcuno può fare confusione, soprattutto quando in gioco ci sono emozioni e quando è passato del tempo. La memoria si sovrascrive con altri fatti che in qualche modo ne alterano il contenuto. E il fatto che Sarah tardasse ad arrivare era motivo di preoccupazione per Sabrina. Se poi guardiamo oggettivamente la rilevanza del fatto in sé, che Sabrina si trovasse sulla veranda o già in strada appare nella logica dell’omicidio (che è tutto da dimostrare che sia avvenuto nella casa Misseri) completamente irrilevante, un fatto assolutamente neutrale, con la stessa importanza che avrebbe una mosca posata sul naso dell'imputata, nella circostanza (ohibò, non vorrei che invece la mosca fosse davvero determinante). Diverso se Sabrina avesse detto di trovarsi altrove, lontana e da tutt’altra parte. Ma non era altrove. Eppure questo fatto è stato ribadito più volte come prova di menzogna, come tentativo di depistaggio, come elemento di sospetto di chissà quale manovra diversiva (quando c’è solo il niente, anche una mosca diventa importante). Per quanto si possa sospettare di tutto, quel fatto appare privo di qualsiasi significato, a meno di partire da un presupposto ancora da dimostrare: che Sabrina è colpevole e dunque in tutto quel che dice mente (una sorta di ragionamento circolare). Lei avrebbe potuto trovarsi sul cancello, sulla porta del garage, dall’altro lato della strada, e non sarebbe cambiato nulla. È solo immaginando che lì in quella casa ci sia stato un delitto che ogni gesto, anche il più innocente, acquista il valore di indizio. 

2La mattina del 21 giugno 1630 verso le quattro e mezzo una donnicciola chiamata Caterina Rosa [...] vide venire un uomo con una cappa nera, e il cappello sugli occhi, e una carta in mano, sopra la quale, dice costei nella sua deposizione, metteua su le mani, che pareua che scrivesse. Le diede nell’occhio che, entrando nella strada, si fece appresso alla muraglia delle case, che è subito dopo voltato il cantone, e che a lungo a lungo tiraua con le mani dietro al muro. All’hora, soggiunse, mi viene in pensiero se a caso fosse un poco uno di quelli che, a’ giorni passati andauano ungendo le muraglie.  (Manzoni – storia della colonna infame – cap I) 

Un altro fatto scandagliato da uno stuolo di commentatori è quello di Cosima che mentre Michele parla con i giornalisti lo spinge bonariamente dentro il garage e chiude la porta, non senza fare un gesto eloquente di dissenso al marito per la sua disponibilità a raccontare (Michele Misseri si stava lasciando un po’ trascinare nel discorso, come un Renzo Tramaglino nei Promessi Sposi nella scena dell’assalto ai forni). Le telecamere mostrano la scena nel dettaglio, si soffermano sulle espressioni del viso di Michele, che appare come un pulcino bagnato, e su quello di Cosima che è chiaramente irritata per il fatto che il marito si renda troppo disponibile alle telecamere e ai giornalisti che se lo stanno cucinando.

L’interpretazione di molti opinionisti in tv (cranioscopi e criminalisti) per quel gesto di Cosima, è che Michele è un uomo spaventato, tiranneggiato, controllato, insomma un uomo succube delle donne di casa. Da quel gesto innocente e premuroso di Cosima, che non vuole che Michele finisca per farsi prendere dal desiderio di protagonismo che lo può magari mettere in ridicolo e danneggiare, si ricava una complessa analisi da parte di alcuni commentatori secondo la quale l’uomo sarebbe una sorta di zimbello, costretto a mangiare da solo, condannato a dormire sulla sdraio. Alcuni opinionisti lo dipingono come un reprobo, una specie di carcerato nella sua stessa casa, un sottomesso alle angherie e ai soprusi della moglie e della figlia viste come orchesse che lo tengono come sollazzo e lo trattano come trastullo. Guardiamo attentamente il gesto di Cosima che lo spinge gentilmente nel garage e gli fa un cenno eloquente ma discreto con il dorso della mano, un piccolo cenno reiterato con il palmo a dire: fermati. Una via di mezzo tra un’affettuosa impazienza e una benigna insofferenza.  Poi lo spinge dentro e chiude. Cosima sta solo cercando di proteggerlo, è una moglie devota che non vuole che il marito si metta in ridicolo, che passi il segno coi giornalisti che sono a caccia di notizie e disposti a tutto per averle. Quel gesto è chiaro, non equivoco, vi si vede la premura, l’attenzione e la gentilezza di una moglie che non vuole che il marito si abbandoni a una logorrea, che non si metta nei guai con qualche parola fuori luogo, che non si lasci irretire. Lei sa che tutto quello che lui dirà sarà di pubblico dominio, sa che forse lui non si rende conto compiutamente che le sue parole verranno spaccate in due, in quattro e in otto, registrate e replicate in tutte le salse e fino alla nausea. Quella di Cosima è la preoccupazione di una cultura contadina abituata alla lentezza, alla pacatezza e alla discrezione, il gesto amabile e premuroso di una compagna di vita, che denota non certo complicità di un delitto, ma semmai tenerezza e protezione verso il suo compagno. Quello di Cosima è un gesto d’amore verso il marito, una preoccupazione che lui abbia a pentirsi di qualcosa che possa dire preso dall’enfasi, dal compiacimento di trovarsi attorniato da tanta gente, dal fatto di essere diventato un testimone importante. Quello di Cosima è un gesto di pietas che non è pietà ma devozione verso il suo uomo, esattamente il contrario dell’interpretazione grossolana e fuorviante secondo la quale quel gesto sarebbe un atto di prevaricazione. Fa dispiacere veder così frainteso un gesto innocente di premura, un’attenzione al proprio uomo perché non perda la sua accortezza, la sua prudenza, la sua riservatezza. Mi vien da citare le parole del Manzoni (con riferimento a certe interpretazioni): 

“Ma un tal dispiacere porta con sé il vantaggio accrescendo l’avversione e la diffidenza per quell’usanza antica, e mai abbastanza screditata di ripetere senza esaminare, e se ci si lascia passar quest’espressione, di mescere al pubblico il suo vino medesimo, e alle volte quello che gli ha già dato alla testa.”   Manzoni – Storia della Colonna Infame - Introduzione 

3 – Secondo una interpretazione tambureggiante di molti media, Michele sarebbe confinato nel tinello come un cane a mangiar nelle pentole, ridotto a dormire sulla sdraio, trattato dal gineceo come un Melampo alla catena del libro di Pinocchio. Michele Misseri è un uomo indipendente, lontano dal modello formalizzato di quello che noi siamo diventati. Mangiamo in piatti puliti su tovaglie inamidate le schifezze imbustate dai sapori standardizzati. Lui prova la gioia di mangiare direttamente nella pentola. Quella gioia inconfessabile che noialtri non osiamo... passare il pane direttamente nei sughi, mangiare come Dio comanda senza finzioni leziose, il piacere, dopo una giornata a spaccarsi la schiena nel campo, di mangiare e bere senza dover anche far ammenda al Galateo di Monsignor Della Casa. Quale terribile punizione!? Quale orribile castigo?! Quale infame penitenza?!  Le donne di casa lo sanno che a lui non piacciono le formalità, le ‘barbosità’, l’etichetta... dopo un giorno sotto il sole a innestare le viti e raccoglier fagiolini: vivaddio provare l’ebbrezza che ai civilizzati pare così orrenda e abominevole, mangiar nella pentola, cosa che lui trova cosa informalmente deliziosa (anche noi qualche volta lo facciamo, ma di nascosto per non esser giudicati così poco chic, così poco attenti al protocollo...). Misseri è un uomo emancipato da quelle convenzioni che ci opprimono, e le sue donne lo sanno. Lasciano che faccia quello che vuole, se vuol mangiare nel piatto mangia nel piatto e se vuole mangiare nella pentola mangia nella pentola. È il loro segno di rispetto verso un padre e un marito che non sempre capiscono, non sempre trovano divertente, talvolta magari un po’ scorbutico, ma che amano e rispettano sempre in quello che vuole e in quello che fa, anche quando decide di non dormire in camera, di ribellarsi bonariamente, di appisolarsi sulla sdraio, di mandar tutti a quel paese. La vita quotidiana di una famiglia normale trasformata con la bacchetta magica mediatica nella casa degli orrori. Il quotidiano mestiere di vivere in piena tolleranza, una normalità fatta di tutto quello che chiamiamo cura e affezione,  trasformato nell’atroce sospetto che quella sia la case delle streghe, l’antro della maga Circe. Qualche screzio, piccole incomprensioni, leggiadri dispetti e... tanto amore. Il fantomatico castello delle orchesse malvagie? L’analisi antropologica da casa degli orrori? Fantasie spuntate da una metapsicologia dell’inconscio costruita secondo il verbo mediatico. Nulla di terribile, niente di osceno e di raccapricciante, solo il sospetto, quel venticello che soffia inarrestabile (“piano piano, terra terra, sotto voce sibilando, va scorrendo, va ronzando”) che lì sia stato commesso un delitto, anzi proprio una confessione (“come un colpo di cannone”), non una, un profluvio, uno sperpero, un fiume senza nemmeno trovare non dico un un’impronta digitale al posto giusto, ma nemmeno l’ombra di un capello, neanche il segno di un cavillo. Ma cosa importa? Forse Cosima spingendolo in garage aveva intuito che Michele non era il suo solito Michele, che si sarebbe messo nei guai e che forse avrebbe messo nei guai tutta la famiglia. Ma Cosima non sapeva e neppure avrebbe lontanamente immaginato cosa Michele sarebbe andato a raccontare. Perfino loro, i suoi familiari, di fronte alla sua confessione, increduli ed esterrefatti, devono aver pensato, creduto davvero, che lui dicesse il vero, che veramente avesse ucciso Sarah. Ma le donne della famiglia Misseri non avrebbero neppure assai più lontanamente immaginato quale mostruoso e diabolico marchingegno avrebbe buttato su di loro vagoni di fango. 

4 Da più parti sui media si denuncia che Sabrina non ha sofferto nei giorni della scomparsa della cugina, che non ha pianto e adesso invece in tribunale è in lacrime. Forse che questi opinionisti le sono stati appresso giorno e notte con un lacrimatoio contando le sue lacrime? Forse alla madre della povera Sarah hanno controllato e quantificato  quanto fosse grande il suo dolore dalle lacrime che è riuscita a versare durante il funerale? Di solito uno piange prima... e poi, inebetito e prosciugato, segue il feretro ormai senza più lacrime per piangere avendole già spese tutte. Piangere nella propria intimità non è una cosa bella? Bisognerebbe sempre informare quando accade, chiamare dei testimoni a raccolta? E poi... c’è modo e modo di piangere. Come per il pigiama della Franzoni, presto ci saranno esperti per un nuovo modello di indagine: "l'analisi biochimica della lacrima" - sapranno se è autentica, certificata con il marchio DOP o magari invece artefatta con la complicità di qualche ortaggio? Nella società mediatica anche le lacrime devono essere conteggiate, soppesate, analizzate, rese palesi con la caruncola lacrimale e tradotte in byte con l’ausilio di uno scanner ad alta risoluzione, fotografate e filmate quando sono in procinto di sgorgare, magari in rallenty, con tanto di intervista in simultanea.

Il florilegio potrebbe continuare ad libitum, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Non si fa a tempo a commentare un episodio che ne spunta un altro, è un’impresa persa in partenza. L’induzione, come volevasi dimostrare, non serve, è illusoria. Non si può generalizzare: qualche nuova testimonianza riporta in auge che c’è del marcio in Danimarca, una macchina del fango inarrestabile, incontenibile con opinionisti dall’occhio astuto e dal dente avvelenato. Sabrina è il bersaglio prediletto. Basta che abbia detto: 'a' - e è tutto un fiorire di dissertazioni, interpretazioni su frasi e parole decontestualizzate. Dove il contesto si badi bene, non è solo quello di parole riportate più o meno fedelmente all’interno di un discorso, ma quello più ampio dei vissuti e delle relazioni affettive. Intendo dire che una microspia, un microfono o una telecamera, non è un agente intelligente. I frammenti di una comunicazione il più delle volte sono ambigui. Non perché il parlante non voglia farsi capire, ma perché i significati di quanto andiamo dicendo al nostro interlocutore sono racchiusi in un contesto che è anche interiore. È un discorso dentro di noi, che affiora solo di tanto in tanto nelle parole, e per questo spesso rimane ambiguo anche a noi stessi per quelle intuizioni, quei pensieri che ci si agitano dentro, ci spaventano e talvolta ci fanno incespicare, magari riguardo a un sospetto che ci attraversa la mente come un lampo e di fronte al quale rimaniamo increduli e stupefatti.

Sabrina in un sms dice Io non voglio più andare avanti, vorrei tanto andare a letto a dormire e non svegliarmi più, odio la sofferenza sono realista per me non ha più senso, ogni cosa che faccio mi ricorda Sarah. Queste sono lacrime, non sgorgano dagli occhi, ma sta piangendo dentro di sé la sua cara e diletta Sarah. Non sono il rimorso di un delitto (come qualcuno vorrebbe far credere), la cadenza è quella della nostalgia (il ricordo) della stanchezza (andare a letto e non svegliarsi più), del non senso per qualcuno che amavamo e che ci ha lasciati per sempre. In queste parole non c’è nulla di sospetto, sono parole chiare di dolore per una persona che lei amava come una sorella. Sabrina sta piangendo, con le dita che digitano sul cellulare, con la sua infinita tristezza, con il: Sabrina non prova dolore, che è indifferente. Questo è un vero pianto di dolore.

O ancora nel suo sms “Più si va avanti più divento debole, vorrei essere forte ma non ce la faccio”. È il lutto per la morte di Sarah, nel lutto sentiamo il vuoto dentro di noi, ci sembra di non poter più farcela a vivere. Vorremmo essere forti ma non riusciamo a trovare un motivo per andare avanti, le forze ci mancano. Ancora una volta si tratta di parole vere, di cordoglio per una perdita, un’afflizione talmente dolorosa da sembrare irreparabile anche per la nostra di sopravvivenza. 

Io non credo di riuscire a vivere bene con questo senso di colpa. - confida all’amico - Quel maledetto giorno, nessuno mi farà cambiare idea su sta cosa

Quale senso di colpa? Di aver ucciso Sarah? Il senso di colpa non è la colpa. Sabrina non dice per questa colpa, ma parla di senso di colpa (una differenza abissale). Il senso di colpa è quello che proviamo tutti quando scompare un amico, qualcuno che abbiamo amato profondamente, la sensazione di non aver fatto abbastanza per lui, di non avergli dato tutto il nostro amore come avremmo voluto e perché ormai non c’è più il tempo per farlo. Sempre si sente ‘un senso di colpa’ quando viene meno un nostro caro, se non altro per il fatto che noi ci siamo ancora, che gli siamo sopravvissuti. E poi quel riferimento a qualcosa di non detto. L’improvviso riemergere di un discorso interiore? Un sospetto verso qualcuno? Ma anche Sabrina di quel giorno maledetto non sembra proprio aver le idee chiare, la frase denota probabilmente solo perplessità e sgomento, cerca una spiegazione che non riesce a trovare. Brancola nel buio. Come noi che ci stiamo chiedendo chi sia veramente l’assassino e che siamo convinti che la famiglia Misseri non c’entri un bel niente col delitto.    

Articolo di Gilberto M. 

P.S. Per la precisione: il tacchino di Russell si è invece poi saputo che era tra i due fortunati che il presidente ha graziato durante la ‘National Thanksgiving Turkey Presentation’ e sembra che proprio lui, il tacchino, abbia aperto la parata sulla Main Street di Disneyland a Los Angeles dove è stato trasferito da Washington con un volo di prima classe. La sua inferenza induttiva “mi danno sempre da mangiare alle nove del mattino” per il momento sembra conservarsi valida... continuerà ad essere ingozzato alle nove del mattino, almeno fino alla prossima festa del ringraziamento... Sulla scelta del nome da dare ai tacchini (attraverso un voto on-line) si è ancora molto incerti. 


Un modo diverso di vedere l'omicidio di Avetrana negli articoli di Gilberto M.
Sarah Scazzi. Guardando oltre il giardino (e se Michele Misseri soffrisse di...)
Caso Scazzi. Il sistema paese affetto da sindrome post traumatica?

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Sarah Scazzi 
Roberta Ragusa  

241 commenti:

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Manlio Tummolo ha detto...

Abbi pazienza, però, cara Mimosa, anche l'altro argomento sta avendo variazioni di stile, e pure contrasti, e pure gente che se n'è andata. Ma ho notato fin dall'inizio che il caso Parolisi sembra aver suscitato in molti partecipanti al forum maggiore attenzione, eppure qui si tratta di due povere donne, mentre dall'altra parte c'è un baldo guerriero reduce da operazioni militari all'estero. Pensa se fosse stato catturato ai Talebani, oggi lo considererebbero tutti un Eroe.

Sto lavorando sulla mia difesa della donna nel'antichità: sarai tra i privilegiati ad averne copia diretta. Forse avremo il piacere di incontrarci quest'estate, se tutto mi va secondo i piani, e se non parti per le Hawau o simili. Con affettuosa cordialità, Manlio

Manlio Tummolo ha detto...

Errata Corrige: naturalmente "Haway" e non "Hawau" (penultima riga)

Vito Vignera da Catania ha detto...

Buona notte Prof Tummolo .Ho letto i commenti dell'altra parte ,gentaglia ,che secondo me hanno gravi problemi psichiatrici ,roba da ricovero .Da questo lato, a parte i suoi litigi con la gentile Sign Anna Bari tutto fila liscio come l'olio ,leggendo alcuni suoi articoli, Lei dice ,le versioni del Misseri 5 o 6 valgono poca cosa , al processo quando sarà interrogato ,e confermerà che il colpevole è lui è solo lui, e nessun' altro, cosa dovrebbe dichiarare per essere creduto visto che nessuno lo ha visto commettere il delitto ? il cellulare l'aveva lui, le chiavi e batteria sempre lui, il corpo della povera Sarah lo fà trovare lui,se poi sarà confermato dalla perizia calligrafica che la firma negli assegni è sua ,e quindi in banca c'è andato lui, e che sua moglie era al lavoro ,e che torna a casa verso le 13.30 con dichiarazione del datore di lavoro ,cosa dovrebbe rivelare ancora che quel giorno il cervello gli è andato in pappa, e che voleva abusare di Sarah ,e che la banbina ha reagito con dei calci e magari l'aver detto qualcosa e che lui non ci ha visto più e poi prendendo la corda la uccisa .Mi dica, cosa dovrà dire per essere creduto? Tanti saluti esimio Prof e un abbraccio affettuoso a Carla ,e un saluto anche alla sign Anna Bari .non per niente sono un gentiluomo .

carla ha detto...

caro Vito , ho visto è solo invidia sono persone insignificanti....il fatto stesso che rubano il nome di un altro sarà la stessa Epam se vorrà intervenire o ignorare......
ritornando a sarah,sono dello stesso pensiero,almenochè la scena del delitto sia diversa,o è falsa quella attuale o si voglia falsificare.....anche se il tentativo ed è evidente che si voglia spostare i orari,solo che non c'è riscontro con le celle telefonico,si dovrebbe spostare anch'essa.....contracambio i saluti

Manlio Tummolo ha detto...

Attento, caro Vito Vignera, la storia processuale ci insegna quante mistificazioni sono state fatte nel corso della storia, e quanti innocenti sono stati accusati e condannati di qualcosa, anche col concorso di una stampa foraggiata dai governi o servile nei riguardi dei poteri forti (Le consiglio una ricerca sul celebre "Caso Dreyfuss" in Francia, una faccenda di sponaggio ed atteggiamenti di antisemitismo nella Francia di fine '800: forse potrà aiutarLa a capire come lavora la "buona fede" dei SS. Inquisitori). Chi ha trovato che cosa e come, io non lo so: i mezzi di informazione ripetono ciò che è stato detto dalla SS. Inquisizione. Perché, caro Vito, evitano di interrogarlo pubblicamente ? perchè non hanno interrogato lui per primo ? Perché la SS. Inquisizione si disperde in mille cose, chiaramente inutili, ecc. ? Misseri è non solo il primo indagato in senso cronologico, è anche l'unico testimone oculare del delitto, se compiuto da lui o da chi diavolo, è tutto da stabilire. Nondimeno, è lì in processo a scaldare sedie. Si è chiesto il perché di questo ?
Per favore, voi che avete a cuore la verità dei fatti e non quella di proteggere i veri criminali, non fatevi ingannare dalle solite false apparenze.

Vito Vignera da Catania ha detto...

X il Prof Tummolo.Secondo il mio modesto parere e perchè hanno paura , ma hanno sbagliato la tattica ,e hanno pensato di incominciare da tutta quella caterva di testimoni per cercare di influenzare la Corte sperando che uscissere fuori quegli indizi gravi che potessero incolpare le due imputate senza ombra di dubbio .Ma i conti si faranno alla fine ,e se la giuria non si sarà fatta suggestionare ,e ritenendo che quei gravi indizi non sono altro che tutta una messinscena o tanto fumo e niente arrosto ,con gente che mente o dicendo di non ricordare ,ma che vuol solo apparire come testimone chiave del processo. Di recente su you tube ho trovato il video del famoso processo Americano a Sacco e Vanzetti ,beh sinceramente sono rimasto allibito di come i testimoni descrivevano la scena del crimine ,una cosa assurda ,ma che purtroppo non ha evitato la condanna dei 2 nostri concittadini Italiani ,solo perchè anarchici.Ma tanti hanni dopo è emersa la verità giustizia è stata fatta ,ora speriamo che non sbaglino i nostri di giudici ,perchè ultimamente di errori ne hanno fatti ,vedi il caso Stasi, Sollecito e Amanda ,tenuti in galera per anni .Buona notte Prof ,e tanti saluti a Carla .

Manlio Tummolo ha detto...

Già, cortese Vito, ma paura di che ? di chi ? I giudici non dovrebbero averla, forse piuttosto la giuria, ma quella osserva ed ascolta, non interviene nelle scelte tecniche di successione delle prove testimoniali o scientifiche. Presumo che, in questa sede, la condanna sia molto probabile. Ma in secondo grado e comunque in Cassazione, le cose verranno inevitabilmente modificate. Lo stesso andamento processuale dimostra che la sede di Taranto non era opportuna: c'è l'influenza ambientale di troppi "giustizieri delle cariatidi", di Anonimi allo stato puro, di "crocerossine", di "rupi" di "falchi", di "foxies", di "anne", "mary", "marianne", "marike",ecc. Tutta gente che ama il sacrificio dell'agnello per chiedere perdono a Dio e agli uomini dei loro stessi misfatti.

Vito Vignera da Catania ha detto...

X il Prof Manlio Tummolo . Il mio cuore mi dice che saranno assolte ,e sa perchè ? non essendoci quei gravi indizi di colpevolezza, i giudici avendo constatato che le versioni del Misseri tranne la prima sono tutte manipolate con domande suggestive ,e quindi false ,perchè non supportate da nessun elemento di prova .

magica ha detto...

buongiorno .. a tutti
i giudici non si sono accorti che le domande fatte a misseri siano state domande suggestive con conseguenti risposte suggestive . l'avranno compreso ma faranno orecchie da marcante
si sa che fra giudici e inqiurenti c'è sempre stata intesa e collaborazione ..percio' non si mettono contro ne da una parte ne dall'altra ..
io dico che le condanneranno non x colpa ma x far piacere al popolo .. che non vede l'ora di sapere il numero di anni da dare a sabrina .. l'egastolo x sabrina sarebbe ..un appagamento personale : una goduria dell'anima

magica ha detto...

scusate ....
ma come diceva uno.
" a pensar male a volte si indovina "

Vito Vignera da Catania ha detto...

Analisi personale con ricostruzione della mattina del 26 -08-2010. Ore 8.30 Sarah esce di casa per andare da Sabrina pochi metri è passa davanti casa del Petarra ,dopo pochi minuti ,circa 8-10 arriva a casa Misseri ,e ci sono Sabrina e la sign. Anna Pisanò ,la Sarah un pò imbronciata dice la Signora Pisanò non là neanche salutata ,evidentemente qualcosa sarà successo , forse che la Sarah era offesa con Lei boh non si sà ,ore 9-20 -9-30 la Pisanò va via ,ore 10-30 minuto + minuto- Sabrina chede a Sarah di andarle a comprare una crema , Sarah ritorna a casa, chiede alla madre dei soldi perchè Sabrina non aveva contanti ,compra la crema ,e tutta tranquilla torna da Sabrina ,passano circa 2 ore insieme parlando del più e del meno di cosa aveva fatto a S.Pancrazio,e la Sarah ritorna a casa tutta allegra dicendo che forse andava al mare ,ma che aspettava un messaggio da Sabrina ,a casa Scazzi, la madre chiede al marito di andare a comprare delle fettine di carne e un pò di insalata insieme a Sarah,ore 13-15 minuto + minuto - ritornano a casa , essendo un pò indaffarati ,con mobili spostati e la pittura fresca, la mamma di Sarah inizia a cucinare ,acqua da bollire circa 10 minuti, in questo frangente Sara dice alla mamma che non pranzerà con loro ,e incomincia a prepararsi un gordon bleu ,il tempo di cottura ,mangia il gordon bleu ,e rientra in camera sua ,poi chiede alla madre qualche asciugamano ,si cambia ed esce di casa passando davanti casa del Petarra ,che riferisce di averla vista passare alle ore 13-50 ,è sicuro perchè chiamato dalla moglie che dice di sbrigarsi che doveva andare al lavoro, e che doveva essere puntuale ,chissa perchè visto che l'ufficio era chiuso, e insieme alla comare doveva fare 1 ora di pulizie ,dopo diversi minuti la Sarah viene vista da 2 fidanzati ,i quali dichiarano che erano circa le 14 e 30 ,e qui qualcuno mente , poco dopo la Sarah arriva davanti casa Misseri ,cosa succede in quel momento ' non si sà ,il garage è aperto dentro c'è zio Michele alle prese con il trattore che non partiva ,la Sarah è scesa per chiedere qualcosa allo zio? ,e lui la aggredita per un approccio sessuale con relativa reazione di Sarah che gli sferra un calcio e dopo avere detto che riferiva l'accaduto a Sabrina ,oppure alla zia ,gli mette la corda attorno al collo, e che Sara nel cercare di liberarsi con le unghie gli lascia dei segni sulle braccia .Oppure è stata Sabrina ad attirare Sarah in garage perche doveva dargli una lezione uccidendola , perchè intralciava il suo rapporto con Ivano? non si sà .Allora io vi chiedo amici del blog perchè questo chiarimento non c'è stato prima quando Sarah era a casa di Sabrina e il tutto finiva li ,invece di invitarla al mare con relativo arrivo di Mariangela ? cosa è una novità quella di invitare gli amici quando si vuol commettere un delitto ? magari ai tempi di Al Capone,forse ma non ne sono sicuro .E Voi cosa ne pensate ,siete sicuri che tutti hanno dichiarato il vero ,oppure tutti non ricordano ,e come disse la mamma di Sarah ,la memoria va e viene .(quando ci fà comodo è sicuro che ricordiamo tutto) OH NO) ? Vi abbraccio tutti con affetto e riflettete con serietà perchè è sempre meglio un colpevole fuori che un innocente dentro ,specialmente se condannato all'ergastolo .grazie e attendo una vostra cortese risposta.

magica ha detto...

buongiorno vito vignera..

hai tralasciato tutte le telefonate che nel frattempo si sono succedute . sopratutto la telefonata di conferma " si va' al mare".e l'ok a sarah ..

l'orario del petarra ...

che il 26 agosto si vada a lavorare con il caldo.. quando si ha il pomeriggio a disposizione xlavori si pulizia .. non vedo questa fretta ..

(mi pare che al sud si mangi tardi rispetto al nord .qiundi appena mangiato non si corre al lavoro .. solo se uno lavora nel privato o pubblico deve essere puntuale sul lavoro..

i fidanzatini videro giusto ..la situazione del momento era che .. le ragazze si apprestavano x andare al mare .confermata .in orari con i mess dei cell .. piu' lampante di cosi' ..
la dinamica della scesa in garage .. la puo' dire solo misseri la verita' .. quella che vuole dire .. non si puo' entrare nella mente di una persona ... la possiamo solo immaginare ..

Manlio Tummolo ha detto...

La mia opinione, caro Vito Vignera, è che in quella casa tra le 14 e le 14.30 non sia successo nulla di quanto ipotizzato. Penso che la cosa interessante il delitto sia avvenuta nel tratto finale di strada in cui, stranamente ma non tanto, nessuno ha visto o udito nulla. Come sempre succede, anche in modo caricaturale: "Lei che vide ? Nulla, nulla so, nulla ho sentito, nulla ho visto; io non c'ero, e se c'ero - ovviamente - dormivo. Forse sognai, chissà col caldo di quell'ora in Puglia...". A quell'ora, non solo Cosima era a letto, ma probabilmente almeno mezza Avetrana, e l'altra metà sonnecchiava.

Epam ha detto...

Sig. Tummolo,

faccio riferimento al suo ultimo commento (ore 10:2222) di oggi.

Diciamo che effettivamente qualcosa sia accaduto nel tratto finale di strada (immagino che lei si riferisca a Via Raffello e Via Deledda), e che, quindi, in casa Misseri non sia accaduto nulla di qualto finora ipotizzato.

Se allora nulla è accaduto in casa Misseri a quell'ora (14-14,30) come ci si ritrova invischiato Michele Misseri con la soppressione del cadavere di Sarah?
Insomma, voglio dire, come mai Michele Misseri si è dovuto sobbarcare l'onere di far sparire il corpo della vittima?

Le pongo la domanda giusto per capire meglio la sua teoria sull'intervento esterno.

Giacomo ha detto...

per Vito.

Sono convinto che la chiave del processo sta nella successione delle comunicazioni intercorse fra le 14:23 e le 14:42 del 26 agosto 2010 fra i cellulari di Mariangela, di Sabrina, della povera Sarah, e della Cimino.

La successione esatta degli sms è questa:
a)14:23 Mariangela a Sabrina mi metto il costume e vengo
b)14:24 da Sabrina a Mariangela: avviso Sara?
c)14:24 da Mariangela a Sabrina: ok
d)14:25:08 da Sabrina a Sarah: mettiti il costume e vieni
e)14:28:13 da Sabrina a Sarah: hai ricevuto il mio sms?
f)14:28:26 Squillo di Sarah a Sabrina: sto partendo/sono appena partita
g)14:28:40 da Sabrina a Mariangela: sono in bagno
h)14:31 sms da Angela Cimino a Sabrina
i)14:35 sms di risposta di Sabrina alla Cimino
l) 14:39 da Sabrina a Mariangela: sono pronta
m) 14:40 Mariangela arriva alla villetta
n) 14:42 Sabrina chiama Sarah: nessuna risposta
o) 14:44 Sabrina chiama Sarah: risponde la segreteria che il telefono non è raggiungibile.

La ricostruzione in base a questa successione è la seguente. La povera Sarah, appena riceve da Sabrina il primo sms delle 14:25:08. si affretta a fare gli ultimi preparativi. Aveva già indossato costume pantaloncini e maglietta. Ora si reca in cantina a prelevare il telo da mare, lo infila nello zainetto, risale, avvisa genitori e badante che ha ricevuto l'sms atteso, saluta e parte. A questo punto arriva il sollecito di Sabrina delle 14:28:13. Sarah risponde immediatamente col famoso squillo delle 14:28:26.
Due minuti dopo Sarah è avvistata dai fidanzati a mezza strada mentre di buon passo si dirige verso casa Misseri. Giunge alla villetta alle 14:32. Non vedendo nessuno sulla strada e vedendo aperta la porta del garage, vi si affaccia e scende, probabilmente ivi attratta dal Misseri con un pretesto. Non uscirà più viva.
Nel frattempo SABRINA, che sta ultimando in casa i suoi preparativi per il mare, alle 14:35 risponde ad un sms della Cimino. Quindi NON HA AVUTO IL TEMPO MATERIALE per uccidere. Infatti tra le 14:32, arrivo di Sarah, e le 14:35, risposta alla Cimino, passano solo TRE MINUTI.

La testimonianza del Petarra, che vede Sarah alle 13,50 è inattendibile. Sono attendibili invece la prima testimonianza dei fidanzati che videro Sarah a metà strada alle 14,30 e quella del geometra La Stella, che la vide circa alla stessa ora, nello stesso tratto di strada. Tali due testimonianze sono consistenti tra loro e con i tabulati.

Un'eventuale condanna che si basasse sulla presunta falsità dell'alibi di Sabrina è destinata a non superare il vaglio dei successivi gradi di giudizio.

Giacomo

Giacomo ha detto...

per Vito.

Un'ulteriore precisazione. Col passo spedito di Sarah, il tempo per coprire il percorso da casa Scazzi a casa Misseri è di circa quattro minuti.
Questo tempo è stato verificato ufficialmente da una perizia dei Carabinieri ed è agli atti del processo.

Giacomo

Giacomo

Vito Vignera da Catania ha detto...

Avete ragione ,non ho scritto gli orari delle comunicazioni e relativi s m s solo perche quelli non mentono, i tabulati telefonici sono la verità ,mentre le persone non hanno sempre l'orologio da guardare se la cosa non li riguarda, quindi si può mentire anche se in buona fede,oppure in malafede .Vi abbraccio tutti con affetto VITO

Epam ha detto...

Giacomo

La testimonianza del Petarra che vede Sarah alle 13,50, oltre che essere inattendibile è in netto contrasto con quanto affermato dalla Ecaterina Pantir che la vede "mangiare in fretta e furia" alla stessa ora (due meno dieci).
Questo è quanto si evince in quello stralcio dell'interrogatorio del 5 novembre; si tratta di una affermazione del procuratore aggiunto argentino che riporto nuovamente:

«PROC. AGG. DOTT. PIETRO ARGENTINO: Noi vogliamo sapere invece ... stiamo parlando del momento in cui Sarah è stata uccisa. Prima domanda lei ha detto che si è messo a mangiare e ha finito di mangiare ... noi sappiamo mo scopriamo un po’ altre cose ... noi sappiamo dalle dichiarazioni che rende il papà di Sarah, che Sarah sarebbe uscita alle ore quattordici ... dalle
dichiarazioni che rende la badante la badante dice: “ Sarah è uscita ed è tornata da casa di Sabrina... è uscita nuovamente col papà perché dovevano andare a fare un po’ di spesa... la stessa cosa ci dice Concetta ... è ritornata verso le tredici e venti ... [[alle due meno dieci è ritornata ha mangiato in fretta e furia]] un wurstel o un gordon blue non so che cosa sia e poi immediatamente è uscita dopo aver detto alla madre di aver ricevuto un messaggio da Sabrina che dovevano andare al mare. La presenza di Sarah ...»

La parte in questione l'ho racchiusa in una doppia parentesi quadra.

Uno dei due ha mentito (Petarra o Pantir), più verosimilmente hanno mentito entrambe.

Manlio Tummolo ha detto...

Eppure è da mesi, caro Epam, che lo dico. Tutta la storia non regge, anche quella dei ritrovamenti. Noi crediamo di sapere che Michele Misseri abbia trovato, indicato, ecc. Ma, se fosse vero, non dovevano liberarlo, perché, per ben che gli andasse, sarebbe stato complice attivo di un delitto, e quindi "coautore". Ma Lei crede che,in un processo serio fondato sull'imparzialità e su prove materiali, i giudici potrebbero persuadersi di un fatto avvenuto in un luogo, dove l'unico testimone è uno che ha dato cento versioni e al massimo fornendo qualche oggetto e indicando il luogo della "soppressione" che avrebbe potuto conoscere in 42 giorni in diverse maniere, o fattegli dire da altri ?
Ora, io non escludo che egli abbia commesso il delitto, o magari anche gli altri membri della famiglia. Chi non era presente non può sapere nulla, se non ciò che gli viene raccontato. Ma le modalità possono essere ben diverse, così il luogo e le circostanze o motivazioni. Stanti le cose così come ci vengono dichiarate e propinate, non è credibile che nessuno dei tre c'entri col delitto. La mia convinzione è questa. Quando avremo, e se lo avremo, un quadro coerente e ragionevole dei fatti, in cui si spieghi chi, cosa, come e dove è avvenuto il fatto, allora potrò credere a qualcosa. Per ora, mi fermo alla "sospensione del giudizio", alla contestuale negazione delle modalità, così come esposte, del delitto.
E, infine, come ripeto per la miliardesima volta, io non cerco un "giallo" nelle vicende reali. Cerco solo di capirle, nella speranza di contribuire ad evitare l'imprigionamento di innocenti, più che ad indovinare chi sia il colpevole. E' un "approccio" molto diverso da quello che qui sembra prevalente.

Manlio Tummolo ha detto...

Quattro minuti dite ? Se uno cammina e basta, e non si distrae? Ma, come mai costoro che misurano in così breve tempo (minuti supponiamo primi, sessantesimi di un'ora) il percorso a piedi di Sarah all'andata, poi lo allungano disperatamente nel tentato "ritorno", quando, scappando (presuntamente) dalla casa Misseri e inseguita da due donne sataniche con la macchina (con la macchina per 4 minuti a piedi ?), si fa prendere o con la forza fisica o con un semplice ordine autoritario, per essere strangolata non si capisce dove.
Se non ho capito male, non si tratta di una discesa con notevole pendenza,che si fa velocemente in un senso, ma con lentezza e fatica nel senso opposto.
E' evidente che sono svegli come quelli che vedevano in alcuni movimenti muscolari del viso di Sabrina la prova del delitto.

magica ha detto...

epam,l'orario è quello che disse la pantir nell'immediatezza della sparizione di sarh . aveva controllato l'orologio in quel momento.?
l'orario cambia xchè si evince dal messaggio di sabrina che la invita x il mare ..se la pantir disse che le era arrivato il messaggio,, e la sarah era uscita' ..l'orario è quello. aggiunto di minuti xchè la sarh era in posa x uscire immediatamente ??... ancora i tabulati non erano stati controllati .. se si vuole darla x vera ..
erano le ore 14,25

Manlio Tummolo ha detto...

Un calcolo ad occhio del percorso tra le due case: calcolando a 3 km/h la velocità di chi cammina a piedi di buon passo, ma senza correre, il percorso corrisponde a 3000 metri in un'ora. Ogni minuto primo corrisponde quindi a (3000: 60) = 50 m. Ovvero in un minuto primo si percorrono 50 metri. In quattro minuti primi si percorrono 200 metri. Ora in questa distanza, certamente non enorme, vi sono pure delle tappe da considerare, ovvero i punti di incontro col Petarra e con i due fidanzati. Prescindendo da chi tra questi l'abbia vista per ultimo, che distanza restava dalla casa Misseri ? Era possibile qualche deviazione ? E' poi possibile che quest'ultimo tratto non fosse sotto osservazione di nessuno ? Fino a che punto del percorso il Petarra o i fidanzati potevano aver visto Sarah ? Come mai, quindi, nessuno nota che sia entrata in casa Misseri ?

magica ha detto...

lorario del petarra qual'è?
mi ricordo quello dei fidanzati ed era 14,20 o 14,30 o giu' di li' ..
l'orario combacia con le telefonate e di coseguenza i tabulati

Epam ha detto...

magica,

nello stralcio che ho postato, il procuratore aggiunto argentino, dice che la Pantir ha dichiarato che Sarah era uscita di casa alle ore 13,50 (due meno dieci); il petarra afferma di aver visto Sarah alle ore 13,45-13,50...i due orari contrastano perchè delle due l'una; se Sarah, a detta della Pantir, è uscita di casa alle 13,50...l'orario del Petarra cozza violentemente contro questa affermazione perchè non può aver visto Sarah alle 13,45 in quanto ancora in casa, ancor meno può averla vista alle 13,50 appena uscita di casa, che si dirigeva verso Via Kennedy. Stando alle dichiarazioni della Pantir (riportate fedelmente dall' Argentino), il Petarra può aver visto(?) Sarah, non prima dell 13,53-13.54.

Spero di essere stato chiaro.

magica ha detto...

epam no sei stato chiaro .
se la pantir dice che sarah ad un certo punto dice che, sabrina le ha mandato un sms x il mare,, poi la sarh esce x andare dai misseri .. si trova l'orario di questo sms .. infatti l'orario c'è..e si evince l'orario dell'uscita da casa scazzi x sarah.. petarra puo' dire quello che vuole non aveva un orologio come cervello ..
mantre i tabulati non mentono ..

magica ha detto...

epam no sei stato chiaro .
se la pantir dice che sarah ad un certo punto dice che, sabrina le ha mandato un sms x il mare,, poi la sarh esce x andare dai misseri .. si trova l'orario di questo sms .. infatti l'orario c'è..e si evince l'orario dell'uscita da casa scazzi x sarah.. petarra puo' dire quello che vuole non aveva un orologio come cervello ..
mantre i tabulati non mentono ..

magica ha detto...

che strano .. non ho cliccato 2 volte eppure il commento è uscito 2 volte

Epam ha detto...

Buongiorno!

magica, per la verità ho scritto una grossa castroneria.

La Pantir, in realtà, non dice che Sarah esce alle ore 13,50 (due meno dieci) ma dice, invece, che alle due meno dieci Sarah stava mangngiando in fretta e furia il che è ancora peggio.

Sempre secondo quanto riportato nello stralcio dell'interrogatorio del 5 novembre 2010, è il papà di Sarah che afferma che la figlia esce alle ore 14.00.

riporto:

«PROC. AGG. DOTT. PIETRO ARGENTINO: Noi vogliamo sapere invece ... stiamo parlando del momento in cui Sarah è stata uccisa. Prima domanda lei ha detto che si è messo a mangiare e ha finito di mangiare ... noi sappiamo mo scopriamo un po’ altre cose ... noi sappiamo dalle dichiarazioni che rende il papà di Sarah, che Sarah sarebbe uscita alle ore quattordici ...

Appare evidente, quindi, che il Petarra dichiara il falso, sia nella prima versione sia in quella successiva.

Epam ha detto...

Bene Massimo!

Vedo che il codice html funziona perfettamente ed è una gran cosa.
Però mi dovresti spiegare, quando hai tempo, come faccio a cancellare i commenti contenenti errori.

magica ha detto...

buongiorno
non capisco ,, si tira in ballo petarra ,, cosa centra? lui dice un orario.. tutti possono dire orari a caso .

vorrei sapere se sabrina mando' sms a sarah x il mare prima delle 14,00
xchè lo ripeto ormai da alcuni messaggi .. se l'sms di sabrina di conferma x il mare è alle ore14,25 e sarah lo dice in casa l'orario è quello

suppongono i colpevolisti che sabrina abbia mandato quel sms x depistare e nascondere il misfatto.. la sarh ne sarebbe stata all'oscuro essendo gia' in quei momenti nelle grinfie delle arpie .. e non avrebbe potuto dire alla pentir . che sabrina laveva invitata al mare con un sms .. quell'sms delle 14,25

Epam ha detto...

magica,

stiamo facendo un po' di confusione. Tu parli di sms e io parlo di testimonianze e di orari. Due cose completamente diverse.

Il mio commento sulle dichiarazioni del Petarra, facevano riferimento a quanto scritto da Giacomo nel commento del 26 giugno 2012 alle ore 15:11:00

Giacomo, in quel commento, faceva notare che la testimonianza del Petarra era inattendibile.

Io ho solo ribadito che la testimonianza del Petarra oltre che essere inattendibile, era (è) anche in netto contrasto con le dichiarazioni della Pantir e del papà di Sarah, per stessa inconsapevole ammisione del procuratore aggiunto Argentino.


Tutto qui.

magica ha detto...

ciao epam .. ci puo' essere un po' di confusione.. figuriamoci non abbiamo solo questo nella vita ,,

il gli orari li collegavo smpre agli sms poichè sono gli unici dati che ci possono dare sicurezza di verita' ... infatti l'omicidio el'occultamento si svolge in quegli orari .. riscontrabili .. le altre sono tutte ipotesi che si fanno .. pero' è opportuno ragionare con la logicita' avendo sentito le diverse versioni dei fatti al di fuori degli orari dei cell ..

magica ha detto...

epam .. infatti lo avevo scritto anch'io che le testimonianze della pantir e del padre di sarh non erano esatte ..
ciao

Giacomo ha detto...

Per Magica.


La confusione sugli orari cerca di fomentarla l'accusa.

Gli unici orari certi sono quelli dei tabulati: in particolare lo squillo delle 14,28 che individua il momento in cui la povera Sarah esce di casa. Ma, poiché tali orari rendono impossibile la ricostruzione che vedono Sabrina uccidere la cugina, l'accusa ha asserito che i tabulati sono falsi. Naturalmente L'ACCUSA NON HA DIMOSTRATO NIENTE DI NIENTE. Infatti le testimonianze che dovrebbero confutare i tempi fissati nei tabulati, in particolare quella del Petarra che dichiara di aver visto Sarah alle 13,45-13,50, sono assolutamente inattendibili. Infatti sono contraddittorie rispetto a quanto dichiarato in precedenza dallo stesso Petarra, e cosa ancora più grave per l'accusa, sono incompatibili con le testimonianze di almeno altri tre testi, cioè i fidanzati e Donato La Stella, i quali tutti avvistano Sarah in tempi compatibili con i tabulati, cioè intorno alle 14,30.

In realtà tu, Epam ed io stiamo facendo lo stesso discorso

Giacomo

magica ha detto...

buonasera giacomo ..
è tanto semplice e lampante la cosa .. che non so come facciano a afare tutte ste congetture.
e meno male che possiamo avere questi riscontri ..vedi?
nonostante si abbiano i riscontri verificabili ? la vogliono far passare in modo indimostrabile ..

Ota ha detto...

Allora il disturbo traumatico etc è plausibile, ma questo non significa estraneità ai fatti. Anzi, sarebbe potuta succedere una cosa ancora più interessante. Se Misseri fosse stato testimone dei fatti, è possibile che si sia a tal punto immedesimato con i fautori materiali dell'omicidio, da credere di essere lui l'omicida. Questo spiegherebbe come facesse a sapere dove il corpo si trovava ma come mai allo stesso tempo non era in grado di indicare la vera arma del delitto.

Possibile che non si sia valutata l'ipotesi del sequestro? Sarah dev'essere stata uccisa proprio in quell'orario? Non è possibile che invece sia stata uccisa fuori dal centro abitato di Avetrana dopo la sua sparizione e sia stata poi occultata sul terreno dei Misseri perchè Michele era considerato dall'assassino o dagli assassini un complice?

Manlio Tummolo ha detto...

Cara Ota,
condivido questa possibilità, come il fatto più probabile. Si tratterebbe di capire, tuttavia, chi sia stato il rapitore e l'assassino.
Quanto al terreno e al pozzo, non sono proprietà del Misseri, ma solo il luogo dove lavorava per conto altrui. Infatti, il proprietario è stato anche interrogato al processo (ora non ne ricordo il nome, ma nei links di questo blog è reperibile).

Vito VIGNERA da Catania ha detto...

Gentilissima OTA .potrei anche condividere le SUE deduzioni ma si scontrano con la realtà dei fatti, e con attente analisi delle dichiarazioni di MISSERI. D'accordo che ha raccontato tante inesattezze nelle tante versioni da lui descritte ,ma che dopo si sono potute riscontrare nel corso delle indagini.Da una mia personale ed attenta lettura dei verbali ,ritengo che tutte quelle versioni non possono essere farina del suo sacco ,ma che qualcuno lo abbia ben istruito ,visto che il MISSERI,non aveva nessun titolo scolastico e ne una tale dimestichezza di linguaggio nel descrivere l'atto omicidiario.LA saluto cordialmente ed ho apprezzato il SUO INTERVENTO GRAZIE

magica ha detto...

non capisco queste considerazioni ..
misseri sa benissimo qual'è l'arma del delitto :la corda .. e ce l'ha spiegato molto bene .. lunga piu' o meno un metro ..un avanzo di un lavoro .. era posata sopra il trattore -- molti dicono che misseri non sapesse dell'arma del delitto .. ma l'hanno sentita tante volte questa versione ma tant'è si continua a dire che lui non lo sa ..
dice anche cintura? lo dice dopo insistenze degli inquirenti .. per farli contenti dice cintura!
ora continua con la corda ...
poi che abbia assistito al delitto e si sia immedesimto? dice che è stato lui il reo del fatto .. ma dopo conversazioni con il duo ..i quali gli dicono : michè devi cambiare strategia perchè quella che hai raccontato fa ridere .. in caso una piu' plausibile? un incidente? te la cavi con poco tu e tua figlia ,, allora lui trova uno spiraglio forse non tutto è perduto .. la figlia centra ,,
parla di un incidente ,, nell'incidente probatorio chi lo legge si accorgera' che è ridicolo .. il cavalluccio con relativa caduta ,, battendo la testa e la sarh muore :un uncidente infine ,,colpi sulla testa non si sono trovati .. se hanno determinato la morte dovrebbero trovarsi ,,
la prima confessione trova la prova .è stato . uno strangolamento ..non caduta dal cavalluccio ..

poi se i complici erano con lui a pozzo .. chi sarebbero questi? la figlia era in giro per avetrana e la madre anche .. si dovrebbero trovare questi complici .. lo chiedo alla forumista sopra .. chi pensa che siano?

Anonimo ha detto...

L'arma del delitto non era una corda. E M. Misseri non lo sapeva.

Se non bastava la relazione autoptica, ora c'è una formale deposizione dell'anatomopatologo.
Informatevi.

Anna Bari

magica ha detto...

l'anamopatologo non dira' mai che era una corda ,
lui insiste perchè non va' contro la procura,

avevo letto .. che misseri si confesso' anche con l'anatomopatologo dicendogli: quello che disse algli psichiatri ..

se misseri dice corda lui puo' dire cintura .. ?

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