mercoledì 27 giugno 2012

La violenza sulle donne non avviene solo dentro il confine familiare. Quando a picchiare ed a stuprare non sono i mariti ma gli sconosciuti...


Si dice che le violenze messe in atto contro il sesso debole nascono per il 70% in famiglia. Si dice che difficilmente sono le persone sconosciute, o poco conosciute, a picchiare o violentare il sesso debole. Se si guardano le statistiche, si dice, solo il 6% delle violenze avviene all'esterno dell'ambito familiare. Un tempo era vero, le donne non erano emancipate, erano relegate in casa e solo nella propria abitazione potevano subire violenza. L'epoca moderna, però, ha cambiato i parametri. Il problema è che, senza ci sia stato chi se ne sia accorto ed abbia posto un freno legislativo (le statistiche non sono cambiate), negli ultimi anni ai reati intra-familiari si sono affiancati in maniera esponenziale tantissimi casi in cui le donne vengono massacrate, brutalizzate e stuprate (a volte uccise), da persone sconosciute, al limite conosciute da pochissimi giorni. Cosa sicura è che solo i quotidiani locali, e purtroppo non sempre, si occupano di un simile fatto di cronaca... fatto considerato ormai irrilevante dai maggiori network perché una donna picchiata stuprata e lasciata in strada è poco interessante per l'opinione pubblica. D'altronde, pensa la maggioranza della gente, magari se l'è voluto. Se non andava in quel luogo là non incontrava quel tipo e non rischiava nulla. D'altronde se non metteva quella gonna lì non stuzzicava nessuno. Come se il solo fatto di essere libere di decidere cosa indossare e dove andare implichi il rischio di trovarsi un coltello alla gola. Non è così che funziona. Sarebbe cosa giusta non essere aggredite neppure se nude in strada, per dire, e sarebbe cosa giusta non finire in televisione solo dopo una eventuale morte violenta. Perché solo se la violenza sfocerà nell'omicidio ci sarà chi cercherà di enfatizzare la notizia e guadagnarci sopra. E lo farà perché dove c'è un omicidio c'è anche un assassino, un indagato (meglio se si dichiara innocente) a cui contare i peli nelle ascelle e far pagare le colpe del mondo ed i conti dei network. Insomma, le violenze e gli stupri non hanno una giusta fetta del mercato informativo nazionale restando emarginati a notizia da riempimento (entra solo se c'è spazio).

Una donna, se massacrata di botte, merita al massimo un articolo da quindici o venti righe. E sono righe che non dicono nulla, non spiegano il problema ed aiutano l'aggressore, che nove volte su dieci risulta essere una doppia iniziale irrintracciabile, e non altre donne che potrebbero cadere nelle trappole dei cialtroni bracconieri del sesso. Quelle stesse donne che saranno picchiate e stuprate e per vergogna, e per paura, lasceranno in circolazione gli stupratori, potenziali prossimi assassini, senza fare nessuna denuncia. Donne che ingoieranno il loro sangue, che metteranno ghiaccio e bistecche su ogni ematoma, che disinfetteranno le ferite esterne sperando non resti la cicatrice e sapendo bene che quelle interne mai si potranno rimarginare. Ma in fondo hanno ragione loro! Per quale motivo denunciare uno stupro, o una qualsiasi altra violenza, se anche i giudici di Cassazione trattano questi reati alla stregua di un furto al supermercato? Quasi che il picchiare una donna e rubarle il sesso sia come spingere di lato un commesso per poter arraffare le merendine dagli scaffali.

A dire il vero c'è stato anche chi ha deviato dalla linea collegiale. Ma neppure lui ha impartito giustizia dato che ha intrapreso la via dell'opposta esagerazione. E' il caso di chi ha giudicato le azioni moleste di un ragioniere. In una unica occasione il perverso contabile ha accarezzato i capelli e toccato la schiena di una sua praticante. Questo comportamento gli è costato due anni e due mesi di carcere. Ben gli sta, impararerà a tenere in futuro le mani in tasca. Ma dopo aver subito cotanta condanna non è che si meraviglierà nel sapere che gli uomini se violentano donne vestite con jeans (indumento giudicato ancora alla stregua di una mutanda medioevale con tanto di serratura o lucchetto) possono anche essere assolti? Non è che si meraviglierà del fatto che a certi giudici la donna che sorride prima di essere stuprata risulta coscienziente? Per molti untori della giustizia il gentil sesso non può cambiare idea a corteggiamento in corso. No, una volta intrapresa la relazione verbale, una volta accettato un caffè in un bar ed aver sorriso ad una battuta spiritosa, deve obbligatoriamente accettare anche una relazione orale e fisica... se non vuol essere massacrata di botte.

Visto questo c'è da chiedersi che condanna potrà mai subire quel postino innamoratosi, dice lui, di una aitante quarantanovenne a cui ogni giorno consegnava la posta e donava parole di apprezzamento. Lo stesso postino che come è capitata l'occasione ha strattonato "la sua amata" e portata nel sottoscala iniziando a palparla (forse per sentire quanto fosse matura). Il fatto è avvenuto a Minturno, in provincia di Latina, e si è concluso nel migliore dei modi perché lei è riuscita a liberarsi ed a dare l'allarme. E se in questo caso si può anche sorridere, in un altro capitato a Roma il sorriso proprio non vuole farsi vedere. E non si fa vedere perché l'uomo in questione, che probabilmente non subirà una condanna pesante, dopo aver fatto per un mesetto la corte ad una ragazza di trent'anni, con inviti a cena continui e sempre rifiutati, è riuscito ad entrare in casa di lei, a rubarle il cellulare ed a sfogare la sua rabbia picchiandola selvaggiamente. Fortunatamente la polizia in un modo o in un altro è stata avvertita e l'uomo arrestato. Ma le botte sono arrivate ed hanno fatto molto male... anche alla psiche.

Peggio è andata ad una quarantatreenne di Bergamo. Lei il suo futuro aguzzino lo incontrava spesso in un bar di Alzano Lombardo. Non lo conosceva ma era gentile. Però la prima volta che gli ha dato fiducia ed ha accettato di farsi accompagnare a casa, forse sperava in un nuovo amore, si è trovata in trappola, sequestrata e stuprata per due ore all'interno di un edificio abbandonato. Naturalmente il tutto, condito da minacce e dalla presenza di un coltello, è stato anticipato dalle classiche botte da orbi che spaccano labbra denti naso e costole. Quelle che sommate assieme fanno in totale 25 giorni di prognosi. Ma visti i giudici e l'informazione del nostro paese, è probabile che la condanna sia di minima entità. Questo perché lei, prima di beccarne tante ed essere stuprata, aveva sorriso a quell'essere che a chiamare uomo c'è da offendersi. Come sarà una condanna di minima entità per il sessantaduenne di Roccasecca che a Pasqua ha incontrato di fronte alla stazione una quarantaseienne romana. Lei si era addormentata sul treno ed invece di scendere a Roma Termini aveva proseguito.

Svegliatasi ed accortasi di essere fuori zona, era scesa portandosi in strada per cercare una tabaccheria dove ricaricare il telefonino e poter avvisare i familiari dell'inconveniente. Incontrato il suo aguzzino per caso, si è fidata e fatta accompagnare dal tabaccaio. Poi lui l'ha convinta a salire nella sua abitazione in attesa dell'arrivo del treno. Abitava ad un passo dalla ferrovia ed aveva tre figli. Era sopra i sessanta e pareva un buon padre di famiglia... è così che si conquista la fiducia degli altri. Di certo per la donna era meglio stare in una casa con una persona che si mostrava fidata, piuttosto che attendere in una stazione deserta col rischio di incontrare malintenzionati. Ma il malintenzionato lo aveva già incontrato, ed una volta chiusa la porta è stata aggredita, picchiata, minacciata con un coltello, stuprata per un paio d'ore ed infine derubata dei soldi. Meno male che anche in questo caso c'è stato il coraggio di denunciare e l'uomo è stato arrestato. Ma per una che dice ai carabinieri di essere stata stuprata e picchiata, quante tacciono e nascondono il loro disagio dietro la vergogna o la paura? Di certo non fanno denuncia quelle che vivono ai margini della società, le donne senza famiglia che rischiano di morire a causa del bisogno frustrante di un maschio complessato e malato.

Perché la furia sessuale non si abbatte solo sulle belle femmine che hanno una vita regolare, colpisce ovunque e comunque. Ad esempio, è accaduto a Firenze, un ragazzo dominicano di trentacinque anni una notte si è scaldato nel sapere che dormiva, aldilà dei cancelli chiusi della stazione, una clochard italiana di cinquant'anni. Non volendo usare le mani per soddisfare la sua natura, ha deciso di scavalcare le recinzioni ed aggredirla a calci e pugni prima di spogliarla e stuprarla. A salvarla dalla morte, nessuno avrebbe perso tempo a leggere la notizia di una barbona aggredita ed ammazzata in una stazione, gli agenti della polfer. Lui è finito in carcere e lei, col volto tumefatto e molte ossa rotte, all'ospedale. Questo episodio dimostra che il peggio non ha mai fine e che nel degrado gli episodi si moltiplicano e non sempre entrano a far parte della cronaca nera nazionale. Ma poco entrano nelle cronache anche gli episodi di violenza bieca e priva di un reale motivo. Oddio, se si vuole un motivo per picchiare o accoltellare una donna lo si trova sempre, tanto per ottenere sconti di pena basta dire a un giudice: "mi ero infatuato di lei!".

Sconti che otterrà chi, sempre a Firenze ma stavolta in una profumeria del Centro, ha fatto un lavoretto coi fiocchi ad una commessa di venticinque anni che proprio perché commessa doveva mostrarsi gentile e disponibile. Ma non tutti capiscono il motivo per cui le commesse sono gentili. Di certo non l'ha capito il cinquantatreenne che dopo averla conosciuta ha passato un mese andando ogni giorno in negozio per adularla e cercare di farla innamorare di sè. Addirittura lei ha dovuto accettare un regalo, un profumo, per non rischiare di alterarlo più di quanto non fosse (non lo voleva accettare ma l'uomo aveva alzato la voce e si era agitato...). Insomma, una situazione fra il tragico e il comico che nessuno pensava potesse finire tragicamente. Quando non c'è trippa, i gatti prima o poi cambiano zona. Invece lui, stante i continui rifiuti, si è stancato di corteggiare e venerdì 22 giugno è entrato con un coltello in mano avventandosi subito sulla ragazza. Lei è riuscita a difendersi fino a quando ha potuto, ma a salvarla dalla morte sono stati due uomini presenti alla scena. Risultato? Ferite multiple alle mani ed ai polsi ed un futuro in terapia psicanalitica.

Pazzia pura? Non più di quella del veneziano che a tutti i costi ha voluto dedicare una serata romantica ad una trentaduenne vicentina conosciuta qualche giorno prima in una discoteca di Padova. Lei, da poco tornata single, aveva accettato lo scambio dei numeri dei cellulari. Lui, attratto dalla sua bellezza, non ha perso tempo chiamandola diverse volte ed invitandola a Venezia. Alle sue insistenze ed alla sua gentilezza la donna ha inizialmente risposto con dei garbati "no". Poi, all'ennesimo tentativo, ha ceduto ed è partita in treno. Arrivata alla stazione della città lagunare è salita con lui che l'ha portata dapprima in un ristorantino romantico, poi su una gondola per mostrarle le meraviglie delle calle e cercare di farla innamorare (questo pensava la ragazza vicentina). Quando lei ha guardato l'orologio ed ha chiesto di essere riportata in stazione per non perdere il treno, lui l'ha invitata a dormire a casa sua. Al suo rifiuto, e solo al suo rifiuto vostro onore (sia chiaro), è partita la pazzia. Schiaffi e pugni a tutto spiano e solo il provvidenziale intervento del gondoliere ha evitato che venisse gettata in acqua. Una volta riportati a terra la situazione non è migliorata. Lei, livida a causa delle botte, si è avviata alla ricerca di un mezzo che la portasse in stazione. Lui, che avrebbe fatto bene ad andarsene a casina sua ed a meditare con la coda fra le gambe, ha pensato fosse meglio raggiungerla e picchiarla nuovamente. Ed ancora è stato i gondoliere a salvarla, bloccando l'uomo e chiamando la polizia.

E non è l'unica violenza di questo tenore. Nell'ottobre passato a Messina un altro uomo ha tentato un approccio con una ragazza, corteggiandola per mesi ed ottenendo sempre dei rifiuti. Con tutte le donne che ci sono in Sicilia poco ci voleva a cercarne una cambiando quartiere. Ma la sua virilità di uomo rifiutato e ferito nell'orgoglio, non gli ha permesso di fare un simile ragionamento. Gliene ha permesso uno ben più stupido. Si è appostato sotto casa di lei e quando è uscita ha iniziato a picchiarla dandole calci e pugni a volontà. Una razione è toccata anche all'amica che per sicurezza l'accompagnava. Trenta giorni di prognosi a chi è andata peggio. Storie di ordinaria follia che non hanno come protagonisti coniugi o conviventi, storie che si inseguono in un carosello sempre più largo e sono aumentate a dismisura con l'avvento dei social network. Come quella avvenuta a Lecco, dove l'estate scorsa una studentessa di diciotto anni è stata attirata in chat da un uomo che si dichiarava essere un professionista delle sfilate. Dopo le solite lusinghe, fatte di foto e chiacchiere virtuali, lui l'ha convinta a tentare il salto per lavorare nel settore "moda". Da qui l'incontro concordato che, a tutti gli effetti, si è mostrato essere un appuntamento al buio con un uomo sconosciuto. Sconosciuto che non ha perso tempo e non appena incontrata l'ha legata, picchiata e stuprata. Poi, sicuro di non avere beghe, l'ha lasciata andare (è stato comunque catturato).

Storie violente che sarebbe giunta l'ora di catalogare con cura. Ma sono da raccattare per strada, non nelle caserme, dato che una stima ci dice che solo il 10% di chi è stata picchiata e stuprata sporge denuncia. Inoltre non tutte le violenze hanno un contorno di botte ed ossa rotte. Tante sono psicologiche e messe in atto da persone che agli occhi della donna appaiono potenti. In questi casi la vittima tende a non affidarsi a nessuno, a cercare nel fai da te la chiave che non la obbligherà a parlare di qualcosa che sa farle male. Perché parlare di certe cose fa male più della peggior violenza, e chi ha un marito e dei figli, pur cambiando d'umore, cercherà di salvaguardare la serenità del matrimonio e della propria famiglia. La paura di rovinare per sempre, o peggio ancora perdere, ciò che con fatica s'è conquistato, agisce da freno inibitore. La paura di essere additate in paese fa il resto...

Per ragioni di spazio nell'articolo ho inserito solo alcune delle storie tragiche capitate nell'ultimo anno, ma ce ne sono state talmente tante che mi par giusto inserire altri link per far capire che sarebbe il caso di iniziare a preoccuparsi ed a cercare un rimedio. Specialmente se si considera che quelle uscite sui giornali sono al massimo il dieci per cento di quelle in realtà capitate. Parlarne, se lo si fa non per dovere di cronaca ma per informare ed aiutare, serve... però i prossimi link, tutti di violenze capitate negli ultimi dodici mesi, dimostrano che non basta riportare la notizia ma occorre fare qualcosa di più...

Stupro con sequestro a Voghera.
Anziana vedova picchiata e violentata a Rovigo.
Picchiata e stuprata fuori della discoteca Guernica
Picchiata e stuprata in un campo a Perugia
Sequestrata, picchiata e stuprata a Laterza
Violentata a Cagliari
Picchiata e violentata su un treno 
Sedicenne francese violentata dal branco a Cosenza
Sequestrata e stuprata per due giorni a Cesena
Tredicenne di Seregno violentata per due mesi da un imprenditore
Picchiata e lasciata per strada a Forlì
Picchiata e violentata nel parcheggio di una discoteca a Pavia
Picchiata ma evita lo stupro, accade a Lecce
Picchiata e stuprata per tutta la notte, disabile di Roma rischia di restare sfigurata
Anziana violentata e derubata, a Catania
Picchiata stuprata e sfigurata fra Albiate e Seregno
Rapallo. Disabile sequestrata, violentata e minacciata
Genova. Picchiata e stuprata in spiaggia
Busto Arsizio. Picchiata e stuprata per ore da tre uomini
Ragazza romana violentata a Morlupo
Donna di Roma sequestrata e violentata per cinque giorni a Salerno
Bolzano, ragazza violentata vicino alla stazione
Ragazza di Portogruaro violentata dal branco
Bologna, picchiata e stuprata in zona San Vitale
Clochard stuprata in casa cantoniera a Santa Marinella
Ragazza universitaria stuprata mentre va in stazione a Sarzana

Homepage Volandocontrovento

7 commenti:

carla ha detto...

ciao massimo sono pienamente daccordo con te,che la cosa ne vada discussa e penso che a forza di parlarne,ci si può aiutare....
magari manca la parola giusta che chiunque potrebbe dare,che aiuta a quella persona a sbloccarsi....
grazie al cielo,a me non è successo al livello ,per come hai elencato nell'articolo.....
ho avuto altre situazione non a livello di botte,ma piutosto minacce verbali,sia dal esperienza intrafamiliare ma altretanto da estranei...
ma devo dire nello stesso tempo fortunata,perchè ne sono stata in grado di controllare personalmente.....in pratica queste persone,parlo di estraneo della famiglia,ma ben conosciuti,ci han provato una volta sola e non c'è stato altra occassione,sia anche loro temevano che ne parlasse sia io che guardavo bene di starmene alla larga tirando fuori magari mille scuse che non avevo tempo di dedicarmi a loro,oppure se in una casa c'era chi dendeva la mano in quella casa non ci andavo più.....
comunque chi non ha coraggio di parlarne,per qualsiasi motivo,tipo paura di rovinare famiglia o rovinare il quieto vivere,oppure ne vieni minacciato per calunnia e tutto ti si ritorce contro....ecc... è la peggior cosa rifiutare l'uomo perchè ti si appiccica e non ti molla e penso fino al punto di usare violenza ,per non dire che lo porta ad uccidere.....
invece quello che mi è successo intrafamigliare purtroppo era molto difficile svincolarsi,però ho sempre trovato il modo di assecondarlo,il fatto stesso che sono andata vivere per conto mio,non avendo più entrambi genitori,penso che mi abbia aiutato di fare un percorso anche perchè ho trovato delle persone giuste in cui potevo confidare e la soluzione finale è stato ed ritengo unico possibile di affrontare a faccia afaccia davanti a un parente e secondo me lo rendi impotente......nonstante tutt'oggi non nego uso sempre lo stesso medoto lo evito di incontrare da solo non le faccio intendere che lo sto rifiutando,se lui mi domanda:- quando ci vediamo?- sarà sempre domani....
insomma quello che penso anche se lo si cerca di fare ragionare o magari lui con la testa puo benissimo ritenere che è sbagliato,penso che quello che è più difficile tenere a freno l'impulso....insomma la prudenza non è mai troppa.....
e se vogliamo parlare di giustizia è innutile negare loro non fanno niente se non lo si prende le mani nel sacco.....e senza star qui a ripetere che alcuni se la cava pure.....
ora con il mio dire non vorrei scoraggiare nessuno,anzi tutt'altro inviterei di parlarne,a me personalmente mi fa stare bene solo al pensiero che potessi aiutare qualcuno ,sia di venirne fuori,sia che la gente si possa mettersi in guardia,che non succeda la stessa cosa che mi è capitato......ci vedo come una sorta di giustizia,se queste persone riescono a diffendersi da questi codardi,perchè tali li considero......
infatti quando incontro delle ragazzine,se si entra in argomento,l'unico messaggio che le riesco dare:-quando un uomo ti minaccia è solo perchè egli stesso ha più paura di te,perciò non ha senso l'avere paura della paura-
bene,spero di essere stata utile a qualcuno che sia stato comprensibile .....caro Massimo, fino a mo'ti ho sempre trovato una persona giusta,non ho niente che dire....grazie dell'aiuto che ci dai attraverso i tuoi articoli ,la saluto caramente carla

carla ha detto...

buongiorno,vorrei accangiarmi a quello detto ieri,a riguardo che mi ritengo ancora fortunata,perchè tale si tratta e vorrei chiarire che non si tratta di bravura che uno abbia o meno.....
è più essere ingenue e sprovedute....e giustamente come dice l'articolo,non è ne il vestito o il trucco della donna o allegria che comporta la provocazione nell'uomo ed è culturalmente sbagliato dire che qualunque cosa succede alla donna è colpa sua ,solo perchè si è emancipata....riterrei che sia una ignoranza che debba essere sfaldata......
perchè se si guarda ai tempi indietro anche se le donne,a parte casi eccezionali,veramente rari,come Giovanna d'arco ecc.,si sottomettevano al l'uomo in cui non sapevano cosa volesse dire la propria autonomia,nonstante che si pensasse che il mondo va così,erano comunque in continue violenze,solo che la cosa era più nascosta......perciò non è la colpa della emancipazione ,che si farebbe bene togliere dalla testa......è più un discorso che la parte animale di quei peggiori che esce dall'uomo,in cui si sprigiona qualche sostanza che lo appaga e non riconosce il danno che fanno,quando oramai l'han ben compiuto è troppo tardi per pentirsi......perchè l'origine dell'uomo non è il volere fare del male.....appunto per questo dico è l'uomo stesso che deve avere la capacità di controllarsi,cioè la padronanza di se stessi......
dico questo per esperienza personale che noi donne si può ad arrivare un'amicizia tra uomo e donna,basta avere il senso di rispetto reciproco......buonagiornata

magica ha detto...

buongiorno
è inutile negarlo esiste ancora una buona dose di maschilismo .. prima di tutto in certi uomini ;poveri e inadeguati che per avere una donna la devono prendere a pugni e calci..
.
come sono giudicate le donne violentate da chi le dovrebbe tutelare ? con sufficenza ....
. e se non bastasse considerarle con sufficenza -- vengono trattate sempre peggio degli uomini che rappresentano la legge ..( ci sono uomini che detestano donne grasse con una voce stridula ,poco simpatiche ,che le ritengono bugiardissime . e quando queste donne si impigliano nelle maglie della giustizia . sono finite ....
parolisi è 'lunico maschio che sia stato trattato come una donna ...
di solito quelli che giudicano hanno riguardo a giudicare un maschio
.. avete letto sopra quanti crimini fatti in un anno da maschi ?
mai sentito dire ., se non in alcuni casi .. e di solito se la cavano con poco .. perchè la colpa è della donna ..
anche michè una botta nelle spalle e se la spassa .. ma non x colpa sua .. invece le antipatiche e grasse (non piacciono ) ...sono giudicate .. e se non bastasse da certi uomini anche, e sopratutto, da donne .che . non si ribellano mai .. (nel caso scazzi non ne parliamo ) e sono peggiori degli uomini ..cattive ........

((comunque non bisogna generalizzare )) .

Vito Vignera da Catania ha detto...

Tema abbastanza scottante quello sulla violenza alle donne ,ma sopratutto il voler trattare le donne come un oggetto .Leggendo e ascoltando da tantissimi anni le cronache riportate sia nei quotidiani che nei telegiornali di stupri di gruppo ,donne violentate e maltrattate da finti amici ,da zii, da mariti ,e sconosciuti che considerano la donna un corpo su cui sfogare i loro istinti sessuali e non, donne da sottomettere e poter comandare a loro piacere .In tanti Paesi si praticano ancora usanze che anno dell'incredibile ,e che purtroppo neanche l'ONU riesce ad eliminare.Personalmente ritengo che tutte le donne meritino rispetto, e amore ,che siano grasse magre corte o lunghe ,le donne vanno amate tutti i santi giorni ,e rispettate ,che siano belle o brutte .VIVA LE DONNE (un bacio affettuoso a tutte le donne )

magica ha detto...

ciao vito ,,
sai cos'è? che noi donne dovremmo rispettarci da sole . senza aspettarci che gli uomini ci rispettino .. è lampante che il rispetto dovrebbe essere reciproco .
fortunatamente. non ho avuto problemi gravi .. un po' do maschilismo.. oppure mani morte nei tram ,,infine le struscitine alle file degli spotelli le abbiamo prese +o meno tutte ,, vedrai che fra un po' di anni non accadra' +..a quelle che succede ora ..
non mi sono mai preoccupata di questi sciocchi eventi .. mi sento superiore . basta una occhiataccia.
allora tutto sommato mi sento indenne . . il peggio è capitato ad altre donne che hanno subito violenza . dev'essere stato un terrore inimmaginabile .. penso abbiano provato la paura di morire .. e non dimenticano + ..

Vito Vignera da Catania ha detto...

Cara Magica, hai pienamente ragione, purtroppo il problema è che tanti giudici non applicano i giusti provvedimenti ,e che condannano questi delinquenti a pene irrisorie ,o agli arresti domiciliari ,e invece dovrebbero castigarli come DIO comanda ,la nostra amica Carla, vittima di incresciosi atteggiamenti ne sà qualcosa ,e deve far buon viso a cattivo giuoco ,o evitando certe persone . Un abbraccio affettuoso a tutte e due e siate sempre forti ,un caro saluto anche al Prof Tummolo,che non si merita quegli insulti da parte di persone che non hanno capito niente della sua correttezza nel commentare gli articoli del blog .

Anonimo ha detto...

"Inoltre non tutte le violenze hanno un contorno di botte ed ossa rotte. Tante sono psicologiche e messe in atto da persone che agli occhi della donna appaiono potenti"

Si predica bene e si razzola molto male.

Anna Bari