martedì 18 dicembre 2012

Massimo Parlanti. Un brutale omicida che fra dieci anni sarà di nuovo libero... e noi saremo ancora qui a discutere su come fare per fermare il femminicidio


Un appuntamento con l'ex moglie, un omicidio, un depistaggio condito di menzogne e, cosa peggiore di tutte, la finzione di fronte ai figli a cui un'ora prima aveva tolto per sempre l'amore della loro mamma. Ecco quanto ha confessato Massimo Parlanti al Pm Claudio Curreli. La donna, madre di una bimba di 10 anni e di un bimbo di 7, è stata uccisa giovedì 13 dicembre alle 15.30. Dal momento dell'omicidio a quello in cui l'assassino si è presentato ai carabinieri con due avvocati al seguito, sono passate più di cento ore... e ci vengono a dire che ha inframmezzato il pianto alla confessione? Troppo facile piangere a posteriori, troppo facile pentirsi quando non si hanno soluzioni migliori. E questo omicida in lacrime, non per come ha ucciso ma per come si è comportato di fronte ai suoi figli, non merita alcuna pietà. La vita di coppia non è facile neppure nelle migliori famiglie, quella di una coppia scoppiata con prole al seguito lo è ancor meno; ci vuole calma e sangue freddo quando si odia una madre ma si amano i suoi figli, perché i litigi possono capitare ad ogni incontro e l'ira può arrivare ad armare le mani di chi è abituato ad alzarle, di chi non ha argomenti validi con cui confrontarsi e non trova soluzioni che non contemplino l'uso della violenza. La ragione non tutti l'hanno incorporata al cervello, una sola briciola non basta a far capire in anticipo il male che si sta per fare e può capitare che a volte si senta dire: "Ha ucciso senza volerlo". Un discorso del genere è accettabile quando si parla di chi è psichicamente instabile, ma rapportarlo a chi ha solo rabbia in corpo e non malattie nella mente, è un pessimo eufemismo, perché per ogni persona assassinata ce n'è almeno un'altra che ne voleva la morte.

Volendo trovare a tutti i costi una giustificazione, si può dire che anche l'omicidio rientra nella logica umana ed è parte integrante delle conoscenze e dei rapporti interpersonali. L'essere umano si confronta continuamente con le diverse concezioni mentali, con le diverse educazioni e le diverse esperienze di vita. E la diversità mal sopportata, specialmente in casa o in ambiente lavorativo, nella persona di indole violenta non crea quell'indifferenza che porta all'isolamento del soggetto estraneo incompatibile col proprio modo di essere, al contrario genera nervosismo, scontro continuo e quella voglia di rivalsa che a volte sfocia in un delitto. Ma chi uccide in queste situazioni e si pente, non cerca di nascondersi dietro un depistaggio, chiama un'ambulanza, anche se crede non ci sia più nulla da fare, e chiede perdono a chi dovrà subire il dolore del suo gesto inconsulto, specialmente se sono i propri figli. Ad un'ora dall'omicidio non va davanti a una scuola fingendo che niente sia accaduto e tutto vada bene. Non dice a chi lo interroga che i graffi sul viso li ha fatti il bimbo giocando e non riporta i nipotini ai nonni materni, che ancora non sanno della tragedia ma sono comunque anime in pena e attendono con impazienza la figlia irrintracciabile, con il sorriso sul volto. Chi uccide e poco dopo riesce a comportarsi in questa maniera con chi di certo soffrirà le pene dell'inferno per la mancanza della figura di riferimento, è capace anche di cercare soluzioni che possano migliorargli un grigio futuro. 

Ed infatti l'ex marito di Beatrice Ballerini, grazie a leggi stupide, leggi da applicare con la calcolatrice che condonano anni ed anni a chi, presentandosi spontaneamente e confessando, fa risparmiare tempo e denaro allo Stato (le indagini costano), ha trovato il modo più semplice per uscire presto di galera. Anche perché furbizia vuole fosse l'unica strada da poter percorrere, visto che la situazione non gli dava più vie di scampo... avesse trovato una scappatoia si sarebbe rintanato sulla sua prima testimonianza, magari puntando anche l'indice sul primo sfigato a disposizione, ed avrebbe continuato a mentire ai figli ed ai genitori della sua vittima. Ma loro avevano capito, loro sapevano chi aveva ucciso Beatrice perché testimoni involontari degli eventi. La coppia infatti non aveva un passato tranquillo, le liti continue si erano amplificate dopo la separazione e destavano una certa preoccupazione. Certo è che dal litigare al credere di andare ad un appuntamento con la morte ce ne corre. Ma questo è un male umano, male che fa pensare siano solo "gli altri" a subire certe situazioni ed a morire per mano di chi non si ama più e porta in sé mille rancori. E' un male che aveva anche Beatrice Ballarini, perché andando sola in quella casa, a quell'appuntamento, ha dimostrato di non temere affatto per la sua vita.

Ed ora tutti i media parleranno del "femminicidio infinito", delle 120 donne già uccise quest'anno dai mariti, dagli ex o dai partners del momento. Certo, ne parleranno ed alzeranno l'audience, ma cosa faranno per evitare o mitigare il fenomeno? Ciò che han fatto fino ad oggi? Si raccomanderanno con le donne a rischio chiedendo loro di fare attenzione e chiamare il telefono rosa o una delle tante organizzazioni presenti sul territorio? Oppure si aggrapperanno alle "4 P"? To prevent, promote, punish, protect (prevenzione, promozione, punizione e protezione). O forse chiederanno di amplificare mediaticamente una campagna nazionale? Ma ditemi, seriamente, queste iniziative avrebbero potuto salvare Beatrice? Non credo proprio, visto che a quanto pare lei non si sentiva in pericolo quando litigava con l'ex marito. Sono tante le donne nella sua situazione e sembra assurdo chiedere loro di fare attenzione. Dopo anni di litigi continui quale attenzione si può fare? E poi: perché chiedere alle donne di essere le uniche a mediare, di essere le uniche a cercare di prevenire il dramma? Perché non iniziare ad istruire gli uomini cercando di farli ragionare, di sensibilizzarli. A loro, parlo degli adulti, sì che servirebbe una campagna di sensibilizzazione. Ma non per inculcare il rispetto del sesso debole, ormai hanno una mente formata e poco a certuni gliene frega delle donne, bensì per impaurirli spiegando a chi non ha cervello, e chi uccide la madre dei propri figli non ne ha di certo, che un gesto inconsulto porta in carcere. Però si deve lavorare in sinergia e le pene devono essere vere pene, non sgravi travestiti da condanna.

Ed inoltre, perché non iniziare dalle scuole medie ad istruire chi un domani si formerà una famiglia, famiglia che dovrà educare i futuri uomini. Perché non mostrare ai figli di quegli esseri affetti dalle manie patriarcali di una sotto-cultura che non cede il passo, cosa diventeranno quando si troveranno a convivere con una donna? Da decenni si parla di uomini che maltrattano e da decenni le uniche soluzioni trovate da chi può decidere portano alla fuga dal male, magari sotto protezione in strutture idonee dotate di personale qualificato e formato a norma. Come se un pastore che si trovasse ad avere un lupo vicino al gregge, invece di eliminare il male ed uccidere la bestia, urlasse alle sue pecore di scappare e nascondersi in un ovile in cui guardiani idonei toglieranno loro la paura. Creando così altro panico ed alimentando i timori su quanto potrà accadere in un imminente futuro, una volta fuori dalla sicurezza che da il guardiano. Siamo certi che quelle sinora adottate siano le soluzioni giuste? Perché non incentiviamo il personale qualificato ad andare per un paio d'ore la settimana nelle varie classi dove si studia di tutto tranne che cosa significa vivere in coppia? Perché non esiste un libro di testo che spieghi cosa significhi essere una coppia, avere una famiglia e dei figli?

Per finire, oggi, 19 dicembre, a Firenze ci sarà un convegno chiamato: "Violenza su donne e bambini, figli di un dio minore". L'incontro si prefigge di analizzare quanto fatto in Italia per limitare le violenze, nonché di chiedere al Governo di fare passi idonei, perlomeno quelli che si ritengono essere idonei, affinché anche il nostro paese si adegui alle normative già in vigore in altri Stati. Ma sin dal primo punto in agenda ci sarà uno scoglio ostico da superare, dato che chiede alle istituzioni di verificare quale sia stata l'efficacia del Piano Nazionale contro la violenza, piano varato nel 2011 e risultato una burla dato che, senza bisogno di scomodare nessuno, tutti sappiamo non esserci stati miglioramenti. I convegni a volte servono, non lo discuto, ma perché invece di far incontrare cento persone in un salone, il Parlamento europeo, che contribuisce a sponsorizzare gli incontri, o anche solo quello italiano, non crea un libro da regalare agli studenti, una materia nuova da portare agli esami? L'istruzione è l'arma migliore che l'essere umano possegga per correggere i propri errori, per quale motivo non viene quasi mai usata?


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15 commenti:

Vito Vignera da Catania ha detto...

Purtroppo caro Massimo ormai è una costante di tutti i giorni,violenze,maltrattamenti,donne violentate dal branco,suicidi,centinaia di delitti commessi da uomini che non accettano separazioni,litigi per l'affidamento dei figli,gelosie e tradimenti,per tante povere vittime la vita familiare era come un inferno,difficile da uscirne senza pagare nulla,anzi, tante volte perdono la vita. Ciao Massimo buona notte.

Sira Fonzi ha detto...

Massimo, bentornato!

Il tuo articolo ha centrato il problema a mio avviso, ogni studente dai primi anni dovrebbe avere una figura professionale che accompagni la sua crescita, che interagisca con lui per capire eventuali problematiche affettive, psicologiche, per cercare di responsabilizzare, di sensibilizzare, di formare.
Che coesista con la geografia, la storia, la matematica, le lingue, ma è purtroppo un utopia.
Mia cognata ha una classe di 24 alunni che divide con un altra insegnante, in una borgata di Roma. Tutti piccoli che possono farsi male, ognuno con le proprie realtà, problematiche, che andrebbero seguiti, attenzionati e che a mala pena si riesce tenere bada.
Lei porta da casa il materiale didattico (penne, gomme, cancellino) perché molte volte è mancante, figuriamoci se è possibile investire denaro per ciò di cui parliamo.

In Calabria non viene nemmeno rispettata la presenza alla scuola dell'obbligo.
Una mia conoscente, che abita in un paesino manda il bimbo in una classe che riunisce alunni di diversi anni poiché non si riesce a formare una classe per ogni età, perché molti genitori non credono opportuna e indispensabile l'istruzione e lo stato lo permette.

Per quanto riguarda le pene irrisorie per omicidi me ne vengono in mente alcuni:

Cozzi condannato a 14 anni senza aggravanti nonostante le numerose coltellate
inferte al Vitiello per una questione economica.

Burtone condannato a 8 anni per l'omicidio dell'infermiera rumena provocato da un pugno.( Non la soccorse nemmeno nonostante rimase immobile a terra.)

Un gruppo di zingari per l'uccisione di De Meo furono condannati a 8 anni.
(Calci e pugni per il furto della sua bici.)


Winston, per l' omicidio dell'Olgiata, condannato a 16 anni, che potrebbero venire ridotti in appello, appena iniziato.

Vallanzasca, 4 ergastoli e 260 anni di carcere, pare abbia un nuovo lavoro nella piu' antica ricevitoria d'Italia a Milano.

segue.....

Sira Fonzi ha detto...

... segue

Quello che incollo di seguito è un estratto del disegno di legge del senato proposto in seguito alle molteplici richieste di cittadini che hanno perduto i propri cari e che rischiano di incontrare per la strada i loro carnefici, a causa delle condanne irrisorie inferte.

"L’articolo 575 del codice penale, attualmente in vigore, infatti punisce chiunque cagiona la morte di un uomo con la reclusione non inferiore ad anni ventuno, mentre la pena dell’ergastolo è prevista solo al ricorrere di determinate circostanze aggravanti previste dagli articoli 576 e 577 del codice penale.
Sembra quasi inutile ribadire che, in base alla normativa attualmente in vigore, un soggetto incensurato, anche attraverso l’utilizzo del rito abbreviato previsto dall’articolo 438 del codice di procedura penale e degli altri istituti che permettono la riduzione della pena edittale, potrà, a fronte della commissione di un omicidio volontario, essere condannato all’irrisoria pena di sei anni e sei mesi di reclusione.
È evidente che di fronte ad una pena così bassa rispetto alla gravità del delitto commesso la sanzione penale perde quella funzione general-preventiva che invece dovrebbe avere e che dovrebbe disincentivare i cittadini dal commettere reati così infamanti e disdicevoli. Viviamo in un’epoca in cui il valore della vita sembra aver perso significato, in cui i cittadini vivono nella paura di poter essere essi stessi vittime di tale reato, in cui la collettività non si sente più protetta e garantita dallo Stato.
Sono sempre più numerosi, infatti, i casi delle famiglie delle vittime di tale reato che denunciano l’inefficacia del sistema sanzionatorio penale a causa delle irrisorie pene comminate ai colpevoli di omicidi."

L'intero disegno è a questo indirizzo:

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Ddlpres&leg=16&id=00667527&part=doc_dc&parse=no&stampa=si&toc=no

Il valore della vita umana non può essere espresso in un pugno di anni, è vero, ci sono omicidi e omicidi, e quindi è giusto che ci siano condanne e condanne, ma ci deve essere un limite minimo che non può essere invalicato.

Il rito abbreviato fa risparmiare soldi allo stato, snellendo la burocrazia e accorciando i tempi, ma chissenefrega delle spese che deve sostenere lo stato, non si può patteggiare quando è stata stroncata una vita umana.
Con altri reati forse è accettabile, ma con l'omicidio no.

I bilanci potrebbero sanarli accontentandosi tutti di uno stipendio inferiore, di rimborsi spese più equi, di pensioni giuste. I nostri parlamentari con doppi e tripli lavori prendono assegni di fine mandato esentasse denominati: “assegno di reinserimento all’attività lavorativa" e poi mancano i fondi e si patteggia con gli assassini per risparmiare soldi... ma qui si apre uno spaccato e si va fuori tema, anche se sarei felicissima se tu scrivessi un articolo al riguardo.

Un abbraccio

Sira

PINO ha detto...

Ciao SIRA
Ho letto con molto interesse, quanto hai scritto.
Hai toccato un tasto che non suona sempre gradito, anche se si continua a recitare continuamente, i soliti, falsi mea culpa.
Colgo l'occasione per farti tantissimi auguri per il santo Natale, assieme alla tua famiglia. Un abbraccio affettuoso, Pino.

PINO ha detto...

Ciao SIRA
Ho letto con molto interesse, quanto hai scritto.
Hai toccato un tasto che non suona sempre gradito, anche se si continua a recitare continuamente, i soliti, falsi mea culpa.
Colgo l'occasione per farti tantissimi auguri per il santo Natale, assieme alla tua famiglia. Un abbraccio affettuoso, Pino.

Sira Fonzi ha detto...

Carissimo Pino,
contraccambio con sincero affetto
e ti auguro di passare delle feste serene con i tuoi cari accanto.

Anch'io leggo sempre con interesse ciò che scrivi ed anche se non intervengo sempre, non mi perdo mai i commenti delle persone che stimo.

Un forte abbraccio Sira

Manlio Tummolo ha detto...

E' di oggi la confessione di un altro tizio che ben 22 anni fa ha ucciso la moglie di 34 anni e gettata in un fiume o canale. L'aveva fatta passare per fuggitiva o scomparsa e, malgrado la famiglia di lei, ci è riuscito per tutto questo tempo.

Riguardo alle pene inflitte in Italia, non saremmo tanto male, se si pensa a Breivik o a quell'omosessuale tedesco che ha divorato il suo amante, e ha riucevuto solo tre anni di carcere. Da noi il guaio è che una pena subisce poi modificazioni di fatto, per cui nessuno la sconta come dovrebbe.

Fa bene Sira Fonzi a sottolineare l'importanza dell'educazione e della formazione morale, di uomini e donne, come unica e vera prevenzione verso i delitti di sangue o di violenza. Saremo veramente progrediti quando questi crimini verranno considerati da tutti pratiche arcaiche di un'età barbarica.

filippo ha detto...

Il buonismo italiota genere tutto questo! la giustizia in Italia non esiste.

Sira Fonzi ha detto...

@Tummolo
Buonasera Tummolo,
ho letto questa notizia ed ho
subito pensato a lei, sorridendo.
In quel di Taranto, succede anche questo:

TARANTO – Di giorno avvocatessa penalista del foro di Taranto, di sera rapinatrice. Con l’accortezza di indossare per il suo “colpo” due cappotti per risultare più grassa e quindi meno riconoscibile. La donna qualche sera fa ha rapinato un supermercato della città. Ha finto di avere una pistola in tasca e ha costretto un dipendente alla cassa a farsi consegnare 700 euro.

I militari sono stati subito allertati e hanno arrestato la donna. Comprensibile la sorpresa quando hanno scoperto l’identità della ladra: un avvocato molto noto in città. La donna, che è stata portata in carcere, si è giustificata dicendo di essere stata vittima di un raptus di follia.

Con simpatia
Sira

Manlio Tummolo ha detto...

Grazie, carissima Sira, della notizia, che avevo del resto già vista. Forse più che per follia, l'avvocatessa voleva provare l'efficienza dei sistemi di sicurezza, un'indagine sua personale, chissà ? oppure, anche gli avvocati sono in strettezze economiche ? Nula da meravigliarsi se pure i magistrati ogni tanto vengono colti sul fatto nel compimento di un qualche reato. Se non ricordo male, è successo a Bari (relazioni con la criminalità locale), e pure Lecce ha qualche conto in sospeso. Seguendo i quotidiani pugliesi si leggono spesso notizie interessanti-
Molti saluti ed Auguri per le Festività Natalizie ed un 2013 che ci porti via Monti e chi lo ha sostenuto, Manlio Tummolo

Sira Fonzi ha detto...

@Tummolo

Un sereno Natale anche a lei e famiglia, caro Tummolo.

Io al 2013 chiederei qualcosa in più, oltre che portare via Monti e company, e cioè di non riesumare Berlusconi e di portare un pò d'aria nuova, più respirabile.

Ho letto ieri un dato Istat che mi ha lasciata di stucco: a Roma ogni 358 persone c'è un senzatetto (sono 7800 in totale) e le mense pubbliche nel 2012 hanno ospitato un numero elevatissimo di pensionati e famiglie ridotte in povertà, tanto da diventare gli italiani il 30% dei nuovi arrivati.

Che altro dire se non che sia un 2013 più generoso per tutti, tranne che per chi ha contribuito a creare la situazione di cui sopra.

Un caro saluto
Sira

Manlio Tummolo ha detto...

Cara Sira, condivido: ma quando scrivo "chi lo ha sostenuto". intendo appunto le varie forze parlamentari che l'hanno fatto, quindi implicitamente anche Berlusconi. Se non l'ho esplicitato, è che non vorrei si continuasse in eterno a vedere i nostri guai solo in lui, quando invece risalgono ad antichissima data. Tutto lì. Vivissimi Saluti, Manlio Tummolo

Anonimo ha detto...

Caro Massimo, purtroppo hai lo stesso nome dell'assassino di mia sorella.

Il raptus...cos'è? siamo sicuri che esista? continuiamo a giustificare gli assassini, continuiamo a credere che, dopo aver massacrato di botte una donna, la strangoli,...è stato impeto? ma l'impeto quando finisce? e la lucidità dell'impeto esiste? mi dispiace ma anche quanto dici che non merita pietà "non per come ha ucciso", ma per come si è comportato di fronte ai suoi figli"... spero tu stia scherzando. Ti sembra una cosa su cui si può transigere un atto di questo tipo? massacri di botte la tua ex-moglie (io ho visto come l'ha ridotta, io l'ho visto!), poi la vuoi strangolare, per finire l'opera. Il comportamento con i bambini (i miei nipoti) è terrificante ma conferma solamente il profilo dell'individuo...terrificante! conferma che questi soggetti sono talmente vuoti da non avere la benchè minima considerazione degli altri, anche se gli altri sono i tuoi figli, l'unica cosa che riescono a fare è vedere tutto funzionale a quello che vogliono ottenere.
Ma non può passare l'idea che la vita di una persona valga un po' meno...perchè? per le attenuanti che la legge consente? ci sono delle attenuanti alla morte? al buio totale di ogni cosa, al vuoto di ogni cosa all'annientamento di una vita. La devastazione che ha creato vale qualche attenuante? così passa l'idea che una soluzione totale abbia tutto sommato un buon prezzo...fra attenuanti e concezione distaccatamente buonista: recuperiamolo il carnefice...CHI RECUPERA LA VITTIMA????????
Vorrei solo farvi immaginare, provare quello che può provare chi conosce le cose. Però per favore, dato che non conosci alcune cose e vuoi fare lo scrittore, non ti avventurare nella descrizione della vita della coppia con liti etc...l'insospettabilità di un gesto è la cosa di cui aver paura.
Gli strumenti per ottenere sconti e attenuanti sono fonte di grande avvilimento soprattutto quando l'evidenza dei fatti definisce un quadro chiarissimo e non si trova nemmano una ragione scusante perchè tutto parla di mostruosità.
non aggiungo altro per il momento, se non solo che sto aprendo un blog anche io, per far conoscere i fatti che delineano i tratti. Spero solo di poter continuare a sperare nella giustizia. Perchè il senso di giustizia è tanto semplice, vorrei dire innato: gli animali ce l'hanno, noi l'abbiamo?

Anonimo ha detto...

Caro Massimo, purtroppo hai lo stesso nome dell'assassino di mia sorella.

Il raptus...cos'è? siamo sicuri che esista? continuiamo a giustificare gli assassini, continuiamo a credere che, dopo aver massacrato di botte una donna, la strangoli,...è stato impeto? ma l'impeto quando finisce? e la lucidità dell'impeto esiste? mi dispiace ma anche quanto dici che non merita pietà "non per come ha ucciso", ma per come si è comportato di fronte ai suoi figli"... spero tu stia scherzando. Ti sembra una cosa su cui si può transigere un atto di questo tipo? massacri di botte la tua ex-moglie (io ho visto come l'ha ridotta, io l'ho visto!), poi la vuoi strangolare, per finire l'opera. Il comportamento con i bambini (i miei nipoti) è terrificante ma conferma solamente il profilo dell'individuo...terrificante! conferma che questi soggetti sono talmente vuoti da non avere la benchè minima considerazione degli altri, anche se gli altri sono i tuoi figli, l'unica cosa che riescono a fare è vedere tutto funzionale a quello che vogliono ottenere.
Ma non può passare l'idea che la vita di una persona valga un po' meno...perchè? per le attenuanti che la legge consente? ci sono delle attenuanti alla morte? al buio totale di ogni cosa, al vuoto di ogni cosa all'annientamento di una vita. La devastazione che ha creato vale qualche attenuante? così passa l'idea che una soluzione totale abbia tutto sommato un buon prezzo...fra attenuanti e concezione distaccatamente buonista: recuperiamolo il carnefice...CHI RECUPERA LA VITTIMA????????
Vorrei solo farvi immaginare, provare quello che può provare chi conosce le cose. Però per favore, dato che non conosci alcune cose e vuoi fare lo scrittore, non ti avventurare nella descrizione della vita della coppia con liti etc...l'insospettabilità di un gesto è la cosa di cui aver paura.
Gli strumenti per ottenere sconti e attenuanti sono fonte di grande avvilimento soprattutto quando l'evidenza dei fatti definisce un quadro chiarissimo e non si trova nemmano una ragione scusante perchè tutto parla di mostruosità.
non aggiungo altro per il momento, se non solo che sto aprendo un blog anche io, per far conoscere i fatti che delineano i tratti. Spero solo di poter continuare a sperare nella giustizia. Perchè il senso di giustizia è tanto semplice, vorrei dire innato: gli animali ce l'hanno, noi l'abbiamo?

Unknown ha detto...

Forse Leonardo non ho scritto l'articolo nel modo migliore, forse non ho rimarcato abbastanza l'efferatezza dell'omicidio, il fatto in sé e per sé e quanto il Parlanti abbia crudelmente infierito sulla sua ex moglie, su tua sorella. In effetti su alcuni passaggi hai ragione, avrei dovuto scrivere: "E questo omicida in lacrime, non solo per come ha ucciso ma anche per come si è comportato di fronte ai suoi figli, non merità alcuna pietà."

Non è stato una dimenticanza voluta e mi spiace se l'articolo ti ha dato questa impressione, perché quanto tu hai sottolineato era da me sottinteso e chi mi legge lo sa bene.

Ma ci sono cose che non trovo giusto che tu mi scriva. Prima di tutto ho scritto anche in base a quanto tu hai dichiarato ai giornalisti, secondo tu non sai come si è snodata la mia vita, con quante donne ho convissuto e quanto io conosca bene o male le problematiche di coppia. Inoltre non sai se nel mio passato ci sono stati traumi causati dalla violenza. Tu, nella tua sofferenza, mi hai giudicato senza conoscermi... e mi spiace.

Io so qual'è il mio passato, so cosa la mia psiche ha dovuto subire. Non sei l'unico al mondo che soffre, non sei l'unico ad avere avuto una sorella aggredita dal suo uomo. Anche mia sorella ha subito un bastardo che aveva in mano un coltello, che l'ha aggredita ugualmente nonostante lei tenesse in braccio la loro figlia di sei mesi.

Non è l'unico fatto cruento capitatomi, ma è vero, in questo caso io sono stato fortunato e non ho visto mia sorella a terra sanguinante e massacrata. Noi, intesi come famiglia, eravamo a poche decine di metri e ci è bastato sfondare la porta chiusa a chiave e presentarci di fronte al suo uomo con un altro coltello per farlo scappare e far cessare il tutto...

Tu scrivi che vuoi farmi immaginare quello che hai provato... senza sapere se io l'ho provato prima di te. Prima di commentare in un qualsiasi altro spazio pubblico, ascoltami, manda una mail al tuo interlocutore. Potresti scoprire che ha avuto i tuoi stessi problemi e che l'articolo lo ha inteso scrivere proprio per fare in modo che l'assassino sconti una pena severa, non la solita pena sgangherata che si affibia in Italia a chi confessa.

In ogni caso io sono dalla tua parte e spero che tu riesca ad aprire il blog, a parlare per far conoscere quanto più fatti possibili. Se mai vorrai informarmi dell'apertura, ti garantisco che cercherò di darti spazio per far conoscere a più lettori possibili il tuo blog.

Per quanto riguarda il senso della giustizia, a volte è incapibile il motivo per cui si possa uccidere una persona e vivere tranquilli dopo nemmeno dieci anni di carcere (vedi Ruggero Juncker sul quale sto completando un articolo che inserirò domani)

Ciao, Leonardo, fatti forza...

Massimo