venerdì 18 gennaio 2013

Melania Rea e gli strani misteri accantonati senza una spiegazione...

Villa dei Misteri (La Flagellazione)
La palla di cristallo non c'entra e le motivazioni sanno di farina macinata dalla mente del giudice Tommolini. In effetti sono, al pari di quelle usate dalla procura per arrestare il Parolisi, strane, inique e surreali; ed anche se possono sembrare scritte a modo per agevolare la Difesa (a cui il Gup in diverse circostanze ha dato ragione) vanno denigrate, rivoltate e criticate perché inidonee ad una condanna all'ergastolo per come la vuole il Codice Penale: al di là di ogni ragionevole dubbio. Comunque si leggano, con occhio innocentista o colpevolista, danno da intendere che la scena omicida ivi disegnata è proprio quella voluta da chi ha sentenziato. Forse una persona a cui piacciono i film di fantasia e i racconti fantastici "oltre ogni critica logica". La sua sicurezza, che il condizionale usato in alcuni passaggi non scalfisce affatto, potrebbe derivare da un vissuto personale, da proprie esperienze e da una vita di coppia insoddisfacente, sicuramente non da quanto appurato dalle indagini e dalle perizie. Con un'operazione di taglio e cucito ha creato una sceneggiatura non originale, una trasposizione cinematografica adattata a parte dei fatti realmente appurati e, con molta probabilità, a quel vissuto che l'ha vista soffrire. Questa è una delle poche spiegazioni che permette di leggere quanto scritto nelle motivazioni senza entrare nel tunnel dell'amarezza giudiziaria. Naturalmente non sono uno psichiatra e ho tirato a indovinare... esattamente come ha tirato a indovinare il giudice parlando del Parolisi. Neppure la Tommolini è psichiatra.

Lasciando perdere la psichiatria e non considerando gli errori presenti nella motivazione, quelli rimarcati dai media, c'è da dire che si nota in maniera abnorme la mancanza di una visita, seppur di pochissimi minuti, sui luoghi interessati agli eventi (indispensabile per comprendere al meglio l'accaduto). Se ad esempio fosse andata al Pianoro, se avesse girato tutte le strade, si sarebbe accorta che fare un pic-nic al monumento ai Caduti è un'impresa ardua e difficile da attuare, anche il 25 aprile quando sono migliaia gli ascolani ad andare al Colle, dato che il monumento in questione è a un passo dalla strada. Altra cosa sarebbe stato parlare del Sacrario Partigiano, sempre a Colle San Marco... ma il Sacrario non rientrava nella psicanalisi del Parolisi (e soprattutto nel percorso fatto dal cane Piergiorgio). A parte questo, è chiaro che la Tommolini non si è recata neppure al chiosco di Ripe a visionare la scena del crimine. Ci fosse stata nell'aprile del 2012, vestita come Melania Rea il giorno del suo omicidio, con le foto dei rilievi (già aveva in mano il procedimento contro il Parolisi), avrebbe potuto capire che non tutte le ricostruzioni che appaiono in teoria valide, alla resa dei conti risultano confortate dalla logica. La sua, ad esempio, che vuole la donna aggredita mentre fa pipì nell'angolo a nord est del chiosco dal marito voglioso, è fantasiosa e priva di riscontri, mentre quella della procura, che vuole l'aggressione partita sempre dallo stesso punto, pipì o non pipì, con una sorta di attacco alla sentinella, è ancora meno credibile. Cosa c'è che non torna nelle due scene ipotizzate? Tante cose non sono come dovrebbero essere, tanti sono i misteri rimasti inevasi, rimasti misteri. Forse la cosa più importante di tutte è che il giudice e i Pm hanno posto la loro attenzione, e ragionato, solo sul punto più facile, sui pantaloni scesi fino alle caviglie, mentre sarebbe stato logico porgere lo sguardo e ragionare anche sulla parte alta del cadavere.

Nel tempo sono stati tanti, per ultimo il giudice stesso che ha parlato di una fuga da San Marco a causa di un seggiolino poco pulito, quelli che ci hanno fatto sapere che Melania era una donna pudica e non sopportava i bagni altrui, al punto da riuscire quasi sempre a trattenere la pipì fino al ritorno a casa. Allo stesso modo, in contemporanea a queste affermazioni, hanno cercato di darci a bere che la donna quel giorno si era comportata in maniera diversa dal solito, che improvvisamente aveva cambiato idea decidendo di fare i suoi bisogni in un bosco, all'aria aperta. Senza considerare che già di per sé questa ipotesi si scontra con le risultanze investigative, con quanto detto dai familiari e dalle amiche, ciò che lascia stupiti è che, oltre a calarsi i pantaloni fino alle caviglie, Melania per fare pipì si sia slacciata anche il giubbotto. Giubbotto che una volta accovacciata si è di certo allargato scendendole ai fianchi, infastidendole i movimenti e lasciando che solo una maglietta di lana fine e leggera fermasse l'aria fresca che si trova a 1200 metri sul livello del mare. A beneficio di chi non lo sapesse, alle tre del pomeriggio del 18 aprile 2011, la temperatura al Chiosco di Ripe non era superiore agli 11 gradi (vedi perizia Vanin). Altra cosa che si scontra in maniera esponenziale con questa ricostruzione, è che a fronte di questo "improvviso caldo" della moglie, il giudice abbia scritto che il freddo di Ripe convinse il marito a mettersi una tuta militare e dei guanti. Ed allora mi chiedo: c'è chi si è chiesto, prima di investigare, sentenziare o arrestare, per quale motivo Melania in quel bosco, oltre a calarsi i pantaloni e gli indumenti intimi, ha aperto la cerniera del giubbotto? Oppure nessuno si è fatto domande e, come col depistaggio 'fortunato' e incastrato fra telefonate impossibili da prevedere, tutti hanno lasciato scivolare il punto pensando non fosse importante?

Aghi di pino all'interno del collant
Davvero non lo è? Ammesso sia vero che Melania fino a pochi minuti prima dell'aggressione fosse tranquilla e si trovasse al caldo di un'auto, quindi con la cerniera probabilmente aperta, dovrebbe essere vero, o comunque logico per chiunque, anche il pensare che una volta scesa, trovandosi in un ambiente molto più fresco, il suo primo istintivo movimento sarebbe stato il ripararsi da una temperatura più bassa. Invece scopriamo che ha fatto esattamente il contrario, che a fronte di diciassette coltellate, infertele fra petto e addome, solo cinque sono quelle che hanno colpito anche il giubbotto, ritrovato indossato ma aperto. E non scopriamo solo questo, scopriamo anche che il collant è stato manipolato da qualcuno, chissà se prima o dopo la morte. Infatti oltre alla smagliatura di 20 centimetri, non notata dai primi periti, al suo interno si son trovati aghi di pino (che hanno lasciato il segno sulla pelle a lato del ginocchio). E c'è altro che inquieta e fa pensar male. Fosse vero che lo staging, il depistaggio completo di incisioni sul corpo, è dei giorni successivi alla morte, non sarebbero spiegabili le ipostasi cadaveriche presenti solo sui glutei e sulla schiena di Melania. Queste ipostasi dimostrano che Melania è stata in posizione supina sin dall'inizio, dimostrano che a poche ore dalla morte, forse solo una o anche meno, qualcuno ha prima inciso una sorta di svastica sul fianco sinistro, altrimenti quasi impossibile da incidere, e poi girato il cadavere per incidere il resto, lasciandolo infine nella posizione in cui è stato ritrovato.

Segno della cerniera sulla coscia
Se fosse rimasta per più di quindici ore nella posizione iniziale, inclinata sul fianco destro come dimostrato dai rivoli di sangue e dall'imbrattamento sul volto, le ipostasi cadaveriche si sarebbero trovate anche sul fianco destro e non solo sulla schiena e sui glutei. Uno spostamento ad oltre quindici ore dalla morte, avrebbe comportato il ritrovare macchie ipostatiche di un colorito più chiaro anche sul fianco appoggiato al terreno. Invece non vi era nulla che potesse far pensare ad una posizione tenuta per tanto tempo, tranne gli aghi di pino attaccati perché intrisi di sangue, mentre sulla schiena e sui glutei la colorazione al momento del ritrovamento, tre ore dopo a dire il vero, era rossa-violacea (e li era attaccato di tutto). Tutto questo viene confermato dalla mancanza di un copioso imbrattamento ematico sull'interno destro del giubbotto, imbrattamento che è concentrato in maggior parte sul dorso. Altra cosa inspiegabile è un segno presente sulla parte superiore alta della coscia destra. Una sorta di dentatura lunga dai tre ai quattro centimetri. Si dice che la cerniera del giubbotto di Melania abbia strisciato la gamba. Ma la cerniera di un giubbotto indossato è in posizione verticale, come lo è la coscia di chi lo indossa, anche se questi cade a terra e si piega su sé stesso, mentre il segno sulla gamba si trova in posizione contraria, esattamente in orrizontale, quasi che a lasciarlo sia stata la cerniera di una persona intenta a manipolare e sistemare il corpo, una persona inginocchiata accanto a Melania (in tal caso l'orrizontalità del segno sarebbe ben spiegabile).

Gocce ben definite suola scarpa sinistra
Imbrattamenti suola scarpa destra
Per continuare con i tanti misteri e le mille stranezze, devo tirare in ballo le suole delle scarpe. In queste si trova del sangue. Ma se nella destra paiono esserci imbrattamenti, si formano quando si calpesta uno schizzo ematico caduto sul terreno, nella sinistra ci sono gocce allineate e ben definite. E quindi difficile pensare che siano dovute a un calpestio e non credo assolutamente che gli analisti del Ris abbiano fornito questa versione alla procura. Come si sono formate? Difficile da dire, ma per arrivare così tonde in quel punto devono essere schizzate quasi in orrizontale sulla scarpa rovesciata. Andando oltre, dalle suole si passa direttamente al luogo in cui il corpo è stato rinvenuto: al chiosco di Ripe.

Angolo da cui sarebbe partita l'aggressione
Melania al momento dell'aggressione, si è detto, stava facendo pipì ed è stata sorpresa alle spalle. Strano che fra tutti i punti nascosti che poteva scegliere, si sia accovacciata in un angolo del chiosco, a nord est, visibile anche dal vialetto che porta all'entrata dell'area pic-nik. E se in quel momento fosse arrivata un'altra auto? Strano che sia riuscita a camminare con i pantaloni abbassati fino alla caviglia. I "Terranova" a vita bassa le avrebbero al massimo permesso di saltellare. Strano anche che per fare i suoi bisogni abbia sceso i collant e le mutandine fin sotto il ginocchio (i collant sono elastici e non scendono con la forza di gravità). Strano che così conciata, dal punto dell'aggressione sia riuscita ad andare alla sua destra, arrivando fino all'albero lontano, per poi tornare indietro e finire, senza lasciare altre tracce, nel punto in cui si è rinvenuta cadavere.
Zona chiosco della pineta. Punto dell'aggressione e del ritrovamento. Clicca sul disegno per ingrandire
Questi alcuni dei punti oscuri che ci fanno capire quanto i misteri aleggino ancora nell'aria. E dire che tutto è molto strano è dire poco. Con queste e tante altre carte mai messe in tavola, sa tanto di assurdo l'aver voluto dare alla giustizia una ricostruzione plausibile che tenesse conto di un solo aggressore. Per combinare gli elementi in un'unica ricostruzione ci vuole tenacia, ci vuole la volontà di farlo senza adagiarsi alla conclusione più facile, quella pregiudizievole che fa accantonare il dato quando non serve a confermare la propria idea. In chi ha indagato c'era tenacia e volontà? Visto che da subito avevano limato il mirino puntandolo sul Parolisi, pare proprio di no. Perché non hanno pensato che l'aggressione sarebbe potuta partire anche dal lato est, dall'albero dove sono le prime tracce biologiche, per continuare nell'angolo a nord est. Chi davvero poteva garantire loro che all'atto delle prime coltellate Melania fosse già coi pantaloni abbassati? Non può essere che stesse scappando e per intimidirla, per ridurla ai famosi "miti consigli", sia stata colpita alla testa quando ancora era vestita? Non può essere che ci fossero più persone, che mentre una la inseguiva un'altra le chiudeva la via di fuga girando in senso contrario attorno al chiosco? In fondo è una tattica nota, la usano anche i poliziotti e i carabinieri quando devono catturare un delinquente. E' così inverosimile che sotto la minaccia delle armi, l'abbiano fatta spogliare in un secondo tempo? E' inverosimile che avendo capito di non avere vie di scampo, Melania, dopo una iniziale accondiscendenza dovuta alla paura, per cercare di salvarsi la vita abbia tentato una reazione e sia finita uccisa?

Ah, già... mi dimenticavo di chi vuol chiudere la bocca al blog, di chi da sempre insiste nel chiedere come abbia fatto Melania a raggiungere Ripe... e finché non si risolve questo "quesito impossibile" non valgono teorie omicide che non contemplino il marito fedifrago. Chi se non lui? Per certe persone i Santi esistono e al mondo ci son più martiri che assassini, non vivono solo in chiesa. Per certe persone la semenogelina la si è trovata pure nei fossili, nei dinosauri pietrificati, altro che le 48/72 ore garantite da Karl Reich. Per certe persone la droga dello stupro, tanto di moda in questi anni anche tra i militari, è un fattore irrilevante che serve solo a far sorridere di gusto le ragazze depresse. E comunque sia, se proprio esiste una sostanza del genere, il discorso non riguarda tutti ma sempre e solo le figlie delle altre famiglie. A causa di queste convinzioni, per emarginare il discorso altrui si deve negare persino l'innegabile, dicendo anche che Melania in quei giorni stava male e non poteva avere rapporti sessuali (nonostante il patologo della procura, non noi o Berlusconi o Monti o Bersani, assicuri che un rapporto c'è stato). Anche queste continue negazioni paiono essere un mistero irrisolvibile. Un mistero che vegeta nella mente di chi crede di aver finalmente risolto nel modo migliore il proprio mistero. Di chi crede che un colpo assestato con forza a una testa e un coltello puntato alla gola, non possano modificare la volontà di una donna... fosse vero!

Gli articoli in prima pagina:
I Diari immaginari di Mussolini (di Manlio Tummolo)
Il Potere dei Media: norme utili per una giusta prevenzione 
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Amori criminali
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Giustizia: Fatti e misfatti

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252 commenti:

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Manlio Tummolo ha detto...

Egregio Massimo,
come al solito le tue osservazioni non fanno una piega e sono di ben difficile confutazione. Segnalano che la situazione è ben più complessa ed implica ben più presenze di un marito disgraziato che si eccita solo perché vede la moglie orinare (fatto, a mio parere, asai poco attraente, ma tutti i gusti sono gusti, dice la saggezza popolare). Il guaio è che certuni scambiano il celebre "rasoio di Occam" (mistificato, perché il grande filosofo non si occupava di omicidi) per il metodo col quale, preso il primo fesso, lo si torchia a dovere, e che sia lui, o non sia lui, gli si fa dire quello che occorre per risolvere brillantemente il caso. Se il fesso non cede, che importa? Lo si incarcera ugualmente e si inventa una storia qualunque ad uso di giustificazione. Non resta che augurarci, in generale, che i "riti abbreviati" vengano eliminati: casi di omicidio o di gravi violenze non possono essere esaminati da una sola persona, per quanto abile e preparata (nemmeno un esame di quinta elementare lo è !); e che in secondo grado, nel caso specifico, le tue osservazioni e quelle di tanti che hanno partecipato a questa discussione con passione ed entusiasmo, non privi di spirito critico e scientifico, siano riprese. Non pretendiamo neppure che citino i lavori qui svolti rivendicando il diritto d'autore, basta che riprendano gli stessi temi e metodi.

PINO ha detto...

CARO MASSIMO
Tu hai segnalato tanti "misteri" abbandonati, su cui non è stato fatto quasi nulla per chiarirli. Ma ce ne sono ancora tanti altri, e tu non potevi elencarli tutti, ovviamente; sarebbe stato troppo lungo.
Non ci si è soffermanti, per esempio, a considerare nella misura che richiedeva, l'inespressività del volto della vittima, indicato acutamente da Annika come un fatto anomalo, per gli effetti di una morte a dir poco traumatica.
Le indicazioni causali di tale anomalia date dalla Settergren, senbrano piuttosto fondate; altra spiegazione sembra difficile.
I muscoli mimici che ricoprono lo splancnocranio, ovvero le ossa facciali, si contraggono non solo per rivelare, quasi sempre involontariamente, stati emotivi, ma anche condizioni somatiche.
Per cui il decesso di un individuo, per cause essenzialmente traumatiche, non cancellerebbe completamente i segnali delle ultime contrazioni.
Il volto di MR, stando alle foto riportate nel rapporto del dr. Bruno, e a quanto evidenziato da Annika, denotavato espressione di serenità, non certo consone ad una morte violenta.
Non è un mistero abbandonato con troppo anticipo anche questo?
Ciao, Pino

Anonimo ha detto...

1) accovacciandosi per far pipì con i pantaloni calati fin sotto il ginocchio, te li bagni.
Per non bagnarseli urinando vanno calati, di poco, sopra le ginocchia.

2) calarsi i pantaloni alle caviglie mettendo a rovescio l'interno in modo che la cintura sfiori le scarpe, significa lasciar cadere tutto ciò che è contenuto nelle tasche: monete, banconote, accendino, cellulare, chiavi di casa, e chissà cosa ancora dato che quel giorno Melania NON aveva la borsa.

3) mi sembra stranamente poco igienica la scelta di urinare sul pavimento in legno di un chiosco, con tanti alberi e anfratti a disposizione per farlo, tra l'altro.
Il terreno assorbe la pipì, un pavimento anche se in legno oppone una considerevole resistenza all'assorbimento immediato: se anche Melania avesse scelto le assi del chiosco per urinare, il getto di pipì sarebbe rimbalzato sulle assi schizzando sugli abiti e sulle scarpe: c'erano forse schizzi di urina su scarpe e pantaloni? NO.
Assolutamente NO.

Un sacco di studi per calcolare la portata dei getti di sangue da ferita, e il pattern e le gocce e la rava e la fava, e nessuno che applichi uno straccio di ragionamento basico del getto di urina su una superficie dura.

Tabula

Anonimo ha detto...

Permettetemi di fare anche a me i complimenti all'articolo di Massimo Prati; articolo di cui condivido ogni virgola. Così come molto interessante è, altresì, l'articolo di Annika(che ho avuto il piacere di leggere) riguardante il fattore semenogelina. NESSUNO e dico NESSUNO sino ad ora è riuscito, dal punto di vista scientifico, a negare quanto da lei asserito.
Bene hanno fatto Biscotti e Gentile ad equiparare il caso Parolisi al caso Rea: solo dei lettori acuti e attenti possono non farsi infinocchiare dalle martellanti informazioni a senso unico promananti dai media.
VI segnalo, nel caso siate interessati, anche il dibattito che offre il settimanale oggi sul caso Parolisi . Rinnovo la mia stima a molti di voi. Ogni tanto mi capita di leggervi e con molto interesse.

http://www.oggi.it/posta/lettere/2012/11/27/omicidio-rea-quattro-tracce-non-fanno-un-assassino-risponde-giangavino-sulas/

Alessandro(Alex)

Simona ha detto...

Chi di voi ha visto la puntata di Quarto grado in cui c'erano ospiti Michele Rea e Mauro Gionni?

Anonimo ha detto...

Massimo, è un bell'articolo.
Lo nomini di sfuggita, ma sarebbe stato interessante leggere l'email integrale di Karl Reich.
Più che interessante: basilare.
Altrimenti rimane una voce portata dal vento: chissà forse era un guaito, forse una richiesta d'aiuto.
Dopodichè, e solo dopo, se la sarebbero smazzata tra loro per cercare di dimostrare tutto ciò che gli pare.

Simona ha detto...

http://www.video.mediaset.it/video/studioaperto/edizione_servizio/368110/mia-figlia-melania-amava-salvatore-ci-ha-nascsto-i-suoi-tradimenti.html

Anonimo ha detto...

Simona io l'ho visto ed ho anche segnalato al blog la trasmissione andata in onda con l'anticipo di un giorno.
Ospiti in sala Michele Rea e l'avv. Gionni. E' stato chiesto ad entrambi il loro parere sulle motivazioni della condanna e a turno hanno ribadito che sono in linea per tutto quanto dichiarato dalla Tommolinini ad eslusione della collocazione della coppia a San Marco in quanto la loro presenza non ha trovato riscontro nelle testimonianze raccolte dall'accusa. Per loro i Parolisi il 18 non sono stati al Colle. Inoltre hanno dichiarato di continuare a sposare la tesi fatta dalla procura dell'imbuto.
Meluzzi è intervenuto dichiarando che le numerose testimonianze rese sulla non presenza della coppia al Pianoro non hanno nessuna validità giuridica.
Inoltre hanno mandato in onda un'intervista fatta alla madre di Melania che non ha riconosciuto, nella descizione della Tommolini la figlia in quanto ragazza dolce e innamorata e non dominante nei confronti del marito.
Tutto qui
Marilia

Anonimo ha detto...

mica è un'idea della Tommolini che Melania prevaricasse il consorte!

lei ci ha ricamato, ma è dallo zio Gennaro che è partita.

neanche io ci credo, ma se la vedano con lo zio.

Simona ha detto...

Infatti Marilia,a me non è piaciuta per niente la puntata...

perchè alla famiglia Rea dà fastidio che Melania è stata definita dominante?succube non era quindi...

Mimosa ha detto...

Io ho trovato veramente risibile che Melania, uscita per far prendere alla bimba della buona aria e sole in una giornata finalmente tiepida, solo a causa di un seggiolino d’altalena sporco, abbia poi optato per un ombroso bosco di pini altissimi ad un altitudine maggiore … ma quale mamma?

Anonimo ha detto...

Vi posto un interessante articolo di Massimo Picozzi

http://www.laprovinciadicomo.it/stories/Caccia%20Grossa/342602_la_giustizia_ribaltata__un_gioco_scorretto/

ENRICO ha detto...

@ Mimosa

…ed in più denudarsi per fare pipì in bella vista in mezzo adi un plotone di militari !
La Gup se ne poteva inventare un’altra.
Comunque resta il fatto che la testimonianza di Ranelli e la pista indicata dal cane sono accertati e ritenuti validi.

Ps @ Massimo Prati
Evito di farti i complimenti per il bellissimo’articolo se no va a finire che si appalesa il solito “ anonimo “pronto ad accusarci di essere un branco di pecore belanti dietro al pastore :-D

Anonimo ha detto...

Vi posto un interessante articolo di Massimo Picozzi

http://www.laprovinciadicomo.it/stories/Caccia%20Grossa/342602_la_giustizia_ribaltata__un_gioco_scorretto/

Mimosa ha detto...

Bene, si vede che Picozzi, mettendo per iscritto il suo pensiero, ha voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa, visti i pochi secondi che gli vengono riservati a QG, dove ieri sera ha concluso con questa grande frase, riguardo alle ipotetiche ricostruzioni fatte dalle varie Procure e infine dalla Tommolini :
«se ci sono più versioni e più motivazioni vuol dire che c’è ampio spazio per il ragionevole dubbio».

Mimosa ha detto...

Massimo, tra le varie tue riflessioni interessanti in questo articolo ce ne sono un paio che vorrei mettere in evidenza: la prima riguarda la sorta di dentatura presente sulla parte superiore alta della coscia destra.
Hanno parlato prima di una strisciata di polsino di qualcuno, volendo che fosse di Parolisi, ma non c’era corrispondenza con nessun capo del suo abbigliamento, e poi della cerniera del giubbotto stesso indossato da Melania.
In verità sarebbe stata alquanto arzigogolata una posizione di Melania, in fin di vita, che facesse lasciare un tale segno.

Però, pensa: se il giubbotto è slacciato e il corpo accovacciato su se stesso, in ginocchio (come in effetti Melania è stata secondo me per diverso tempo, visti gli imbrattamentie e i segni da pressione sulle ginocchia), la parte inferiore della zip si piega verso l’indietro, non resta verticale.

Questo significherebbe che – come varie volte ho detto – è stata colpita in più fasi, anche ad un certo punto trovandosi in ginocchio.

Come il corpo non sia crollato sotto le 6 coltellate da punta e taglio a livello del dorso, e poi a quelle a livello del torace (che aggiunte a quelle nell’addome, evidentemente sferrate quando il corpo si è fatto supino, fanno 13), può solo essere spiegato con l’assunzione di una dose da cavallo di un ipnotico o un inibitore delle reazioni psico-fisiche.

E solo se è stata pugnalata da accovacciata (ma hanno esaminato attentissimamente l’inclinazione dei tagli? mi sa di no!) si può spiegare il mancato imbrattamento interno del giubbotto, peraltro aperto.

Avrai notato che non ho nominato i tagli al collo, perché su di essi ho già la mia teoria e l’ho esposta.

Mimosa

Mimosa ha detto...

Aggiungo ancora questo, per stasera:

Sì, potrebbe anche essere come dici «che a lasciarlo sia stata la cerniera di una persona intenta a manipolare e sistemare il corpo, una persona inginocchiata accanto a Melania (in tal caso l'orrizontalità del segno sarebbe ben spiegabile)».
Allora costui o sarebbe l’intagliatore e in tal caso è intervenuto mentre il sangue era ancora fresco (è vero “fuoriusciva” anche quando alle ore 19.30 circa del 20 aprile la Canestrari ha fatto girare il cadavere per osservare il dorso) o sarebbe l’omicida che avrebbe “grondato” sangue di Melania, essendosi tutto inzaccherato nello sferramento dei colpi, cosa che moltissimi hanno rilevato come oltremodo realistico.
Allora dimmi: “dove” sono state trovate le gocciolature (hai presente i goccioloni al suolo di una semplice emorragia nasale, epistassi?) sia di una Melania in fuga accoltellata così tante volte alla schiena sia di un accoltellatore che completa l’opera con l’accoltellamento anteriore e si sposta per andare via?
Niente di tutto ciò è stato trovato, solo schizzetti da brandeggio di un arma …

Non ti pare che c'è sempre qualcosa che non va? Comunque la si guardi, la fine di Melania è ancora avvolta dal Mistero.
Grazie per il tuo impegno, caro Massimo, contiamo su di te e la tua lucidità di analisi.

Mimosa

Antonello ha detto...

Qualcuno che legge gli atti esiste ancora
Pag 638 del post tematico sul Forum MdF.
"...
io do per scontato che, chiunque commenti su questo forum, lo faccia dopo aver letto tutti gli atti disponibili. Per questo mi permetto, talvolta, di dare il riferimento (talvolta anche la pagina), per non essere costretta a riportare intere ordinanze. 
Al tema specifico i difensori hanno dedicato un intero capitolo ma, visto che me lo chiedi, te ne incollo una parte, tratta dalle pp. 138-139: 
"1. ad un certo punto delle riprese delle videocamere compare Parolisi ore 17.58.15 che parla al telefono (foto n. 100 vedi All. 42) 
2. ma dai tabulati delle utenze in uso al Parolisi non risultano chiamate né in entrata e né in uscita
3. verificano l'orario del sistema di sorveglianza e “constatano” che l'orario indicato dal monitor è indietro di 5 minuti e 5 secondi 
4. pertanto tutti gli orari indicati nei verbali devono essere spostati in avanti di 5 minuti e 5 secondi 
Inutile nella ricostruzione accusatoria 5 minuti e 5 secondi sono preziosissimi. Ma andiamo con ordine. Innanzitutto scopriamo che praticamente nell'immediatezza dei fatti il 19 aprile alle 18.30 nell'acquisizione dei file delle immagini del sistema di video sorveglianza del chiosco di Ranelli sempre Panichi e D'Ortona verificano che l'orario ivi indicato coincide con gli orologi da polso del tecnico Giovannelli (che ha montato recentemente l'impianto sul chiosco), del M.llo Panichi nonché dal telefono cellulare del Panichi stesso (All. 43). IL 19 APRILE BEN TRE STRUMENTI DIVERSI (DUE APPARTENTI AI PG VERBALIZZANTI) VERIFICATI COINCIDONO CON L'ORARIO DELLA VIDEOSORVEGLIANZA DEL CHIOSCO. Alla lettura di questo verbale la nostra curiosità diventa allarmante inquietudine.... noi chiediamo a Salvatore come mai conversava chiaramente al telefono ma dai tabulati nulla emergeva. Nel ricordargli il contesto di tutto ciò gli sovviene chiaro il ricordo che in quegli istanti era con Paciolla il quale tentava di avvisare suo suocero (di Salvatore) per dirgli che Melania non si trovava e appena riuscì a contattarlo gli passo il telefono. 
Quindi Paciolla con il suo telefono contatta il suocero di Salvatore e poi glielo passa. Il primo riscontro lo troviamo proprio nel verbale di Paciolla del 26 aprile (pag. 2) ma non precisa l'ora (All. 44). 
Il secondo riscontro lo si vede nel filmato stesso da dove è stata tratta l'immagine che ha “fatto spostare” gli orari. Andando indietro di qualche secondo, infatti, si intravede nettamente (attraverso la fessura tra le due ante del chiosco) che Paciolla passa il telefonino a Salvatore (file 4 orario chiosco 17.58.05-06-15...È chiaro che potrebbe non bastare: bisogna verificare se uno dei tre telefoni in uso a Paciolla abbia chiamato Gennaro Rea (suocero di Salvatore) e soprattutto a che ora se intorno alle 17.58 oppure intorno alle 18.03. EBBENE DAI TABULATI DI PACIOLLA RISULTA UNA CHIAMATA DAL 3291313617 (Paciolla) AL 3383213008 (Gennaro Rea) ALLE 17.58.54 (All. 45)". 
L'altra prova spero basti il riferimento, è a p.141 (riguarda la macchina fotografica di una ragazza). 

Ecco perché la Tommolini riconosce che l'orologio è corretto e recupera anche la testimonianza di Ranelli (p.4 motivazioni): " l'orario riportato nei filmati del chiosco gestito da RANELLI ALFREDO in Colle S. Marco (attestato dalla P.G. come conforme al vero per ben due volte e nelle immediatezze dei fatti) è quello effettivo, mentre non può essere riferita al 18 Aprile 2011 la "correzione" di 5 minuti e 5 secondi riscontrata dalla stessa P.G. e riportata nella (terza) annotazione del 23.06.2011. Infatti (come correttamente eccepito dai difensori..."
La mia domanda e': ma perche' chi ha teoricamente il compito di scoprire la verita' si e' ostinato a spostare igli orari se spostarli significava modificare la verita' da ricercare????

Anonimo ha detto...

QUESTO E' UN'ALTRO MISTERO ACCANTONATO!!!

Anonimo ha detto...

segue:

MISTERO CHE CON QUELLI SEGNALATI DA PINO, TABULA e MIMOSA, DIVENTANO 4, FIN'ORA...!

Anonimo ha detto...

Antonello, è incredibile e c'è veramente da aver paura, talvolta. Quando un medico sbaglia viene punito e anche severamente anche se ha agito senza alcun dolo, ma solo per imprudenza, negligenza o imperizia. Non so cosa abbia indotto gli inquirenti a spostare l'orario della telecamera, ma so di certo che spostandolo hanno sbagliato(tra l'altro dei 5 giudici di merito intervenuti nella procedura de libertate - 2 GIP e 3 giudici del Tribunale del Riesame - sino ad ora se ne è accorta solo il GUP...) Non ho parole. Non ho parole. Non ho parole.

Anonimo ha detto...

Gentile Massimo,
grazie non solo per ciò che hai scritto,ma anche per come gestisci il blog.
I dubbi e i misteri qui evidenziati e portati avanti con migliaia e migliaia di post, cominciano ad avere una più giusta attenzione non solo su Internet.
Fin dai primi momenti dopo la sparizione di Melania, il fatto era già controllato e monitorato a piacer LORO.
Questa storia è tutta un mistero:
no DNA, no controllo " amici dirimpettai", alcune prove distrutte o manipolate, e le altre non considerate, vedi semenogelina, no ricerca di sapere chi era veramente Melania.
Parolisi è stato usato e con lui anche i cosiddetti amici: manovalanza dei poteri forti.
Sono proprio questi misteri che parlano di coperture inquietanti.
La GUP con le sue interpretazioni ha accontentato capra e cavolo ed ha lanciato un'ancora di salvezza ai legali di P., se sapranno usarla.
Vanna

Antonello ha detto...


Il dato poi e' fondamentale per la giustizia su un delitto grave e per la liberta' "a vita" o meno di un uomo, ancor prima che marito e padre, pero' chi inizia ed interpreta le indagini continua a spostare, almeno sino all'arresto cautelativo di P., gli orari di quella benedetta videosorveglianza, devo dire anche non molto raffinatamente, cambiando di fatto la tempistica inerente alla testimonianza del Ranelli e costringendo lui a porsi dei dubbi su una sua posizione mnemonica che era invece ferma ma sopratutto reale e coerente.
Non so se con dolo o con il beneficio dell'errore (francamente parlare di errore sarebbe sintomo persin peggiore) ma di fatto questo e' accaduto convincendo chi gia' aveva poca propensione a credere ad un P., effettivamente anche propinatore di favole, che anche nel racconto degli attimi della sparizione vi fossero dei tempi diversi da quelli dichiarati dai testimoni, cio' accade con Ranelli, ma non solo, chi ha letto la memoria difensiva sa ed in questo senso ritengo anche che nel riservato silente loro lavoro il Duo abbia dato invece un sostanziale apporto alla verita', sebbene non siano cosi' dotati dal punto di vista mediatico come altri ed altre cistercensi truccate ad abbundantiam.
Il tutto e' comunque fondamentale, la Tommolini ha capito che vi erano delle falle enormi che sarebbero riaffiorate in Grado d'Appello ed ha ritenuto di riaccreditare gli orari che "non potevano essere falsati" ma che si erano falsati di fatto con un'interpretazione errata nella fase d'indagine e di arresto.
Questo pero' comportava l'automatica presenza reale, come da testimonianza del Ranelli, quindi 14,45/50 della coppia al pianoro e vien da se, ma qualche scrittore di fantascienza potrebbe obiettare, che e' matematicamente impossibile per P. essere stato con certezza quel giorno alle 14,50 al pianoro con la moglie e poi essersi recato a Ripe di Civitella, a 18 chilometri, per aggredirla in invisibilita' e con figlia in auto per tornare in tempo alle 15,30 nuovamente sul pianoro con auto e figlia, illuminatamente ora visibili, per crearsi un'alibi di cui, stando alla matematica, non aveva bisogno.
Quindi:
Se l'ha aggredita lui non puo' averlo fatto che in territorio ascolano limitrofo al pianoro e non senza indispensabile/i complice/i e la competenza giudiziaria in quell'ipotesi era del tutto ascolana.
In tutte altre ipotesi non coerenti con una tempistica umana razionale non puo' essere stato materialmente lui ad aggredire fisicamente la moglie e giudiziariamente hanno voglia di reinventarsi ciclicamente nuove versioni, senza complici ed a Ripe P. non puo' essere stato responsabile in quella tempistica.
Come invece faccia la Tommolini a ritenere la coppia al pianoro alle 14,50, come anche io penso fosse, ed al contempo ritenere P. unico colpevole senza complici a Ripe riuscendo a tornare al pianoro alle 15,30 come altre testimonianze copiose accertano e' un mistero che deve spiegare ancora il Giudice perche', con il rispetto dovuto, non e' assolutamente un passo chiaro e ne una ricostruzione condivisibile.
Ed anzi continuo a segnalare che non tutti coloro che hanno detto di non essere stati quel giorno a Colle San Marco si sono dimostrati coerenti con le celle invece agganciate in entrata nella rete con il cellulare in loro uso ed in attimi fondamenrali della sparizione della donna, invito a riguardarsi chi era o non era presente al pianoro quel giorno, dato che si e' finalmente appurato dopo un anno e mezzo che la coppia in realta' vi fosse alle 14,50.
SE LA COPPIA QUINDI ERA AL PIANORO ALLE 14,50 CHI VI ERA ANCHE IN QUEI MOMENTI IN ZONA??? E PERCHE' NON LO HA DICHIARATO IN TELEVISIONE NELLE VARIE INTERVISTE QUANDO IL DATO E' PALESE DALL'ANALISI DEI TABULATI??? CHI AVEVA IN USO QUEL CELLULARE??? SI CAPISCE DI CHI STO PARLANDO???

Anonimo ha detto...

No, antonello, almeno io non ho capito l'ultimo pezzo del tuo ultimo messaggio. Chi era a CSM intorno alle 14:50 e non lo ha dichiarato nemmeno nelle interviste televisive?

Anonimo ha detto...

@ anonimo selle ore 12:58

Se vuoi sapere chi è, leggiti tutti i post, poiché qui si è tentato di ricostruire gli spostamenti proprio partendo dai tabulati telefonici.
Dai, fai questo piccolo sforzo, forse invece di chiedere potrai spiegare o dire la tua.
Vanna

Anonimo ha detto...

Vanna, mi chiedi troppo. Non importa

Antonello ha detto...

Beh è chiaro che se le versioni varie giudiziarie vengono aggiornate di volta in volta dovrebbero essere riaggiornate tutte le analisi dei particolari che alla luce di appunto nuove prospettive riacquistano importanza diversa...
Questo non accade mai nella intierezza rivelando che forse diventa o è superfluo ricercare altre vie diverse da quella in giudizio.
Direi che in onestà le indagini sarebbero a mio parere da riaprire alla luce delle innumerevoli perplessità che sono troppo marcate su particolari cruciali, forse ininfluenti ma da accertare.
E' da chiarire anche la funzione e l'alibi di persone che erano molto vicine a Colle San Marco e che risultano avere avuto, in quel momento ed in quegli orari, alibi troppo offuscati e poco chiari.
Inoltre rimane vivo il mistero del fuoristrada presente più volte in luoghi ed orari coincidenti con gli step accertati di quanto avvenuto.

Anonimo ha detto...

chi aveva davvero in uso il cellulare della mamma, e perchè ha agganciato la cella di Colle San Marco?
Hai ragione Antonello.
Se Melania finalmente è andata al Colle, il particolare di quel telefono che la chiama proprio all'ora esatta della sua sparizione non è più ininfluente e va chiarito.

Anonimo ha detto...

Oddio Antonello, ma sulla base di che cosa avresti ritenuto opportuno che si fosse indagato(o che si indaghi tutt'ora) su quel tizio di cui non vuoi fare nomi? Quali sarebbero gli elementi che ti fanno propendere nel ritenere un suo coinvolgimento nella reato?

Anonimo ha detto...

E non vogliamo finalmente sapere come è finito sulle mutante di M. quel DNA ?

Anonimo ha detto...

Scusate l'errore (mutande)

Anonimo ha detto...

ecco, questo ultimo aspetto del DNA di un estraneo rinvenuto sulle mutandine di Melania Rea è un aspetto che è passato troppo inosservato. Va bene che è compatibile anche con il DNA del bimbo(figlio di quel tizio amico di Melania e Salvatore) ma io mi chiedo, in che modo un bimbo avrebbe potuto lasciare il DNA sulle mutandine di Melania? Non può essere effettivamente il DNA del padre e non del bimbo(essendo il DNA rinvenuto compatibile sia con quello del papà sia con quello del bimbo)?
Si è potuto stabilire che tipo di DNA fosse cioè se derivasse dalla saliva, sudore, sangue ecc...? Qualcuno è informato su questo punto che io reputo importante?
Mario

Anonimo ha detto...

@Mario
quel dna non era sperma, se può consolarti.
Ma che sostanza fosse non si sa.
Ininfluente per le indagini.
sospiro.

Antonello ha detto...

@Anonimo 17,55
Non faccio piu' nomi perche' ritengo che tutta la storia sia da spersonalizzare, i nomi sono ininfluenti atteso che chi ha potuto leggere tutti gli atti puo' capire al volo, si, perche' non serve interpretare gli atti, basta veramente leggere i dati corretti.
Nella fattispecie piu' oggettivi che tabulati telefonici inseriti a richieste di custodia ed atti ufficiali e pubblici di indagini non riesco ad immaginare esista nulla, od almeno vorrei sperare.
In particolare vengono fatti fare i salti mortali ad una cella che semplicemente copre e serve due punti lontani 18 chilometri ma non sembra essere degno di attenzione il fatto che una cella agganciata nei momenti cruciali serva perfettamente una posizione compatibile con il pianoro di Colle San Marco, tanto che la suddetta cella viene chiamata nei tabulati "Colle San Marco" dal gestore di cui trattasi.
Allora chiariamo, io non dico che il sospetto aleggiato da moltissimi, IlBravo compreso, sia un fatto oggettivo, nemmeno a parlarne, non voglio ripercorrere gli errori di altri, io sto dicendo che se "compatibilita'" (di aghi di pino, di celle, di posizioni servite ed altro) e' il termine su cui sembrano basarsi moltissime rilevanze non capisco perche' con altrettanta "compatibilita'" non si riesce a guardare ANCHE in direzioni diverse e sino ad ora, a nostro sapere, mai verificate.
Del resto e' agli atti che diversi dna rinvenuti insieme a raggrumi piliferi sono stati considerati non identificabili sin dalle prime decisioni prese e che non si e' ritenuto di insistere piu' di tanto ad identificarli ritenendoli forse non importanti per la verita' che era stata gia' scritta, sembra, da tuttaltri particolari.
Parliamo quindi di atti e di cosa vi e' stato scritto, delle perplessita' che ne emergono alla semplice lettura poiche', come gli stessi atti dimostrano, ognuno aldila' del vestito ha proprie idee personali che non e' obbligato a sviscerare ma, tante volte, a sostenere si.
Ed agli atti, nelle sezioni tabulati, sembra esserci un'anomalia che piu' volte abbiamo segnalato nelle diverse discussioni e che per ora rimane un particolare mai trattato nemmeno nelle trasmissioni come tanti altri.
Vi saranno sicuramente le spiegazioni logiche piu' complete che sfuggono e che io sarei invece curioso di conoscere.

Anonimo ha detto...

Caro Massimo, da cittadina italiana e soprattutto da giurista non posso pensare che la Tommolini creda veramente al contenuto della motivazione che ha redatto.
Il pezzo più divertente riguarda i sentieri che portano a Ripe e che Parolisi conosce, ma che lei si guarda bene dall'indicare e dal calcolarne il tempo di percorrenza.
Per non parlare poi dello zaino che conteneva gli abiti militari, del coltello, dell'albero della cuccagna, dei guanti ecc.... elementi suffragati dal nulla.
La motivazione non è nè logica, nè coerente con gli atti del processo; la scena del delitto parla di altro ed un magistrato mai avrebbe dovuto pronunciare una simile sentenza.
E' una sentenza emessa nell'aula dedicata a Falcone e Borsellino; una sentenza che però non fa loro onore. Loro sarebbero andati sino in fondo, alla ricerca della verità; di quella verità di cui forse un giudice da solo ne ha sentito il peso, ma che in qualche modo non si è voluta comunque esimere del tutto dal cercarla.
I giudici sono soggetti soltanto alla legge, loro non hanno padroni( in teoria) ed il fatto che in Appello ve ne siano diversi è sicuramente una garanzia per Salvatore.

Stella

Antonello ha detto...

Caro Massimo,faro' io la parte del cattivo, saro' un attimino piu' cinico ma ritengo che qua le cose si tendano a semplificare troppo, la D.ssa Tommolini ha fatto udienze, ha nominato tutti i periti che ha ritenuto opportuno, ha, si presume, letto tutti i dati della causa a lei assegnata, pur avendone la possibilita' non risulta abbia chiesto protezione benche' gli siano accaduti eventi strani questo si, ha potuto ragionare su tempistiche, dinamiche e ricostruzioni, ha deciso, firmato e sentenziato una condanna ad ergastolo in abbreviato.
Quindi che lei creda o non creda a cio' che ha stravalutato e pronunciato e' ininfluente alle sue responsabilita' materiali e morali, oltreche' professionali, ed ai fatti del suo ufficio.
A me risulta quindi che la D.ssa Tommolini creda a pieno alla sentenza che ha emesso ed alle motivazioni che ne ha dato, scritti che si dovranno pure accettare in forza dei ruoli e delle istituzioni ma che nessuno, in un paese civile e degno, puo' obbligare ne a scrivere, ne a firmare, ne a pronunciare e ne a condividere.
Non vedo nulla da ridere e non vedo un sentenziato all'ergastolo che ride benche' in un testo che lo condanna gli sia stata raccontata una barzelletta e benche' gli si voglia levare pure la liberta' di salutare chi ritiene piu' opportuno, ritengo che tutte queste inutilita' siano l'ennesima conseguenza di una strana sensibilita' e convinzione che in qualche modo sia responsabilita' diretta di P. cio' che e' accaduto ad M.
Mentre qua si ci sta chiedendo come avrebbe fatto, quando, e quali prove possano sostenere una tale convinzione che puo' solo essere personale ma se non provata non e' degna di un tribunale.
Allora saro' piu' contraddittorio della sentenza e delle motivazioni se cosi' alla fine piace, che si cambi quindi la legge e che si cambi il "libero convincimento" in "immotivata e fantasiosa sensibilita'", se di lana caprina a qualcuna piace trattare dispensando poteri su malcapitati e malcapitate piuttosto che concettualmente aderire invece alle facolta' ed agli obblighi che il "maturo" e "spersonalizzato" ruolo che gli e' stato affidato prevede.

Unknown ha detto...

Antonello, hai scritto quanto ho scritto io ad inizio articolo. La farina della sentenza viene dalla testa della Tommolini e lei è convinta di quanto ha scritto. L'unica differenza fra il mio pensiero e il tuo, è che a parer mio non vi è stata una vera lettura degli atti da parte sua... nemmeno delle perizie dei suoi periti. Per come la vedo ha preferito ascoltare il contraddittorio in aulta, contraddittorio in cui ha avuto la meglio il più "forte", il più convincente, il più quotato fra i periti, il dottor Introna.

In poche parole, come spesso accade, il rito abbreviato presieduto da un Gup (non da un giudice di grande esperienza, quindi) ha fregato la Difesa. Con un processo "normale" impostato sull'ascolto delle testimonianze e sulla escussione dei periti uno alla volta, non si sarebbe potuto condannare a causa di un "libero convincimento".

Sempre a mio modo di vedere... ciao, Massimo

Anonimo ha detto...

Le perplessità sulla stesura Tommolini sono tante, tutte hanno una loro giustificazione e tutte permettono di trovare almeno uno straccio di risposta, uno straccio appunto, logoro e mal tirato.
D'altra parte in tutta la vicenda Rea-Parolisi c'è una realtà camaleontica che ha più chiavi di lettura: ogni movimento, ogni fatto, ogni testimonianza, ogni traccia, ogni persona,ogni perizia, ogni dato non analizzato,hanno comunicato delle ambiguità e dei perché.
E la Gup, concordo con Stella, non può realmente credere al contenuto della motivazione che ha redatto.
Eppure così ha scritto nel condannare all'ergastolo Parolisi, e per fare ciò ha creduto nella colpevolezza del P., come dice Antonello.
A questo punto quale è il ruolo di un giudice? Sentenziare ergastoli con motivazioni incoerenti da chiacchiere salottiere e di basso spessore giuridico?
O prendere le redini e cavalcare i fatti, le testimonianze, i tempi,i luoghi,le perizie, per trovarne il nesso con lucidità e coraggio.
Qualcosa ha permesso alla Gup di
scrivere quella relazione, perché lo ha fatto si può ipotizzare è certo però che ha dato prova del potere dei giudici di sentenziare
ergastoli anche su convinzioni fantasiose. Spero che l'Appello ribalti il tutto.
Vanna

Tiziana ha detto...

Stella,
hai perfettamente ragione: la Tommolini parla di sentieri, senza meglio specificare, avrebbe dovuto fare riferimento quantomeno ai numeri con i quali tali sentieri sono indicati sulle carte topografiche della zona, altrimenti tanto valeva dire che Parolisi ha utilizzato un tappeto magico o il teletrasporto; ha fatto riferimento ad uno zaino, scrivendo in modo tale che appare certa la sua disponibilità da parte di Parolisi, ma tale zaino non è stato visto nella macchina dell'uomo: si è parlato di trolley, non di zaino ed il solo fatto che gli inquirenti ne abbiano visto uno nel suo garage non autorizza a dire che l'avesse con sé quel giorno. L'ha abbandonato nel bosco per recuperarlo in occasione dello staging? Non si può presupporlo, per scriverlo nelle motivazioni avrebbero dovuto ritrovarlo e questa sarebbe stata una prova. Non è su di esse, le prove, che dovrebbe fondarsi il libero convincimento di un giudice?

Tiziana ha detto...

Vorrei mettere in evidenza, se mai ce ne fosse bisogno, altre considerazioni "curiose" fatte dalla Tommolini.
Scrive per esempio: "stranamente, non aveva "il ciuccio", senza trovarlo neppure nella "sua" borsa, tanto da doverne rimediare un altro tramite FEDERICI PATRIZIA (e che la piccola ne facesse uso è dimostrato da numerose fotografie allegate agli atti - da cui il giudicante ha estrapolato delle copie per maggiore comodità di consultazione-, così come faceva uso, per bere acqua, di un'apposita bottiglietta che, del pari, compare in alcune fotografie)"
Bene, la gup ci offre senz'altro una notizia: la borsa di Vittoria era a casa e dunque effettivamente lì Melania l'aveva lasciata, fine del mistero sulll'argomento borse. Dopodiché che vuole insinuare? Melania sarebbe scesa dall'auto per fare pipì sfilando prima di bocca il ciuccio alla figlia addormentata? Ovviamente scherzo, il problema è che la Tommolini non scherza quando scrive la sue motivazioni. Quale insinuazione vuole fare con le sue considerazioni su ciuccio e bottiglietta? Se Vittoria è sempre rimasta a dormire in macchina, evidentemente non può aver perso il ciuccio sul luogo del delitto. Eventualmente l'avrà perso mentre è rimasta nel bar a Colle San Marco. Che dunque la Tommolini insinui qualcosa di nessun valore, per me è alquanto curioso (per non dire di peggio).

Altro elemento, la Tommolini scrive: "Lungo il tragitto sono pervenute le due telefonate della VIVIANI, alle quali MELANIA non ha risposto, forse perché c'era la musica in auto o forse perché aveva momentaneamente disinserito la suoneria per far addormentare la figlia, dandole il cellulare per giocarci (riprendendolo poco dopo e riattivando la suoneria)".
Dunque, la procura inizialmente si è basata sull'ipotesi che Melania fosse già morta alle 14.53 poiché non aveva risposto alle telefonate della Viviani. Anzi, le ordinanze precisavano che la suoneria era a tutto volume e Melania non avrebbe potuto non sentirla. Ora invece sappiamo che, semplicemente, poteva averla disattivata, interessante. Al di là del fatto che non capisco come mai Melania avrebbe dovuto volere far addormentare la figlia: non erano usciti per farle prendere aria?

Insomma, la Tommolini ha distrutto tutti gli elementi portati dalla procura, che ha richiesto il rito immediato sostenendo di aver concluso le indagini e di aver acquisito tutti gli elementi utili per una condanna certa dell'imputato.
Le motivazioni della Tommolini hanno di fatto eliminato totalmente tale certezza della procura. Ha in pratica detto: tutto ciò che voi mi avete portato a a sostegno della colpevolezza di Parolisi, non è valido. Di fatto dunque il processo è stato istruito sulla base del nulla, di una serie di errori da parte della Procura, o sbaglio?
Alla fin fine però la Tommolini dice: "nonostante tutti gli elementi che mi avete portato siano sbagliati:
- Ranelli è attendibile;
- la telecamera del suo chiosco funzionava perfettamente;
- Parolisi non ha mentito su tutto: effettivamente si è recato a CSM con moglie e figlia;
- alle 14.53 Melania non era morta;
- la suoneria del cellulare non è detto fosse in modalità all'aperto", probabilmente Melania non ha sentito le chiamate della Viviani ;
- non c'è nessun mistero sulla borsa, è plausibilissimo che una mamma esca senza la borsa per la bimba, se si deve intrattenere fuori di casa per poco tempo;
io comunque condanno l'imputato".

Ma si può procedere così? (qui mi rivolgo a chi è esperto di diritto). Ovvero si possono stralciare tutti gli elementi che portano ad istruire un processo con rito immediato, senza dunque udienza preliminare (poi trasformato, per necessità difensive in abbreviato), salvo poi condannare sulla base di alibi, ricostruzione, elementi totalmente diversi?

Mimosa ha detto...

Cara Tiziana,
tu ed io abbiamo un legame di telepatia … stavo analizzando anch’io le “informazioni curiose” che ci ha dato la Tommolini, e se non ti dispiace le incollo subito (c’è anche il riferimento al ciuccio)

La Tommolini nello sgangherato testo ci offre diverse informazioni nuove, alcune documentate altre meno altre da lei personalmente dedotte, metto in fila alcune:

- ci dice che l'operatore del 113, quando ha risposto alla telefonata dell’anonimo scopritore del corpo, non era solo, c'erano almeno altri due colleghi, «con relative voci di sottofondo» pertanto l’anonimo “telefonista” non aveva nessuno accanto;

- ci dice il «chiosco gestito da NAPOLEONE CARLO - conosciuto da tutti i commilitoni per le proprie "nostalgie per il Duce"», mettendo ciò in relazione alle svastiche incise sulla cute del cadavere (evidentemente non ha visto bene le incisioni e non ha letto il mio articolo)

- ci dice che Parolisi era un esperto di sentierini «essendo specializzato in topografia e tenendo lezioni di orientamento», ma senza ironizzare sulle discipline che Parolisi stesso dichiarava di insegnare “disciplina, sacrificio e lealtà”

- ci dice che la piccola Vittoria aveva bisogno costante del ciuccio, mentre l’abbiamo sempre vista senza (chissà quanti mesi aveva nelle fotografie da lei visionate!)

- ci dice che la piccola era adorata dalla mamma solo perché un filmato era stato fatto da Melania, ma chi le ha detto che le altre fotografie non siano state scattate dal papà oppure che lui non le ha fatte semplicemente perché proprio non se ne intendeva? In fondo è sembrato che l’imbranato fosse lui, non lei.

- descrive nel dettaglio gli oggetti che si trovavano sulla scena vicinissimo al corpo, casomai che qualcuno che volesse cogliere l’importanza: “”sul lato destro del cadavere, in alto rispetto al capo, ad una distanza di circa un metro, vi erano tre salviettine imbevute di carta con tracce biologiche; sul lato sinistro, in alto rispetto al capo, si notava la presenza di una carta di caramella piegata in modo preciso fino a formare un involucro lungo e stretto "tipo sigaretta";””

altro è stato ben esaminato da Tiziana, sopra.

Mimosa

Tiziana ha detto...

Procedo con l'analisi delle motivazioni. Questa volta, sempre utilizzando le parole della gup, voglio vedere quali elementi ha riportato che possono condurci in direzioni diverse rispetto alla colpevoleza di Parolisi.
Scrive la gup:
"Peraltro, anche se vi fosse stato "un altro" (il che non è), avrebbe prevalso l'istinto di "madre" per cui VITTORIA non sarebbe mai stata lasciata per un tempo apprezzabile, anche se era con il padre".

Questa considerazione della Tommolini non trova riscontro nella realtà dei fatti. Vi ricordate che Melania il 3 oppure 10 aprile aveva già lasciato Vittoria da sola con il padre alle altalene di CSM? Eh sì, da quanto documentato dal filmato presentato dal colonnello (? scusate, non so se ricordo correttamente il grado) Stanca, Melania e Sonia se ne erano andate a farsi una lunga passeggiata per i fatti loro (chissà come mai??? e chissà esattamente fino a dove??? Al monumento sono senz'altro arrivate, hanno anche preso la stradina che conduceva alla roulotte?)), lasciando i figli alle altalene. Vittoria era rimasta con il papà (alla faccia della mancanza di affetto del padre di cui la Tommolini si permette di parlare nelle motivazioni!). La frase di cui sopra, dunque, è screditata dai fatti stessi, Melania potrebbe aver semplicemente ripetuto l'esperienza della settimana precedente, solo che il 18/4 le cose finirono in maniera tragica. Melania si allontana approssimativamente quando giunge la prima chiamata di Sonia. La suoneria probabilmente è in silenzioso in quel momento (lo dice la gup), Melania "vede" la chiamata anche se non la "sente"?

Ci si è poi domandati tante volte, anche "Arturo" (mi sembra) pose questa domanda, come mai il luogo del delitto fosse proprio un luogo riconducibile a PArolisi. Io risposi che altri conoscenti di Melania potevano conoscere il posto. Ce ne dà conferma proprio la Tommolini quando scrive, riportando le parole della Viviani: "Ricordo che un po' di tempo fa, verso la fine di febbraio. inizi di marzo, quando c'era ancora la neve, Melania, parlando del più e del meno, mi raccontò che insieme al marito ed alla figlia aveva fatto una passeggiata in macchina e Salvatore l'aveva portata nei pressi di Ripe di Civitella, dove faceva solitamente esercitazioni militari". Quindi chissà quante persone sapevano che Melania e Salvatore in quel luogo c'erano già stati!

Tiziana ha detto...

Scusa Mimosa,
ho scritto i miei commenti uno di seguito all'altro e non ho visto che in mezzo avevi inserito tu un post.
Sì, il mio era solo un inizio di analisi, hai fatto bene a continuare con gli altri elementi.
hai fatto molto bene a ricordare il tuo articolo con cui hai analizzato le incisioni sul cadavere di Melania. Andrebbe riconsiderato sia da noi, sia da chi di dovere.
Credo che dovremmo soffermarci anche, ad esempio, sul richiamo che hai fatto all'amore di Parolisi per la figlia. La gup, chissà perché, ha cercato di screditarlo tentando di dimostrare che Melania amasse molto sua figlia. Le sembrava necessario dimostrarlo? Le era venuto qualche dubbio al riguardo?

Anonimo ha detto...

Domanda per Annika e per tutti:
Al di la della semenogelina e delle tue convinzioni, come è possibile ipotizzare che Melania sia morta il 19 aprile se è stato rinvenuto il dna di parolisi sull'arcata dentaria di Melania? Ammesso che quel dna depositatosi in seguito ad una bacio(come Parolisi sostiene) o comunque depositatosi in seguito a contatto possa resistere addirittura un'ora dal momento del bacio o comunque dal momento del contatto con le mani(ma periti e consulenti negano che possa sopravvivere più di qualche minuto), come fai Annika ad ipotizzare che quel dna sia sopravvissuto addirittura più di un giorno? E' scientificamente impossibile! Periti di ufficio e consulenti di parte(compresi quelli di parolisi) ci dicono che comunque più di qualche decina di minuti(anche un'ora arrivano ad ipotizzare i consulenti della difesa) quel dna non possa sopravvivere.
Quindi noi dovremmo ritenere che tutti i periti e tutti consulenti intervenuti nel processo siano inattendibili non solo per quanto riguarda la semenogelina ma anche per quanto riguarda i tempi di eliminazione del DNA sull'arcata dentaria di Melnaia? Hanno sbagliato tutto su tutti i fronti questi luminari della scienza(compreso varetto, vasino, Vanin e Giardina?)
Belsole

Unknown ha detto...

Ciao Belsole.

Annika non ti risponderà, commento io perché, visto il tuo IP, mi aspettavo mi inviassi la risposta che mi avevi praticamente promesso, quella di Emiliano Giardina. Ma vedo che ancora non l'hai e quindi parliamo del dna ipotizzando.

Per ipotesi, metti che mi venga la voglia di uccidere una donna ed incolpare suo marito che fuma. Cosa mi impedisce di raccogliere un mozzicone di sigaretta dell'uomo, dalla caserma, da casa sua o dal pianoro durante una scampagnata domenicale, per strisciarlo sulle gengive e sulle labbra della morta?

Io avrei ucciso e lui, per chi la pensa come te, avrebbe baciato sua moglie nonostante non si sia appurata la provenienza, se salivare o da strofinamento o che altro, del dna rinvenuto in bocca... difficile?

Massimo

ENRICO ha detto...

Altro aspetto piuttosto sconcertante delle motivazioni : i frequenti riferimenti alla trasmissione Tv QUARTO GRADO.

Mi sembra, ad essere generosi, assai bizzarro ( diciamo !) giungere ad "un libero convincimento " sulla base dei chiacchiericci di un programma d'intrattenimento !

Mimosa ha detto...

Facciamo altre osservazioni sul documento della Tommolini?
La Tommolini, inoltre, mette a tacere altre insinuazioni che per mesi hanno invaso l’etere:

- le chiavi di casa di Melania erano nell’auto e da lì sono state prelevate dal Parolisi per consegnarle a chi doveva andare a casa sua (senza di lui, quindi in perfetta buonafede)

- gli occhiali di Melania erano rimasti nell’auto, e NON sono consegnati a nessuno per farli annusare ai cani.

Se da una parte è strano che per stare sul pianoro assolato Melania non li abbia indossati (altrimenti come mai è uscita di casa portandoli? dato che era usa indossarli persino in supermercato …), dall’altra si potrebbe pensare che
Melania sapeva che sarebbe rimasta ben poco alle altalene, a far finta di giocare con la bimba, perché aveva organizzato un suo allontanamento, avendo un appuntamento al Monumento e/o in un successivo luogo dove gli occhiali da sole non sarebbero serviti (magari luogo chiuso, come un’abitazione …)

Pamba ha detto...

Tiziana 16.52, Mimosa

Le vostre considerazioni ed anche il riferimento di Massimo nell’articolo alla confusione della Tommolini tra il monumento ai Caduti (un picnic proprio ad un passo dalla strada!?) ed il sacrario ai Partigiani, mi riportano ai fiumi di commenti che abbiamo scritto sull’argomento.
Non torno a parlare della questione, perché la Tommolini ha solo parzialmente riabilitato Piergiorgio.
Povero cane! Ha indovinato il percorso di Melania del giorno 18 aprile, solo per un brevissimo tratto….dalle altalene alla staccionata, per il resto si è confuso ;-)

Però…avrà pensato il Gup che anche un’altra ricostruzione fattuale, termine che le piace tanto, è possibile? Ci provo io…

Continua

Pamba ha detto...

Segue

Melania avrebbe potuto avere un appuntamento di pochi minuti alla roulotte con qualcuno, per dirimere una faccenda di poco tempo e che credeva tranquilla;
un sms (di conferma o disdetta) potrebbe averla attirata all’interno di una delle tante case, ville o case in ristrutturazione, limitrofe alla zona roulotte.

Dopo l’allarme, tutti la cercavano all’esterno ed anche le ricerche sono state subito indirizzate per le stradine ed i sentieri vicini.
A quanto risulta dall’elenco dei verbali riportati nella perizia Gino, le perquisizioni domiciliari sono state eseguite solo il giorno 21 sulle abitazioni dei macedoni (ed archiviata giustamente la loro posizione), non credo il giorno stesso della sparizione di Melania, su tutte le abitazioni della zona o su quelle in cui loro ed altri artigiani stavano lavorando.

continua

Pamba ha detto...

segue

Magari mentre gli altri la cercavano lei si era normalmente trattenuta all’interno di qualche abitazione, potrebbe aver bevuto un caffè e consumato un dolce o snack con quelle famose nocciole la cui presenza nel contenuto gastrico ha tanto disturbato durante il processo.

Il suo telefono non potrebbe essere stato successivamente gettato nel luogo della georeferenziazione, da complici o da qualcuno che si è finto collaboratore delle ricerche? A proposito, qualcuno conosce esattamente la sequenza con la quale anche volontari e protezione civile locale si sono uniti a forze dell'ordine, vigili del fuoco, CFS, ecc. nelle ricerche?

Tante volte ci siamo chiesti perché (e in che condizioni e quando) Melania è stata condotta a Ripe. Ed una delle spiegazioni più semplici era che fosse di strada, (dalla parte opposta al monumento dei Caduti parte la strada che conduce a S. Giacomo e da lì a Ripe), e che il luogo era perfetto perché riconduceva proprio al marito.

Anonimo ha detto...

Massimo,
Giardina non mi ha risposto sul punto. Forse non avendo spessore scientifico non ho saputo fare la domanda giusta. Che riprovi qualcuno di voi più bravo di me nel porre la domanda, a me non mi ha calcolato, purtroppo. L'indirizzo email di Giardina è stato più volte postato nei vari messaggi del tuo ultimo articolo(non questo ma quello precedente).
Massimo io spero che tu, come me, abbia solo la speranza di arrivare alla verità, qualsiasi essa sia.
Però spero che tu ti renda conto di quanto l'affermazione da te fatta nell'ultimo tuo messaggio presti il fianco a diverse critiche. Cioè tu affermi: "Per ipotesi, metti che mi venga la voglia di uccidere una donna ed incolpare suo marito che fuma. Cosa mi impedisce di raccogliere un mozzicone di sigaretta dell'uomo, dalla caserma, da casa sua o dal pianoro durante una scampagnata domenicale, per strisciarlo sulle gengive e sulle labbra della morta?" Quindi secondo te il DNA di Parolisi nei denti di Melania Rea sarebbe stato rinvenuto perché qualcuno gli avrebbe teso una trappola e il giorno 19 aprile 2011(non il 18, perché il 18 la donna sarebbe ancora viva) avrebbe strisciato sui denti della povera Melania un qualche oggetto appartenente a Parolisi che avrebbe consentito che si depositasse il di lui Dna. Scusami ma quanto da te affermato mi fa venire in mente i complotti di cui si sente vittima il nostro mitico cavalier ruspante! E tale ricostruzione mi pare sia ancora più suggestiva di quella del giudice Tommolini. Quello del DNA è un elemento che ci può far ritenere certo e inequivocabile il fatto che Melania sia morta il giorno 18 aprile e non 19 aprile, purtroppo(e sottolineo mille volte purtroppo). Ma, allo stesso tempo, tale dato non prova affatto che Parolisi sia colpevole dell'omicidio e del vilipendio. Sarebbe stata una eccezionale prova a discarico. Ma spetta comunque alla pubblica accusa dimostrare che sia morta il 18(e mi pare proprio che ci siano riusciti) e che l'autore sia il marito(e su questo nutro forti dubbi che siano effettivamente e riusciti a provarlo). Scusate se ogni tanto vi sfriguleo come si dice a Napoli ma è solo per cercare di capire. Resta il fatto che molti di voi mi sembrano molto acuti e fanno degli ottimi interventi.
Belsole

Anonimo ha detto...

Un giudice che emette una sentenza all'ergastolo senza neanche leggere le perizie disposte da lei stessa?
Certo leggendo la motivazione la sensazione che si ha è quella, ma voglio pensare che il giudice abbia giocato d'astuzia....

Belsole, per quanto riguarda i consulenti di Parolisi non mi risulta che abbiano mai dichiarato quanto da te riportato.
Riporto un'intervista di Giardina:
L'Aquila, 22 agosto 2011 - Emiliano Giardina, docente di genetica medica e forense all'università di Tor Vergata a Roma. E' lui l'esperto scelto dagli avvocati difensori di Parolisi per smontare una parte delle presunte prove dell'accusa. Non ha dubbi e spiega deciso: “Sono state trovate sul cadavere di Melania Rea sei tracce di dna maschile che non appartengono e non sono compatibili con Salvatore Parolisi. Queste tracce di dna si trovano sia sotto le unghie che sui polpastrelli di Melania Rea e sappiamo tutti che il dna non si può trasmettere per stretta di mano. Chiediamo che ovviamente venga fatto un esame approfondito di questo materiale genetico per verificare quali possano essere questi uomini che hanno lasciato tracce sul corpo di Melania”.

Che tipo di spiegazione date al fatto che nella bocca di Melania sono state trovate tracce di dna di Parolisi? Questo per l'accusa dimostra che il caporalmaggiore è stato l'ultimo ad avere un contatto fisico con la moglie o attraverso un bacio o mettendole una mano sulla bocca. E' stato anche detto che siccome il dna era ancora presente nella bocca di Melania il contatto sarebbe avvenuto poco prima della sua morte in quanto la saliva avrebbe cancellato ogni traccia nel giro di poco tempo. “E' possibile definire - risponde Giardina – da dove derivi il dna trovato in bocca, se dalla pelle di Salvatore o dalla sua saliva e soprattutto non si può dire quanto prima si avvenuto il contatto perché la saliva può lasciare tracce di dna sulla pelle fino a un massimo di 96 ore. Ribadisco che in questo caso non vi è alcuna certezza: qualsiasi affermazione fatta è un'opinione”.

"Noi puntiamo essenzialmente sul fatto che sul cadavere e’ stato ritrovato del dna estraneo, sono stati rilevati dei campionamenti, diversi campionamenti, in diverse regioni del corpo e questi campionamenti sembrerebbero e sono estranei sia alla vittima sia a Salvatore Parolisi, alcuni dei quali sono maschili altri sono femminili”, ha incalzato il consulente della difesa. “E’ possibile eseguire ulteriori accertamenti che potranno chiarire meglio questo aspetto - ha aggiunto il perito - noi abbiamo chiesto che questi accertamenti possano essere eseguiti e riteniamo che debbano esserlo, e crediamo che queste tracce possano essere molto importanti per capire esattamente perche’. Queste tracce si trovano sui polpastrelli, nel dna sotto le unghie. Se noi avessimo trovato un dna subungueale di Salvatore Parolisi - ha detto ancora Giardina - noi avremmo subito invocato una prova regina. Visto che questo non e’ accaduto allora si dice che il dna subungueale puo’ trasferirsi con una stretta di mano, questo noi lo contestiamo nel modo piu’ assoluto perchè è impossibile. Esiste una letteratura scientifica molto corposa che esclude la possibilita’ in modo categorico che il dna subungueale possa trasferirsi con una stretta di mano. E’ un dna che viene spesso utilizzato in questi ambiti. Se noi potessimo dire puo’ trasferirsi con una stretta di mano ovviamente sarebbe poco utile, invece e’ largamente utilizzato. Dopo una lotta cosi’ violenta e’ anche molto strano che sul corpo del presunto colpevole, in questo caso di Salvatore Parolisi, non si sia trovata neanche una minima traccia di sangue”.

La Gino è stata altrettanto chiara, non è possibile sapere di che tipo di contatto si tratti, nè il tempo di permanenza.

Stella

Antonello ha detto...

Un luogo chiuso in cui non sarebbero serviti gli occhiali, vediamo, per caso una roulotte????

Trovo risibile la raffazzonatura delle motivazioni che sarebbe pure migliore , o meno peggio, della totale assenza di ricostruzioni sensate, in fondo non e' difficile, P. e' stato o no al pianoro quel giorno dalle 14,30 alle 14,50???
Chiaro che il dato e' fondamentale per i tempi ipotizzati da ricostruzioni di omicidi a Ripe in cui il responsabile sarebbe lui, ed essendo che chi sentenzia non puo' non credere alle proprie sentenze ma ha il dovere di esserne sicuro oltre ogni ragionevole dubbio vien da se che il dato doveva ottenere una risposta certa, come anche sugli orari di un sistema di videosorveglianza.
La presenza di P. e di M. al pianoro e' confermata dal testimone Ranelli, dalle quattro piste identiche fiutate dai cani molecolari e che partendo dalle altalene vanno verso il monumento per salire su verso la roulotte.
Come e' sopra postato la memoria difensiva prova invece matematicamente che il sistema di videosorveglianza aveva gli orari impostati dal tecnico Giovannelli in maniera corretta durante l'installazione.
Non si puo' prescindere da dati accertati e dirsi ricercatrice di verita' da sentenziare, le 15,30 come orario di arrivo di P. al ristorante sono confermate da tutti i presenti, dai titolari del ristorante, dalla telefonata di Alex tracciata appunto alle 15,30.
Quindi:
1) Quel giorno la coppia e' partita da Folignano alle 14,15, e' arrivata sul serio (senza borsa per la bimba, si spiega cosi' anche il ritrovamento delle chiavi di M. in auto) al pianoro alle 14,35/40 dalle altalene con la bimba.
2) P. arriva al ristorante alle 15,30 in cerca di sua moglie.
3) Alle 14,40 va anche via da Ripe l'ultimo degli autisti che dal chiosco avrebbe mangiato mentre la zona carrabile era tenuta d'occhio da una camionetta che girava sulla strada e da ben sei vedette.
4) Nessuno avrebbe visto l'auto di P. passare dal bivio.

Ne consegue che se per P. era impossibile essere arrivato invisibile a Ripe ed aggredire la moglie lasciandola pure viva, perche' rifiutato, per poi ricomparire in tempi impossibili a 18 chilometri di distanza A MAGGIOR RAGIONE sara' stato per lui impossibile fare tutto passando perdippiu' persino da Colle San Marco e rimanendovi, come testimonianza del Ranelli dei primi giorni, sino almeno alle 14,50.
Questo non deve confondere, e' impossibile che P. abbia fatto tutto nei tempi e modi indicati dalla procura e senza complici, se e' stato lui non puo' quindi che avere avuto ALMENO un complice e dovrebbe aver fatto il tutto in luogo diverso da Ripe e piu' vicino a Colle San Marco.
M. inoltre quel giorno si e' portata solo le chiavi di casa, e gli inseparabili occhiali che avrebbe lasciato in auto, ci confermano che aveva un mazzo di chiavi suo come ipotizzato dal blog, e qui allora vien da chiedersi di chi era il mazzo rinvenuto invece sopra il pc allora, di P.???
Appare anche strano, e qui concordo con la Tommolini, che M. avesse tenuto i suoi occhiali al chiuso del supermercato lasciandoli invece in auto all'aperto del pianoro, di solito osservo che gli occhiali non si portano nelle discussioni animate e che i mazzi di chiavi di solito, se si hanno, si mettono dentro le borse e non nei cruscotti ma sono solo osservazioni soggettive, ognuno fa come vuole.



Anonimo ha detto...

E per fortuna la Tommolini ha riabilitato la testimonianza di Ranelli!
Ma se ha fatto questo, deve modificare gli altri presupposti: errati questi, errate le conclusioni.
Melania non si sarebbe MAI allontanata spontaneamente dalla figlia per andare a Ripe.
così si dice.
Ma si sarebbe allontanata spontaneamente per andare al Monumento?
SI.
Lo sappiamo perchè così aveva fatto la volta precedente, e lo sappiamo grazie al video di Stanca.

NON si sarebbe allontanata spontaneamente e non avrebbe accettato un passaggio per andare a Ripe,
ma lo avrebbe fatto per andare in un posto molto più vicino?
Evidentemente sì.

La domanda giusta è: dando per scontato che M. non si sia allontanato con la forza, e scontato non è, San Giacomo era abbastanza vicino per accettare di andarci accettando un passaggio per quelle poche centinaia di metri?

San Giacomo non è casuale: la cella agganciata dal suo telefonino la localizzava proprio lì per tutto il pomeriggio del 18 aprile.

Non so se questa constatazione sia stata gettata alle ortiche per una questione di competenza territoriale.

La sparizione da Colle San Marco riabilitata dalla Tommolini di fatto rimette in gioco la questura di San Marco, e tutte le competenze del caso.

Anonimo ha detto...

Una cosa non mi torna affatto e cioè il DNA di quel tizio sulle mutandine di Melania che ci faceva? Non mi si dica che è di suo figlio, perché non ci credo. Come avrebbe fatto il bimbo a lasciare il suo DNA? Questo potrebbe c'entrare qualcosa con le famose dichiarazioni di Don Mario alla vita in diretta....? Quel famoso segreto inconfessabile di natura sessuale che Don Mario non può dire per rispetto di Melania?

Unknown ha detto...

Cara Belsole, io non mi stupisco più di nulla, specialmente pensando che solo un marito molto ma molto cretino potrebbe uccidere la moglie nel luogo a lui più familiare ed invece di nascondere il corpo, o dargli fuoco (bastava poca benzina) per non far trovare nulla a un patologo, lo lascia in bella vista e addirittura, con la famiglia di lei ed i carabinieri che lo controllavano (parole del Comandante Patrizio dette a un giornalista del Carlino: Il Parolisi è stato attenzionato e tenuto sotto controllo dal 18 aprile al momento del ritrovamento del corpo). Tanto valeva ammazzarla in casa la povera Melania.

In ogni caso, se vogliamo parlare di cose tecniche, la Sarah Gino ha escluso il dna sull'arcata dentale, non si può dire sia del Parolisi (leggi la perizia), e del dna sul labbro, che non si sa in che punto sia stato rinvenuto, ci sono studi che parlano di una persistenza di nove ore. Ma se era sulla parte superiore o inferiore, all'estremità alta o bassa delle labbra, sarebbe un dna paragonabile ad un qualsiasi altro dna. Cosa avrebbe di differente da quello nei polpastrelli che si è detto era presente da diversi giorni?

Per parlare di Emiliano Giardina: perché inviargli una mail quando lo si può chiamare al cellulare?

Ciao, Massimo

Manlio Tummolo ha detto...

Per carità, Massimo, che tremendi consigli che dài a possibili assassini. Dare fuoco lì significava incendiare l'intero bosco. Ma bastava gettare il corpo in qualche baratro tipo Monti/Berlusconi, e tutto era risolto. La madre della mia amica, di Pordenone è sparita da novembre, e malgrado "Chi l'ha svisto?", "Associazione Penelope", la polizia, il solito cane molecolare, i satelliti, e le Google Maps, non l'hanno ancora trovata, malgrado avesse pure un cellulare che però era rimasto a casa. Sembra che non abbiano neppure verificato con chi avesse avuto le ultime telefonate prima di sparire, ricavandole da quei tabulati che poi servono nei processi scientifici dei nostri tempi. Ha o aveva 80 anni o poco più, non è Fabrizio Corona. Sanno tutto di noi finché ci facciamo vedere; quando spariamo (nel senso di sparire), nessuno sa più nulla, nessuno ci trova salvo il puro caso.

Manlio Tummolo ha detto...

PS: La "s" prima di "visto" non è errore di digitazione, è intenzionale.

Anonimo ha detto...

e perché non lo chiamiamo Giardina?
Secondo me forse sentendo qualcuno di noi potrebbero valutare l'opportunità di approfondire tale punto e convincersi che quanto sostenuto da Annika(e confermato da quel famoso scienziato) corrisponde a verità. No? Perché nn farlo?
Belsole

ENRICO ha detto...

Si dice che non sia stato possibile stabilire da quale sostanza organica sia stato tratto il DNA di Salvatore trovato nella bocca di M- se dalla pelle o dalla sua saliva

A me questo sembra impossibile. Se la scientifica ha potuto estrarre il DNA avrà per forza dovuto avere a disposizione anche la materia organica che lo conteneva e quindi avrebbe potuto analizzarla
O no ?

Forse c'è una spiegazione molto semplice ma io continuo a non capire com'è mai non si sia potuto stabilire se si tratta di saliva di cellule epiteliali o di altro...
mah !

Mimosa ha detto...

@ ENRICO, bravo! Alquanto “bizzarro” il continuo richiamo e riferimento a QG … la Gup l’ha considerato più importante delle Relazioni tecniche dei suoi stessi periti ..

@ Tiziana 16:52, «chissà quante persone sapevano che Melania e Salvatore in quel luogo c'erano già stati!», già, chissà chi altro dopo le più intime amiche vicine e lontane

Pamba 9:52, «la confusione della Tommolini tra il monumento ai Caduti ed il sacrario ai Partigiani» è un’altra perla da inserire assieme alle sviste e alle cantonate tommoliniane. In Cassazione sarebbero tutti appigli per l’annullamento della sentenza e del processo, purtroppo il dibattimento dell’Appello verte sulla sostanza e non sulla forma.

Ed ecco il punto che Antonello ha subito colto: in quale luogo chiuso preferenziale non servono gli occhiali? Molti hanno insistito sulla roulotte, perché Piergiorgio ha condotto lì … e se lì ci fosse andata tempo prima, magari con un’amica?

Pamba 19:55 « Magari mentre gli altri la cercavano lei si era normalmente trattenuta all’interno di qualche abitazione, potrebbe aver bevuto un caffè e consumato un dolce o snack con quelle famose nocciole», mi hai dato i brividi … ricordo che si parlava di una villa in costruzione e di una struttura in un complesso che aveva a che fare con il volontariato o simile … mi ricordo che parlavamo di come erano gli interni, ah, sì il posto dove lavoravano i tre macedoni di cui uno alle 15.15 è andato al Bar Segà a prendere tre caffè per asporto …
Ora devo fare una ricerchina per rispolverare la memoria … forse ti ricordi meglio tu?

Mimosa

Anonimo ha detto...

scusa Massimo,
hai provato ad inviare a Giardina le considerazioni di Annika o perlomeno quelle di karl Reich?

Unknown ha detto...

Le ho anche inserite fra i commenti...

Pamba ha detto...

Mimosa, grazie per la fiducia sulla memoria;-)

Se ricordo bene i ragionamenti fatti sul blog e le immagini viste con google street (fino al monumento) e googlemap (si vede una villa con piscina), la casa dove lavoravano i macedoni si trova a ridosso della zona del Monumento ed è raggiungibile mediante la stradina che si trova subito dopo la Colonia Montana del Pio Istituto. Stradina che a sua volta permette di raggiungere (come hanno fatto i conduttori di Piergiorgio la notte del 18 aprile) lo spiazzo della roulotte a circa 100m. Ed il padre di uno dei macedoni, ha detto che in quei giorni stavano lavorando alla "casa di Misericordia” .

In ogni caso, le ricerche e le verifiche su tutti i proprietari/conduttori dell’area di S.Marco, sono state fatte subito ed approfonditamente ?
L’ordinanza di Arresto di Ascoli (pag 46-47) è un po’ vaga e tardiva (2.6.11) al riguardo:

Si tenga presente che prima di giungere alla iscrizione di Parolisi Salvatore come
indagato erano state percorse e sviluppate le più varie ipotesi investigative……[..] le verifiche sui proprietari/conduttori di abitazioni della zona S. Marco –nota RONI 2.6.11


Ma forse allora stavano ancora cercando di verificare l’alibi di Parolisi, non cercando Melania…;-)

Pamba

Tiziana ha detto...

Pamba e Mimosa,
avete fatto bene a rammentare quel riferimento alla villa. Si sa anche a chi appartengano le ville nei dintorni della roulotte? Non tutti possono permettersi una villa, magari qualcuno di noto in paese e che poi direttamente o indirettamente è gravitato intorno al caso? Anche se noi non dovessimo saperlo (ma mi sembra invece che sul blog se ne parlò), gli inquirenti non avrebbero avuto problemi ad accertarlo.
Io ritorno alla mia precedente riflessione: dove erano andate Sonia e Melania la domenica precedente? Come mai si erano allontanate da sole? Melania aveva fatto una "prova generale" di ciò che aveva in mente di fare la settimana successiva? Doveva incontrarsi con qualcuno magari per pochi minuti? Un qualcuno che sapeva che Melania e Salvatore erano stati assieme a Ripe?
Ovviamente tutte illazioni, ma illazioni che mostrano che la strada del marito non sia l'unica percorribile. Le altre strade sono state percorse? Sulle ordinanze e sulla stampa non ce n'è traccia, al di là delle indagini sui macedoni. Come mai sui macedoni degli accertamenti sono stati fatti? Solo perché sono extracomunitari o perché c'erano tracce che portavano, se non a loro, quantomeno ai luoghi in cui essi lavoravano?
Massimo, è casuale l'immagine che accompagna tale articolo: "Villa dei misteri". Quale villa?

Tiziana ha detto...

Pamba
ho nuovamente postato prima di leggere il tuo commento.
Mi sembra comunque che, ciò che scriviamo, corrisponda in qualche modo. Anzi, tu hai aggiunto dei particolari: una villa con piscina.

Anonimo ha detto...

si lo so che le hai inserite tra i commenti, quindi presumo che tu gliele abbia inviate a Giardina le considerazioni di Annika e di Karl Reich.
E non ha risposto nemmeno a te?
Belsole

Mimosa ha detto...

@ Tiziana
uh, quante domande! e pertinenti al 100%
ci rifletterò su ognuna, a dopo.
Mimosa

Mimosa ha detto...


@ Belsole
e quante ripetitive domandi stai ponendo anche tu ...

Tiziana ha detto...

Stella,
hai fatto molto bene a ricordare le parole di Giardina e della Gino relativamente a quel famoso DNA, che non avrebbe dovuto diventare per niente famoso. Solo lo show dei mille baci l'ha fatto diventare indebitamente tale.

ENRICO ha detto...

Ma come potete pretendere che Giardina risponda !

- O SA bene come si comporta la Sg ma, per motivi a noi ignoti, non l'ha mai evidenziato nelle sue controperizie pertanto continuerà a tacere

- O non lo SA e di conseguenza non se la sente di entrare nel merito

Non credo ci sia un'ulteriore alternativa

Almeno io non la trovo.

Unknown ha detto...

Ciò che ho inserito non sono le considerazioni di Annika e del Reich, ma quelle dei patologi italiani... capiscimi.

Ti dico l'opinione generale, Belsole, senza far nomi perché tanto ne ho sentiti alcuni e, a parte quelli che hanno preferito glissare e non entrare nel merito, chi più chi meno la pensano tutti allo stesso modo. Poi non ne parliamo più perché sotto questo articolo gli argomenti da trattare sono altri. Ne parleremo nel prossimo, che scriverò se mi arriveranno le risposte di Barbara Daniel, Ignacio Quinones e altri stranieri a cui ho spiegato esattamente quanto accaduto il 18 aprile e cosa appurato dall'autopsia.

Nonostante il Rsid semen lo utilizzino tutti, tutti sappiano delle 48/72 ore ed a nessuno il test abbia mai dato dei falsi positivi, mancando conferme su eventuali amanti (i carabinieri non hanno trovato sms o mail o testimonianze che facessero pensare ad un altro uomo), mancando segni di stupro, mancando analisi più approfondite (quelle che ha citato Annika e che trovando la Sg sarebbe stato meglio fare), l'argomento è stato toccato e accantonato perché la mancanza di conferme da parte della Gino, che invece di confermare la Sg ha parlato di un riflesso nella foto, ha avvalorato la tesi di un possibile errore del Tagliabracci al momento delle analisi.

Questo è ciò che i più hanno pensato, una delle tesi che circola, la più accreditata e la più credibile. Per dirti una frase in più, io da qualche giorno sto cercando di contattare il Tagliabracci per sapere cosa ne pensa. Spero, diciamo nella settimana entrante, di riuscire a trovarlo libero. Vediamo cosa ne pensa lui.

Argomento chiuso.

Massimo

Anonimo ha detto...

Giardina conosce benissimo la semenogelina, ma non ho capito se si sia pronunciato o meno sull'articolo di Annika e sul commento di karl Reich. E nel caso in cui non lo abbia fatto, non potremmo sollecitarlo a farlo visto che Massimo ha anche il numero di cellulare oltre che l' email?

Anonimo ha detto...

Massimo dopo aver letto il tuo ultimo messaggio, ho capito tutto...
Per me può bastare così...
Buona continuazione a voi tutti.
Belsole

Anonimo ha detto...

Ben gentile Belsole
andavano avanti anche con la tua presenza

Mimosa ha detto...

oK, ben detto Massimo
qui si discute del tuo articolo e si espongono preferibilmente opinioni collegate ad esso.
L'era della Sg in questo momento è capitolo chiuso.

Sull'onda, ho ancora qualcosa da approfondire, ma con calma.

Mimosa

Mimosa ha detto...

Prima, di commentare altro, vorrei dipanare il dubbio di Antonello sulle chiavi: sono state trovate sul pc dalla mamma di Melania quando è arrivata a Folignano, ore 22.30 circa. Ovviamente c’erano, perché le ha messe lì chi ha aperto la porta per entrare. Sappiamo che alle 21.30 è arrivato Macciò con Piergiorgio e c’era un’amica che ha indicato l’armadietto delle scarpe che il cane doveva annusare.
Sappiamo anche, questo è arrivato chiaro nelle Motivazioni della Tommolini, non è stata Sonia ma Stefania a riportare a casa la bambina che aveva fame poverina e doveva essere cambiata, e ciò dopo le ore 20. Quindi mi pare ovvio che Parolisi ha dato a Stefania le chiavi di Melania.

Mimosa

ENRICO ha detto...

@ Massimo,

insomma, da quanto capisco andrà a finire che il Tagliabracci avrebbe preso un abbaglio riguardo la positività alla Sg ?
E così si chiuderebbe l'"argomento" con buona pace di tutti ?

Mimosa ha detto...

Mi sono impegnata a non trascurare nulla dei vostri commenti.
(Scusa Enrico che riprendo)

Ora ho un’altra considerazione su quanto scritto da Tiziana

Ctz «Io ritorno alla mia precedente riflessione: dove erano andate Sonia e Melania la domenica precedente? Come mai si erano allontanate da sole? Melania aveva fatto una "prova generale" di ciò che aveva in mente di fare la settimana successiva?»

Secondo le tue parole queste sarebbero “illazioni”, utili perché «mostrano che la strada del marito non sia l'unica percorribile». Verissimo, se si riuscisse a scoprire un minimo di riscontro, unendo anche quegli strani agganci a celle diverse delle due telefonate e sms delle ore 14.53 e successive
… e avendo il coraggio di costruire sopra un’ipotesi, ma la donna è troppo ben protetta, non ce la faremo mai ad andare fino in fondo.

Peccato Tiziana!

Mimosa

Tiziana ha detto...

Mimosa
E chi altro sarebbe ben protetto. Dov'è andata Melania? Cosa c'è nei dintorni della roulotte?

Mimosa ha detto...

@ Tiziana
se quei dintorni sono "residenziali" forse ci abita qualcuno di molto conosciuto e con agganci forti?

Tiziana ha detto...

@Mimosa
Chissà se quel qualcuno, poi, ha dato anche "una mano" nelle ricerche di Melania. Mi sembra meno sospetto il Parolisi, che non ha partecipato alle ricerche. Non si dice, nei gialli televisivi, che l'assassino si tiene sempre informato sull'andamento delle indagini? Magari per sapere qual era il momento giusto per effettuare lo staging?

Mimosa ha detto...

Ottima osservazione Tiziana,
credo sia molto plausibile!
Uno si sa chi era, ma poi c'erano anche tanti suoi commilitoni sempre presenti e molto attivi
anche quelli che subito hanno raccontato delle "amanti".
Mimosa

Mimosa ha detto...

Ora concludo la serata riprendendo la questione dna in bocca e considerando l’accendino.
Il dna di Parolisi può benissimo essersi trasferito dall’accendino alla bocca anche senza passare per una sigaretta.
Vi spiego perché e propongo il mio “come”.
Qui si innesta l’elemento “scientifico”: sull’accendino sono state trovate tracce di Dna misto di Melania in prevalenza e minime di Salvatore, dato che era oggetto in comune, ma solo sul pulsante e sulla rotellina di accensione esattamente quelli che si sfregano col pollice,
dunque come ha fatto il dna di Salvatore, scarso e non completo («nell’elettroferogramma non sono presenti tutte le varianti del Parolisi» scrive la Gino), ad entrare in contatto con le gengive passando dal meccanismo di accensione?

Io fumo e ho fatto una prova:
a)tengo la sigaretta tra indice e medio e pongo il polpastrello del pollice sopra il filtro nell’atto di scrollare la cenere, e spesso è l’unghia che esercita lo scuotimento (e Melania aveva le unghie più lunghe delle mie). Ci sono persone che fumano tenendo la sigaretta tra tre dita e in tal caso nessun dito tocca il filtro bensì solo la cartina e per scuotere la cenere si esercita un movimento con il quarto dito, l’anulare.
b) Inoltre se accendo con la destra, spesso tengo la siga con la sinistra e il polpastrello del pollice destro nemmeno tocca il filtro della siga.
c) Forse le sigarette le sono state offerte e lei ha adoperato il proprio accendino. Deve aver fumato parecchio per poter tirar su una quantità di dna da resistere per ore e/o ha fumato poco prima di essere assalita (a Ripe niente filtri per terra)
d) In ogni caso non è il filtro che ha preso il dna, forse Melania, dopo aver strofinato più volte il meccanismo di accensione, si è messa in bocca il pollice …
Da ciò deduco che il trasferimento di dna è avvenuto dal meccanismo di accensione al polpastrello e dal polpastrello alla mucosa buccale …

Che ne dite? Ipotesi verosimile?
Mimosa

Tiziana ha detto...

Mimosa,
io non fumo e dunque mi è difficile esprimere un giudizio.
Comunque se, come dicono sia Tagliabracci che la Gino (v. commenti nelle perizie su DNA sotto le unghie di Melania), è così facile trasferire il proprio Dna anche in maniera indiretta, allora ritengo che le tue considerazioni siano sicuramente degne di nota.

Antonello ha detto...

@Mimosa
potrebbe essere una buona ipotesi, nel caso parleremmo di dna da terzo contatto di tipo epiteliale, la vittima sempre nel caso avrebbe potuto avere persino il vizio di tenere in bocca l'accendino mentre era occupata nelle mani in un'altra attivita' .
Secondo me ipotesi possibilissima ma pur sempre ipotesi.

Antonello ha detto...

Quindi ripetiamo, la coppia esce di casa, P. con la figlia anticipa di poco la moglie, e' teoricamente lei che quindi prima di uscire e chiudere la porta di casa con il suo mazzo di chiavi chiude l'interruttore generale elettrico di casa??? Perche'???

Antonello ha detto...

Oppure per interruttore generale si intende, negli atti, quello esterno alla casa???

Unknown ha detto...

Non avendo nulla che la confermi... sì Enrico, questo al momento è quanto. Ciao, Massimo

ENRICO ha detto...

@ Massimo,

Ho capito.
Ma, pur supponendo un abbaglio del medico riguardo la positività del test, come la mettiamo con il “ QUALCHE GIORNO prima del decesso “ scritto nero su bianco?

Anche un anatomopatologo può esprimere un suo personale “libero convincimento “ ?

Unknown ha detto...

E' per questo chi mi piacerebbe parlargli... al momento questo è. Passiamo ad altro Enrico, ce n'è tanti di strafalcioni in questa storia... se ci saranno risposte ci torneremo in futuro. Massimo

Antonello ha detto...

Anche questa cosa non puo' passare per come e' stata impostata, non ho mai visto nessuno uscire di casa per una gita e chiudere l'interruttore generale dell'energia elettrica.
Al limite e' possibile che prevedendo la partenza per Pasqua verso i posti dei suoceri, e dopo averlo svuotato, la coppia abbia pensato di sbrinare il congelatore del frigo, ed in questo senso il dato sarebbe stato giustificato da questa motivazione se chi e' entrato ha visto segni in tal senso.
Altrimenti bisognerebbe supporre che da fuori, qualcuno che aveva il bisogno di entrare, avrebbe prima staccato la luce per qualche motivo che non si conosce.
Intanto direi importante capire a quale interruttore generale ci si riferisce, se quello esterno alla casa anche a disposizione perlomeno dei condomini, se non di tutti, o se quello interno dell'impianto di casa che pure dovra' esserci e che era invece accessibile teoricamente solo dalla coppia o comunque solo dall'interno dei locali della casa.
Anche questo e' un altro mistero, dire pero' che la coppia usava spegnere il contatore per risparmiare a me sembra quantomeno originale.

Antonello ha detto...

Il particolare e' a pag. 61 delle motivazioni di sentenza.
Chi dice di aver trovato la sera del 18/04/2011 l'interruttore dell'energia elettrico della casa staccato e' Stef. Dor. che come e' noto ha portato la piccola, presumo io a casa della coppia, per dargli da mangiare.
Il documento parla di "sera del 18/04/2011" intendendo per "sera" anche il tardo pomeriggio perche' la "sera" sappiamo che verso le nove, o giu' di li, a detta di Maccio' la casa era pienamente e stranamente frequentata.

Anonimo ha detto...

Sinceramente a me questi soggetti che vogliono a tutti i costi tirare in ballo i consulenti della difesa fanno sorridere.
Mi sembra chiaro, dalle poche interviste che Giardina ed i suoi colleghi hanno rilasciato, che siano professionisti ed in quanto tali dotati di un certo spessore e non dei fenomeni da baraccone come ne abbiamo visti in giro, per cui inutile cercare di contattarli per togliere assi alla difesa, è tempo sprecato.

Stella

Anonimo ha detto...

per chi fosse interessato segnalo questo dibattito che è in fase di discussione sulla pagina pubblica facebook della criminologa roberta bruzzone criminologa, più volte intervenuta sul punto

https://www.facebook.com/update_security_info.php?wizard=1#!/robertabruzzonecriminologa?fref=ts

Simona ha detto...

la smettesse...è ridicola...

anzi,non si permetta di criticare il generale Garofano che a differenza sua è un professionista serio!

Anonimo ha detto...

Il dibattito sulla pagina facebook della Bruzzone è sempre più acceso. Secondo me la stanno mettendo all'angolo. La verità emergerà, ci sono troppe contraddizioni nella ricostruzione della Bruzzone

Anonimo ha detto...

Non credo si faccia mettere all'angolo da nessuno perchè non gli concede l'opportunità. Quando non riece a tener testa alle affermazioni che smontano le sue fa sparire i commenti dalla pagina come ha fatto con me.Oltre ad essere preparata e brava c'è da dire che non teme il confronto!
Marilia

Antonello ha detto...

Cerca di fare il suo lavoro, ironicamente mi verrebbe da dire che certe attivita' propositive sono purtroppo svolte da personalita' che farebbero meglio l'avvocato, far sparire i commenti che sviscerano i punti deboli delle proprie ricostruzioni senza prenderne atto o dare una propria risposta lo trovo molto illusorio e scorretto anche verso se stessi oltreche' verso una utilita' della propria attivita'.
Allora ritengo piu' onesto il silenzio, molto piu' propositivo e meno inconsapevolmente depistante, trovo inoltre una sbalorditiva lontananza fra gli assunti che illustra la criminologica ed i dati su cui "dovrebbero" fondarsi, tutto l'impianto era lindo quando le procure seguivano la linea "coppia non a Colle San Marco", sarebbe interessante conoscere se ora che addirittura la motivazione di una sentenza "fine mai" gli riconsegna lampante torto segue coerentemente la sentenza o se si ostina a pensare che pure quella ricostruzione "con impianto lindo" era razionalmente sostenibile nel mondo della logica quantistica e tempistica.
Secondo me e'sbagliato confrontarsi con lei, ci si deve confrontare con la sua ricostruzione, i personalismi hanno sempre poca vita e poco senso e questo ahime' gli riconsegna ragione sinche' si continuera' a confrontarsi inutilmente con lei cedendogli pure innumerevoli accessi.
Ha sempre detto che la coppia non era mai stata quel giorno a Colle San Marco cancellando, anche lei come quasi tutti gli intervenuti, tutte le testimonianze che invece garantivano la presenza della coppia a San Marco, ora il fianco della sua ricostruzione si presta pure alle inevitabili matematiche conferme che arrivano dagli orari dell'impianto di videosorveglianza, quattro piste identiche seguite da cani molecolari sino a ieri in calore e confusi dal profumo di caffe' caldi erano sino a ieri particolari ininfluenti con cui oggi dovrebbe confrontarsi, per non parlare di un cellulare che e' stato, quel pomeriggio, rintracciato quattro volte erroneamente a 3,2 chilometri da Ripe e che oggi riapre scenari diversi.
Io ripeto la provocazione: come mai coloro che sostenevano che una trentina di testimoni ieri confermavano le ipotetiche bugie di P. sulla presenza della coppia a Colle San Marco oggi tacciono e non si chiedono piu' come mai dovrebbero aver errato, in buona fede, qualche loro ricordo????
Ieri erano di sicuro difendibili come utilita' accusatrice certa ed oggi ridiventano trenta testimoni inservibili??? Che rispondano oggi loro alle domande con cui rispondevano ieri a chi cercava di fargli capire che "non ricordo" non conferma ne prova proprio nulla di una ipotetica presenza od assenza della coppia quel giorno al pianoro.

Mimosa ha detto...

Antonello,
la faccenda dell’interruttore della luce trovato staccato dalla Dorinzi è davvero strana. Per me inspiegabile, se vera. E ancora più strano che la Tommolini abbia citato questo episodio (apparentemente minimale, eppur da lei posto in immediato riferimento alla tirchieria di SP), trascurando altre testimonianze più importanti come quella dello stagista Alex.
La domanda sorge spontanea: la Tommolini ha letto sul serio “tutti” i documenti nei fascicoli o ne ha estratto a sorte alcuni?

Tuttavia dobbiamo rettificare – in parte – un altro tiro: quando il conduttore Macciò si recò a casa Parolisi per prendere le scarpe da far annusare al cane (prelevando anche rimmel e lucidalabbra), c’era sicuramente la Dorinzi la quale molto verosimilmente non era arrivata da sola bensì scortata da qualche pattuglia di CC in divisa e in borghese, ecco il motivo della “folla” che Macciò notò nell’appartamentino.

Nella relazione del CNSAS e dal verbale di audizione: il conduttore Macciò, assieme al maresciallo Maurizio Mansi e al responsabile del soccorso alpino, attorno alle ore 22.20 lasciò la casa e alle ore 23 circa, unitamente al capo della squadra dei vigili del fuoco, erano a CSM, dove iniziavano la ricerca partendo dal parco giochi.

Mimosa

Antonello ha detto...

@Mimosa
supponiamo che ci hanno dato da bere del ricino e che invece la coppia finite le famose visite del mattino avesse deciso di partire per Somma dove trascorrere le ferie pasquali.
Supponiamo che M. non disse nulla alla madre solo per fargli gradita sorpresa.
Supponiamo che nel trolley vi fossero realmente i vestiti della coppia che nessuno in fondo ha realmente visto sino a quando l'auto non e' arrivata a casa con P. che era ancora dai CC.
Supponiamo che quindi prima di uscire M. abbia potuto spegnere l'interruttore generale elettrico avendo gia' svuotato il frigo per sbrinarlo come potrebbe essere consuetudine fare.
Supponiamo che la famosa piadina sia un pranzo volante di una coppia che di li a poco deve partire e che ha quindi il frigo gia' vuoto.
Supponiamo che qualcuno menta e che pur di riportare a casa l'auto ed inscenare qualcosa di diverso abbia inventato di sana pianta che in auto non vi fossero i cambi e la borsa della bimba.
Ebbene, l'ipotesi e' una provocazione ma in questo caso l'interruttore spento avrebbe quasi piu' significato logico, qui invece si fa un carpiato nella semantica dei dati inventandosi che il tutto sarebbe dovuto alla tirchieria di P. ottenendo per l'ennesima volta il risultato di "sputtanarlo" dove davvero vi era bisogno di fantasia per riuscire a farlo.
Voglio dire, se la famosa regia del como' esiste ha a cuore l'annullamento morale e dell'immagine oltreche' il buio del fisico di P. e qui io mi perdo e non riesco a comprendere il perche', c'e' qualcuno insomma che fa di tutto per soddisfare la sua convinzione di colpevolezza senza chiedersi i vari perche' e bivi logici su cui invece occorre ragionare e cercar di capire.
Perche' ad esempio un uomo ha anche dei limiti che sono umani e che la donna che lo conosce meglio sa come forzare e portare all'esasperazione, ad esempio dicevo, ma qui anche quella lonrana ipotesi e' impercorribile, non riesce proprio alla regia di considerare che vi possano essere spiegazioni oltreche' prove e tempistiche diversamente credibili.
Quindi, pigliando il particolare dell'interruttore per quello che e', di fondo bisognerebbe pensare che la regia potrebbe essere di chi ha la vera colpevolezza e di chi sta dacendo di tutto per scagliare le colpe ed i sensi di colpa addosso al capro espiatorio.
Belle le culture epiche, va beh un'analisi alternativa.

Mimosa ha detto...

@ Antonello
gli abiti da sistemare nelle valigie erano sul lettone
tu pensi che sarebbero partiti in serata, dopo la visita pomeridiana, di prammatica, al nipotino della cara amica?
Può essere, hai ragione, Melania da brava casalinga avrebbe potuto sbrinare il frigo nel frattempo, anche staccando la corrente ... è normalissimo …
Caspita, ma tu te ne intendi così bene delle cose di casa? Complimenti!

Insomma sarebbero partiti nelle ore serali/notturne, come tanti italiani ... anche se Parolisi disse che dovevano partire il giorno dopo, ricordi la colomba pronta da consegnare al maresciallo della Caserma?
Però, la sera avrebbero potuto mangiare un’altra piadina o una pizza o quello che di fresco restava ancora da smaltire nella dispensa.

Insomma, tu ti poni le domande e ti dai le risposte, bravo!

Mimosa

Antonello ha detto...

@Mimosa
ho premesso supponendo che ci avessero dato da bere dell'olio di ricino mica a caso.
Nella mia elucubrazione onirica, vista l'ora, dicevo di supporre che tutto quello che ci avessero ipoteticamente propinato fossero favolette, spero che sia chiaro che ipotizzavo uno scenario completamente nuovo per provocare il ragionamento su un semplice sato e la sua interpretazione da una parte e l'analisi etimologica dello scarica barile che non si perde occasione per attuare a tutti i livelli.
Per chiarire, il tirchio sarebbe P. con uno stipendietto senza molte ambizioni mentre gli si chiede milioni di risarcimento senza manco aver provato la sua convinta "percezione" di colpevolezza.
Tutto dire, perche' poi una sintesi bisognera' pure sviscerarla, se un uomo viene torturato istituzionalmente senza lo straccio di una prova ma addirittura adducendo ricostruzioni concettualmente arroganti ed impossibili materialmente devo o no cominciare a pensare che gatta sta covando nel nido del cinghiale???
Carissima Mimosa, decenni di discreta e serena solitudine riconsegnano esperienze inaspettate a chiunque, e chi partendo per periodi lunghi non ha mai pensato di sbrinare il frigo??? Tutti, ma io non intendevo esprimere un grado di verosimiglianza perche' il dato dell'interruttore e' veramente particolare, potremmo ipotizzare tantissime altre spiegazioni perche' chiudendo l'interruttore principale elettrico di una casa non si disattiva solo il frigo ma ad esempio eventuali impianti di sorveglianza artigianali piuttosto che varie sveglie di casa, vi sono tante alternative e non restringerei la soluzione del mistero solo al frigo.
Ad esempio nessuno ha scritto come erano le imposte al momento in cui si e' riaperto quell'appartamento, spegnere l'interruttore, ad esempio esterno, avrebbe potuto inibire nel caso di imposte chiuse la vista ipotetica costringendo chi era all'interno ad uscire per ristabilire la semplice luce, non lo possiamo sapere.
Come e' anche possibile che quell'interruttore spento sia riferito all'interruttore interno se la casa ne fosse eventualmente dotata, io parlavo del frigo perche' per paradosso la trovavo una spiegazione sino piu' logica della fantasiosa tirchieria di P.
Allora a questo punto, se si puo' supporre tutto chi impedisce di pensare che magari la tirchia era M.???
Mi spiego??? Non si perde occasione ed anzi la si crea sin dove non vi e' per "distruggere" l'immagine di P. a partire dalla pubblicazione delle sue intimita' e perversioni dopotutto umane e sino ad ora ininfluenti ed insignificanti al caso in esame.
Mi chiedevo anche questo perche' e non solo che gusto possa avere l'olio di ricino, era un simpatico ragionamento composto, un sorvolo notturno.

Anonimo ha detto...

Troppe inconcruenze,molti articoli relativi a questo delitto, spariti dal web.
Vi era un video di CLV ,che non si sa per quale motivo ,sparito dal web. claudio

Anonimo ha detto...

Antonello, complimenti per le tue ipotesi di ricostruzione sui motivi nascosti dietro un interruttore staccato.
Sì potrebbe essere che la coppia aveva intenzione di partire nel tardo pomeriggio.
Gli amici dirimpettai erano al co rrente di questo?
Chi sono questi amici? Sono stati controllati, cosa si sa di loro?
E comunque dall'esterno si sarebbe visto il buio anche se si poteva entrare con una torcia per fare cosa?
Nel pomeriggio del 18 aprile, chi sapeva cosa stava accadendo era sicuro che in casa non sarebbero rientrati i padroni di casa.
Altro mistero questo dell'interruttore staccato, utile solo per dare del tirchio al P?
E' stato tutto costruito a tavolino da un abile regista ed il regista potrebbe essere il colpevole.
E' stato fatto un lavoro di squadra per annientare il P. Perché?
Ma la GUP che GIUDICE è?
Vanna

Anonimo ha detto...

signori scusate se insisto, ma vi sembra normale che un DNA sulle mutandine attribuibile teoricamente sia al padre che al bimbo, venga in concreto attribuito al bimbo e non al padre? E' come sarebbe venuto a contatto con tali mutandine il bimbo? MAH!!!!!!!
Sonia

Anonimo ha detto...

VOGLIAMO PASSARE A COMMENTARE IL NUOVO ARTICOLO DI MASSIMO?

Anonimo ha detto...

@ Anonimo

Quale nuovo articolo di Massimo sul caso Rea ?

Antonello ha detto...

@Sonia
Non mi sembra che negli atti si dia certezza in merito, parlano di componente "y" e di compatibilita'.
Se e' per questo nessuno puo' nemmeno dire con certezza che pure quegli slip fossero di M.
Invece quello che sconvolge sono proprio le certezze di molti, ma che o dico a fa.

Anonimo ha detto...

Parolisi e' colpevole. Mi sembra evidente.

Anonimo ha detto...

@ anonimo delle 14,53

Perché ti è evidente la colpevolezza di Parolisi?
Su quelle mutande c'era il suo DNA?
Sul luogo del delitto c'era il suo DNA?
NON CI SONO PROVE SU PAROLISI ANCORA NON LO VUOI ACCETTARE?
Per caso uno di quei DNA è tuo?
Per caso temi che ti trovino o trovino chi è stato?
Quali interessi hai a dare la patente di assassino a Parolisi?
Cosa e chi vuoi scagionare?
Vanna

Anonimo ha detto...

Antonello ma come gli slip non erano di Melania? E che hanno analizzato gli slip di mia nonna? Inoltre aggiungi che quel dna rinvenuto non era compatibile con il dna del padre del bimbo, dicendo che agli atti non risulterebbe. Ma dove li hai letti sti atti? Ma andiamo....
In base alle notizie promananti dai media(che per quanto riguarda gli slip sono gli unici mezzi di informazione in possesso mio e tuo) quel dna è perfettamente compatibile sia con il padre sia con il bimbo. Ma, a mio avviso è più probabile che ad averlo lasciato sia stato il padre.
Sarei proprio curiosa di sapere in quali atti avresti verificato la non compatibilità...
Sai cos 'è? E che a volte ne spariamo di cavolate!!!
Sonia

Anonimo ha detto...

E no, cara Sonia, io direi che dovresti leggerti la perizia della D.ssa Sara Gino prima di venire a parlare di tua nonna e delle sue mutande e dire che i nostri mezzi di informazione ci vengono dai media. Fai la brava, prima di commentare ancora vai e leggi le pagine che toccano l'argomento Dna.

Anonimo ha detto...

@anonimo delle 17:08 che poi è quello di prima.

Con i tuoi stupidi interventi ti stai coprendo tu di vergogna.
La Ricercatrice Annika non è sparita: qui ci sono tutti i suoi qualificati interventi ancora tutti da smentire.
E' invece vergognoso paragonare la latitanza di Corona al momentaneo giusto silenzio della studiosa
Annika.
Veramente hai un infimo quoziente intellettivo per fare tali paragoni.
La SEMENOGELINA è approdata sulla scena della cronaca con tanto di riferimenti scientifici qualificati e questo lo si deve a lei. E non è stata smentita, è stata misconosciuta da chi non conosce l'INGLESE e quindi ha un basso spessore culturale in materia.
Anonimo era tua quella semenogelina, era tuo qualche pelo raccolto su Melania?
Hai paura?
Vanna

Anonimo ha detto...

la dottoressa gino per mettere dubbi sulla semenogelina dice che alcuni degli esiti dei test sono errati e che in particolare tagliabracci ha confuso i test della saliva e del seme

ma come ha fatto?
anche un ragazzo di 14 anni riuscirebbe a distinguerli

http://www.galantos.eu/images/rsid_all.jpg

ENRICO ha detto...

@anonimo delle 17:08 & Co

Per carità, si può essere legittimamente in disaccordo con le tesi esposte in questo blog dalla stragrande maggioranza dei partecipanti, ma il volerle confutare controbattendo con interventi “anonimi” di così infimo spessore è solo una conferma in più ( come se ce ne fosse bisogno !!) del bassissimo livello intellettuale, civile e culturale degli autori di tali periodiche squallide scorribande

Antonello ha detto...

@Sonia
forse prima di controbattere dovresti leggere bene cosa un commento esprime, perche' dici a me di non aver letto gli atti e poi confermi in pieno cosa io ho scritto nel commento che convintamente, pure, contesti.
Deciditi o io non avrei letto gli atti o non li hai letti anche tu, a riprova ti riporto integralmente il commento che contesti, ti pregherei di dirmi dove e' che smentirei la "compatibilita'" di cui tu dal punto di vista personale ti dici convinta sia invece una verosimilita', forse e' solo una questione di comunicazione e ricezione:

"... @Sonia
Non mi sembra che negli atti si dia certezza in merito, parlano di componente "y" e di compatibilita'.
Se e' per questo nessuno puo' nemmeno dire con certezza che pure quegli slip fossero di M. 
Invece quello che sconvolge sono proprio le certezze di molti, ma che o dico a fa.."

Io contestavo le certezze che molti hanno e nello specifico era chiaramente provocatoria l'ipotesi degli slip che mi domandavo se fossero di M., ma anche no, l'ipotesi era inoltre identificabile spero come tale.
Certo che se te poi confermi che negli atti si parla solo di compatibilita' non vedo cosa aggiungi di diverso a quello che semplicemente anticipavo io, ne tantomeno mi dai modo di capire cosa contesteresti.
L'obiettivo era quindi lapalissiano fossero le "certezze" in toto che proprio gli atti che ami citare sconfessano in pieno, perche' scusa, che quel dna sia del padre tu stessa premetti che e' una tua convinzione, mica citata negli atti.
Non ti preoccupare, capita anche a me di non comprendere a volte alcuni commenti, certo che e' curioso il riferimento a cui ti riferisci contestandomi di non aver ben chiari gli atti, sdoppiamento di interpretazione.
La piglio in simpatico spirito competitivo, ma che o dico a fa.

Anonimo ha detto...

http://www.oggi.it/posta/lettere/2012/11/27/omicidio-rea-quattro-tracce-non-fanno-un-assassino-risponde-giangavino-sulas/

Simona ha detto...

non c'è niente da fare anonimo quella ivana e adesso la sua amichetta maura sono testarde...sono quasi 2 mesi che gli spiegano il fatto di Ranelli..ma nulla!

Anonimo ha detto...

vi prego di intervenire, se potete, nella pagina facebook qui di seguito postata, relativamente al confronto sul delitto Rea. Troppe versioni di comodo...

https://www.facebook.com/robertabruzzonecriminologa

ENRICO ha detto...

un professionista che "chatta" su facebook argomentando su sue beghe personali non è un professionista serio

Leggere, e men che meno rispondere a queste sciocchezze , oltre ad essere una inutile perdita di tempo è oltremodo squalificante

Mimosa ha detto...

Ben detto ENRICO!
e neanche darle il gusto di veder alzare il numero dei "visitatori" !

Anonimo ha detto...

Tagliabracci non ha eseguito l'autopsia da solo, ma con testimoni ed assistenti.
Nemmeno l'uomo delle pulizie potrebbe aver confuso i test della semenogelina con quelli salivari.
A parte il fatto che c'è scritto sopra..
Tagliabracci ha nominato la semenogelina TRE VOLTE in perizia.
Una sostanza la cui presenza ha delle implicazioni molto gravi, sarebbe in realtà frutto di un errore?

Tra Tagliabracci e tutti i presenti, nessuno escluso, nel visionare e testare ogni aspetto dell'autopsia su una ragazza morta accoltellata con le parti intime esposte, il test della semenogelina era doveroso!

E nessun assistente si sarebbe accorto di un eventuale errore?

NOn ci credo e non ci crederò mai.

Tra l'altro MAI E POI MAI i test della semenogelina sarebbero confondibili con quelli SALIVARI, che, detto tra noi, hanno dei tempi molto più stretti di rilevazione.

Se la semenogelina arriva a 48 ore di rilevabilità..
i test salivari arrivano forse a.. 24h?

Quei test salivari sono un falso.
Non sono presenti nelle perizie ufficiali e sono arrivati alla dottoressa Gino su un cd a parte.

Non si è riusciti a smentire ciò che la semenogelina gridava, e allora si è deciso di negarla, questa è la verità.

Anonimo ha detto...

Annika, questo tuo ultimo intervento(sotto le spoglie dell' anonimo del 25 gennaio ore 11:49) è apprezzabile, ma spero che più che a noi tu vada a riferire tali tue certezze al Prof Giardina. Noi, sul tema specifico, siamo ignoranti come le capre. Ti potremmo anche credere(e molti di noi lo fanno) ma, a mio onesto e modesto avviso, credo sia più opportuno che tu riferisca queste tue convinzioni perlomeno agli "amici" della difesa, i quali, meglio di chiunque altro, potranno valutarle e corroborarle. Con stima
Cinzio

Anonimo ha detto...

ehm... no.
Non sono Annika.

Anonimo ha detto...

In quanto alla difesa, dal mio modesto ed inutile punto di vista stanno buttando alle ortiche una proficua merce di scambio. DO UT DES

Anonimo ha detto...

Forse ma, CUI PRODEST?

Anonimo ha detto...

Sempre nella.. Vittoria, per esempio.

Anonimo ha detto...

Inutile che tiriate in ballo Giardina, lui lavora per la difesa.

Anonimo ha detto...

Inutile che tiriate in ballo Giardina, lui lavora per la difesa." ...che lavora per l'accusa !

monic@ ha detto...

scusate ma nn capisco tanto silenzio....
è x caso in atto uno sciopero dei commentatori di questo blog?

Anonimo ha detto...

Leggete come si pronuncia Ilaria Mura, la quale conosce molto bene questo caso. Riflettete soprattutto su cosa sostiene in relazione al rapporto sessuale...non fa altro che confermare quanto si va dicendo in questo blog ormai da quasi un anno
Cinzio

http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2012/10/19/CASO-MELANIA-REA-Ilaria-Mura-ergastolo-a-Salvatore-Parolisi-Ancora-troppe-domande-senza-risposta/330679/

Mimosa ha detto...

Sere fa Stella ha riportato passi della Memoria Difensiva dove c’era anche questa frase di Giardina :
«Chiediamo che ovviamente venga fatto un esame approfondito di questo materiale genetico per verificare quali possano essere questi uomini che hanno lasciato tracce sul corpo di Melania».
È inutile domandarci perché non sono stati fatti questi ulteriori esami, la ragione è semplice: perché costano!!
La Procura fin dall’inizio aveva un sospettato ideale, non c’era necessità di spendere soldi pubblici per approfondire (i Tribunali sono in crisi, anche se la Procura di Bergamo ha speso milioni di euro per i 12 mila dna).
Certo, la Difesa poteva chiederli a proprie spese, ma chi assicurava loro che Parolisi avrebbe potuto pagarli? A quell’epoca il gruzzoletto era sicuramente stato valutato come appena sufficiente per le spese processuali e gli avvocati con i loro staff inclusi i consulenti di parte non fanno volontariato!
Al momento sicuramente sono già in credito e non mi posso immaginare come i suoi famigliari stiano vivendo, ipotecando le abitazioni e chissà quanto altro. Non per fare i conti in tasca ad altri, ma evidentemente i Rea stanno meglio, però credo che anche loro ormai stanno contando gli spiccioli, specie se il loro esimio legale intende avvalersi del cotanto team con le infinite diramazioni.
E’ davvero mostruoso pensare che un cittadino per difendersi, specie incolpevole, debba dissanguare sé stesso e i parenti per un paio di generazioni!
Altrimenti, niente analisi supplementari, niente perizie, niente ricerca di prove … vince l’accusa con le carte truccate che ha in mano.

Senza contare i milioni di risarcimento che le parti civili hanno chiesto … chiaro, i legali lucrano la loro percentuale anche su questo, si sa!
Ma avete visto quanta parentela Rea si è voluta schierare per avere i danni? Da dove saltano fuori?

Mimosa ha detto...

Liquidando la faccenda in quei termini, la Tommolini ha deliberatamente ignorato la decina di elementi, presenti sul luogo, estranei al Parolisi e comprovanti dna sconosciuti, maschili e femminili, ad esempio sulla siringa, sulla bottiglia d’acqua peraltro intatta, sulla cintura …
E’ mai possibile che si stravolga così palesemente il principio costituzionale e che tocchi all’imputato dimostrare la propria innocenza?
Abbiamo già visto che l’altro sacrosanto principio del padre del nostro diritto, il diritto romano, “in dubio pro reo” viene vanificato dall’introduzione del “libero convincimento” del giudice, che annulla la certezza che “la legge è uguale per tutti”, ora ci è toccato vedere che indizi in altre direzioni sono trascurati perché costa il loro approfondimento.
Un esempio: sulla fibbia in metallo dei pantaloni di Melania ci sono tracce di dna maschile sconosciuto, ma quale donna si fa toccare la fibbia dei pantaloni se non da una persona che le è intima?
E attenzione! Non è che un semplice contatto fugace possa lasciare tracce, il transfert materiale avviene solo se c’è manipolazione per qualche secondo di più. Noi perdiamo cellule epiteliali continuamente, l’epidermide si sfalda ad ogni minuto della nostra vita, gran parte della polvere delle nostre case la produciamo noi stessi e tante scorie si posano sugli oggetti. Come mai sulla fibbia di Melania c’è dna di estranei e non c’è menzione del dna suo? La spiegazione da ignorante come me sarebbe che qualcuno ha posizionato le sue mani nude sopra, in modo da far scomparire le tracce precedenti.
Però nessuno ha parlato di dna sulla zip. È stato cercato? Di chi è?
Se uno mi tocca la fibbia di cintura e poi mi trovo con i pantaloni calati, molto presumibile mi ha messo le mani anche sulla chiusura lampo, oppure, cedendo all’atmosfera (sic!) sono stata io stessa a continuare …
Presumibilmente, visti i pantaloni scesi, Tagliabracci ha dato per scontato che se li sia calati lei, ma almeno la Gino o Bruno, avendo avuto sotto mano i jeans e il report dei RIS sulla fibbia, perché non hanno approfondito? Immaginate quante cellule epiteliali lasciamo sulle cerniere?
Non è anomalo che non ci fossero dna e impronte di Melania sul meccanismo di chiusura dei pantaloni, mentre sulla fibbia un dna estraneo c’era?
E non è strano niente “impronte” sul metallo?
Insomma: perché “dna” e non “impronte”?
Guanti o non guanti?

Mimosa

anna ha detto...

Qualcuno nel blog ha chiesto ha chiesto chi sono le persone le si trovavano a San marco mentre melania scompariva...........le persone erano Sonia ,quando chiama Melania il suo cellulare aggancia la cella telefonica di san marco e non di folignano,e Paciolla il suo telefono era nelle vicinanze di colle san Marco, a frazione colle con la sua amante........
Ma a san marco si trovava anche la cugina di Sonia.....quante coincidenze......
Salvatore e Melania erano a san marco già alle 14,50 a quell'ora nessuno delle persone che hanno reso testimonianza erano a san marco, sono arrivate tutte dopo quindi le loro testimonianze non hanno nessun valore......

il corpo è stato trovato aripe, gli inquirenti dovevano concentrare le ricerche a Ripee verificare con i militari se qualcuno aveva visto parolisi a ripe ,ladove si dice sia il luogo del delitto....
se i militari hanno dichiarato che la macchina di Parolisi non è passata ma sono passate altre macchine è chiaro che parolisi a ripe non c'è mai stato anche perchè non avrebbe avuto il tempo.

Mi ha colpito ciò che ha detto una persona del blog,i vicini di casa non attenzionati e osservati.......

La tommolini nella sua esposizione dei fatti ha inserito un nome: Patrizia Federici come persona che ha dato il ciuccio alla bambina...........

in passato io feci notare come nell'ordinanza di arresto di Parolisi ci fossero scritti i nomi che Parolisi fece come amici e vicini di casa, c'erano sia Patrizia Federici che Mauro Mantovani il marito......ma nelle varie dichiarazioni agli atti non risulta nessun interrogatorio fatto a queste due persone anche solo per chiedere se avevano visto i coniugi parolisi partire da Folignano......a suo tempo segnalai l'anomalia e la stranezza .Perchè gli inquirenti hanno ascoltato il paciolla e la moglie, sonia e il marito e non quest'altra coppia?
Si è volutamente omesso di indagare su Melania, chi frequentava dove andava in assenza del marito.......
questa coppia mantovani -federici abita nella stessa pallazzina di melania........

La Tommolini che mette agli atti ilnome di Patrizia Federici mi lascia molto da pensare perchè nessuno ne ha mai parlato.....

la tommolini ha fatto una sentenza per paura,non scordatevi che subì un attentato con l'incendio della sua macchina e secondo me le minacce sono continuate...

Anonimo ha detto...

Si ANNA, hai ragione. Nonostante le minacce pero' la Tommolini, che non e' affatto scema, si accorge che e' stata aggirata una certa domanda specifica da lei posta ai suoi periti super partes di fronte ad una signora Rea che quasi sveniva sul posto: il rapporto sessuale. E infatti nelle motivazioni della sentenza se ne infischia altamente delle insistenti considerazioni di carattere puramente personale della Gino e del cenno di approvazione di Bruno e ricopia Tagliabracci e la perizia autoptica, parlando nuovamente di semenogelina positiva, seppur debole. Chissa' se la difesa ha colto il messaggio?

Tra il 18 e il 20 aprile Melania, viva o morta, e' stata toccata per diverse decine di secondi da almeno 4 uomini: DNA su polpastrelli, sotto le unghie, sulla fibbia della cintura, sulla giacca. Quei DNA e quegli uomini sono tutt'oggi sconosciuti. Inoltre sui suoi slip c'era DNA di un Sirocchi, o Viviani? Che la semenogelina appartenga ad almeno uno di tutti questi uomini? Se Tagliabracci ha fatto il test della semenogelina e la linea di positivita' e' apparsa, magari davanti ad altre 3-4 persone presenti in autopsia, e se di conseguenza ne ha DOVUTO scrivere nella perizia pur comprendendo la serieta' e le implicazioni dell'esito di tale test, foto non foto o photoshop a seguire, quella semenogelina a qualcuno DEVE per forza appartenere. Tuttavia Parolisi e' escluso dall'unico esperto esistente al mondo che, casomai, poteva rimetterlo in gioco: il Dr Reich in persona.

La difesa avra' afferrato il concetto, ossia la tacita richiesta implicita della Tommolini a riprendere proprio da li'?

monic@ ha detto...

... la difesa....
Ogni volta che ascolto il duo B&G nei vari talk penso a Parolisi e mi viene a mente un vecchio detto: "Dagli amici mi guardi Dio che dai nemici mi guardo io"....

Anonimo ha detto...

Anonimo delle 8:36 del 27 gennaio 2013, pare che tu sappia tante cose. Delle due l'una: credo tu sia imparentato/a con il grande mago Otelma - ai più noto come il divino -, oppure, in alternativa, presuppongo tu abbia dirette conoscenze con un altro eccelso rappresentante del mondo paranormale: il mago Forester.
Ti prego, non nicchiare, svelaci l'arcano.
Sasà

Manlio Tummolo ha detto...

Cara Mimosa,
anche per questo aspetto finanziario molto importante, che tu rilevi giustamente con attenzione, sarebbe opportuno creare quella commissione mista, con esperti, scelti ma non pagati dalle parti, durante il processo nei suoi vari gradi, e solo alla fine di questi, determinata la responsabilità di Tizio o di Caio, si farebbe pagare quanto è dovuto al responsabile del fatto.

Mimosa ha detto...

Caro Manlio, hai ragione, sarebbe necessaria una bella regolatina al sistema periti e perizie, anche così come proponi tu ci si avvicinerebbe ad una giustizia uguale per tutti, mentre ora la bilancia pende solo dalla parte di chi è abbiente.

Anonimo ha detto...

Sant`anna delle certezze

SENZA NOME ha detto...

@ agli irriducibili “colpevolisti” assenti/presenti in questo blog

- CHI ha spento il cellulare di Melania alle 19.10 del 18 aprile

- CHI e QUANDO ha cancellato il traffico telefonico dalla memoria del cellulare di Melania

- CHI ha compiuto il vilipendio del cadavere ( l’ averlo attribuito al Parolisi, da parte del GUP, negli unici due limitatissimi spazi temporali “liberi” da aleatori controlli è una forzatura paradossale e una ipotesi improponibile)

- CHI ha riacceso il cellulare ore 07 :00 del 20 aprile

- a CHI appartiene la Sg ancora rilevabile dal test vaginale il 21 aprile dopo ca 2 giorni dal decesso

- PERCHE’ le operazioni di ricerca hanno avuto esito negativo nonostante la localizzazione NUE del cellulare di Melania fosse già stata effettuata e individuata fin dalle ore 16.53 del 18 aprile

Mimosa ha detto...

Non c’è dubbio che le Motivazioni redatte dalla Tommolini per suffragare la condanna fanno acqua da tutte le parti, come è evidente per ognuno di noi che il giudice ha dato un contentino a ciascuna delle parti: alla Accusa e alla Parte Civile riconoscendo Parolisi colpevole, alla Difesa accreditando la presenza della famigliola a CSM. Ed ha fatto salti mortali per conciliare ciò, rendendosi meno credibile di un teste inattendibile.
In primis ha stravolto in pieno la ricostruzione fatta da due Procure proponendone una terza che non sta in piedi (tra l’altro facendo un favore alla Difesa giacché è talmente risibile che anche i colpevolisti convinti ne sghignazzano), in secondo luogo ha dato su un piatto d’argento alla Difesa un fattore di estrema importanza che il collegio dei legali non aveva nemmeno provato a dimostrare con la dovuta insistenza, ossia la presenza di Melania alle altalene, vista la caterva di testimonianze “fasulle” portate dai PM e il discredito sul cane Piergiorgio, il suo addestratore e sulla categoria intera.
La parte civile ha fatto la voce grossa e la difesa si è ammutolita (nonostante la grinta che crede di avere e a volte dimostra). Sarebbe bastato smontare 50 delle 52 presenze, tutte a CSM “dopo” le ore 15-15.15. Sarebbe bastato insistere per far rintracciare i ciclisiti e i motociclisti che avevano detto di aver incrociato sulla strada una donna simile a Melania. Tutti costoro non potevano essere individui “non attendibili” come il tizio che raccontò di Melania salita in una macchina scura con le portiere aperte e con due donne e un uomo dai capelli brizzolati …
Sarebbe bastato deridere la seconda e la terza relazione di Tagliabracci e C. e insistere sulla prima stesura della dott. Canestrari: decesso della vittima nelle ore notturne tra il 18 e il 19 aprile, anche per cavare dagli impicci il povero prof Bruno aggredito e smontato sul piano professionale da Introna.
Tanto poi si è visto che alla Tommolini non sono servite le perizie super-partes…interpretate a loro comodo solo dalla parte civile …

Il rispettabilissimo Giudice inoltre ha lavorato molto di fantasia, anche questo è stato sottolineato da tutti colpevolisti e non, ma non ha portato 1 (una) prova e nemmeno ha fatto combaciare gli indizi, anzi non ha preso in considerazione nemmeno 1 (un) indizio … ovverossia uno lo ha tirato fuori di sua propria iniziativa: la tirchieria di Parolisi (riportando un passo di un’intercettazione in cella su quanto costano l’affitto, la corrente eletrrica e il latte artificiale). Indizio che non è assolutamente pertinente. Come si concilia questa lamentela (chissà in quale contesto pronunciata) con il fervore sessuale che – per il Giudice – sarebbe stato alla base del raptus omicidiario?
Una gran brutta e fragile accozzaglia di convinzioni …

In conclusione di questa mia personale riflessione, ritengo che i giudici d’Appello avrebbero tanti elementi per ribaltare la sentenza, annullando in toto la condanna,
tuttavia non sono proprio tanto sicura che i PM, il clan Rea e i suoi legali (incluso il team tecnicolor di cui si avvale) rimangano docili docili … temo stiano affilando le armi con contromosse a tradimento, giocando il massimo sporco che possono.
I casi di Knox- Sollecito e di Brusco sono stati eclatanti, scossoni non poco dolorosi per la Magistratura come istituzione, e se ora si susseguono altri simili, come l’assoluzione di Parolisi, l’intero sistema Giustizia rischia il tracollo. E a Teramo ci penseranno bene, istruiranno a dovere la giuria…

Mimosa ha detto...

Nelle Motivazioni la Tommolini ha scritto che un assassino ‘altro’ che non fosse Parolisi « non avrebbe avuto alcun motivo di tornare sul posto e vilipendere il cadavere con modalità piuttosto artigianali ed improvvisate».
Che il vilipendio del cadavere sia stato eseguito con modalità piuttosto artigianali ed improvvisate, credo siamo tutti d’accordo, ma il pezzetto precedente suscita la mia obiezione: l’assassino non aveva avuto alcun motivo di tornare sul posto e vilipendere il cadavere?
Certamente non aveva alcun motivo Parolisi.
A lui, se voleva indirizzare l’attenzione degli investigatori verso un tossicomane occasionale killer, sarebbe bastato disseminare intorno al corpo qualche oggetto attinente alla droga, ma non creare quello scenario dove un laccio, un pistone, un cappuccio e una siringa sono sistemati ad arte con un senso simbolico!
Inoltre, che motivo avrebbe avuto il Parolisi a incidere le carni della moglie con segmenti che anche essi hanno un senso simbolico?

Invece, un altro soggetto che non Parolisi avrebbe avuto un solo motivo per tornare sul posto e vilipendere il cadavere: distruggere l’immagine di quella bella e desiderabile donna, amata e odiata, lasciando una firma, la propria firma affinché qualcuno capisca e intenda …
E non si tratta di un drogato anche se la droga potrebbe entrarci nel movente.
È tutto lì il grosso mistero, a cui gli inquirenti non hanno potuto guardare.

Kris ha detto...

Il sistema Giustizia di abbagli ne prende continuamente, non è accettabile che un innocente debba per forza essere condannato.
Se la famiglia non vuol sapere chi ha ucciso la figlia vuol chiaramente dire che...
Quando dico questo puntualmente vengo contestata ma non importa, resto convinta che la famiglia sappia perfettamente che SP è innocente.

Anonimo ha detto...

Mimosa perché sostieni che 50 dei 52 testimoni sarebbero arrivati a CSM solo dopo le 15:00? Che film hai visto?
Sasà

Mimosa ha detto...

@ Sasà
basta leggere bene le carte!

Anonimo ha detto...

Mimosa, ma quali carte? leggerle o fumarle, le carte? Io le ho lette tutte e figurati se i giudici vanno a scrivere che 50 sono arrivati dopo le 15:00.... Ma perché scrivete cose così fantasiose?
Sasà

Mimosa ha detto...

@ Sasà
evidentemente non hai fatto la cronometria delle presenze a CSM
o forse ti è sfuggita ...
Non è una mia fantasia, è una ricostruzione arbitraria della accusa.
Rivai a leggere bene l'Ordinanza che riporta le testimonianza e poi leggi anche l'articolo di Massimo Prati sul tema.
Fidati!
Mimosa

Mimosa ha detto...

Beh, non ho dato il numero esatto al centesimo, giacché Parolisi ha detto di aver visto un gruppetto di ragazzi intenti a giocare pallone e incociato una coppia di anziani
ad ogni modo la stragrande maggioranza delle persone rintracciate è arrivata dopo le 15
le carte che io non ho fumato perché stanno ancora lì lo dimostrano.

Anonimo ha detto...

ma che cosa mi racconti? le ordinanze del gip di ascoli e di teramo le ho lette benissimo e figurati se questi due giudici(che ti vorrei ricordare: hanno autorizzato la richiesta di custodia cautelare in carcere) hanno riferito che TUTTI(dicasi tutti) i testimoni sono arrivati prima delle 15:00. Postami gli stralci dell'ordinanza in cui si sostiene quello che dici. Non potrai mai postarmela, perché quello che tu sostieni non corrisponde al vero, ma è solo un chiacchiericcio sterile, fantasioso, che a poco serve...
Sasà selvaggio

Mimosa ha detto...

@ Sasà selvaggio
ma fammi il piacere ...
Mimosa

Anonimo ha detto...

dai, non scrivere più sciocchezze e ti perdono
Sasà

Mimosa ha detto...

dai, non scrivere più sciocchezze e ti perdono io
Mimosa

Anonimo ha detto...

amore, che fai, mi emuli? dai, ti voglio bene, sei uno splendido fiore, ma basta scrivere berlusconate!

Mimosa ha detto...

Sasà anche tu mi piaci, se non scrivi cavolate
mimosa

Mimosa ha detto...

Sasà, parliamo di altro?
Hai qualche altra idea in quella testolina?

Anonimo ha detto...

SASA', che in questo caso diventi SOSO', perche pensi di sapere tutto, dovresti informarti meglio, prima di fare affermazioni senza nè capo nè coda.
Leggi quanto ha scritto Massimo Prati, in proposito, dopo di chè ti sarai dato certamente una calmata.
La signora MIMOSA non ha mai detto sciochezze (e questa affermazione non è perdonabile), E stata ed è, sempre di estremamente esatta.
Tanto ti dovevo.
Carmelo FALCE

Mimosa ha detto...

Ben tornato Falce!
Mimosa

Anonimo ha detto...

Minkia Carmelo,
Carmelo, dal nome e dallo charme presumo tu sia Scozzese. Però hai lo spirito anglosassone, quindi potresti anche essere londinese.
Ad ogni modo sei simpatico e nella tua euforia mi suggerisci di leggere l'articolo di Massimo Prati: è la prova inconfutabile della presenza dei 50 testimoni a CSM dopo le 15:00. Cazzo, lo avessero saputo Biscotti e Gentile, lo avrebbero immediatamente acquisito agli atti.
Mimosa, io penso di essermi innamorato di te, mi hai rapito...
Sasà

Mimosa ha detto...

Sasà, forse non hai capito, questo è un blog di persone serie anche se scherzose.
Hai altre opinioni da presentare?
Le ascolto volentieri.

Mimosa
(seria, scherzosa e ... pericolosa)

Anonimo ha detto...

Minosa, mi intrighi sempre più..
di dove sei?
Sasà

Mimosa ha detto...

Sasà selavggio e pure siciliano se il mio intuito non mi inganna
cosa c'entra questa tua domanda col caso Parolisi?
Commenta le altre frasi dei miei due post delle 19:01 e 19:32 se hai colto altro di interessante, altrimenti stai perdendo solo tempo.
O ne hai di avanzo?

Mimosa

Unknown ha detto...

Sai che c'è, che a me come Sasà non stai affatto simpatico (mi piacevi di più con altri nomi), specialmente perché ti affidi alle uniche carte che ti è da subito piaciuto leggere.

Forse non te ne sei accorto, ma ora sappiamo che quelle carte sono in parte false, visto che chi le ha scritte ha barato sin dall'inizio (vedi l'orario del chiosco portato in avanti di cinque minuti e passa). Ora sai che il Biscotti e il Gentile a quegli scrivani che non han saputo far di conto, li avevano sgamati e il giudice ha dato loro ragione. Quindi, non per farti cambiare idea ma per farti smettere di riportare testimonianze prese da una serie di documenti parzialmente falsi, a detta delle motivazioni del giudice Tommolini (e chi ci dice che il resto è scritto in verità?), potresti leggerti il ricorso della Difesa e smetterla di dire che sai tutto tu, che tu hai ragione perché riporti quanto hanno scritto
persone capaci di travisare i fatti e scrivere quanto più poteva aiutarli a far restare in carcere l'indagato.

Perché chi tu citi, renditene conto perché è questo che traspare dalle motivazioni del giudice che ha ignorato anche la loro ricostruzione, o ha scritto sapendo di mentire o è incapace di indagare nella maniera giusta. Vorrai mica mettere in discussione la sentenza che ti ha dato ragione?

E qui credo sia ora di chiudere un conflitto sterile che, viste le tue certezze, le tue chiusure, non porterebbe a nessuna discussione degna di questo nome.

Massimo

Anonimo ha detto...

hai ragione massimo, scusami. Come ho potuto non pensarci prima
Sasà

Anonimo ha detto...

MINGHIA ZAZA'
Non hai nemmeno indovinata la mia origine. Ma, stai tranquillo che e terrestre. Ma tu da quale minghiopoli salti fuori?...oh, scusa, volevo dire: da quale zazopoli provieni?
Ritirati, come un viperotto, nel tuo buco. La tua presenza appesta l'atmosfera di questo blog, non adatta a zazopoliti come te. Massimo, scusami i neologismi, e non negarmi la degna risposta che merita un saputello da quattro soldi, appunto come sasà, alias zazà alias...meglio che mi fermi.
FALCE




Anonimo ha detto...

Biscotti e Gentile con gli impeccabili atti difensivi, hanno portato il giudice a confermare la presenza della famiglia Parolisi a Colle San Marco, in poche parole la difesa ha vinto già l'appello e questo la Tommolini (e non solo) lo sa....

Anonimo ha detto...

@ Falce
Sei un gran simpatico, ben hai risposto: la risata è il miglio condimento per certa gente!
@ Anna
Bentornata con i tuoi appunti di viaggio sempre precisi!
E' interessante l'analisi che fai del riferimento al ciuccio che Patrizia Federici avrebbe dato a Vittoria, e al marito di questa
Mauro Mantovani.
Perché la GUP li nomina?
Chissà?
Ho sempre pensato che LEI ha scritto quel testo apparentemente
colpevolista su impressioni " femminili ", diciamo così.
In realtà quel testo si apre a nuove chiavi di lettura non colpevoliste, perché si può smontare.
Forse è stata impaurita e sembra che LI abbia ascoltati,invece ha accontentato capra e cavolo.
Continuo a pensare che è una donna
molto creativa.
Che B&G ne sappiano approfittare.
Vanna

Manlio Tummolo ha detto...

Molto interessanti, direi emozionanti, questi ultimi interventi degli automi. Ormai la macchina prevale sull'uomo e lo usa come appendice del proprio sistema.

ENRICO ha detto...

Guardate un po’ quanti avvoltoi si stanno arricchendo con questa tragedia !

http://www.youtube.com/watch?v=K3rgeuWc3zI

Gabridget ha detto...

Buonasera...
ma il fatto che dal web sia scomparsa l'intervista a Sonia Viviani fatta a "Chi l'ha visto" non vi da da pensare? E' l'unico video riguardo il caso che è coperto da copyright... stranamente...

ENRICO ha detto...

@ Gabridget

hai ragione. E' scomparsa quella trasmessa da "chi l'ha visto ? "ma io ho trovato questa mandata in onda a Porta a Porta.

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-3a132ef4-3be4-44b9-a437-780150bcb0bb.html

Simona ha detto...

sono spariti molti video sul web...è una cosa davvero strana..guarda caso hanno tolto quella dove Sonia ha dei laptus e dove dice tante cose piene di contraddizione!

Manlio Tummolo ha detto...

Avevo promesso a Mimosa, e indirettamente a tutto il blog, a proposito del "PROGETTO MONARCH", di trovare un antico (ormai) articolo di "Selezione dal Reader's Digest", sui metodi di guerra neurochimica con effetti psichici di rivesciamento delle tendenze istintive. Ho fatto alquanta fatica, perché, come spesso avviene, si mettono le cose in un certo posto e poi ci si dimentica completamente del posto.
L'articolo a cui mi riferisco è stato pubblicato dalla celebre rivista nel lontanissimo ottobre 1959 col titolo "E' possibile una guerra senza vittime ?" (pagg. 107 - 112), scritto da Charles D. Rice, come "condensato" di uno scritto pubblicato su "This Week Magazine".

Nella pagina di inizio si vede una figuretta che rappresenta un gatto completamente terrorizzato da un topo (come se lo vedesse gigantesco), e la descrizione riassuntiva:
"I prodotti psicochimici - nuovi e strani mezzi bellici che non uccidono, non incendiano e non distruggono - ma che possono immobilizzare eserciti e città": in sostanza l'ideale di chi vuol vincere senza alcun costo, neppure tra gli avversari, salvo però devastarne completamente la volontà ed i comportamenti.

L'articolo è, per l'esattezza, un'intervista al generale americano in pensione William M. Creasy: tutta gente ormai morta e sepolta (segue).

Manlio Tummolo ha detto...

Avevo promesso a Mimosa, e indirettamente a tutto il blog, a proposito del "PROGETTO MONARCH", di trovare un antico (ormai) articolo di "Selezione dal Reader's Digest", sui metodi di guerra neurochimica con effetti psichici di rivesciamento delle tendenze istintive. Ho fatto alquanta fatica, perché, come spesso avviene, si mettono le cose in un certo posto e poi ci si dimentica completamente del posto.
L'articolo a cui mi riferisco è stato pubblicato dalla celebre rivista nel lontanissimo ottobre 1959 col titolo "E' possibile una guerra senza vittime ?" (pagg. 107 - 112), scritto da Charles D. Rice, come "condensato" di uno scritto pubblicato su "This Week Magazine".

Nella pagina di inizio si vede una figuretta che rappresenta un gatto completamente terrorizzato da un topo (come se lo vedesse gigantesco), e la descrizione riassuntiva:
"I prodotti psicochimici - nuovi e strani mezzi bellici che non uccidono, non incendiano e non distruggono - ma che possono immobilizzare eserciti e città": in sostanza l'ideale di chi vuol vincere senza alcun costo, neppure tra gli avversari, salvo però devastarne completamente la volontà ed i comportamenti.

L'articolo è, per l'esattezza, un'intervista al generale americano in pensione William M. Creasy: tutta gente ormai morta e sepolta (segue).

Manlio Tummolo ha detto...

Misteri della tecnologia: al solito si blocca, senza ragione apparente, poi ne spara due in un colpo !

Proseguo: il generale americano giustifica questa tecnica che, a suo parere, produce una follìa solo provvisoria, col fatto che i Sovietici facevano studi analoghi.
Suppongo che tali armi (nel caso pspecifico si trattava di un gas) non siano mai state adoperate i caso di guerra effettiva, dato che vennero considerate troppo pericolose. Il generale fa una domanda secondo lui retorica, dicendo: "... Preferireste essere reso 'temporaneamente' pazzo, cieco o paralizzato da un agente chimico... o essere bruciato vivo da una bomba incendiaria convenzionale ?" (p. 108, II colonna). Uno sarebbe tentato di scegliere la follìa o cecità provvisorie, se non gli restasse il dubbio che potrebbe restare cieco e folle per sempre, per cui forse sarebbe meglio essere rapidamente arrostito e rosolato al punto giusto.

Comunque, questa tecnica non risulta avesse avuto seguito, per quanto sappiamo che l'uso di armi chimiche (gas soprattutto) non è per nulla mancato.

Viceversa, la finalità di poter agire sul sistema nervoso con procedure varie (puramente psichiatriche o miste), in modo da ridurre il soggetto alla propria volontà, sono presumibilmente continuate e possono aver avuto come "erede" proprio un PROGETTO MONARCH o analogo.

Manlio Tummolo ha detto...

ERRATA CORRIGE:

Ultimo capoverso: "Viceversa, le finalità... sono presumibilmente continuate...".

Del resto, si tratta di finalità che, in forma attenuata e molto meno aggressiva, vigono anche in materia di concorrenza economica (convincere gli altri a comprare questo prodotto invece di altri, o ad utilizzare queste tecnologie di comunicazione, invece che altre: classico esempio, l'uso del cellulare).

Kris ha detto...

Onestamente in questa vicenda non mi sorprende più niente.
In quanto al "Progetto Monarch"...mi mette i brividi.

Anonimo ha detto...

Manlio buongiorno.
Mi viene un'idea: perché mesi fa R.R. fu cercata in una zona militare intorno a Pisa?
Anche in questo caso potrebbe entrarci il Progetto Monarch?
Certo è che il marito disse che dormiva, non ricordava, si sentiva confuso e R. aveva accusato delle amnesie.
Anche R. come Melania era molto bella e non passava inosservata.
Vanna

Anonimo ha detto...

@Vanna
Roberta fu cercata in una zona militare vicino a Pisa perche' tale base e' circondata da una pineta vasta e fitta dove e' facile nascondere qualcosa. E' la famigerataTOMBOLO del dopo guerra che i piu' anziani senz'altro ricordano. La base e' una base americana Campo Darby costituita alla fine della guerra, mai piu' smantellata con bunker sotterranei che servono a custodire armi le piu' varie (missili e si dice anche testate nucleari). Non ha niente a che vedere con il progetto Monarch.
Alex

Manlio Tummolo ha detto...

Sinceramente, cara Vanna, non ho alcuna idea di questo. Se posso esprimere un'opinione personale in merito alla bellezza fisica delle due donne, sceglierei Roberta, malgrado io sia attratto più dalle brune che dalle castane (è questione di lineamenti del viso, sguardo, espressione mimica). Ma comunque questo nulla c'entra con la domanda. Se l'hanno cercata da quelle parti, potrebbe darsi che avessero qualche indizio.

Tra le due donne una differenza significativa per i fini di un'indagine di polizia è che Melania era moglie di un militare di "carriera" (si fa per dire, visto che, salvo studi futuri, rimarrebbe comunque sempre un caporalmaggiore). Mi pare d'aver capito che, invece, Roberta Ragusa non avesse nulla a che vedere con quel mondo. Pertanto, a occhio mi pare più ragionevole supporre una Melania implicata in strane procedure sperimentali, piuttosto che la Ragusa. Questo ovviamente è un indizio, non una certezza, non sapendo nulla di dettagliato sulla sua vita e sulle sue frequentazioni. Potrebbe, in via del tutto ipotetica, essere coinvolta in esperimenti del genere proprio in quanto estranea al mondo militare e, quindi, non collegabile ad esso.
Riguardo poi a progetti di ricerca in sede militare e su larga scala, qualunque luogo può essere buono per tali esperimenti. Se, ad esempio, si vuole studiare il condizionamento dei comportamenti umani, per riuscire a limitarne o annullarne la volontà, qualunque base militare può costituire sede di studio e di esperimenti. Poniamo: anche questo, IN VIA DEL TUTTO IPOTETICA: c'era una qualche convenzione tra la scuola guida del Logli e la base militare, onde addestrare alla guida un certo numero di soldati ? In questo caso, potrebbero pure spiegarsi prima i rapporti, poi l'eventuale assoggettamento (nvolontario o meno)dei protagonisti.
Nell'articolo citato ieri, si riporta l'esempio di un medico molto preparato e volontario nell'esperimento, al quale, dopo averlo sottoposto al gas in questione, gli venne chiesto se era corretto tagliare una gamba a chi avesse un certo dolore alla spalla. Il medico rispose di sì, che era ammissibile. Se la storia non fu un'invenzione (il che sarebbe assurdo, vista la fonte), l'obiettivo dell'esperimento con quel gas era appunto distorcere completamente la mentalità e la formazione del soggetto da esperimento, per quanto colto e preparato.

Nella sostanza, a mio parere finché non se ne trova il corpo o parti o resti di esso (degli abiti, una borsa, ecc.), la donna va tuttora considerata "viva". Se la si troverà morta, bisognerà poi chiedersi chi sia stato l'autore del delitto, senza creare, seduta stante, un altro caso Parolisi (ce ne basta ed avanza uno solo).

Anonimo ha detto...

@Manlio
sono d'accordo con tutto ciò che hai detto.
@Alex
Grazie per la tua precisa risposta.
Vanna

Anonimo ha detto...

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-d2b07b60-a4ff-4e65-965b-3c23cd4a4685.html

Chi l'ha visto del 18 Maggio 2011, dal minuto 32 in poi..

Non sembra la stessa voce del telefonista anonimo quella del proprietario del chiosco a Ripe?

Anonimo ha detto...

ancora con ste risposte senza senso...non riuscite a capire una cosa cosi semplice e aimè per voi determinante...l ora della morte e stata fatta da una perizia e richiesta dai legali di parolisi..pensa un po che geni...e stata la prova che lo ha incastrato perchè non vuole dire dove era nell ora del delitto..perche e stato dimostyrato con le prove che la versione che ha raccontato sono un cumulo di bugie... ..intanto chi sosteneva e sostiene che e lui il colpevole...ha avuto ragione e infatti ha beccato l ergastolo...con possiilita zero di evitarlo..perche anche in appello verra confermato...quello che ha fatto è troppo grave

Simona ha detto...

Anonimo:
e perchè non ti firmi?cosa è?hai paura???e smettila di dire fesserie!

Manlio Tummolo ha detto...

Il dire bugie soprattutto per un indagato/imputato è lecito. Non si può provare un omicidio e uxoricidio solo per le eventuali bugie dette. Bisogna provare in modo irrefutabile che l'assassino è stato questo oppure quell'altro, o chissà chi. E non sembra che, finora, vi siano riusciti. La sentenza in primo grado è fondata sul nulla. Anzi, no: sulle lacrime della signora giudice.

Kris ha detto...

@anonimo

Questo non è un uxoricidio quindi l'assoluzione in appello è d'obbligo o mi verrà di pensar male...
La soluzione è nella cerchia di conoscenze di Melania.

Anonimo ha detto...

Si si il progetto monarch, la Mimosa, la Vanna, il Falce.
Ecco perche neanche gli anonimi o i trolls vi seguono più.
Avete fatto cadere tutto nel ridicolo.

Anonimo ha detto...

Anonimoooooooooo delle 2:36!

Come mai sei ancora sveglio e non vai a nanna?
Sei tanto preoccupato vero?
Ti disturba che continuiamo a trovare le pulci nel fatto?
Vai tranquillo, tanto siamo qua a leggere, registrare,ricordare e... spulciare!
Fuochino, fuochino... ci stiamo avvicinando eh?
Vanna














Manlio Tummolo ha detto...

L'intervento delle 2.36 è la tipica contraddizione di questi signori: dice che neppure gli anonimi ci seguono più. Tanto meglio, allora. Ma lui che cos'è ?

Questa smania di trovare colpevoli a qualunque costo in questo o quell'altro (sempre nella cerchia familiare) è una conseguenza del malcostumne giornalistico che, in nome di una pretesa libertà di informazione (spesso di diffamazione), violando tutte le norme in materia, regala a destra o a manca patenti di assassino ben prima che questa patente sia corroborata dagli appositi Uffici.

Anonimo ha detto...

http://fattidicronacanera.blogspot.it/

Simona ha detto...

per molti è un omicidio premeditato per voi?

cmq il commento sotto l'articolo è ridicolo!

Kris ha detto...

Da qualche tempo penso anch'io alla possibilità che sia premeditato.
Non credo alle coincidenze, si è fidata di persone che credeva amiche ed è evidente che non lo erano...
Sembra tutto studiato...

Mimosa ha detto...

@ Kris, difficile credere che fosse premeditato, dato che un coltello piuttosto piccolo è stata l'arma.
... ma forse "premeditato" da qualcuna/a del tutto inesperto/a che voleva esibire l’arma solo per dare una lezione a Melania o minacciarla, degenerando in quello che sappiamo.
Comunque anche i superiori di Parolisi hanno detto che lui non è stato addestrato all'uso dell'arma bianca, e nemmeno ne possedeva di alcun tipo.

@ Anonimo del 28 gennaio 2013 23:23, Ben detto!
In Appello sarà impossibile prescindere dalla conferma della presenza della famiglia Parolisi a Colle San Marco,
inoltre saranno risibili le ricostruzioni del movente fatte dalla Giudice.
L’unica incognita è quel “gentiluomo” di legale di parte civile e dell’apparato di cui si è avvalso durante e a chiusura dell’inchiesta… ci sono troppi interessi in mezzo.
E ci voglio mettere (come ho insinuato nel caso Avetrana) anche gli orientamenti “ideologici” …

anna ha detto...

LEGGETE COSA C'è SCRITTO NELL'ORDINANZA DI ARRESTO DELLA PROCURA DI TERAMO SULLE FREQUENTAZIONI DI MELANIA

LE PAROLE DI PAROLISI

le amiche che la moglie frequentava erano Stefania moglie del paciolla, Sonia moglie di alfredo Sirocchi e Patrizia Federici moglie di mauro Mantovani.........

Come mai gli investigatori non hanno mai interrogato Patrizia Federici?

Come mai la Tommolini scrive e nomina negli atti della sentenza di condanna il suo nome? gli investigatori non hanno indagato come si deve ,parolisi aveva dato i nomi delle amiche di melania ma nessuno ha fatto accertamenti su di loro.
Sonia è la persona che ha da nascondere molte cose............il bravo investigatore diveva mettere sotto controllo i telefoni di tutti i vicini di casa.....e di tutti i familiari compresi i genitori............

anna ha detto...

sonia nell'intervista a chi l'ha visto dice:con queste cattiverie Melania la stiamo uccidendo un'altra volta.....................
poi si corregge ....la stanno uccidendo........sonia è sicuramente coinvolta in questa morte......ha mentito .ha mentito....ha mentito......bugiarda sia lei che il marito alfredo...............stai attenta tanto la verità verrà a galla.......

Mimosa ha detto...

Alla stagnazione dei commenti offro un altro elemento di riflessione e/o discussione, a vostro piacimento..

Massimo Prati in questo articolo ha scritto: «sarebbe stato logico porgere lo sguardo e ragionare anche sulla parte alta del cadavere»,
una intuizione io l’ho proposta sul significato delle 3 lesioni da punta e taglio cervicali posteriori (senza la recisione dei capelli, peraltro, che non è già di per sé cosa strana?) e le 2 lesioni sempre da punta e taglio anteriori alla gola. Qualcuno le vorrebbe/potrebbe spiegare diversamente, senza tirare in ballo l’attacco alla sentinella che ha tutt’altre modalità di esecuzione?
Non sarebbe piuttosto realistica una mia interpretazione che i fendenti al collo, posteriori e anteriori siano un primo tentativo di deturpare il corpo, tranciandone la testa?
E ciò trascurando lo sfregio del viso sulla guancia che potrebbe essere un esito di un maldestro uso del coltello …

Riflettendo, inoltre, sul fatto che il giubbottino era aperto sul davanti e che la gran parte delle pugnalate anteriori sono state inferte colpendo il top nero che Melania indossava, la prima domanda spontanea riguarda il dato di fatto che questo indumento (visto dalla dott. Canestrari inzuppato di sangue) è sparito, non è mai arrivato ai super-periti, dove si è perso e PERCHÉ?

Inoltre, rileggendo la perizia Tagliabracci si scopre che «la maglietta presentava 17 lacerazioni lineari da fendenti anteriori, concentrati in regione pettorale sinistra», però a contare le ferite i conti tornano male (ma non è la prima volta che i numeri non tornano).
Sul giubbetto lacerazioni lineari: 4 in regione pettorale sinistra, 1 addominale sinistra in corrispondenza della tasca, 1 dorsale destra posteriore-ascellare, 4 dorso-lombare sinistra.
3 interessavano il polmone sinistro, e inoltre c’erano 3 lacerazioni al fegato.
«13 lesioni a livello del torace e dell.’addome, 6 a livello del dorso»

Non vedete anche voi che qualcosa non va? A me gira la testa a leggere aquesti numeri …

Mimosa

Anonimo ha detto...

http://anglotedesco.myblog.it/archive/2012/10/28/salvatore-parolisi-dal-libro-di-melania-rizzoli.html

Kris ha detto...

Grazie per la segnalazione...mi ha fatto male leggerlo.

chiara ha detto...

Antonello...se ci sei batti un colpo. ;-)

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