giovedì 11 luglio 2013

Caso Scazzi: un'ipotesi basata sui potenziali falsificatori

Caso Scazzi – congetture e confutazioni [i]
Di Gilberto M.


Alla luce di ulteriori riflessioni, voglio formulare un’ipotesi più precisa sul caso Scazzi e sui pochi fatti e riscontri acclarati. Probabilmente riceverò pochi consensi, ma non importa. Userò il metodo del falsificazionismo per approdare a uno scenario ipotetico che, senza la pretesa di essere vero, costituisce però una congettura ricca di falsificatori potenziali e dunque in grado di essere contraddetta in linea di principio e di fatto. Per poter falsificare la mia ipotesi occorrerà però introdurre dei fatti (falsificatori) che la contraddicano in toto o in parte. Sarò io stesso a offrire il fianco alla smentita indicando alcuni falsificatori potenziali (nel senso che l’insieme dei possibili falsificatori non è vuoto). Qualunque teoria scientifica per essere tale deve possedere dei falsificatori potenziali, se l’insieme dei falsificatori potenziali è vuoto, non si tratta di una teoria scientifica, ma di metafisica. La mia ipotesi, come vedremo, regge (per il momento) a tali falsificatori e può dirsi provvisoriamente non falsificata. Questo non significa che l'osservatore non possa indicare altri fatti che falsificano la mia ipotesi (ma naturalmente deve trattarsi di falsificatori fondati su fatti acclarati e indiscutibili). Un’ultima notazione prima di azzardare una ricostruzione. Ho fatto uso di un solo stratagemma convenzionalistico (un elemento sembra infatti contraddire, in parte, la mia congettura). L’uso di stratagemmi convenzionalistici in una teoria è quasi sempre un segno di debolezza, ma talvolta può semplicemente indicare un’anomalia dovuta a una mancanza di dati. Nella fattispecie c’è un solo elemento che non ho potuto far corrispondere. Ovviamente ogni elemento concorre a formare un quadro coerente in una ricostruzione.

Se tale premessa può apparire oscura, in quel che segue il lettore troverà elementi esplicativi del linguaggio che uso qui e che è quello della epistemologia popperiana.

Un omicidio?

C’è un fatto che è stato trascurato, come se si trattasse di qualcosa di inessenziale. Si tratta della relazione del professor Paolo Arbarello e in particolare dove è detto:

"Non ci sono elementi sufficienti per affermare che la ragazza sia morta per strangolamento…Il livello in cui si colloca la lesione non è compatibile con lo strangolamento. Guardando le foto, la fascia è molto sotto il mento. Non c'è una ragione che mi spieghi, anche in termini isto-patologici, perché la cute di Sarah immersa in acqua abbia questa fascia preservata".

Insomma, il solco biancastro sarebbe più compatibile con l'impiccagione (naturalmente questo non significa che Sarah sia stata impiccata, ma semplicemente che è come se lo fosse stata) poiché la compressione del collo avrebbe dovuto provocare un'emorragia non riscontrata in sede di autopsia.

Mettiamo ancora una volta tra parentesi le varie confessioni di Michele Misseri e proviamo a immaginare uno scenario diverso da quello che vede Sarah raggiungere la casa degli zii, uno scenario perfino eretico rispetto a quello di un omicidio volontario.

Sarah viene avvistata intorno alle 14,30 non lontano dal luogo verso il quale è diretta (ma in questo scenario l’ora potrebbe essere anche approssimativa). A mio giudizio, come già espresso in vari articoli e ribadito più volte, la ragazza non è mai giunta alla casa dei Misseri e la mancanza di riscontri fattuali lo dimostra, ma su questo tornerò più avanti. Una ipotesi interessante e plausibile (comunque falsificabile) è che la ragazza salga su un’auto che la intercetta nelle immediate vicinanze di via Deledda. Tale ipotesi scaturisce da alcune considerazioni.

1) E’ stata vista poco lontano da via Deledda
2) Non vi è prova fattuale che sia mai giunta presso la casa degli zii
3) Una morte ‘come per impiccagione’ presuppone uno scenario diverso.

Dunque, per congettura, Sarah potrebbe essere salita su un’auto. Costretta? Non credo proprio. Avrebbe gridato, si sarebbe ribellata. Nell'ipotesi si tratterebbe di qualcuno che Sarah conosce, qualcuno di cui Sarah si fida, altrimenti non sarebbe salita sulla vettura, tanto più che era diretta da Sabrina per andare al mare. L’auto riparte. Immaginiamo che sull'auto, però, nell'immediato succeda qualcosa, qualcosa che induce Sarah a voler scendere. Non formulo nessuna ipotesi sul perché, su un probabile litigio o su qualsiasi altra cosa (non è detto che si tratti di un approccio di natura sessuale, non lo escludo ma non lo do neppure per certo), di sicuro la ragazza vuole tornare verso via Deledda per trovarsi puntuale all'appuntamento con Sabrina. Nell'ipotesi non posso dire quanta strada percorra l’auto. Sarah vuole scendere a tutti i costi. In un momento di rallentamento della vettura (non azzardo se nelle strade del paese o al di fuori del centro abitato) Sarah cerca di scendere con la macchina in movimento. Qualcosa del suo zainetto si impiglia forse in un accessorio della portiera e la povera ragazza riceve un colpo direttamente sul collo con la tracolla, qualcosa appunto simile al colpo inferto da una impiccagione, forse viene trascinata per qualche metro. L’auto viene arrestata quasi immediatamente, ma è già troppo tardi, Sarah muore in pochi minuti, come indicato nella relazione del professor Arbarello. E’ a quel punto che, seguitando nell'ipotesi, l'occupante o gli occupanti della vettura decidono di occultare il corpo della povera ragazza: dovrebbe (o dovrebbero) spiegare troppe cose, ad esempio perché Sarah ha voluto scendere con l’auto in movimento. In ogni caso in un simile scenario non si tratterebbe propriamente di omicidio. In questa ipotesi (si tratta come è ovvio di una congettura: ma su base oggettiva e offre vari potenziali falsificatori) rimangono da spiegare le confessioni di Michele Misseri (che nell'ipotesi, ovviamente sarebbe completamente estraneo a tutta la vicenda così come la sua famiglia che non entra in alcun modo nello scenario).

Prima di proseguire vediamo quali potrebbero essere i falsificatori potenziali della mia ipotesi.

1) L’esistenza di tracce della morte di Sarah nella casa di via Deledda.
2) Tracce del cadavere di Sarah in una delle auto della famiglia Misseri.
3) Elementi dell’autopsia che rilevino che si tratta di strangolamento. 
4) Testimonianze che Sarah sia stata vista entrare nella casa degli zii in quel pomeriggio.

Riguardo al punto 1 e 2 non sono state trovate tracce. Qualcuno potrebbe obiettare con lo stratagemma convenzionalistico del tipo: “hanno lavato tutto”.

In realtà con l’avvento dell’indagine scientifica (uso di strumenti sofisticati di indagine mutuati dalla fisica, dalla chimica e dalla biologia) non basta certo un po’ di acqua ed ammoniaca per cancellare delle tracce. L’investigatore dotato di strumenti adeguati è in grado di reperire tracce infime, invisibili anche alla lente di ingrandimento, osservabili al microscopio con opportuni reagenti, anche poche cellule rilevate in qualche anfratto di una superficie apparentemente liscia e pulita. Per bonificare uno scenario delittuoso non basta talvolta neppure lo sgrassatore o un po’ di alcool. Per questo spesso si rilevano tracce anche a distanza di molti mesi e perfino di anni da un fatto delittuoso. Riguardo al punto 3 - la relazione del professor Arbarello mi pare illuminante dove si parla di lesione non compatibile con lo strangolamento. Riguardo al punto 4 - nessuno ha visto entrare Sarah nella casa di via Deledda. Per questo dobbiamo affidarci alle parole di Michele peraltro prive di riscontri (il trattore, la corda e quant’altro…). Riguardo agli orari poi siamo nella più totale confusione e nella palese contraddizione. 

Il fatto di non aver trovato tracce in casa, in cantina e nell'auto, ci porta alla conclusione (provvisoria, salvo cioè smentita fattuale) che Sarah in quella casa non vi sia mai giunta (a meno di prendere per buone le asserzioni di Michele prive di riscontri). La realtà ci dice che in quella casa sono state cercate delle tracce, ma che non sono state trovate. La presenza del cellulare nella cantina è solo una supposizione in forza del racconto di Michele Misseri. Per quanto possiamo introdurre stratagemmi convenzionalistici del tipo (è stato lavato tutto accuratamente, non si è cercato bene, è passato troppo tempo) rimane il fatto che la confessione rimane priva di riscontri. Per trovare ulteriori elementi possiamo allora cercare nelle confessioni del contadino di Avetrana un qualcosa di coerente con quello che dice, cioè che ha occultato il cadavere di Sarah. Purtroppo anche qui il suo racconto appare inverosimile, contraddittorio e fantasioso. Il fatto che lui indichi il luogo di occultamento del cadavere ha un po’ influenzato tutti sul fatto che almeno una delle sue narrazioni possa essere vera, inoltre ha fatto trovare il telefonino.

Proviamo dunque a proseguire nella nostra ipotesi, con l’avvertenza che essa rimane tale, cioè un guscio vuoto per esercitare il tentativo di falsificazione. Un’ipotesi è un'idea provvisoria che nasce per essere messa al vaglio di fatti che la possano smentire. Nella fattispecie i fatti acclarati sono talmente pochi, al di là delle suggestioni, che formulare uno scenario sulla base di poche certezze costituisce una operazione ricca di illazioni (sulle quali però si può esercitare un discorso critico su base fattuale).

Intanto dobbiamo chiederci quando e come avvenga l’occultamento del cadavere di Sarah. Di sicuro in due fasi e non nello stesso giorno. Mi sembra evidente che anche uno sprovveduto avrebbe prima predisposto l’apertura del pozzo (ripulire dalle erbacce, togliere la terra e il tappo), operazione che deve aver richiesto un certo tempo e alcune precauzioni. Si deve essere trattato di una preparazione accurata, non certo di pochi minuti. Successivamente, prima dell’alba o dopo il tramonto, l’occultatore si sarebbe azzardato a trasportare il cadavere, magari temporaneamente nascosto nei dintorni, forse tra l’erba alta, per calarlo nel pozzo nel momento opportuno, richiudere l'invaso e ripianare tutto. L’idea che Michele Misseri attorno alle 15,00 sia ancora in via Deledda (come da testimonianze) e che attorno alle 15,45 sia già a raccogliere fagiolini (come da testimonianze), mi appare impossibile (in pieno giorno con il rischio di venir notato), dato che in quel lasso di tempo (quarantacinque minuti) avrebbe dovuto fare la spola da via Deledda a contrada Mosca (andata e ritorno) e solo per occultare il corpo della ragazza doveva eseguire tutta quella serie di operazioni piuttosto laboriose (con tutti gli annessi e connessi da lui raccontati).

Immaginiamo allora un diverso scenario, ma su base oggettiva, tenuto conto di una serie di elementi che denotano in Michele Misseri, come giustamente ha rilevato il suo avvocato, uno stato di persistente confusione che trapela ripetutamente, sia nelle sue confessioni sia nel modo di evocare i fatti, dimostrando a più riprese di avere una conoscenza frammentaria della vicenda, come se in lui affiorassero spezzoni di ricordi che però incespicano, vuoi nell'uso del pronome personale di prima persona singolare (io), vuoi in quello di prima persona plurale (noi) che è tipico della paramnesia.

Intanto dobbiamo però fare una ulteriore premessa per inquadrare la vicenda nel frame di un discorso che non è solo quello del cold case, ma anche quello delle suggestioni e dei vissuti che scaturiscono da un contesto sociologico e massmediatico. Nel caso di un incidente stradale sappiamo bene che i testimoni in genere non sempre la raccontano allo stesso modo. Forse perché mentono? Non proprio. Qualunque evento che susciti forti emozioni determina elementi distorsivi sulla percezione. A volte si tratta di desiderio di protagonismo, altre semplicemente di autosuggestione e di interpretazioni che promanano da motivazioni inconsce. Talvolta un evento drammatico di cui siamo stati protagonisti o testimoni, può addirittura portarci oltre una soglia critica e farci precipitare in uno stato di grave malessere e di confusione. L’interpretazione cognitiva di un testimone dipende dalla sua personalità, dalla sua cultura, dalle personale elaborazione delle norme, dei valori e perfino dalle sue valutazioni estetiche e morali. Non tutti reagiscono allo stesso modo, ad esempio nel corso di catastrofi, ed è praticamente impossibile prevedere chi e come potrà rispondere a un grave shock emotivo. Di fatto tutti siamo esposti al rischio, trovandoci all'improvviso di fronte ad eventi drammatici, di poter subire una alterazione più o meno profonda del nostro stato mentale. In qualche caso sarà di natura passeggera e non lascerà tracce nel nostro equilibrio esistenziale, in altri casi, quelli particolarmente drammatici, sconvolgenti e dolorosi, potrà invece cronicizzarsi in uno stato di malessere e di squilibrio.

Di fatto la sensibilità di soglia risulta diversa in ogni individuo ed è variamente influenzata da fattori costituzionali e dai vissuti del soggetto (le sue interazioni sociali) tenuto poi conto che in ciascuno di noi il grado di tolleranza degli stati emotivi (il nostro arousal emozionale) può variare nel corso del tempo in relazione al contesto sociale e allo stato della nostra mente in un determinato momento della nostra vita. Un delitto, o comunque la morte di una persona cara, suscita sempre degli stati d’animo più o meno alterati. Nel caso diventasse massmediatico, con una copertura televisiva giornaliera, gli effetti al contorno potrebbero dilatarsi fino a coinvolgere nell'emotività una intera comunità con dei processi identificativi per i quali la vittima viene a far parte dell’immaginario delle persone che amiamo, ma con tutti gli elementi distorsivi e proiettivi di natura inconscia che caratterizzano i nostri vissuti.

Fatta questa premessa a carattere generale, proviamo dunque a proseguire nella nostra ipotesi per cercare una diversa interpretazione dei fatti e in particolare delle confessioni di Michele Misseri.

Appare ovvio che nell'immediato della scomparsa di Sarah, anche Michele Misseri, se completamente estraneo alla morte della nipote e all'occultamento del cadavere, si sia dato da fare perlustrando i dintorni del paese, proprio lui che doveva conoscere molto bene la campagna avetranese. Possiamo allora ipotizzare che, forse lo stesso giorno o più probabilmente il giorno dopo, transitando in contrada Mosca, e specificamente andando alla vecchia casa con l'albero di fico, il contadino si sia imbattuto nel pozzo ripulito dalle erbacce e riaperto. Forse una oscura premonizione o un brutto presentimento l’ha indotto o a rimanere o a ritornare, al crepuscolo o ancor prima dell’aurora, per sorvegliare il luogo e per capire chi e per quale motivo avesse effettuato quella operazione. Per un contadino abituato al duro lavoro nei campi e alle levatacce non sarebbe stato difficile appostarsi anche per diverse ore, stare all'addiaccio e armarsi solo di infinita pazienza. Michele Misseri può aver lasciato la sua auto sotto il fico, in modo che non venisse notata e, accovacciato tra l’erba, essersi messo in attesa per sorprendere lo sconosciuto autore della riapertura del pozzo. Immaginiamo che abbia avvertito il rumore di un’automobile e si sia acquattato ancor di più per non essere visto. Immaginiamo un'auto che si ferma nei pressi del pozzo e qualcuno, forse Michele lo conosceva bene, che estrae qualcosa dal baule. Immaginiamo che Michele che sul momento non capisca cosa sia, che solo poi metta a fuoco la scena e resti agghiacciato nel capire che quello è il cadavere della nipote. Immaginiamo ancora che una volta realizzata la scena, Michele nel suo nascondiglio rimanga come paralizzato, impietrito, folgorato, annichilito.

Prima di proseguire nella mia congettura voglio rispondere a una obiezione che mi aspetto: sì, sto parlando solo di una mia fantasia. Una fantasia che però ammette svariati falsificatori, per questo ha il valore di una vera e propria ipotesi. Vediamoli i falsificatori:

1) Calcolare i tempi necessari per eseguire le operazioni indicate da Misseri e verificare fattualmente la veridicità del suo racconto circa la confessione di aver lui occultato il cadavere della nipote.
2) Indicare in quale altro modo Sarah possa essere deceduta per una causa simile all'impiccagione (io ne ho semplicemente indicata una che mi appare plausibile, come mera ipotesi).
3) Interpretare gli altri segni sul corpo della ragazza per escludere che la dinamica della morte possa essere interpretata come un tentativo di scendere da un’auto in movimento.
4) Escludere che altri conoscessero la localizzazione di quel pozzo oltre a Michele Misseri.
5) Dimostrare che nessuna auto che non appartenesse alla famiglia Misseri sia transitata nei pressi di via Deledda dopo l’ultimo avvistamento delle 14,30.
6) Escludere che lo zainetto possa in qualche modo aver provocato la morte della ragazza e che si sia trattato invece di una corda o di una cintura, come asserito confusamente da Michele Misseri.

Ho indicato solo alcuni falsificatori, altri potranno di sicuro essere rappresentati da eventuali commentatori con l’intento di smontare, legittimamente, la mia ipotesi.

Ma torniamo alla ricostruzione congetturale che vede il Misseri come ignaro testimone dell’occultamento del cadavere della povera Sarah.

Continuiamo ad immaginare che Michele Misseri segua tutte le varie fasi dell’occultamento (non specifico ulteriormente per mancanza di una descrizione dei luoghi che non conosco), ipotizzo soltanto che il contadino di Avetrana, irretito come in una sorta di allucinazione nella luce crepuscolare, abbia vissuto ciò che vedeva come un incubo, un sogno ad occhi aperti, una visione raccapricciante ed assurda, qualcosa che lo avrebbe paralizzato emotivamente e sprofondato in uno stato di dolorosa impotenza, di incredulità e di dolore.

Occorre dire che quando un evento supera il nostro soggettivo grado di sopportazione emotiva, si può creare un cortocircuito mentale per il quale si ha una reazione che talvolta può essere quella della paralisi o immobilità catatonica. I nostri muscoli non rispondono, non siamo più in grado di reagire, diventiamo come statue di marmo, la nostra mente mette in atto dei meccanismi di difesa per rimuovere quello che non può essere sopportato, ci irrigidiamo in uno stato di neutralità, una corazza per erigere una barriera tra di noi e il mondo che minaccia la nostra integrità emotiva. Di sicuro, se le cose fossero andate così, il contadino di Avetrana avrebbe subito uno shock in grado di alterare profondamente il suo stato emotivo.

Immaginiamo che quando l’auto con l’occultatore se ne sia andata via, Michele abbia penato molto a riscuotersi dal torpore e dall’irrigidimento, con fatica si sia come risvegliato da quell’incubo… e un senso di irrealtà deve aver avvolto i suoi pensieri. Non sapendo dove esattamente siano state bruciati gli effetti personali di Sarah lascio ad altri l’onere di immaginare dove e come Michele abbia tolto il telefonino dal fuoco.

A questo punto è lecito immaginare che ripresa la propria auto, sulla via del ritorno la mente di Michele abbia cominciato ad interrogarsi su quello che ha visto. Si è trattato di un sogno o di una cosa vera? E’ possibile che sia davvero successo quello che hanno visto i miei occhi...?

Quando un evento supera la nostra finestra di tolleranza, spesso subentra una rimozione. Quello che dovrebbe trovarsi a livello di coscienza, sprofonda in quel mondo che rappresenta la parte immersa del nostro "Io". In Michele può essere subentrata una amnesia come atto difensivo per sottrarre alla coscienza un dolore e una angoscia insopportabili. Giunto a casa può non essere stato più in grado di ricostruire le ore precedenti, che sarebbero diventate come un buco nero, un vuoto di memoria e di certezze che però non avrebbero di certo smesso di esercitare la loro influenza nefasta, sotto forma di angoscia e disturbi psicosomatici come l'insonnia, il pianto e uno stato di confusione.

Sempre seguendo quella che è una ipotesi (e che potrebbe essere falsificata con una perizia psichiatrica, peraltro mai eseguita) appare ovvio che un soggetto in uno stato (ipotetico) di stress e di amnesia postraumatica, diviene suscettibile alle suggestioni che gli provengono dall'ambiente e dalle autosuggestioni che lui stesso è in grado di produrre. In uno stato di amnesia parziale o totale, si inventa perché non si ricorda, si cerca dall'interlocutore l’imbeccata, credendo che lui sappia quello che noi non ricordiamo. In un simile scenario Michele può ipoteticamente avere assimilato dal suo contorno (i massmedia, le voci del paese e quant’altro) tutte le suggestioni che lo hanno indotto a ricostruire i suoi ricordi sotto forma di false memorie, a ricordare quei fatti che ha rimosso servendosi di elementi posticci. In questo scenario, vedi il mio articolo: Caso Scazzi - Dialogo socratico e Sarchiapone, subentra una sorta di commedia degli equivoci per la quale ciascuno degli interlocutori crede che l’altro sappia qualcosa intorno a un quid e si assiste così a una sorta di reciproca suggestione che, in un crescendo, porta ad immaginare e descrivere cose che in realtà non esistono. Scrivevo in quell'articolo:

“La comicità, nonostante ci sia di mezzo un delitto, nasce dal fatto che entrambi, lui e chi lo interroga o lo intervista, sono convinti di poter ottenere quelle informazioni che stanno cercando. I suoi interlocutori cercano le risposte sondando con domande, si suppone il meno suggestive possibile, e Michele con affermazioni (es: cintura/corda) che gli tengano aperta una strada per rettificare e comprendere meglio quale sia la risposta giusta da dare perché di fatto non lo sa neanche lui”

Vediamo anche in questo caso quali possono essere i falsificatori potenziali della mia ipotesi:

1) Dimostrare che le confessioni di Michele Misseri, al di là delle loro incongruenze, siano comunque dettate da una astuta linea difensiva (con tutto il rispetto per gli assertori di tale convinzione non mi sembra proprio un fatto plausibile).
2) Constatare che il contadino di Avetrana, in almeno in una delle sue confessioni abbia offerto una ricostruzione convincente e coerente con le verifiche effettuate.
3) Rilevare che le sue narrazioni sono supportate da elementi a riscontro.
4) Dimostrare che Michele Misseri appare lucido e consequenziale almeno in una delle sue confessioni e nelle sue esternazioni.

Non mi sembra che nessuno di questi falsificatori abbia elementi di conferma.

Ho parlato di uno stratagemma convenzionalistico. Si tratta del cordon bleu che Sarah avrebbe mangiato. L’ipotesi accessoria è che la ragazza abbia fatto credere di averlo mangiato e lo abbia messo nello zaino per consumarlo in seguito e non precludersi il bagno appena giunta al mare. L’elemento in parola non è trascurabile in quanto sposterebbe molto in avanti l’ora della morte che io sono persuaso sia avvenuta poco dopo la sua scomparsa. In caso contrario si introdurrebbero ulteriori elementi che renderebbero ancora più ingarbugliata e indistricabile tutta la vicenda.

Al di là della mia ipotesi, quello che pare evidente è che non sappiamo con certezza dove, come e quando, sia morta Sarah Scazzi. Quello di cui invece sono assolutamente convinto è che la ragazza non abbia mai raggiunto la casa di via Deledda e che nessuno della famiglia Misseri sia implicato nella sua morte. 

In ogni caso un plauso a tutti quelli che in questo blog ragionano sulla vicenda con l’animo sgombro da pregiudizi in un confronto rispettoso ed aperto. Gilberto M.

[i] Congetture e confutazioni è anche il titolo di una conferenza tenuta a Cambridge nel 1953 da Karl Popper (e poi il titolo di una raccolta di saggi pubblicata nel 1962). Popper è uno dei più eminenti epistemologi e filosofi della scienza del ventesimo secolo.

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147 commenti:

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissimo amico Gilberto bentornato tra noi comuni mortali,è spero tu abbia risolto certi problemi.Bellissimo articolo,ricco di ipotesi fantasiose,ma che credo possano dare spunto a tante riflessioni.La cautela in certi casi e doverosa,molte discordanze,tanti dubbi,personaggi da analizzare con attenzione,orari,tempi e modi,insomma una scena del crimine molto vasta,e che ha coinvolto quasi un intero paese,più zone limitrofe,campagne e relativo pozzo.Era tutto programmato per andare al mare,si aspettava la conferma da parte di Mariangela,iniziano gli scambi di sms,l'uscita da casa sia di Sarah che dell'amica il possibile arrivo in via Deledda è tutto sarebbe andato liscio come l'olio,purtroppo non è andata cosi,Sarah sparisce,gli ultimi a vederla sono due fidanzati verso le 14.30,di metri da percorre ne mancano circa 200,0, 300,metro più metro meno,solo che,nessuno la vede più,sembra volatilizzata,e dove può essere andata ci si chiede in tanti,ecco che con l'immaginazione si son fatte tante ipotesi,poi c'è la confessione e tutti a credere al racconto di zio Michele,il quale di spunti da analizzare ne offre una miriade.Tante versioni,ma,di cui lui dice che quella buona è la prima,sembra di essere in set cinematografico in cui l'attore gira le scene di un film,e poi il regista dice che:buona la prima,non c'è alcun bisogno di girarne altre,invece zio Michele chissà perché a continuato a esibirsi.Ciao caro Gilberto a più tardi con altre riflessioni,e vediamo di analizzare meglio questa scena del crimine.Un caloroso abbraccio geniale Gilberto.

chiara ha detto...

Le ipotesi non falsificabili sono talmente tante che c'è solo l'imbarazzo della scelta....maledettissima perizia necroscopica fatta coi piedi!

Ad esempio: Sarah viene prelevata per strada, trattenuta in un seminterrato per un tempo imprecisato, quindi soppressa e abbandonata in terreno riconducibile al parente maschio più prossimo, il quale avrà le sue belle gatte da pelare a giustificare la propria estraneità a fronte delle statistiche ostili. A quel punto Misseri, temendo di non sbrogliarsene, decide di occultare e, messo alle strette in interrogatorio, per lo stesso timore di non sbrogliarsene, decide di confessare l'altrui delitto onde ottenere un minimo di favore giudiziario; quando, poi, gli viene offerta la possibilità di ottenere ancor maggior favore incolpando la figlia a titolo colposo (e non potendo escludere che comunque la incriminerebbero per titoli più gravi) si presta a questa ulteriore forzatura. Resosi conto della piega, da questa seconda versione può uscire solo tornando ad incolpare se stesso, perchè a quel punto tirare fuori una terza versione che li vede tutti estranei avrebbe chances ancora minori di venire considerata.
Insomma, tutto nascerebbe dalla sfiducia di riuscire a lottare contro le apparenze, scegliendo così quello che al momento appare il male minore in base alle personali possibilità e in seguito agendo di conseguenza senza margine di manovra, a causa della "direzione obbligata" assunta dagli eventi.

questa riflessione mi è sorta proprio stamani parlando con una persona imputata e in grado di dimostrare la propria innocenza affrontando il processo, la quale però ha detto al suo avvocato di essere tentato di desistere e patteggiare "perchè tanto non mi crederanno e se fanno loro mi danno una pena più alta". E vi assicuro che questa persona, a detta del suo avvocato, ha ottime chance di dimostrare la propria estraneità. la mente umana è strana. mai stupirsi di nulla.

Anonimo ha detto...

Cara Chiara
La tua ipotesi presuppone una lucidità e una consequenzialità di comportamenti (vedi incidente probatorio) che Misseri non sembra mai avere. La congettura potrebbe valere se il contadino di Avetrana avesse stabilito una precisa strategia con il suo avvocato. Nella realtà l'uomo appare confuso e incapace di dominare gli eventi. Se stesse simulando per un preciso calcolo sarebbe l’attore più straordinario che abbia mai calcato le scene.
Caro Vito
Grazie, troppo buono. Io sto bene, spero anche tu e tutta la tua famiglia.
Gilberto

chiara ha detto...

affatto Gilberto, nessuna lucidità o strategia, anzi al contrario panico puro e rincorsa degli eventi, forse ho spiegato male: soluzione-tampone che nel panico sembra la meno peggio; dalle inevitabili incertezze, i dubbi dell'avvocato che - debitamente scelto per la vicinanza "intellettuale" alla controparte - tende quella che all'uomo sembra una provvidenziale mano ma altro non è che una trappola; e da lì percorso obbligato senza spazio di manovra: appunto un uomo "confuso e dominato dagli eventi".

p.s. lieta di ritrovarti, mi chiedevo appunto se fossimo condannati all'alternanza tra te e Tummolo :-)

Anonimo ha detto...

Purtroppo anche con tutti gli sforzi della fantasia non riesco proprio ad avvalorarla una siffatta teoria.
Intanto, se Michele fosse estraneo al delitto cosa ha fatto dalle 14.55 alle 15.45?
Lui inizialmente aveva dichiarato di essere andato a raccogliere i fagiolini proprio intorno 14.50-15.00 ed è crollato quando gli inquirenti gli hanno messo di fronte il verbale del cognato che lo aspettava appunto per quell'ora (14.50-15.00) ma che invece lo ha visto solo allle 15.45.
Se fosse estraneo al delitto avrebbe saputo giustificare quel lasso di tempo (appunto perchè innocente), non sarebbe crollato così.

Inoltre, con tutta la buona volontà non ci riesco ad immmaginare un cristiano che assiste casualmente all'occultamento da parte di altrui della nipotina che era quasi come una terza figlia
e che invece di chiamare il 112 col telefonino interiorizza l'evento, lo metabolizza, lo rielabora al punto tale da farlo proprio e assumersene la responsabilità non solo materiale circa se stesso (probabile ergastolo) ma anche morale di fronte a famiglia e paese (il mostro di Avetrana).

Per quanto riguarda il pozzo poi, l'entrata era coperta con un masso, una volta tolta la pietra il buco era perfettamente agibile, perchè mai (chiunque sia stato), avrebbe dovuto perdere tempo a fare pulizie e togliere terra ed erbacce? Mica doveva sedersi per un pick nick sull'erba.
Anzi, sicuramente se n'è guardato bene dal fare la benchè minima pulizia dato che nelle successive ricerche si sarebbe potuta notare attirando l'attenzione proprio sul pozzo.

Per qunto riguarda il luogo dove sono stati bruciati i vestiti (questa giusto per notizia), sono andato a rigurdarmi l'udienza dell'8/5/12 dove il maresciallo Viva specifica le distanze precise, i vestiti sono stati bruciati in un punto che dista km 1,7 dal pozzo e km 4,48 da casa Misseri.

Stefano

Anonimo ha detto...

@ Stefano
In merito alle sue osservazioni: Riguardo alle dichiarazioni di Michele non sapendo quando sono state fatte, se a) nell'immediatezza della scomparsa di Sarah o b) dopo l'occultamento. Ipotizzo nel caso a) che la scomparsa di Sarah può aver ritardato il programma di quel pomeriggio creando scompiglio, nel caso b) che Michele si trovasse già in uno stato di confusione.
Riguardo alle osservazioni sui cristiani non ho altro da aggiungere perché nel mio articolo mi sembra di essere stato esaustivo. Segnalo soltanto che dopo uno shock ci sono persone che non ricordano neppure il proprio nome e sono completamente disorientate, incapaci di qualunque reazione. La letteratura medica è piena di casi clinici a riguardo. Circa la terza osservazione che trovo molto interessante, dobbiamo ricordare che non sappiamo nulla della cronologia degli avvenimenti, se sia avvenuto prima l’uno e poi l’altro, se Michele Misseri sia ritornato in contrada Mosca e abbia perlustrato i dintorni, se il falò è stato acceso al buio e si poteva vedere a distanza. Sappiamo come è entrato in possesso del telefonino, solo attraverso la sua narrazione.
Gilberto

magica ha detto...

mettiamo che misseri nel momento che vide un l'omicidio di sarh fosse in un stato di shok.
quando si è ripreso ,ed ha elaborato gli eventi si sarebbe confessato con i familiari .
invece non ne parlo' mai .
giunto in carcere alla fine confesso' il delitto .poteva dire quello che veramente era successo :un omicidio ad opera di altri , invece si libera di quell'avvenimento che lo turbava nelle notti e a piangere .
misseri andava alla contrda mosca a pregare e chiedere perdono.. se non era stao lui mi pare un po' troppo .. misseri uccise la nipote ma lo fece per poco (trattore ) lo fece perchè minacciato dalla nipote di dire a sabrina e zia le avances subite ..
una vergogna presso la moglie e poi le figlie e figurarsi i parenti .
un massacro familiare ..

ENRICO ha detto...

@ Gilberto

Tu scrivi correttamente “”qualunque teoria scientifica per essere tale deve possedere dei falsificatori potenziali, se l’insieme dei falsificatori potenziali è vuoto, non si tratta di una teoria scientifica, ma di metafisica.”

Giusto . Infatti Il criterio di falsificabilità è applicabile solo in campo scientifico in quanto rappresenta la linea di demarcazione tra la scienza e ciò che non lo è

Fatico dunque a comprendere come sia possibile applicare questo criterio ed i suoi corollari, i falsificatori potenziali ( i quali rappresentano le probabilità di smentita di una teoria scientifica) alla soluzione di un enigma.

Certo, per estensione e da un punto di vista del tutto soggettivo l’” operazione” potrebbe anche essere ammissibile ma da quello puramente epistemologico lo trovo un po’ azzardato

Come infatti ben saprai, Popper afferma che è scientifico solo quel sistema che sia falsificabile, ossia sottoponibile ad un controllo successivo, fornito dall’esperienza, tale da confutarne la validità dato che la scienza – risultato di rettifiche e smentite continue - contiene in se stessa l’ ERRORE quale elemento strutturale del suo avanzare e del suo incessante progredire

Il criterio di demarcazione (falsificazionismo ) popperiano nasce dallo sconvolgimento della fisica prodotto dalla Teoria della Relatività di Einstein che soppiantò quella della Gravitazione di Newton - ritenuta per più di due secoli la sola attendibile e confermata - introducendo all’inizio del ‘900 la Fisica relativistica

Del resto la stessa Teoria della Relatività – in quanto scienza – è a sua volta soggetta al falsificazionismo e dunque superabile.

Ma “falsificazionismo” non vuol dire che queste teorie siano “false” . Vuol dire che in quanto “scientifiche” sono suscettibili di modifiche dovute all’esperienza prodotta da maggiori e più complesse conoscenze scientifiche successive

Mi appare strano come tu abbia applicato questo metodo per analizzare un evento “umano” che non possiede niente di scientifico e la cui soluzione può essere fornita solo da un ragionamento logico supportato da riscontri oggettivi specifici quali testimonianze, orari , rapporti interpersonali , ambienti socio-culturali, esperienze pregresse , legami affettivi ecc… ecc… che NULLA hanno di universale e di scientifico essendo fattori unici, contingenti ed individuali caratteristici solo del determinato evento in esame e solo ad esso legati

Nella moderna criminologia vengono in aiuto alle indagini tradizionali le risultanze di numerose analisi effettuate sui reperti anatomici e sul luogo del crimine, queste sì chiaramente scientifiche, ma, proprio in quanto tali, passibili di essere messe in discussione dal criterio di falsificabilità da te citato.

Tant’è vero che non sono rare le guerre fra i periti forensi dovute alle diverse interpretazioni dei dati di laboratorio o all’uso di tecnologie più avanzate che ne sconfessano altre meno precise

A mio avviso, solo relativamente a quest’ultimo aspetto si potrebbe scomodare Popper

Vanna ha detto...

Enrico il tuo ragionamento funziona e lo condivido.

Vanna

Anonimo ha detto...

@Gilberto

Tu scrivi:
"Riguardo alle osservazioni sui cristiani non ho altro da aggiungere perché nel mio articolo mi sembra di essere stato esaustivo. Segnalo soltanto che dopo uno shock ci sono persone che non ricordano neppure il proprio nome e sono completamente disorientate, incapaci di qualunque reazione. La letteratura medica è piena di casi clinici a riguardo."

Condivido appieno, dopo uno shock persone possono avere amnesie, non ricordare il proprio nome ma certamente non si mettono a confessare consapevolmente omicidi che non hanno commesso, non si vanno a prendere un ergastolo aggratis per la bella faccia dei veri assassini. Non sputtanano con una confessione fasulla loro stessi e di conseguenza l'intera famiglia.. Anche, per dire, l'ipnosi, al di la delle leggende metropolitane che si raccontano, non potrà mai costringere nessuno a compiere un atto contro la sua volontà.

E comunque resta sempre l'interrogativo: Cosa ha fatto Michele dalle 14.55 alle 15.45?

Ti chiedi quando rese la dichiarazione di essere andato ai fagiolini alle 14.50-15.00?
Certo non nell'immediatezza della scopmarsa. Lo fece ai Carabinieri solo dopo il ritrovamento del telefonino (quando scomparve Sarah nessuno pensò a sentire il contadino di Avetrana, non fu mai ascoltato se non dopo il ritrovamento del telefonino) e dagli inquirenti (i P.M.) fu sentito per la prima volta solo il 6 ottobre, quando poi crollò.

Stefano

Anonimo ha detto...

@ Enrico
Caro Enrico
In merito alle tue osservazioni su Karl Popper devo dire che parlare di teorie vere è improprio. Popper è contro la fede dogmatica nella autorità della scienza (come di qualsiasi altra forma di sapere) in quanto costituisce la base di una società libera e tollerante. La teoria della conoscenza è anch’essa un tentativo congetturale: le teorie di cui è costituita la scienza sono congetturali, così come è congetturale la meta-teoria della teoria della conoscenza. Come giustamente hai osservato il contesto della teoria della conoscenza di Popper è proprio quello dello sconvolgimento della fisica, la critica del meccanicismo e della meccanica classica, per opera della relatività (il declino della teoria newtoniana come episteme). Ma il punto di vista popperiano non si limita alla filosofia della scienza infatti per Popper le teorie dal punto di vista logico altro non sono che ipotesi e le teorie scientifiche sono sistemi ipotetico-deduttivi (dunque il metodo della scienza non è induttivo). La teoria einsteiniana (che tra l’altro va contro l’intuizione e il senso comune) si espone al rischio della confutazione e della falsificazione nel momento in cui compie previsioni e proibisce fatti che possono o non possono trovare conferma in quanto precisati, circostanziati e controllabili attraverso apparati sperimentali che possono contraddire e falsificare. Per Popper una teoria non è mai vera, se per vera intendiamo che essa rappresenta la scoperta dell’essenza del mondo, una teoria è semplicemente una rete con la quale cerchiamo di catturare il mondo, ma la rete ha maglie sempre troppo larghe. Lo scienziato non può sapere se quanto ha trovato è vero, ma può stabilire con ragionevole certezza che una teoria è falsa. Per Popper in definitiva l’unica teoria sostenibile è quella della verità come corrispondenza, cioè una teoria che si correli ai fatti, che corrisponda o non corrisponda ai fatti (e qui bisognerebbe entrare a parlare dei metalinguaggi) Le teorie sono e restano ipotesi, mai verificabili, ma sempre falsificabili: un insieme finito di asserti di base , se veri, può falsificare una legge universale, mentre sotto nessuna condizione potrebbe verificare una legge universale, un solo caso può falsificare una legge universale. Una indagine su un delitto utilizza fondamentalmente gli stessi principi in quanto si fonda su un sistema ipotetico deduttivo che cerca delle corrispondenze correlandosi ai fatti, proprio come un’indagine scientifica. So di magistrati che conoscono il pensiero di Popper e utilizzano il falsificazionismo come criterio di demarcazione. Uno dei rischi nelle inferenze logiche è proprio quello di usare il metodo induttivo per fondare delle generalizzazioni (vedi il Tacchino di Russell) e vedi la critica di Popper all’induzione per eliminazione e per enumerazione. In definitiva lo scrupolo epistemologico non riguarda solo la fisica ma qualsiasi disciplina che voglia procedere secondo un metodo rigoroso. Detto questo è ovvio che il mio riferimento a Popper voleva essere uno stimolo e una provocazione a diffidare di certezze prive di un vero fondamento fattuale. Se noi mettiamo tra parentesi le narrazioni del protagonista rimane poco o niente di fattuale e molte suggestioni. Il criterio di precauzione (al di là di ogni ragionevole dubbio) esprime proprio l’asimmetria tra verificazione e falsificazione. Chiedo scusa della prolissità.
Gilberto

Manlio Tummolo ha detto...

Gilberto Carissimo,

come di norma, tu procedi con un metodo scientifico di tipo contemporaneo; diciamo popperiano, anche se in realtà era stato preceduto dalla filosofia americana, particolarmente da Peirce e Dewey. Ma ancora prima lo svizzero Ernst Naville nel suo "Logica dell'Ipotesi" aveva formulato dottrine analoghe. Popper così è meno originale di quello che si pensa. Ma ciò non importa. Le tue ipotesi e deduzioni, o controdeduzioni, sono ottime, nè penso che nessuno possa negarle superficialmente, senza tenerne conto alcuno.

Per me tuttavia, anche il tuo procedere parte dal presupposto, per nulla dimostrato (infatti i SS. Inquisitori lo negano), che egli sia implicato nel delitto se non altro come osservatore. Io penso, invece, che la sua confusione non nasca dallo shock dello spettacolo di un'eventuale morte o seppellimento di Sarah, ma dalle condizioni in cui è stato interrogato, anche con forme subdole di tortura, con uso di psicofarmaci troppo forti (quelli che si usano per i pazzi), con altri metodi melliflui, forse anche con qualche pestaggio (manganellate sulla testa). La sua confessione ricorda né più né meno quelle dei processi staliniani, gente ridotta ad automi. Una volta cessate le applicazioni di psicofarmaci, data la serie di "confessioni", comincia a riprendere gradualmente coscienza di sé, di ciò che ha detto e delle conseguenze sulla figlia.

Gentile Signora Chiara,

rispondo qui perché l'altro articolo è ormai strapieno. L'errore parte dagli avvocati (celeberrimi sì, ma non del tutto razionali e realisti) di riferirsi agli spettacoli televisivi o agli articoli di stampa, che si leggono in tutta Italia, evitando viceversa di arrivare al sodo della motivazione, ovvero la faziosità dimostrata da quegli abusi procedurali che la stessa Unione delle Camere Penali aveva in più sedi denunciato, dopo l'aggressione giudiziaria a quattro avvocati, conclusasi con assoluzioni, salvo per una sola imputazione all'avv. Russo. A tale denuncia essi, per semplice diplomazia o cortesia forense, non fecero nessun cenno. Malgrado quindi il sostegno del Procuratore Generale, per logica la Cassazione doveva, giustamente sul piano tecnico, respingere l'istanza.

In pratica, questi illustri principi del Foro si limitarono a dare la colpa all'informazione pubblica, piuttosto che all'evidente faziosità dell'intero Tribunale (il che si dimostrò fino alla fine col dialoghetto delle due ciarliere giudici).

ENRICO ha detto...

@ Gilberto

Per mia natura non sono attratto dalle forzate invasioni di campo nelle varie sfere del sapere

Il problema della demarcazione tra scienza e pseudoscienza applicato all’ambito di indagini investigative ed a quello giuridico in senso stretto , non ha come obiettivo quello di distinguere il vero dal falso ma cerca di stabilire un confine fra le conoscenze strettamente scientifiche ( anche se falsificabili) e le teorie sperimentali prammatiche soggette a maggiori contestazioni.

Rientrano in queste a ottiche le indagini della Polizia scientifica le quali – come avevo sottolineato in precedenza - si basano sull’interpretazione delle analisi di dati raccolti in fase investigativa effettuate utilizzando i metodi tecnologi riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale (ICSU), mentre, relativamente all’aspetto vero e proprio del diritto giuridico il problema diventa più fumoso e complesso in quanto dovrebbe individuare gli elementi ““scientifici” con i quali convincere i giudici e la giuria

Dubito che il pensiero di Popper possa contribuire a risolvere il problema

chiara ha detto...

Gentile Signor Tummolo,
su questo ha ragione: se da un qualunque avvocato "minore" del Foro è ragionevole aspettarsi una certa prudenza nelle accuse ai magistrati dai quali dipende, in buona sostanza, il fatto di lavorare o meno e come riuscirlo a fare, da avvocati "maggiori" e per di più di altro Foro era lecito aspettarsi che prendessero di petto la questione degli abusi, del pregiudizio e della faziosità.
Certo, potendo la Cassazione motivare logicamente e in maniera stringente anche un accoglimento del ricorso (vedi vicinanza alla Procura del giornalista tarantino che più di tutti alimentò il pregiudizio e fece spalla all'accusa, vedi disordini dell'ordine pubblico in occasione dell'arresto di Cosima, entrambe circostanze ben localizzate e che per tutta evidenza non potevano che esercitare pressioni anche sul migliore dei magistrati) anche dai Supremi Giudici mi sarei aspettata qualcosa di diverso.

Manlio Tummolo ha detto...

Gentile Signora Chiara,

concordo con quanto dice, ma sa che in Cassazione soprattutto le questioni formali, i limiti del richiesto (magari anche come pretesto per non intervenire) sono "sacri". Naturalmente se lo vogliono, perché, ad esempio, nel caso di Perugia sono usciti dai loro limiti formali e sono entrati con una certa disinvoltura anche nel merito, sebbene in forma ipotetica. D'altronde non occorreva aspettare ben quattro avvocati indagati, bastavano i primi due (coniugi Russo), con evidente impedimento alla difesa di Sabrina Misseri, per far capire la faziosità e il pre-giudizio dominanti in quel Tribunale, su cui si sarebbe dovuto indagare, mentre - a quanto risulta - tutto è stato risolto solo a causa delle assoluzioni (con l'eccezione parziale di Vito Russo).

carla ha detto...

ciao Gilberto,
ben tornato, ho letto articolo , infatti l'unico momento che possa cambiare dalla tesi pedofilia è quel tratto di strada, quando Sarah si diresse verso casa Misseri....
mi ricordo che a primo tempo che si cercava Sarah , cioè prima del ritrovamento del corpo si pensava in tal senso che qualcosa era successo in strada.....
però c'è una cosa che ci fa pensare , per cui si rivelò durante il processo , che inquirenti era già sull'occhio di Sabrina e che Michele con la sua confessione rovinò i loro piani....
allora perché non pensare , spaventato, che si stesse mettendo mani sulla famiglia , il bisogno o suggerito di inventarsi la storia , per cui è possibile simularla , visto il suo passato e tanto meno ritengo sconosciuto ai inquirenti.....
come è chiaro che non va' sottovalutato nessuna traccia in casa misseri....allora vien da pensare che impossibile che inquirenti siano estraneo dei fatti ,perché si dimostra che qualcosa sapevano da prima....
allora michele in primo momento le ha rovinato i piani , perché non indurlo a incolpare Sabrina?.... quando in primo momento si era parlato " in correità con il padre" che alla fine si è passato del tutto alla figlia....
ora vien da domandare, come carpio espiatorio , perché la figlia si e padre no....
dove ci può portare michele o dove ci porta la figlia?....
a parte che Cosima è dentro per il sogno del fioraio.....
quando secondo a mio parere Cosima era un soggetto che ficcava troppo il naso e hanno ben pensato di togliere di mezzo.....
che quasi a suo tempo ne era minacciata perfino Valentina con l'accusa di distorsione dei fatti inquinamento di prove ,che poi di quali prove si tratti quando ancora non ne hanno in mano ?...in più ne era accusata che tramite le lettere suggerisce suo padre di quello che deve dire, se vi ricordate il famoso sequestro delle lettere, per cui non se né più parlato , perché Valentina se né andata a Roma ....
Quando di recente la Bruzzone , tramite le tv cercava mandava il messaggio che Valentina suggestionava a distanza Michele.....
insomma tutto questi intrighi da parte loro ci fa riflettere.....
se la cosa fosse diversamente ci fa pensare altrimenti che questi inquirenti siano distratti che non si accorge certi particolarità.....
dopo è ovvio visto il giudizio del tribunale abbiano accettato la tesi della pubblica accusa , la domanda viene, ma è possibile che il giudice non si abbia accorto delle lagune che ha comportato il processo?.....
per esporre un giudizio del genere significa che per lei è tutto chiaro!....
bè! vedremo le motivazioni e vedremo se ci farà chiarezza?.....
un caro saluto a Gilberto , Vito, Chiara e amici del blog....e buonanotte.....

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissimi amici buona notte,.Ho trovato qualcosa di interessante,e dubito che a Taranto ne abbiano fatto uso. "Dal concetto di verosimiglianza a Quine e Kuhn".

Falsificare una teoria è arrivare a dire con sempre maggior consapevolezza cosa un pezzo di mondo non è. Ma questo metodo non ci dirà mai cosa il mondo è, semplicemente perché è impossibile se si vuole rispettare l’essere del mondo. È la stessa idea che aveva portato avanti Heiddeger: l’essere non può essere toccato senza tradirlo in parte. La scienza è allora non tanto ricerca della verità ma piuttosto di ciò che è falso. Ma che garanzie ho che la teoria successiva sia migliore della precedente? P. sviluppa il concetto di verosimiglianza (da buon corrispondentista): più tentiamo di falsificare una teoria più la teoria che ne viene fuori risulta corroborata. Più le teorie sono corroborate, più sono vicine alla realtà. Ossia verosimili. L’induzione non ha alcun valore logico (assolutamente d’accordo con Hume)
Ma questo schema viene decostruito per le sue falle logiche dai filosofi posteriori. I problemi di P. sono sostanzialmente quelli dei corrispondentisti. Vediamo quali. La scoperta scientifica è la falsificazione (seguendo lo schema popperiano). Scopriamo qualcosa quando falsifichiamo. Quine ha distrutto questa impostazione, ma prima di lui Duhem ha posto la critica (1903). Quando andiamo a falsificare una teoria non è così semplice affermare che una teoria è tutta sbagliata perché non falsificabile. Se un dato della teoria risulta falso io non butto via tutta la teoria; mi trovo magari di fronte ad un problema a cui forse posso dare una soluzione e non necessariamente di fronte ad una teoria tutta sballata. Kuhn dirà esattamente questo: non esiste che butto via un’intera teoria solo perché un dato non funziona perché falsificato. Solitamente si sviluppa una ipotesi ad hoc. In certi casi addirittura non si riesce nemmeno a trovare una ipotesi ad hoc per risolvere una parte della teoria e certo non si butta via l’intera teoria, si lavora perché si trovi. Meglio avere una teoria barcollante che non averne. "Le teorie sono certamente utilissime, perché sono stimolanti e servono per impostare una ricerca. Ma senza verifiche sperimentali restano quello che sono: cioè solo delle ipotesi. In teoria posso dire che l'assassino di Sarah è zio Michele,ma e solo una mia ipotesi,non ho dati scientifici che possono provarlo.Buonanotte a tutti.Piccolo pensiero sulla teoria."La teoria è quando si sa tutto e niente funziona. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché. Noi abbiamo messo insieme la teoria e la pratica: non c'è niente che funzioni... e nessuno sa il perché! Albert Einstein

PINO ha detto...

E' stato già esaurito "quasi" tutto dalle profonde considerazioni contenute nel dialogo fra Enrico e Gilberto.
Sono convinto, tuttavia, che l'intero scibile umano sia falsificabile,(se così non fosse dovremmo ritenerlo pura astrazione), ma non sempre l'applicazione di determinate teorie scientifiche possono debellare, o parzialmente sostituire gli assunti, (reali e verificabili), di indagini analitiche, dove la stessa "falsificazione" si delinea impossibile, a mio modesto parere, se non servendosi di concetti parafisici di confine.
Pino

Anonimo ha detto...

Caro Vito
Davvero complimenti per i riferimenti pertinenti a Thomas Kuhn. Di fatto un cold case sarebbe un rompicapo (nel linguaggio di Kuhn) e i paradigmi sono strumenti per operare nell'attività quotidiana della scienza normale, quella che la comunità scientifica costituisce istituzionalmente. Lo scienziato della scienza normale (linguaggio di Kuhn) però tende a non vedere o a minimizzare le anomalie (che se prese in considerazione metterebbero in crisi il consueto paradigma) da qui la necessità di rompere gli schemi con una rivoluzione scientifica (il vecchio paradigma va in pezzi). In fondo tutte le attività astratte dell'uomo funzionano in forza di riorientamenti e ribaltamenti allorquando non si riesce a sciogliere un rompicapo e dunque occorrono nuovi strumenti interpretativi(l'abbandono di un vecchio paradigma per uno nuovo che Kuhn chiama scienza straordinaria)
Gilberto

Vanna ha detto...

Buongiorno Gilberto,Enrico, Manlio,Vito, mi permetto di entrare nelle vostre riflessioni e conseguenti interpretazioni dei fatti secondo le teorie della conoscenza.
Premetto che le mie conoscenze filosofiche sono retaggio di ricordi scolastici, però si profila un interessante dialogo utile per "leggere" i fatti.
Gilberto, hai stimolato una bella provocazione: diffidare da ciò che sembra certo perché vi si può innestare il vero.Ed hai iniziato con la teoria della conoscenza del Popper secondo il quale la conoscenza non è mai vera ed è come una rete a maglie larghe, utile per prendere il mondo e dalla quale esce qualcosa...Ti chiedo
se lo scienziato non sa che ha trovato una verità come fa a stabilire con certezza che una teoria è falsa?
Tu continui: l'unica teoria sostenibile è quella che si correla ai fatti.
Se è così come spieghi che in questo caso Scazzi i fatti non dicono tutto e sembrano il contrario di tutto?
La figura di Michele non è come appare, è altro perché poliedrica, i fatti, i tempi,i luoghi sono sicuri?
No, secondo me non lo sono ed allora la teoria non può collegarsi ai fatti.
Vito, la scienza deve cercare il falso invece del vero?
Ciò che ci appare vero potrebbe essere verosimile,non vero quindi falso?
Enrico afferma che le indagini investigative devono stabilire una demarcazione tra la conoscenza scientifica e quella pratica, l'ambito giuridico individua le prove necessarie per convincere la corte.
Vero! Dove sono le prove in questo caso?
Manlio pur riconoscendo le ipotesi di Gilberto ottime,in definitiva dice che l'approccio scientifico del Popper non si può applicare all'uomo Misseri per le pressioni che ha subito da altri uomini, oltre che aggiungo, dal suo sé stesso.
Spero di aver sintetizzato correttamente.
Le varie teorie della conoscenza partono dal presupposto che io conosco ciò che vedo, che tocco, che sento e mi chiedo i perché che ne scaturiscono.
Sta di fatto che l'uomo ha davanti a sé la realtà e la interpreta cercandovi delle Leggi universali che possono essere percepite in modo diverso e diventano particolari.

continua...


Anonimo ha detto...

Brava Vanna, davvero una bella sintesi. In fondo è appunto il dubbio il protagonista. Quel dubbio che ci invita a riconsiderare le nostre certezze per valutare se abbiano davvero un fondamento. Nel caso in parola dovrai ammettere che oltre alle narrazioni di Michele abbiamo poco o niente. Questo significa che forse occorre riorientare e reinterpretare quei pochi elementi in nostro possesso e verificare se abbiamo dato per scontato cose che non lo sono affatto.
Gilberto

Manlio Tummolo ha detto...

Gilberto pone un'importante questione, più che di metodo scientifico, di epistemologia, ovvero di ricerca del migliore e più valido metodo di ricerca in generale. Ciò implica una conoscenza abbastanza approfondita della filosofia della scienza che magistrati ed investigatori, nella loro maggior parte, ignorano o qualificano cone "romanzo". L'unico modo per "falsificare" o per "corroborare" una ipotesi scientifica o anche di pura realtà (tutto in fondo è scientifico, se studiato con metodo scientifico) è opporre varie ipotesi, confrontarle ai pochi o tanti dati disponibili, quindi sostenere quale delle ipotesi sia, non la più certa, bensì la più probabile, ovvero calcolabile. In pratica: i dati certi a disposizione si conciliano maggiormente con questa ipotesi ovvero con quella, o ancora con la terza ? Avremo una risposta probabile, quando una delle ipotesi corrisponderà alla prevalenza dei dati certi disponibili.

Una piccola nota di carattere linguistico. il termine "falsificare", come dimostrazione negativa di qualcosa, appartiene alla terminologia inglese, americana. L'italiano ha "confutare", perché in italiano "falsificare" vuol dire "far passare per vera una cosa che non lo è". A me, ad esempio, specialmente di questi tempi, piacerebbe essere un falsificatore di monete, ma così abile da non poterle assolutamente distinguere da quelle coniate o stampate a cura dello Stato e della UE. "Falsificare" un qualcosa, dicendo che l'ho scritto io, invece è di qualche altro e avanti così. Dire di aver assistito ad un delitto, mentre invece dormivo e sognavo, ecc.

E' "falsificare" anche far passare per assassino chi non lo è, perché mi fa comodo e risparmio gli sforzi e la fatica, che farei nel dover cercare l'autentico autore del delitto.

Così in sostanza l'uso del verbo "falsificare" in italiano può risultare ambiguo ed addirittura opposto, se seguiamo il significato come è prevalente nella nostra lingua, ovvero se lo adottiamo nel senso dato dalla filosofia della scienza anglosassone, specialmente americana.

Caro Vignera, e Lei avrebbe solo la terza media ? Lei sta "falsificando" le proprie conoscenze !

Vanna ha detto...

continua..

E' l'uomo e il suo sentire al centro della conoscenza ed è l'uomo che dobbiamo esplorare ed ogni uomo è un mondo.
Gilberto tu dici che Popper sconvolge la Fisica, sembra invece che la teoria junghiana della sincronicità abbia molti punti di contatto con la fisica quantistica del Pauli, anche se sono ignorante in merito e non so se esistono più teorie nella Fisica.
In un mio post precedente ponevo una domanda : si poteva prevedere ciò che accadde a Sarah?
E partivo da un libro che parlava di misteri, di scomparse, di morti, preso 9 mesi prima in biblioteca, da un'immagine di un manichino incordato apparsa su fb a ridosso dalla scomparsa, dall' ultimo messaggio ripescato dal suo tel. mesi dopo, dalla frase che disse Michele nei primi tempi riguardo il rimprovero che faceva alla figlia di portarsi sempre dietro Sarah che era minorenne e che, se le succedeva qualcosa, sarebbero stati loro responsabili.
Questa frase mi fa pensare che M.aveva capito che poteva essere un problema la libertà che la ragazzina aveva e il fatto che loro erano responsabili di quella libertà, più dei genitori.
M. aveva più senno e sale nella zucca di quel che crediamo.
Partendo da queste poche tracce si poteva prevedere cosa c'era nell'aria?
Chi,perché quell'immagine su fb.
Cosa c'era dietro che concretizzava in immagine ciò che era accaduto o sarebbe accaduto alla ragazzina?
Per Jung tra la causa e l'effetto c'è un nesso causale.
Questa connessione si realizza attraverso le coincidenze e le corrispondenze significative che possono appartenere ad ambiti diversi.
Se la causalità appartiene alla conoscenza oggettiva:es.piove perché il cielo è pieno di nuvole, la sincronicità appartiene all'esperienza soggettiva.
Infatti chi ha postato l'immagine del manichino per quale motivo l'ha fatto, a chi si rivolgeva e quale era il significato, appartiene ad un soggetto che si rivolge ad altri soggetti perché porta un messaggio, appartiene ad un codice che è conosciuto da loro.
Se si "leggono" quelle tracce come coincidenze, come nessi apparentemente a causali,ne viene fuori un quadro agghiacciante: si realizzarono concretamente come coincidenze significative.
Allora sì che era nell'aria l'assassinio sacrificale di una eterea e bella adolescente che nessuno poteva prevedere prima, ma dopo si poteva cercare con quelle tracce che invece non hanno avuto sufficiente attenzione né nell'immediato, né successivamente.
Il sapere cosa nascondevano quelle tracce vuol dire cercare le prove e le prove hanno bisogno di riscontri scientifici nei quali si annidano non solo la superficialità, l'imbroglio,il non vero, si annida in verità il bisogno che l'uomo ha di pesare, misurare, valutare ciò che ha concretamente tra le mani.
Invece ciò che appare superfluo, inutile,scontato, privo di significato,non viene considerato.
Fin quando noi ci fermiamo solo al microscopio e non andiamo per altre strade che interpretano l'uomo, difficilmente si potranno veramente ricostruire i fatti, trovare i colpevoli.
La scienza investigativa oggi ha molte conoscenze e molti strumenti sofisticati che spesso usa male o non sa usare adeguatamente, una volta non li aveva ma usava
attenzione verso l'uomo.
Si cerca il DNA,sacrosanto farlo, ma non ci si deve fermare solo a quello, l'uomo è un insieme di corpo e pensiero, non dico anima perché non so se ci credete.
Non si è scavato abbastanza per conoscere meglio le persone, chi erano Yara, Sarah, Melania,Roberta?
E le loro famiglie e i loro amici?
Con le teorie scientifiche senza la spiritualità l'uomo non progredisce veramente,perde la connessione con il mondo che lo circonda e che sta distruggendo e si sta distruggendo.

Vanna

Anonimo ha detto...

Grazie Manlio
Come al solito con leggerezza e capacità di sintesi hai saputo tradurre la complessità e talvolta l'ambiguità di un discorso dovuto alle trappole del linguaggio. Riguardo a Vito credo anch'io che questo signore (con simpatia) ci stia nascondendo i suoi titoli accademici.
Gilberto

chiara ha detto...

Ciao Vanna, io del libro preso da Sarah so poco o niente, mi ripeti il titolo? perchè si dice che fosse raro? ne conosci il contenuto e puoi raccontarmelo? che tipo di collegamento gli riconduci?
Ti ringrazio in anticipo.

p.s. qual è il contenuto del messaggio ripescato mesi dopo? è certo che esista o rischia d'essere una favola giornalistica?

Vanna ha detto...

Chiara ciao,ho trovato sulla rete le notizie in questione che approfondii all'epoca.
L'ultimo messaggio di Sarah è stato estratto molto tempo dopo con le ultime foto scattate con lei, S. e il divino I, ne parlarono anche in tv.
Basta scrivere le parole chiare.
Ciao.

Vanna

chiara ha detto...

grazie, ciao!

ENRICO ha detto...

@ Vanna,

Concreta e brillante analisi di come dovrebbe svolgersi in generale un’indagine investigativa ed in modo particolare questa della quale ci stiamo occupando

Concordo totalmente

Vincenzo ha detto...

Ho letto tutte le vostre analisi. Che dire? Non c'è certezza della colpevolezza di Michele, mentre su Sabrina e Cosima c'è la certezza della loro innocenza, basata su fatti e dati certi (tabulati ecc).
Ora, parlando con obiettività, nel caso che l'appello vada a favore di Sabrina e Cosima (lo spero con tutto me stesso), come saranno condotte le indagini? I pm vogliono andare in Cassazione fino alla fine, nonostante tutte quelle bacchettate? Spero di no. Noi vogliamo il responsabile del delitto, non due donne innocenti.

Anonimo ha detto...


@ Vanna
Le questioni che poni sono quelle di tutto il pensiero filosofico e scientifico, attualissime nel periodo che stiamo vivendo. Senza scomodare la meccanica quantistica e l’eventuale violazione del principio di causalità voglio solo citare il celebre aforisma di William Shakespeare per bocca di Amleto: “ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quanta ne sogni la tua filosofia”. Attraverso la conoscenza cerchiamo di speculare sull’origine delle cose e sul mondo, cerchiamo di spiegare tutto, ma molte cose sfuggono alla nostra comprensione e ai nostri strumenti d’indagine… Amleto sente che esistono cose a noi sconosciute che neppure la filosofia e la scienza riescono a comprendere. Questo però non ci impedisce nei limiti della nostra finitezza, senza tracotanza e senza presunzione, di cercare una comprensione, sia pure parziale e imperfetta, delle cose del mondo e della nostra natura.
Gilberto

chiara ha detto...

due articoli un po' diversi dal solito su Sarah e fam:

http://iosonoqui.vanityfair.it/2013/04/20/in-memoria-di-sarah-scazzi/

http://www.ternimagazine.it/29428/il-fatto/il-mostro-di-avetrana-gli-amici-sarah-era-una-emo.html

Vanna ha detto...

Grazie Enrico!
Ed è proprio vero Gilberto quello che dici! Noi siamo qui a trovare le ragioni del fatto attraverso i percorsi della conoscenza e ci troviamo a metterci in discussione, a domandarci la manifestazione delle cose, a scambiarci i dubbi e i limiti e,partendo dal particolare caso Scazzi, arriviamo a ragionare sui massimi sistemi...!
E lo facciamo con buona volontà, mettendo sul tappeto noi stessi e quello che sappiamo, nei nostri limiti.
E non giudichiamo, ragioniamo.
Poi ti rendi conto che chi realmente dovrebbe farlo, sembra
emettere sentenze senza un apparente criterio.
Ti rispondo con Qoelet,credo," Nulla di nuovo sotto il sole".
Siamo in viaggio verso la conoscenza, si continua a trovare significati nei dubbi e noi siamo qui.
Questo stimolante dialogo continua con rispetto e apertura di cuore.

Vanna

magica ha detto...

begli interventi interessanti . tanto per divagare un po' onde evitare i soliti .
tuttavia . non scomoderei popper ovvero il tacchino protagonista: esempio sulla debolezza del pensiero .
il tacchino induttivista è una metafora ideata da bertrand russell poi ripresa da popper .mirata aconfutare le pretese di validita' dell'interferenza induttiva , ,
.
il tacchino di karl popper :una metafora mirata a confutare l'iduttivita'.del pensiero:certamente ...possibile.

succede l'imprevisto .la. dimostrazione che le teorie di popper non sono sostenibili: almeno bel caso scazzi .(gli imprevisti)
ci sono i riscontri dimostrabili con le sequenze del fatto.. orari e situazioni .. certo ci manca il video . ma le sequenze sono come un video immaginabile .dove pero' tutto combacia .. ciao .


Vanna ha detto...

Grazie Chiara degli articoli postati,non li conoscevo.
Sono molto interessanti, fanno conoscere un contesto nuovo per me e una mamma riflessiva con una sua storia personale alle spalle non facile, aprono o confermano scenari nuovi rispetto la solfa conosciuta.
Tu che ne dici?
Che impressioni ti hanno fatto?

Vanna

ENRICO ha detto...

Torno a dire : Popper formula UN CRITERIO per stabilire quando un certo tipo di conoscenza abbia caratteristiche scientifiche ( ossia contenga enunciati universali necessari e indispensabili a descrivere la realtà che ci circonda attraverso leggi che regolano i fenomeni fisico chimici ad essa correlati )

E lo fa enunciando la “ Teoria della falsificazione “ la quale, nonostante sottoposta a critiche, riveste tuttavia ancora un forte punto di riferimento

Ora però, per quanto l’argomento possa interessarmi - in piccola parte per formazione culturale ed in gran parte per interesse e ricerca personale - non vedo come il pensiero del filosofo in questione possa aiutarci a risolvere l’enigma di Avetrana.

Al contrario, sorretto anche dalla lettura dei link segnalati da “Chiara”, ritengo più attinenti ed utili le argomentazioni di Vanna le quali rivolgono lo sguardo al campo delle scienze umane che dovrebbero costituire un bagaglio indispensabile per tutti coloro che operano nel settore investigativo criminale

Purtroppo ho la netta impressione che da questo punto di vista le capacità messe in campo siano assai modeste, approssimative e disorganizzate : l’esatto contrario di quello che dovrebbero essere

ENRICO ha detto...

Ps: secondo il criterio di demarcazione popperiana le "scienze umane" sono pseudoscienze in quanto non è possibile sottoporle a controlli utili ad una loro universale "falsificazione"

Vanna ha detto...

Pino ciao, solo ora rileggendo il dialogo per riacchiappare i fili del discorso ho visto il tuo post delle 8:10 circa e mi sembra che sia in linea con quello che dice Enrico e che può essere condivisibile per leggere questo fatto.
E' anche vero che gli argomenti di Manlio e Gilberto sono anch'essi degni di nota e di riflessione.
Sono tutti punti di vista che partono da direzioni differenti ma se utilizzati possono convergere per interpretare il mistero di Sarah e tutti sono importanti per comprenderlo.

Vanna ha detto...

Chiara gli articoli che hai postato mi hanno fatto riflettere e non poco.
Non ho molto tempo perché sto preparando la passata dei pomodori, me ne faccio un po' al giorno.
Riguardo S. Pancrazio, ricordo una frase di Sabrina che suonava più o meno cosi:- Anche a S. Pancrazio si è fatta conoscere.-
Alla luce di quello che lì è scritto quella frase ha un senso eccome e forse S. la mattina del 26 voleva farle capire che certi atteggiamenti o abbigliamenti non andavano bene?
Bisognerebbe trovare altre testimonianze dei primi giorni.
L'intervista a Concetta mi fa capire la dignità e la profondità della mamma, non era distante e distaccata come credevo, era presente e non condivideva alcune scelte della figlia un po' ribelle come si è a quell'età.
Grazie chiara.
Ciao.


Vanna

chiara ha detto...

Ciao Vanna.
Anch'io non conoscevo quegli articoli, li ho trovati cercando la questione del libro della biblioteca (non capisco in che modo siano usciti ma vabbè meglio così).
Mi hanno molto confortata perchè in sostanza confermano, su Sarah, le osservazioni che avevo già fatto quando la stampa e la Procura cominciarono a parlare di "bambina" quando, per tutta evidenza, non lo era più. E non è una questione di pura forma o di gossip ma anzi ha un'importanza sostanziale: se cerchi l'assassino di una bambina casa e chiesa che gioca alle bambole con le amichette, anzichè di una adolescente "canonica" con i suoi grilli e frequentazioni piuttosto ampie e libere, stai andando già fuori strada.

Analogamente su Concetta ho confermato le pregresse impressioni, contrariamente a quanto è accaduto a te...con tutto il rispetto e la compassione per una mamma segnata così duramente, non riesco comunque a non rivolgerle diverse severe critiche, dalle quali mi astengo per non urtare la sensibilità di alcuni. Detesto chi giudica pubblicamente gli altri credendosi tenutario di una superiore sapienza divina e se ne fa schermo per addirittura riversare su altri responsabilità che sono solo ed unicamente sue.

Anonimo ha detto...

Interessanti gli articoli, ma sappiamo tutti di che genere di famiglie stiamo parlando, tra una passata di pomodoro ed un altra, cosa aggiungono questi fatti alla soluzione della vicenda se non puro gossip?
Luigi.

Vanna ha detto...

Luigi,ma cosa dici?
La passata di pomodori è necessaria per condire le pietanze altrimenti tutto sarebbe senza sapore!
Gossip vuol dire pettegolezzo, gli articoli qui postati profumavano di filosofia, psicologia, fisica,garbo e apprezzamenti reciproci, non c'erano banalità.
Rimani in tema per favore, ma vedo che non sei capace.
Io non so queste famiglie che genere sono, come dici, e certamente non sei garbato.
Non so se si è aggiunto qualcosa alla soluzione della vicenda, come dici,noi comunichiamo su ampi fronti, adeguati altrimenti se non
non sai differenziare, la passata ti va di traverso.
'notte.

Vanna

Manlio Tummolo ha detto...

Secondo me, applicare il problema metodologico impostato da Gilberto nel caso specifico, vuol dire porsi alcune domande e formulare risposte ipotetiche in base a fatti determinati. Va distinta la prima fase (sparizione della ragazza), dalla seconda (accertata morte e accertato occultamento della stessa). In ambedue i casi le possibilità erano diverse, perché riguardo ai suoi ultimi incontri lungo la strada (Petarra, fidanzati, famiglia, ecc.), si potevano conoscere fin da prima del ritrovamento del corpo, ma, salva mia smemoratezza, non mi pare che si siano curati di sapere chi l'avesse vista per ultima, a che ora e come, se vi fosse stato qualche sconosciuto nelle vicinanze, se la strada era deserta, via di seguito, nei primi giorni delle ricerche. Ad esempio, fin dall'inizio si poteva determinare che c'era una zona "cieca", prima di arrivare in quella casa. Zona in cui si era già ipotizzato un rapimento o un allontanamento della ragazza, evidentemente con qualcuno. In quella situazione era più probabile un rapimento, perché se avesse voluto allontanarsi, lo avrebbe fatto senza bisogno di fingere di andare al mare. Ma nessuno ha visto nulla, nessuno sa nulla. Per pochi che fossero i metri che mancavano, lì qualcosa poteva essere avvenuto, ma - classico, quando succedono cose di quel genere - nessuno ha visto o sentito nulla. Nessuno ha indagato allora su questo tratto di strada e perché fosse "cieco".

Poi evidentemente sono seguite informazioni orali, scritte, telematiche o altro, che indicavano nella casa Misseri il luogo del delitto e della sparizione, ma in forme vaghe, geenriche, anonime oppure riservate (note agli inquirenti, ma non rese pubblicamente note). Probabilmente da tempi sussistevano antipatie, odi, invidie o altro contro la famiglia Misseri. Come osservano Vanna e Chiara, anche nel rapporto tra le sorelle Serrano l'atmosfera non doveva essere idillìaca anche se apparentemente pacifica e solidale, per una lontana storia pregressa di separazioni. Di qui il puntare dritti su un solo obiettivo di ricerca: ancora prima del ritrovamento si supponeva una tragedia intrafamiliare. Ora, tutto questo, non solo è agli antipodi col pensiero popperiano, ma con qualunque metodo di natura scientifica, dove prima di dare risposte, ci si pongono domande e si formulano ipotesi provvisorie. Il "metodo" qui è stato un mero "ATTO DI FEDE CIECA", se non la furbesca volontà di risolvere il caso in maniera sbrigativa: un incidente domestico, seguito da panico.

ENRICO ha detto...

Scusate se “volo basso” ed abbandono la disamina dei “massimi sistemi” ma vorrei proporvi due quesiti che da sempre mi frullano in testa

Quali erano gli elementi che potevano condurre Sabrina, durante le ricerche, a rivolgere l’attenzione in queste direzioni insinuando sospetti su:

a) La badante che accudiva il nonno di Sarah
b) Il padre di Sarah
c) Amici e familiari di San Pancrazio

Quale misterioso meccanismo è riuscito a trasformare il Misseri, contadino semianalfabeta ( a malapena sa riprodurre con grafica incerta la propria firma) in un novello Silvio Pellico iper-prolifico scrittore di memoriali- fiume ?

Se, come sembrerebbe, l’uomo in questione è in grado di leggere con grande difficoltà, come ha potuto di punto in bianco arrivare a scrivere pagine e pagine in un italiano abbastanza scorrevole e corretto ?

Anonimo ha detto...

Va bè questo è ovvio anche per me.
Gli elementi che potevano indurre Sabrina a depistare le ricerche in quella direzione sono la semplice malvagità e depravazione della stessa .
Il meccanismo che è riuscito a trasformare il Misseri in un novello Silvio Pellico si chiama Valentina.
Adesso scusate ma non posso più commentare perche sono troppo impegnato sul forum della sagra delle castagne di Soriano nel Cimino.
Ciao, Luigi.

magica ha detto...

la badante rumena entra in gioco quando sabrina , in confidenza con la zia concetta considerano un particolare.
il mattino del 26 e nell''imminente allonatanamento da casa di sarh .la badante . aveva ricevuto numerose telefonate . tanto che concetta si domando': perchè la badante telefonasse tanto., invece di badare al nonno .
..tanto che ..
gli venne un sospetto sulla badante rumena ., che fosse coinvolta nel rapimento della figlia .(infatti pensavano ad un rapimento )
. si confido' con sabrina che aveva ricevuto in benestare dalla zia per le ricerche .e la visione mediatica.... sabrina desiderosa di aiutare ,, con in + la sfacciatggine lo riferi' a chi doveva ,,
ecco che da questa ipotesi scaturi' un sospetto di depistaggio .. che molti ancora non si rendono di sapere.
come faceva sabrina a sapere che la badante stava telefonando mentre sarh usciva di casa?
eppure è lampante quello che successe,, la zia non ricorda (poverina ) ha poca memoria .

un altro motivo-- la zia concetta disse .. indagate anche sulla famiglia . di quale famiglia .... dei misseri? di quelli doveva aver fiducia :mandava da loro ogni giorno la figlia .
sarh aveva passato gli ultimi giorni a san pancrazio assieme al padre., ed anche la' ci furono vari sospetti., sugli amici del padre di sarh ., sabrina non parlo' dello zio .ma di amici o conoscenti di san pancrazio ,
. tutte queste ipotesi sbagliate hanno fatto pensare a depistaggi di sabrina per allontanare da lei i sospetti ..
erano tutte ipotesi fatte insieme a chi? non ricorda ha poca memoria .. ma non sabrina.
ciaoo..

magica ha detto...

cioa luigi ,
eppure sono notizie vecchie come il cucco .

magica ha detto...

è meglio che tu vada a cucinare le castagne invece di dire le solite stronz..
valentina vorrebbe che il padre scrivesse lettere per accusarsi ? mentre sa che è la sorella colpevole . i ragionamenti si fanno con il proprio metro ..
: giudicanti ! siete voi capaci di indurre che un padre si accusi di omicidio sapendolo innocente? . pure di aver abusato della cuginetta .. tanto perchè il racconto sia piu' credibile .
hanno messo su una vergognosa scena sul nulla ..
.. -

Manlio Tummolo ha detto...

Cara Magica,

mettere figli contro i padri e padri contro i figli è tipico delle più feroci dittature.

Comunque Si immagini che a Michele Misseri venga detto: " Tua figlia ha confessato, ora confessa anche tu". Ammettiamo che non ci creda: gli presentano un foglio di carta con una firma imitata (falsificata) della figlia. A questo punto il 99 % dei padri (o più), che non conosca i trucchi di polizia, confessa a sua volta. Poi più tardi scopre che non era vero, ma è tardi, né sa come reagire. Quando un SS. Inquisitore si prende la briga di dire che ha usato "metodi suggestivi", ha la sfacciataggine di dichiararli legali (quando l'art. 61 CPP parifica l'indagato all'imputato in tutti i diritti), ma di che meravigliarsi, che cosa chiedere ancora? Tutte le confessioni di Misseri, fino alla vigilia dell'uscita dalla galera (ma allora lì scattano altri fattori), sono farina inacidita e ammuffita deel sacco inquisitorio. Lo testimonia il SS. Inquisitre con la sua dichiarazione e, soprattutto, col suo comportamento.

Manlio Tummolo ha detto...

Le domande di Enrico sono molto interessanti. Riguardo a Sabrina, potrebbe eventualmente rispondere solo lei; riguardo alle capacità letterarie del padre, chi ci dice che non le avesse nascoste? I grandi poeti antichi (rapsodi) sapevano a malapena scrivere, qualcuno era pure analfabeta, e nondimeno avevano notevoli capacità narrative, come sappiamo. Un tempo, tra l'altro, nelle lunghe sere d'inverno presso il fuoco o nella stalla, in cerca di calore animale, icontadini si narravano sempre storie e leggende. I cantastorie siciliani e i pupari sono famosi in questo. Potrebbe anche darsi che, smettendo l'uso degli attrezzi agricoli, brandendo la penna, sia riuscito a tirar fuori doti letterarie. Se ben guardiamo, nei verbali - soprattutto in prima fase - egli cerca di coprirsi dicendo di non conoscere bene l'italiano. E' un'astuzia da contadino, ma quando viene interrogato, di parole o di forme dialettali ne escono poche. Ora, parla meglio lui e ragiona giuridicamente meglio dei suoi interlocutori, tanto è vero che, all'obiezione che contro di lui non c'erano prove, ribatte: "Ma nemmeno su mia moglie e su mia figlia". L'uomo è assai meno stupido e assai meno ignorante di quanto si era voluto far credere all'inizio. Credo che questa sia la soluzione più probabile.

chiara ha detto...

Magica 00.06

a conferma: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/lecce/notizie/cronaca/2010/29-settembre-2010/ombra-una-sorella-milanesesul-primo-mese-senza-sara-scazzi-1703853571262.shtml

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissimi amici buona notte a tutti,dire che sono stanco è poco,tra visite ospedaliere per mia moglie,il lavoro e per finire compleanno del nipote,ma,un bel dialogo con gli amici è sempre qualcosa di rilassante.Cara Magica nulla da ridire sulle tue risposte a Enrico.Che fine hanno fatto i cellulari della badante rimane un mistero,come è un mistero che a Concetta la memoria risulti labile,invece al Petarra risulti ferrea,anche se viene aiutato a "ricordare" dal P.M. Buccoliero.Ora vi racconto un particolare di una certa rilevanza,verso le 17.30 dovevo accompagnare mio figlio dal dentista,non sapendo dove era ho chiesto di accompagnarci al vicino di pianerottolo(fratello del dentista),saliamo in macchina,arriviamo vicino allo studio,e dico a mio figlio di sbrigarsi che era già tardi,nel preciso istante che ho detto queste parole,ho guardato l'orologio del cruscotto,che era in bell'evidenza,poi scendo dalla macchina,e cosi per puro caso leggo la marca,era una YARIS,e ho esclamato,ma guarda un po,la stessa dei fidanzati di Avetrana e che tutti sapete cosa dissero,che nel momento in cui vedono Sarah,alla ragazza viene di guardare l'orologio,per forza dico io,non può non guardarlo,è frontale,digitale,caratteri grandi e distante dal sedile circa 50 centimetri,l'ora che dice,erano le 14.30,o 14.35,deve essere quella,difficile sbagliare,di qualche minuto posso capirlo,ma che poi a distanza di mesi dice di non ricordare mi sembra strano,in questo caso il P.M. Buccoliero ha voluto che i testimoni "non ricordassero" più l'orario,ma, il verdetto finale di questo processo è stato deciso dai Giudici,o dai P.M. Buccoliero, Argentino? nessun dubbio,hanno deciso i P.M., la Giudice Trunfio ha solo letto quello che altri avevano deciso.Buonanotte a tutti cari amici.

Anonimo ha detto...

Sicuramente il fatto che fosse una Yaris, una macchina di m..da orologio compreso, lasciatelo dire, non influirà molto per attribuire la responsabilità del delitto a Michele Misseri.
E pensare che si era cominciato bene, con le ipotesi alternative, per me, colpevolista possibilista moderato, molto interessanti.
Luigi.

magica ha detto...

malvagita' e depravazione della stessa? sono queste le considerzioni che hai di una ventenne imprigionata senza prove?
potevi intervenire con altri termini.. e discutere le tue ipotesi alternative senza offendere chi non lo puo' fare .
abbiamo riscontri molto seri e verificabili . le alternanze dovevano essere altre ., non la badante rumena.. ma naturalmente ognuno la pensa a modo proprio ..

Vito Vignera da Catania ha detto...

Caro anonimo Luigi cosa c'entra la colpevolezza di Misseri con la macchina? la mia era solo una constatazione riguardo a quello che avevano dichiarato,le 14.30,poi modificato tra le 14.00, e le 14.30,sai il perché? è inutile che te lo chieda,non puoi capire,voli troppo in alto per i miei gusti,ma,cosi in alto che non ti sei accorto di essere sopra le nuvole,se invece voli basso saresti più umile,una virtù che ti manca.Ciao

carla ha detto...

buonanotte cari amici,
sono sincera per questione di tempo limitato, vi leggo velocemente e tra tutto di quello che ho letto, mi sovviene in mente , quell'incontro in carcere tra michele e la nipote Greco.....ora tutte le parole non mi ricordo , ma da quelle frasi avevo percepito da parte di michele , per cui mi era rimasto impressa, faceva ben intuire che Sabrina doveva fare la parte della scena come se glielo dovesse ,visto che è sua figlia.....
in questo caso devo dare atto a Vanna che bisogna capire la mentalità del posto....l'onore ,il patto di sangue, queste cose ne sono venuta a conoscenza e credo a quanto si abbia modernizzato , vedo che non si è ancora estinta del tutto , forse ha cambiato un po' la faccia....
e guarda caso la pubblica accusa al processo ne ha menzionato, pur sapendo su cosa giocare , rendendo opinione pubblica inerme che è difficile il diniego in tal senso.....in pratica hanno voluto mettere il dito nella piaga....
forse è stato zio michele ad uccidere Sarah ,come no, sta di fatto che lui è molto protetto, penso che dietro al omicidio si nasconda un qualcosa di molto grave....
basta pensare questo come mai dal momento si credeva che michele fosse l'omicida e le donne dovevano essere per forza complici , impossibile che non sapeva e dovevano comunque pagare e non poco ?.....quando invece l'accusate sono le donne , per michele addirittura non ha visto e ne sentito niente , anzi dormiva e non poteva sentire oppure in un altro momento si era stato detto che lui in quella casa non c'era proprio per cui non poteva aver assistito il delitto.....anzi è perfino accusato di autocalunnia....insomma un (santo)....se non è una protezione questa?.....
buonanotte a tutti che DIO ci assista a domani.....

Vito Vignera da Catania ha detto...

Caro Gilberto Buonanotte, un mio piccolo pensiero e per te,una notte serena e senza tempo. Quando un uomo siede un'ora in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora. Questa è la relatività. Albert Einstein.

Vanna ha detto...

Buongiorno!

Enrico, i tre elementi che elenchi:
la badante,
il padre,
amici e familiari di di S. Pancrazio,
sono interessanti per circoscrivere l'ultimo vissuto di Sarah.
Quel vissuto che, attraverso le coincidenze e le corrispondenze apparentemente acausali, ci permette di acquisire qualche tessera per comporre un mosaico.
Perché vedi, il ragionare sui "massimi sistemi" ci deve servire a scendere in terra e fiutare frammenti di verità.
Si deve dubitare sia sul vero che può sembrare falso che sul falso che può sembrare vero,ambedue possono costruire delle ipotesi.
E lo si deve fare ma non solo questo,altrimenti diventa un filosofare che gira a vuoto.
Non fermarsi però ad analizzare le tracce che ho trattato, che mi permetto di ricordare sono reali e mi consentono di interpretare un mondo di cose, mi sembra non corretto e volutamente riduttivo nei confronti della vita dell'adolescente.
Magica,mi trovo in sintonia con te quando rifletti sui meccanismi familiari e ricostruisci le frasi dei primi momenti.( leggerò il link che hai postato sulla "sorella" della ragazzina).
Quei due post di Chiara mi hanno aperto una nuova conoscenza che mi mancava.
Se Sabrina aveva avuto sentore di qualcosa che Sarah aveva fatto a S. Pancrazio doveva essere irritata con lei, nel nominare quella zona non depistava ma indicava il territorio.
Poteva anche essere un po' gelosa che Sarah aveva l'opportunità di essere ospite lì.
La frase di Concetta che suggeriva di guardare in famiglia poteva anche riferirsi ai parenti del
marito.
Quindi è vero che già nei primi momenti di panico certo,molti hanno parlato troppo e Sabrina si è esposta, ma questo S. Pancrazio è stato presente solo come nome.
I riflettori si sono accesi solo ad Avetrana, perché?
Erano già pronti i colpevoli che parlavano e trovavano.
Dell'altra famiglia del paese vicino si sa qualcosa?
Non è per puntare il dito, ma per conoscere più a fondo gli ultimi tre giorni di Sarah.
Perché le telecamere si sono fermate solo a casa di Concetta e di Cosima?
Bisognava indagare anche fuori quel lì.
Chiara condivido in pieno la tua risposta delle 20:33, non era più una bambina e la mamma faceva fatica a controllare l'adolescente.
Concetta la vedo in modo diverso: aveva una sua storia alle spalle che l'aveva segnata come figlia e come donna, aveva una parte femminile fragile da sanare.
Era madre di una figlia e partiva da quella esperienza personale, non aveva strumenti "culturali" per confrontarsi con una figlia adolescente e che rifiutava quel credo religioso.
I T. di Geova fanno proselitismo pescando in sacche di società che non brillano per preparazione accademica.
Faceva fatica a capire certi atteggiamenti e si aiutava con la fede, non sapeva fare altro per medicare la sua antica sofferenza.

Buona domenica e un saluto a tutti.

Vanna

Vanna ha detto...

Enrico scusa, ho dimenticato la badante che credo non c'entri per nulla, ma all'inizio anche lei è stata puntata ma non il S. Pancrazio.
Ciao.

Vanna

Unknown ha detto...

Caro Enrico, provo a rispondere alle tue domande,

dire che il Misseri scriva ora in modo scorrevole e corretto fa sorridere (sembra quasi una battuta da zelig). Occorrono peripezie mentali per capire quali siano in realtà i concetti che vuole esprimere. Se vuoi cerco fra le mie cartelle, rintraccio il memoriale che ha dato al giudice e te lo invio via mail. Ma parlo dell'ultimo, tieni presente che prima di quello aveva già scritto oltre trenta lettere alla figlia e altri cinque memoriali, quindi a forza di ripetere i concetti può averli migliorati (e dopo averlo letto mi scappa da ridere a parlare di miglioramento). Le lettere in parte riportate dalla stampa, non le fotocopie, per renderle capibili sono state corrette dai giornalisti.

Per quanto riguarda la badante, la prima a sospettarne fu Concetta quando la sentì descrivere alla perfezione sia il tipo che il colore degli abiti, nonché delle infradito e dello zainetto di Sarah (e da testimonianza, Sarah sarebbe uscita un attimo dopo essersi vestita). Inoltre era sospetta la telefonata fatta pochi secondi dopo l'uscita della ragazza. La Pantir uscì in terrazzo e parlò al telefono per qualche minuto con una sua zia che voleva semplicemente sapere come stava. Ma che fosse la zia lo dice la rumena, perché gli inquirenti non sono riusciti a rintracciare il tabulato di quel cellulare (pare che avesse nella sua disponibilità tre telefonini e che quel giorno abbia passato più tempo al telefono che al lavoro).

A San Pancrazio abitavano i parenti del padre e persone non proprio in regola con la legge. Sarah vi andava ogni tanto per stare con la cugina. Se oggi Sarah fosse ancora nella cisterna e nessuno sapesse nulla di lei, quindi cancelliamo dalla nostra mente tre anni di esposizione mediatica, non ti verrebbe da sospettare qualcosa di strano, vista la scomparsa avvenuta a nemmeno 24 ore dal rientro della ragazza da quella cittadina?

Per la cronaca, Sabrina Misseri, sempre affiancata da Concetta, ai carabinieri esternò anche altri sospetti e sospettabili. E sono esattamente quelli che si ipotizzarono dopo la scomparsa di Yara Gambirasio (traffico di organi di organizzazioni dell'est, minorenni portate a prostituirsi all'estero, un probabile stupro di gruppo e altro ancora).

Logicamente dopo il ritrovamento del corpo tutto ciò che non andava nella direzione voluta dalla procura fu accantonato e sotto i riflettori è finito solo ciò che poteva mettere in cattiva luce l'imputata.

Volendo fare un appunto in più all'operato dei pm che si intestardiscono su una tesi ed accantonano tutte le altre, mi sovviene il signor Domenico Zarrelli (strage di via Caravaggio a Napoli), ora laureato in giurisprudenza, che fu fatto arrestare dal Pm Ormanni lo stesso giorno in cui altri avevano deciso di iscrivere nel registro degli indagati e mettere sotto torchio in un interrogatorio un'altra persona. Persona che poi uscì dalle indagini. Ma il Zarrelli, dopo essere stato condannato all'ergastolo in primo grado e dopo cinque anni di carcere e altri processi, fu riconosciuto completamente estraneo ai fatti, tanto che nel 2004 lo Stato gli ha pagato un milione e trecentomila euro per ingiusta detenzione.

Ancora per la cronaca, il Pm Ormanni, nonostante la catastrofe partenopea, fu promosso e mandato a Roma dove fece altri danni quando prese in mano nuovi casi. Tre su tutti: Alberica Filo Della Torre, Simonetta Cesaroni e Claudia Bianchi (e lo Stato a causa sua, persona stimata dall'opinione pubblica in quanto benvoluta dai giornalisti, pagherà altri denari pubblici). Ora è in pensione e lavora a Forum, su rete4)

Massimo

ENRICO ha detto...

Manlio carissimo, è vero : esistono persone semplici capaci di trasmettere cultura così come esistono – anche se assai rari e oggetto di studi approfonditi – casi di evidenti illetterati i quali, per i cause indecifrabili, di punto in bianco iniziano ad esprimersi come un libro stampato o addirittura si producono in conferenze altamente specializzate su argomenti a loro ignoti come, ad esempio, “i segreti della vita sessuale degli esquimesi”. Fenomeni transitori che svaniscono con il venir meno dell’effetto che li ha provocati ( farmaci, shock, traumi , suggestioni, forti emozioni…) tuttavia non penso che il contadino di Avetrana possa far parte di queste categorie.

Penso piuttosto che sia dovuta al fatto di essere stato in continuo stretto contatto con un mondo culturalmente più evoluto ma soprattutto quello di essere divenuto una sorta di “star” con tanto di giornalisti e telecamere perennemente al suo inseguimento, la causa che ha provocato nel “soggetto” una trasformazione comportamentale e fisica non indifferente sviluppandogli quel senso di sicurezza al limite dell’ arroganza finora a lui sconosciuto

Che poi costui possa esprimersi anche in italiano anzichè usando solo il vernacolo locale mi sembra evidente : nei vent’anni trascorsi in Germania non dico che abbia imparato il tedesco ma sicuramente non si è espresso in dialetto avetranese per comunicare con il prossimo.

In ogni caso, che oggi il Misseri padre sia in grado di sfornare la Divina Commedia non mi convince per niente

@ Vanna
leggo ora il tuo interessante commento.

Ti risponderò in seguito con calma perchè ora non ho tempo

ciao !

carla ha detto...

buongiorno a tutti,
c'è una considerazione che mi ponevo, visto la tesi della procura sostiene questi giochi dei telefonini, che è la stessa Sabrina che rispondeva con quella di Sarah....basandosi sui secondi di risposta sia da parte di una che dell'altra, ma non si è discusso le posizioni che si trovavano una e anche l'altra , mentre che si rispondevano, in quei orari di tabulati.....quando per Cosima si era parlato tanto della sua posizione delle 15.15 che si trovava in garage o sopra il garage.......
ora cose tecniche dei telefonini non me ne intendo , ma riporto di quello che ho sentito e ritengo che si dovrebbe sapere le postazione di Sarah e di Sabrina mentre che si mandavano i messaggi e se non sbaglio c'era un intervento di una amica di Sarah alle 14.20.....
insomma tutte queste impostazioni non ne si sa niente, solo quella di Cosima ?....penso che la ragione vuole che la tecnologia valga per tutti!..... buona giornata a tutti

magica ha detto...

ciao carla
penso che non occorra sapere le posizioni dei cell, perchè gli ultimi squilli del cell di sarh ., sabrina li senti' quando era in macchina, o fuori di casa misseri.,assieme alle amiche ... ,in quei momenti si incontrarono gli ultimi squilli , dopo di che il cell di srah risulto' non raggiungibile .
percio' non penso che sabrina abbia avuto poteri sopranaturali .. essere in strada e conteporaneamente in garage .
le ragazze non si accorsero degli squilli provenienti dal garage per chè avevano la radio della macchina accesa .
.
anche misseri senti' gli ultimi squilli dal cell di sarh .. lo avra' buttato con forza in terra., o calpestato per non farsi pescare nel garage con sarh senza vita..
. il cell si apri'.e misseri aveva il timore che alcune parti del cell si trovassero da qualche parte in garage., per cui si fece aiutare dalla figlia per trovare parti del cell . dicendole la storia del ritrovamento per strada di un cell., poi persa in garage .sospettando che fosse una parte del cell di sarh .
. era molto astuto lo zio., prima e durante il fatto .
..
ci sono commenti che dicono... perchè sabrina aiuto' il padre nella ricerca di parti del cell?..

come mai misseri disse alla figlia di aver trovato le parti del cell in giro x avetrana? poteva rispamiarsi la storia del ritrovamento per le vie e di averlo perso poi nel garage .tanto se sabrina fosse stata coinvolta. non occorreva inventare quella scena inventata da misseri. .
le ragazze non sentirono gli suilli provenienti dal garage perchè le amiche spagnoletti arrivarono con la radio accesa

magica ha detto...

purtroppo ci sono frasi doppie , meglio cosi': le leggerete due volte . ciaoo --

ENRICO ha detto...

@ Vanna

Riassumo sinteticamente il mio pensiero considerando due possibilità :

a) Sarah è deceduta in casa Misseri e nel lasso di tempo stabilito dalla procura .

In questo caso il responsabile della sua morte è senza dubbio una delle tre parsone che abitano quella casa . Chiunque di loro confessi di essere l’autore del misfatto o se ne assuma impropriamente la responsabilità non evita agli altri due di non esservi implicati, quanto meno per essere a conoscenza dell’evento
Non credo assolutamente alla tesi di chi sostiene che il Misseri padre abbia fatto tutto da solo all’insaputa della moglie e della figlia ( sebbene oggi sia divenuto molto comune fare di tutto “all’insaputa di..” ).

E cioè : raptus, strangolamento, occultamento del corpicino nel garage, trasferimento del cadavere della piccola nel bagagliaio dell’auto, operazioni varie di denudamento e distruzione degli abiti , definitiva “sepoltura “ nel pozzo, ritorno a casa senza dar segni di alterazione psicofisica alcuna , partecipazione più o meno attiva alla ricerche ed infine conduzione di una vita normale per oltre un mese senza destare alcun sospetto in nessuno dei familiari.

Le parziali ritrattazioni rilasciate in seguito dal Misseri , poi le ulteriori successive accuse dirette alla figlia, ed infine il suo ritorno alla primitiva versione che lo vedeva come unico e solo colpevole del delitto - siano esse dovute ad una confusione mentale del contadino o a pressioni, in buona o in mala fede, di avvocati ed inquirenti o alla mescolanza di tutti questi elementi - hanno creato un magma informe che ha inglobato la stessa figura del Misseri rendendola non più identificabile e quindi inattendibile


b) Sarah è deceduta in altro luogo ed in un altro momento per mano di persona/e diversa dai 3 Misseri.

In questo secondo caso, mentre il coinvolgimento del contadino nell’occultamento del corpo “ci starebbe ” ancora, avrei difficoltà nel motivare il perché della sua autoaccusa a meno di non collocare il crimine in un ambito oscuro, complesso e necessariamente potente e pericoloso del quale però non abbiamo riscontri .

@ Massimo

Una persona che sappia a mala pena leggere può comporre graficamente al massimo brevi pensieri elementari. Non è in grado manualmente di scrivere lunghissimi racconti esprimendo giudizi. sentimenti , fatti e situazioni complesse, seppur in maniera sgrammaticata ed incomprensibile, mantenendo per di più ferma la mano e la penna sulle righe
Poi, per carità, tutto è possibile : le vie del Signore sono infinite . Però lascia che abbia qualche dubbio in proposito

Mimosa ha detto...

Eppure stava scritto nero su bianco, e il testimone non era uno sprovveduto, nonostante ciò ancora oggi 13 luglio 2013 è faticoso togliere il fango dalle spalle di Sabrina!

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/lecce/notizie/cronaca/2010/29-settembre-2010/ombra-una-sorella-milanesesul-primo-mese-senza-sara-scazzi-1703853571262.shtml
INTERVISTA di Nazareno Dinoi a CONCETTA - articolo del 29 settembre 2010

Nei primi giorni della scomparsa alcuni suoi famigliari e lei stessa avete ventilato sospetti su suo marito, per il suo passato non proprio limpido dal punto di vista della legalità.
«I sospetti li abbiamo sempre su tutti. Comunque è vero, in quegli anni può avere combinato qualcosa e ora qualcuno potrebbe ricambiargli il favore con le cattiverie».
Avete anche dubitato della badante rumena.
«E dubitiamo ancora, ripeto, come di tutti. Maria si è dimostrata non sincera con noi. All’inizio era affettuosa soprattutto con mio padre che accudiva con amore. Poi, all’improvviso, quando era ancora in grado di parlare, mio padre dimostrava un certo nervosismo vedendola. Quando entrava nella sua stanza la cacciava dicendo che era il demonio».
Cos’altro non vi piaceva di lei?
«Quel 26 agosto Maria era sempre al telefono. Ricordo che mentre noi stavamo imbiancando la casa, lei usciva fuori per telefonare, anche poco prima che mia figlia uscisse lo ha fatto. Mi ha meravigliato anche la dettagliatissima descrizione che ha dato ai carabinieri su com’era vestita Sara, persino i particolari più piccoli che nemmeno noi sapevamo».

Vito Vignera da Catania ha detto...

Caro Enrico,tu dici che Misseri non ha avuto ,o mostrato nessuna alterazione psicofisica,dopo esser tornato dal pozzo,certo era passata un'ora,magari qualcosa si doveva notare,non credi? certo quando è tornato è andato a raccogliere fagiolini dietro casa,con il cognato,ma,intento a raccogliere il cognato,di certo non si è accorto di nulla,mica stava a guardare il volto di suo cognato non credi? pensa se ad avere uccisa Sarah fosse stata Sabrina nei minuti precedenti come doveva essere il suo stato emotivo,eppure l'amica dice che era tranquilla,poi ha iniziato a preoccuparsi,questo però succede dopo,strano no,non sudava,non tremava,e nessuna alterazione,ed erano passati solo pochi minuti. E prova ad immaginare quello che ha detto il P.M. in aula riguardo al sogno,litigio,fuga per il paese,viene presa e trascinata in casa per ucciderla,dopo aver fatto questo,come doveva essere il suo stato emotivo? una corsa contro il tempo per il probabile arrivo dell'amica a minuti,non è che sapeva del suo arrivo alle 14.40,no,l'amica poteva arrivare anche nei minuti successivi,invece Sabrina era tranquilla,certo dopo si è agitata,cosa normalissima se una cugina scompare nel nulla,non ti pare? il detto sto sudando freddo ti dice qualcosa? beh,dopo avere ammazzato la cugina era il minimo che si poteva notare.Ciao e buona giornata. Carissima Magica hanno fatto uscire fuori i cari P.M. quello che a loro faceva più comodo,il resto l'hanno nascosto,non era favorevole a loro,se no come avrebbero potuto formulare le accuse contro Sabrina e la madre,li fai cosi stupidi? ciao cara.

carla ha detto...

e pensa ,Mimosa ora Sabrina dovrebbe risarcire perfino la Rumena, per calunnia, non vorrei essere cattiva , qua ci piove e ci metterei in dubbio l'onestà di Maria....dio denaro ha la meglio....Ma!....

per Enrico, c'è da considerare questo, che se ha ucciso michele le donne è inevitabile che non sapessero ,ma se hanno ucciso le donne per inquirenti michele se ne esce lindo lui non c'era......

x Magica , non nascondo che ci sia fin troppi elementi che porta a michele , al di là della confessione ,di quello ritrovamento del cellullare ,di cercare la sim nel garage ecc...., ma quello che non capisco e mi rende sospetto , questa esclusione ,il voler tenere fuori dal delitto a tutti costi ,pur dicendo delle baggianate e considerandoci dei stolti , che forse non siamo in grado di vederli.....

un saluto a tutti amici del blog....

carla ha detto...

ciao Vito.....

ENRICO ha detto...

Caro Vito

Tranquillo, non ti agitare ! Ho forse scritto che sia stata Sabrina ad uccidere la cugina ?

D'accordo : l'espressione scritta potrebbe non essermi congeniale però non mi sembra di essere stato così equivocabile !

Del resto hai dimostrato di essere in grado di comprendere concetti ben più complessi del mio modesto intervento quindi resto sorpreso nel leggere queste tue considerazioni che nulla hanno a che vedere con quanto riportato nel mio post

ENRICO ha detto...

a Carla

" che se ha ucciso michele le donne è inevitabile che non sapessero ,"

E questo chi te lo ha detto ?

Da dove trarresti questa incrollabile ed indiscutibile certezza ?

Manlio Tummolo ha detto...

Enrico Carisismo,

mi sembra che le osservazioni di Massimo Prati su quegli scritti siano esaustive, a meno di non aver avuto in mano il materiale olografo di Misseri, e constatarvi quella relativa correttezza che stupisce (correttezza - detto di passaggio - che oggi scarseggia anche tra i giornalisti celebri, che scrivono come cani con la coda intinta nell'inchiostro, frasi fatte, titoli sbagliati, dati imprecisi, barbarismi britannici, e via elencando). Ma noi che ne sappiamo di quello che sapesse o non sapesse il Misseri ante-delictum ? Lo vediamo come un contadino ignorante, buono o cattivo a seconda dei gusti. Ma prima com'era ? Una cosa mi aveva colpito, vedendo una sua foto con la moglie il giorno del matrimonio della figlia Valentina. Così vestito e sbarbato, sembrava tutt'altro che quel contadino ritardato come lo vedevamo al ritorno dai campi. Il punto è che le persone non sono ciò che appaiono e ciò che vogliono apparire, e non sono mai così semplici come le crediamo. L'uomo è una vittima, non di moglie e figlia, come si è voluto far credere (al punto che durante l'incidente probatorio venne tenuto separato dalla figlia in modo che questa non potesse "magnetizzarlo": Dio, che idioti e criminali allo stato puro !), ma dei suoi aguzzini SS. Inquisitori, il cui comportamento dovrà, o prima o dopo, essere penalmente valutato, così come di tanti loro colleghi, a partire almeno da quel celebre Ormanni ben ricordato da Massimo Prati: tutta gente avvezza all'abuso d'ufficio perché si credono intoccabili.
Ciò è dovuto anche ad avvocati pappe-molli, incapaci di dar battaglia con tutti i mezzi che il Codice Penale prevede.

Anonimo ha detto...

Un ulteriore precisazione alla domanda che ha posto Enrico:

Quale misterioso meccanismo è riuscito a trasformare il Misseri, contadino semianalfabeta ( a malapena sa riprodurre con grafica incerta la propria firma) in un novello Silvio Pellico iper-prolifico scrittore di memoriali- fiume ?

e alle successive risposte di Massimo.

Bisogna ricordare un particolare:
quando Misseri era in Germania da solo e la famiglia era in Italia, lui era uso scrivere lettere ai familiari, dunque il fatto che scriva non è affatto una stranezza.

Questo particolare lo si evince anche dalla prima lettera che gli manda Valentina che ad un certo punto scrive (il maiuscolo è mio):

"..Questa è la prima lettera che spedisco sia a te che a Sabrina, ma ne spedirò altre.
Scrivimi anche tu! Così sembrerà di ritornare indietro negli anni COME QUANDO ERI TU A SCRIVERE LETTERE PER ME VISTO CHE ERI IN GERMANIA. …
Non preoccuparti per gli errori di scrittura perché tanto ti capisco lo stesso..."

Stefano

carla ha detto...

intanto Enrico ,
mi sembra di aver scritto chiaro a chi mi riferisco (ai pm) ....
e poi il concetto è strano che, scusa se lo ripeto , se hanno ucciso le donne ,secondo i pm michele non sa niente......
questo l'ho sentito dire più volte dalla pubblica accusa al processo che michele sulla scena del delitto non c'era e con ciò non è in grado di descrivere di come avvenne il delitto......
insomma in quei 40 giorni le donne potevano sapere e michele no...
lui è andato de mo' a seppellire la nipote su commando come niente fosse, senza domandarsi con la famiglia di cosa sia successo.....
guarda non sono io che me la invento, è quello che ci ha voluto fare credere inquirenti....
allora le donne possono sapere e l'uomo no? ...e ti rivolgo la stessa domanda dove e chi può dare questa certezza?.....
ogni caso ritengo un preconcetto discriminante come al solito contro le donne.....

carla ha detto...

ps. ed è inutile negare la esclusione da parte di pm a riguardo di michele ....e la domanda è perché?....
e se non sbaglio lui michele dovrebbe affrontare il processo per l'occultamento del cadavere che gli è stato propinato un avvocato in difesa......per cosa poi?....sarà per dire che lui non ha colpa perché le donne l'hanno obbligato, in qualche modo che ne venisse scagionato anche in tal senso....non riesco trovare giustificazioni.....

ENRICO ha detto...

" secondo i pm michele non sa niente."

Come "non sa niente "? Se ha sepolto il cadavere come faceva a non saper niente ?

i Pm sostengono che non fosse presente al fattaccio, il che è tutt'altra cosa

Nel mio post io ho scritto che SE la morte fosse avvenuta nella villetta il colpevole va ricercato in UNO dei suoi tre abitanti ( padre madre e figlia).

E chiunque dei tre fosse stato , anche gli altri due ne sarebbero venuti a conoscenza pur non avendo partecipato al crimine.

E' CHIARO adesso ?

No, allora spiego meglio : se è stato Michele ritengo improponibile la tesi secondo cui costui zitto zitto abbia strangolato, caricato in auto, gettato in un pozzo il cadavere e poi sia tornato a casa ad occuparsi della raccolta dei fagiolini come se niente fosse . E nessuno si sarebbe accorto che qualcosa di anormale era nell'aria

A te sembra credibile ? a me no

SE viceversa fosse stata Sabrina non mi sembra ci siano dubbi : il padre lo avrebbe saputo non perchè fosse stato presente al fatto ma perchè ha poi dovuto occuparsi di far sparire il corpo che giaceva nella sua abitazione.

Ci sei adesso ?

Con questo, onde evitare di far venire un attacco di fegato a Vito, non voglio dire che la colpevole sia Sabrina

Che fatica però ragionare con chi prende cappello senza aver prima cercato di capire il senso di ciò che legge !

ENRICO ha detto...

a carla

"lui è andato de mo' a seppellire la nipote su commando come niente fosse, senza domandarsi con la famiglia di cosa sia successo."

Questo chi lo avrebbe detto ?
E' una tua libera interpretazione o cosa ?

Non capisco il senso ...

OT

per mia cultura personale : "de mo'" che significato avrebbe nel contesto di una frase?

Vito Vignera da Catania ha detto...

Caro Enrico guarda che il mio non era un rimprovero,assolutamente,ti ponevo delle domande riguardo alla frase da te scritta,i vari stati d'animo di come potevano essere sia dopo un'ora,che dopo pochi minuti,e anche in base alle accuse formulate dai p.M. in aula,questo ti chiedevo,perché se una è tranquilla è una cosa se è agitata è un'altra,e dato che non sono sordo,c'è un video di Mariangela che a domanda del P.M. Buccoliero,dice che quando lei è arrivata da Sabrina, era tranquilla,come vedi io tanta fiducia al Buccoliero non la darei,anzi spero di non aver nulla a che fare con questa persona,meglio se incontro il diavolo.Ciao,e un caro saluto a tutti.

Anonimo ha detto...

Riprendendo le osservazioni di Manlio, sarebbe interessante mettere a confronto le lettere di Michele scritte negli anni precedenti a quel 26 agosto e i memoriali scritti dopo la morte della nipote. Anch'io ho l'impressione dalle foto precedenti (pubblicate) di trovarmi di fronte a un'altra persona. In realtà noi conosciamo il Michele Misseri dopo la scomparsa e la morte di Sarah e l'idea che ce facciamo la proiettiamo anche nel suo passato. La tragedia può davvero aver inciso molto più di quanto riusciamo a percepire non avendo noi dei termini di paragone. Solo chi lo conosceva bene può valutare la trasformazione e quanto questa sia profonda. Gilberto

Manlio Tummolo ha detto...

Chi conosce la storia di Bertoldo che mette sempre nel sacco il re Alboino ? Una fiaba che descrive l'astuzia contadina nei confronti di certa pseudo-sapienza dei potenti. SE la memoria non mi tradisce sui nomi, l'autore - che la trae da storie popolari - fu Giulio Cesare Croce e, vedi combinazione, riguarderebbe la zona meridionale (le terre che furono i Ducati di Benevento e Spoleto, rimasti indipendenti fino all'occupazione normanna, XI secolo).

Ad un certo punto, a Michele Misseri, novello Bertoldo, è anche convenuto farsi passare per scemo e semianalfabeta, molto di più di quanto lo fosse realmente. Come dice Gilberto, sarebbe interessante confrontare lettere sue dalla Germania o dall'Italia con gli olografi delle memorie sul delitto. Ma mi pare che, come per altre perizie, i SS. Inquisitori si guardino bene dall'approfondire la faccenda, per il semplice motivo che si scoprirebbero molti loro imbrogli ed abusi.

Vito Vignera da Catania ha detto...

Caro Prof Tummolo tutti abbiamo potuto constatare i cambiamenti di Misseri,"il transformer" di Avetrana,il contadino dal buffo cappellino che uscendo dal carcere con il vestitino nuovo,gli occhiali,un linguaggio più sciolto e molta destrezza con le telecamere,e sia con i giornalisti,evidentemente non stava cosi male in galera,anzi,lui dice che non voleva uscire,sia perché colpevole,e sia perché lo trattavano bene.Scriveva tanto,era diventata una sua passione,certo qualcuno gli avrà pur dato dei consigli,e poi credo che guardando più televisione abbia imparato tante nuove parole che lui mai aveva pronunciato. Zio Michele prima e dopo,il dopo sembra un intellettuale,che fosse stupido ci credo poco,ignorante si,e chi è scaltro su certe cose, dell'ignorante ne fa una vittima da sacrificare per il suo tornaconto.Un cordiale saluto caro Prof.

Mimosa ha detto...

Caro Gilberto, mi ha molto affascinata la tua esposizione per “congetture e confutazioni”, e ho letto con ammirazione i dotti interveti degli amici, ma non mi sento di entrare nel merito di Popper & C. perché i miei studi di filosofia sono lontani anni luce e altrettanto lo è sempre stata la mia capacità ricettiva di quella materia,piuttosto – terra a terra – colgo alcuni spunti delle tue riflessioni, facendo tabula rasa delle mie precedenti convinzioni.
Vedo che tu hai valutato come me l’incongruenza relativa alle fasi che vanno dall’omicidio all’occultamento del cadavere, passando per l’accensione e spegnimento del falò.
Sulle tempistiche di tali azioni («serie di operazioni piuttosto laboriose») è da un bel po’ che interrogo il blog, evidenziando che mai fu posta una capillare attenzione dagli inquirenti né prima né dopo.
Per scagionare il reo confesso ovvero per provare la autocalunnia, autolesionistica, sarebbe bastato insistere su quelle finestre temporali e, seppure il Miché di allora non portasse orologi e non avesse l’abitudine di guardare il cell per sapere l’ora, regolandosi col sole e con la sua pancia, sarebbe stato un giochetto da abile Inquisitore prenderlo in contropiede e farlo inciampare.
Continuo a domandarmi perché tale silenzio. «Per il semplice motivo che si scoprirebbero molti loro imbrogli ed abusi», come scrive Manlio? Molto probabile.

Anche tu supponi come me (tu addirittura scrivi «Di sicuro») che l’occultamento del cadavere di Sarah si sia svolto «in due fasi».
Però aggiungi un elemento rilevante, dici «non nello stesso giorno». E qui non mi trovi totalmente d’accordo, anche se l’hanno pensato altri, ad es. qualche opinionista ospite nei talkshow preso come gente che va controcorrente e quindi inascoltata (anche per via di certe altre affermazioni non lineari). Si prospetterebbe uno scenario molto particolare per il paese di Avetrana intero. Impossibile che nessuno abbia visto nessuno strano movimento in quelle giornate di frenetiche e disordinate ricerche, anche con l’elicottero. Certo con la temperatura di 35° all’ombra un cadavere deve essere sepolto in fretta…

Tuttavia, tanto per seguire la linea della confutazione, a me non «appare impossibile (in pieno giorno con il rischio di venir notato), che in quel lasso di tempo (quarantacinque minuti) avrebbe dovuto fare la spola da via Deledda a contrada Mosca (andata e ritorno)». Secondo me può invece succedere che un individuo nello stato di sovraeccitazione emotiva e quindi di obnibulamento mentale (come poteva essere il soggetto Misseri omicida per sbaglio) rimanga sufficientemente a lungo in stato di shock (già lo scrissi presso un tuo precedente articolo), come altrettanto capita a coloro che investono un pedone e scappano, quando il giorno dopo vanno ad arrestarli sono ancora frastornati.

Questo mio richiamo allo stato confusionale derivato dall’aver commesso un’azione esecrabile, nel presente articolo lo stai confermando tu stesso quando parli (per supposizione) di un Misseri che, assistendo a fatti delittuosi, rimane a «sorvegliare il luogo», «accovacciato tra l’erba», «resti agghiacciato nel capire», e poi «nel suo nascondiglio rimanga come paralizzato, impietrito, folgorato, annichilito», e infine «con fatica si sia come risvegliato da quell’incubo».
Se queste possono essere le reazioni di chi assiste (mi è piaciuta molto la narrazione, avvincente e molto credibile), non si può negare la paralisi mentale nella consapevolezza morale delle azioni e il successivo muoversi come in un incubo, in stato di “amnesia parziale o totale”, non siano proprie anche in colui che è responsabile di aver tolto la vita ad una persona cara.

Complimenti per il tuo contributo, come sempre molto intellettualmente elevato. Mimosa

Giacomo ha detto...

Qualcuno ha scritto che se “Sarah è deceduta in casa Misseri e nel lasso di tempo stabilito dalla procura, il responsabile della sua morte è senza dubbio una delle tre parsone che abitano quella casa. Chiunque di loro confessi di essere l’autore del misfatto o se ne assuma impropriamente la responsabilità non evita agli altri due di non esservi implicati, quanto meno per essere a conoscenza dell’evento.”

Orbene, qui c’è uno solo che ha confessato. Ed è stato il Misseri. Questo fatto non eviterebbe a Cosima e Sabrina di essere implicate, perché dovevano necessariamente essere a conoscenza dell’evento? E chi lo dice?
Sarah potrebbe essere deceduta (o anche essere stata aggredita con conseguenze che l’hanno portata alla morte posteriormente, senza che abbia più ripreso conoscenza) nel GARAGE di casa Misseri nel lasso di tempo sostenuto dalla Difesa (14:30-14:40), che è diverso dal luogo (abitazione) e lasso di tempo sostenuto dalla procura (14,10-14,18). In tal caso è plausibile che Sabrina possa non esserne accorta, visto che stava in bagno ad ultimare i preparativi per la gita, ed anche Cosima, visto che stava nel letto a riposare, dopo una giornata di faticoso lavoro sotto il sole iniziata alle TRE di notte(!). E’ possibile ipotizzare che Misseri sia stato protetto dalla sua INSOSPETTABILITA’ presso moglie e figlia. Le due donne sapevano di non essere state, perché erano in compagnia l’una dell’altra, addirittura a letto insieme. Rimaneva il padre, che non era con loro. Ebbene, seppure col tempo abbiano potuto cominciare a nutrire vaghi sospetti, li avranno allontanati da sé con la considerazione che se fosse stato il padre, si sarebbe costituito. Se non lo faceva, evidentemente NON POTEVA ESSERE STATO LUI!
Sabrina ha detto A PROCESSO che non ci voleva credere che era stato il padre, anche quando confessò. Ci mise almeno uno o due giorni, per accettare l’amara verità. Io sono convinto che Sabrina non mente, non ha mai mentito circa la sua assenza di responsabilità e di conoscenza certa della morte di Sarah, specialmente ad opera del padre. La cosa ENORME è stata che il p.m. l’ha sbeffeggiata in udienza proprio su questa circostanza: sullo sconvolgimento operato in Sabrina dalla notizia di avere un padre assassino CONFESSO. Tant’è vero che la “pappamolla” Coppi è insorto contro il p.m.: “non si tratta così un essere umano!”. Con l’occasione ricordo che sempre il “debole” Coppi ha detto che la ritrattazione dei fidanzatini sulla certezza dell’orario delle 14,30 è stata ottenuta con metodi che non usava nemmeno la S. Inquisizione.
E se vogliamo trovare un motivo per cui Misseri è uscito allo scoperto, potrebbe averlo fatto perché temeva che in qualche modo moglie e figlia avessero cominciato a sospettare di lui. Quello che Misseri non ha sopportato alla lunga è stato il sospetto che le donne avessero cominciato a sospettare di lui.

Saluto Gilberto e mi congratulo con lui ancora una volta, per il suo articolo da cui traspare la sua profondità di pensiero e la sua vasta cultura.
Un saluto a tutti gli amici del blog.

Giacomo

Mimosa ha detto...

@ Manlio
Gilberto ha scritto «Dunque, per congettura, Sarah potrebbe essere salita su un’auto» e tu ti interroghi sull’esistenza di una possibile «zona "cieca", prima di arrivare in quella casa» e ti stupisci che «Nessuno ha indagato allora su questo tratto di strada e perché fosse "cieco"».
Ottime osservazioni. Mi hanno fatto venire in mente, ma qualcuno spero verrà a sopperire alla lacuna nel mio archivio informativo, che sul percorso di Sarah c’era un edificio in ristrutturazione con operai al lavoro in quelle torride ore, ai quali operai sembra sia stato chiesto se avevano visto passare una ragazzina biondina, ricevendo diniego.
La zona cieca potrbbe essere proprio quella “dietro all’angolo”, auto o non auto di conoscenti, anche un cantiere all’aperto col sole che picchia sulle testa potrebbe essere l’ultima tappa del percorso di Sarah.

Mimosa

PS: carissimo Giacomo, tu sai bene quanto io mi sia spesa accanto a te (e a Norma) in questa annosa battaglia per l’innocenza di Sabrina e Cosima e per la validità della prima confessione di MM, ora comprendimi se tento ogni approfondimento possibile. In nome della Verità e Giustizia mi sento di patrocinare le riflessioni/confutazioni che Gilberto ha elaborato in questo articolo e che alcuni commentatori avevano altrove in vario modo espresso.
Un confronto sul piano ideologico è sempre stimolante, auspicando che le repliche intelligenti spianino la strada all’unica verità posibile che solo la piccola Sarah purtroppo conosce. Ciao, Mimosa

Giacomo ha detto...

Ciao, Mimosa.

Per me tutte le opinioni sono lecite e trovo assolutamente normale che tu ed altri cerchiate di approfondire ogni ambito possibile.

Difatti io leggo tutto con attenzione, anche se personalmente preferisco continuare ad approfondire la linea che ho sempre seguito.

Mi considero un innocentista "ortodosso", nel senso che parto dal presupposto che non si possa prescindere dagli elementi emersi dalle indagini e dibattuti nel processo.

Il fatto che Sarah possa essere stata rapita lungo il percorso, fu una linea già seguita dagl'inquirenti e definitivamente abbandonata col ritrovamento del corpo di Sarah su indicazione del Misseri, almeno da quello che risulta dagli atti processuali.

Ciò non toglie che si possa tranquillamente dibattere anche di argomenti non messi in luce dal processo, specie se fatto da persone di grande intelligenza sensibilità e cultura.

Buonanotte a te e a tutti gli amici del blog.

Giacomo

Mimosa ha detto...

Buona notte a te, Giacomo e Buona Domenica. Mimosa

magica ha detto...

allora lè tutto da rifare?
se non contano i riscontri certi,tanto meno possono contare le congetture .

Mimosa ha detto...

Magica
di quali riscontri parli? non ci sono "riscontri" di alcun tipo.
Ti riferisci ai tabulati e alle celle? Non servono proprio a niente, solo a far discutere se Sabrina poteva o no strangolare la cuginetta e maneggiare due cellulari in contemporanea. Roba di ridere, se non fosse raccapricciante.
Nessun riscontro della presenza di Sarah in casa, né in garage né al piano superiore quelle ore del pomeriggio
c’è solo la confessione di MM la notte del 6 ottobre.

magica ha detto...

ciao mimosa
beh allora siamo aposto . se la confessione di misseri è quella che fa districare il bandolo della matassa ...
. comunque sono mesi se non anni che si discutono questi particolari .
pero' se conta quella confessione come mai le donne sono in carcere?

in altri casi contano anche le piu' banali circostanze ., per trovare la verita' . com mai nel caso sacazzi ..i tabulati e le testimonianze genuine delle prime ore non contano?
se i fidanzati vedono sarh a piedi a quell'ora dirigersi per la via .. gli sms .. in contemporanea con l'arrivo previsto della sarah .. avendo risposto con un ok a sabrina . . tutto combacia ma non conta..? allora si devono basare su ipotesi ? troppo facile vincere facile ciao

Anonimo ha detto...

@ Mimosa
C'è un ulteriore elemento di riflessione. Il pozzo in contrada Mosca - come risulta dai successivi sopraluoghi in cui lo stesso Michele ha penato a ritrovarlo - non era facilmente reperibile neanche per il contadino di Avetrana, tant'è che mi risulta avesse poi detto di aver lasciato un promemoria con un tralcio di vite. Quindi quando Michele si fosse recato in contrada Mosca avrebbe dovuto spendere un certo tempo per localizzare esattamente la posizione del pozzo che presumibilmente era nascosto dall'erba alta, tenuto conto che il terreno per effetto della crescita di piante ed arbusti modifica il suo pattern e la sua configurazione visiva. Dunque altro tempo da aggiungere... Niente di strano dunque che l'eventuale occultatore del cadavere, chiunque fosse, avrebbe dovuto prima localizzare il pozzo di cui conosceva l'esistenza, ma del quale poteva ricordare la posizione in modo approssimativo. Sarebbe stato assurdo che se ne andasse in giro col cadavere senza prima aver 'ritrovato' il pozzo, ripulito il contorno per una più facile successiva localizzazione e per verificare l'idoneità dello stesso a fungere da idoneo luogo di occultamento. E' evidente che tale verifica si sarebbe resa necessaria per qualsiasi occultatore stante il fatto che per qualsivoglia motivo l'invaso poteva non risultare più idoneo alle bisogna. Questo mi conferma ulteriormente circa le due fasi. Sulla cronologia si può discutere. Gilberto

Manlio Tummolo ha detto...

Grazie Mimosa carissima, per l'ulteriore informazione del cantiere e degli operai interrogati, ché, se nessuno di essi ha visto passare la ragazza, è più che indizio che in casa Misseri a quell'ora non è mai arrivata. Avevo visto tempo addietro il percorso fatto per arrivare in quella casa, e non pare chi vi siano ampi spazi vuoti, ma una continuità abitativa anche di condomìni. Il che rende ancora più strano che nessuno l'abbia notata proprio nel percorso finale. Perché ? Tutti ciechi oppure tutti finti ciechi e sordi e muti come le tre celebri scimmiette ? E' evidente che in quel tratto finale di strada qualcosa è successo, e il sogno del fioraio non è del tutto fondato sul nulla, ma pare che abbia sbagliato i personaggi, a parte Sarah. La diffusione del sogno poteva essere un modo indiretto per costringere qualcuno a indagare su quel tratto di strada, senza fare nomi e cognomi, o almeno descrizioni fisiche dei soggetti. Poteva essere una rielaborazione onirica ed inconscia di qualche notizia circolante a mezza voce o bisbigliata tra i concittadini. Un rapimento potrebbe esserci stato, ma gli autori di tale rapimento, Gente Intoccabile anche dalle alte sfere. Di qui la necessità di afferrare la famiglia di Bertoldo, tanto antipatica a tutti, e ricavare da essa una confessione posticcia, chiudendo il caso con piena soddisfazione di tutti. Peccato che, ahiloro !!!, Sabrina ha rotto le uova nel paniere negando di giocare, a 22 anni, al cavalluccio nel garage del papà.

Caro Gilberto,
pare anche che nessuno abbia indagato su quanti, per un motivo o per l'altro, fossero a conoscenza di quella cisterna o pozzo che fosse, visto che non era di proprietà di Michele Misseri, ma solo luogo di lavoro. Né si capisce quale tipologia di cisterna fosse, sul piano costruttivo: in mattoni, con pietre cementate, in cemento, per ricevere solo l'acqua piovana (e da dove la riceveva se era completamente chiusa ?), oppure se attingesse anche ad una eventuale falda acquifera sottostante. Aveva altre imboccature, era collegata con altre cisterne ? Si trattava di un manufatto anteriore all'Acquedotto Pugliese, come si può immaginare, oppure collegato allo stesso ?

Come detto, in prima versione "la Repubblica" ne dava un descrizione assolutamente ridicola ed irrealistica, come "fossa di 80 cm di profondità" che però doveva essere scandagliata da somozzatori, ed altre baggianate consimili.

magica ha detto...

buongiorno .. non per contrastare le ipotesi altrui . ma mi pare che fosse cosi' .

il pozzo? era stato fatto molti anni addietro dal padre di michele misseri .. quel terreno anticamente era stato di proprieta' dei misseri .
. michele da ragazzino andava a pascolare il bestiame ..percio' si ricordava la posizione del pozzo .ma lo sapeva solo lui ..
il terreno fu poi venduto ma lavorato ancora dai misseri , poi abbandonato., e nessuno ci andava piu' in quel terreno ...
la fatica di trovare quel pozzo è stata solo per la vegetazione che lo aveva coperto , e bisognava toglierla ..

Vanna ha detto...

Buon pomeriggio !
Interessanti le ultime riflessioni sul percorso di Sarah per andare a casa Misseri e il pozzo come tipologia in quella spazialità.
In quel pugno di minuti accadde qualcosa.
Manlio condivido in pieno quello che affermi, la ragazza,forse, fu prelevata in quel breve tratto di strada.
Ricordo, mi sembra a "Chi l'ha visto", di qualcuno che aveva visto sfrecciare delle automobili sia a ridosso del percorso di Sarah, sia in campagna.
Qualcuno ricorda meglio?

Vanna

FALCE ha detto...

@ Vanna
L'imboccatura del pozzo, a livello del terreno, era di 40 cm. circa di diametro, e segnava l'inizio di un cilindo irregolare che si inoltrava in profondità per circa m. 1,80, per poi allargandosi a campana, come in umbuto capovolto, per altri 80 cm. circa, fino ad un diametro di m. 2 o giù di lì.
Il livello dell'acqua non superava i cm. 30-35.
Tanto ho potuto valutare, dalle varie foto pubblicate, in occasioni e giorni diversi, dai media.
Dato la stretta imboccatura del pozzo, per estrarre il corpo della vittima, fu necessario sbancare molto terreno, intorno ad essa, ed in profondità.
Si disse anche che il corpo era raccolto su se stesso, come in posizione fetale, ma di questo particolare non si parlò più.
F

Manlio Tummolo ha detto...

Anch'io avevo letto qualcosa di passaggi veloci di macchine, ma la cosa è rimasta generica. Il punto è, cara Vanna, che, se qualcuno avesse visto, non dico un vero e proprio rapimento, ma qualcosa di strano, magari la ragazza ferma a parlare con qualche altro, terrebbero la bocca chiusa dopo i fatti e i ritrovamenti, come spesso avviene, e certo non solo al sud o in Puglia.

Quanto ai manufatti a scopo di irrigazione, sappiamo bene dalla storia che prima dell'Acquedotto Pugliese, iniziato da Giolitti e completato sotto Mussolini, la vita agricola della Puglia era piuttosto grama. E' pure noto che il deputato repubblicano Matteo Renato Imbriani, celebre anche a Trieste in quanto irredentista, al quale dedicò una via, iniziò un discorso parlamentare con la frase rimasta celebre: "Vengo dalla Puglia sitibonda di acqua e di giustizia". Prima dell'Acquedotto Pugliese dovevano esistere sistemi di convogliamento e conservazione dell'acqua piovana, abbastanza interessanti, ma evidentemente insufficienti allo scopo. Ne abbiamo un esempio con quelle grandi caditoie in cui precipitarono i due famosi fratellini, ricercati e ritrovati poi ahinoi con vergognoso ritardo.

Quanto alla proprietà agricola, sappiamo che solo con la riforma agraria del dopoguerra, i contadini poterono acquisire la proprietà dei terreni, prima di latifondo, specialmente al sud. Quindi, appprofondire la struttura e la storia di quella "cisterna" o "pozzo", o misto che fosse, sarebbe assai interessante, perché ci permetterebbe di dire se solo Misseri ne aveva conoscenza e controllo, oppure altri. Una mano ce la potrebbe dare Pino e i vari interlocutori pugliesi.

Pensiamo comunque solo a questo: se non avesse parlato del pozzo e non vi avesse condotto i suoi aguzzini, il delitto sarebbe stato perfetto, nessuno avrebbe mai trovato quel corpo almeno finché l'allora proprietario non vi avesse fatto dei lavori. Sapere se servisse alla raccolta dell'acqua piovana, come sembra di capire, significa che ci fossero grate aperte, mentre se utilizzava anche infiltrazione da eventuale falda freatica, è ben altro. Se ci fossero state delle grate in qualche tratto (altrimenti, come faceva ad entrarci l'acqua piovana? a cucchiaiate ?), ci aiuterebbe a capire se il corpo vi fosse stato gettato da altro punto, piuttosto che da quello indicato dal Misseri. Ad esempio, vista la strettezza dell'imboccatura, si è cercato di verificare se vi fossero tracce di pelle graffiata, strappata o che altro ?

Il bello è che di tutte queste cose verificabili tecnicamente, in processo nessuno ha parlato, né prima si è cercato qualcosa, a parte la sceneggiata di Misseri-Ercole che solleva poliziotti e macigni. Ci si è soffermati solo sui pettegolezzi e sui pre-giudizi contro Sabrina, la madre e l'intera famiglia.

Manlio Tummolo ha detto...

PS:

Per chi ne è interessato, oltre al solito Wikipedia che ne tratta abbastanza, ma soprattutto per la parte dalla costruzione dell'Acquedotto Pugliese, il sito :

www.idrotecnicapugliese.it/pag.php?id=10.

Rilevo infine che nel Parlamento di fine '800 non c'erano i politici deficienti oggi dominanti in Italia, ma gente che, coi mezzi tecnici del tempo, ben inferiori ai nostri, realizzarono un'opera colossale, che oggi (post-1993) neppure ci sogniamo, vuoi perché ci si occupa di "bunga bunga", vuoi perché i soldi si buttano in fesserie. E questo a pochi decenni dall'unità nazionale !!

Vanna ha detto...

Come ti do ragione Manlio!
Se M. non avesse parlato,sarebbe andata come dici tu.
Interessantissimo e inquietante il dubbio del come S. è finita lì dentro.
Se il pozzo è collegato con una vena d'acqua sotterranea che raccoglie l'acqua piovana e lungo la quale si affacciano altri pozzi, non si sa.
Se così fosse si aprono altre piste ancora.
Pino,comunque è piccola quell'imboccatura, lei era esile e c'è entrata pelopelo e comunque per mandarla giù ci sono volute più persone, non può aver fatto tutto M.
Che te ne pare della riflessione di Manlio?
Ora scusate se insisto, visto che stiamo parlando di acqua, REGEN vuol dire " pioggia " in tedesco.
Questo sito lo hanno ricercato gli inquirenti?
E' un riferimento alla Germania, oltre M. nella zona negli anni passati c'è stata emigrazione in Germania?
E' più normale scrivere "rain" l' inglese è più conosciuto del tedesco, specialmente dai giovani.
Perché allora?
Chi era l'amica tedesca di Sabrina?
L'ambiente di S. Pancrazio era come quello di Avetrana?
Gli Scazzi lì che cosa fanno?
Ogni dubbio è una finestra che si affaccia sul cortile.
Non hanno "indagato", ricordo Concetta e l'aiuto che chiese al Presidente.
Torno a dire che tutti i nodi di questa storia non portano a casa M.
Anche se i M. qualcosa sanno e non solo loro sanno.

Vanna

ENRICO ha detto...

Perché fin dai primi momenti della scomparsa (ed anche in seguito) si concentrarono affannosamente le ricerche sulle ciabattine “infradito” di Sarah mentre non risulta sia stata posta la medesima attenzione alla ricerca di altrettanti indicativi effetti personali ( zainetto, cellulare …) ?

E perchè queste "infradito scomparse " ricorrono più volte nelle narrazioni di alcuni dei protagonisti (Misseri , Ivano, Sabrina, Alessio ) ?

magica ha detto...

mah !
un mistero...

Manlio Tummolo ha detto...

La netta sensazione che ebbi allora e che espressi anche qui, è che tutti quei lavori di scavo attorno all'imboccatura del pozzo non avevano scopi tecnici per riuscire a penetrarvi in qualche modo, ma a a cancellare tracce e prove tutto attorno, ad esempio presenza di più persone sul luogo, impronte di scarpe o di piedi, mozziconi di sigaretta, magari preservativi; nel caso del tombino (in pratica si trattava di quello) la distruzione impediva di verificare se un corpo ci fosse passato o no, vista la strettezza. Il tombino doveva servire a tirare su l'acqua con un secchio oppure con un tubo da idrovora. Ma il punto centrale resta la funzione della cisterna che, inesorabilmente, se raccoglieva l'acqua piovana, doveva raccoglierla per mezzo di una o più grate abbastanza larghe, anche se non direttamente sopra l'invaso, ma su posizione obliqua (questo per evitare che il calore solare diretto la facesse evaporare più rapidamente). Se la mia supposizione è valida, come credo, perché non l'hanno indicata come possibile punto di scivolamento del corpo, piuttosto che il tombino ? E perché distruggere tutto, comportandosi come quegli archeologi primitivi che cercavano solo l'oro, trascurando e devastando ogni altro manufatto, ma usando, invece e piuttosto, un'idrovora ed una telecamera ?

Tutto per ignoranza o in modo predeterminato ?

E, aggiungo ora, a proposito di voluta assenza nella ricerca di prove o di "falsificatori", per usare la terminologia adottata da Gilberto, perché rifiutare la richiesta degli avvocati coniugi Russo sulla determinazione genetica dell'identità di quel corpo in completa decomposizione ? Perché poi rifiutare la richiesta di riesumazione per ulteriori indagini ? Sarebbero state del tutto inutili ?
A mio parere no: avrebbero tolto molti dubbi futuri.

Mimosa ha detto...

Manlio carissimo,
nel tuo ultimo intervento accenni ai lavori di scavo attorno all'imboccatura del pozzo supponendo che «non avevano scopi tecnici per riuscire a penetrarvi in qualche modo, ma a cancellare tracce e prove tutto attorno», devo confessare che pure a me è parso strano per non dire ambiguo il fatto che da un certo momento in poi le immagini esibivano il manufatto ‘dopo’ le operazioni di scavo e asporto della parte di superficie, tanto che molti (cronisti e anche commentatori qui) ne hanno avuta una visione distorta vedendo il risultato finale, che sembrava un invaso abissale. Tutti hanno avuto la propria idea di come fosse il pozzo.
Di sicuro non era del tipo per attingere l’acqua con un secchio, né grate né tombini, non so dirti se corrispondeva all’antico sistema di raccoglitore di acqua piovana da utilizzare nell’irrigazione agreste, ho solo capito che era in disuso da qualche decina di anni e non censito in nessuna mappa catastale.
Ho trovato questo interessante contributo video che ti consiglio di guardare fino alla fine: http://www.youtube.com/watch?v=iYklDD-yu-8

E se vuoi anche puoi confrontare questo:
http://video.tiscali.it/immagini/Notizie/Omicidio_di_Sarah_Scazzi_il_ritrovamento_del_corpo_nel_pozzo_dell_orrore.m20662/312148.html

e idem questo, dove vien detto che l’imboccatura era di 26 cm : http://www.youtube.com/watch?v=16cl3nughhw

Spero le informazioni siano utili anche ad altri
Mimosa

Manlio Tummolo ha detto...

Grazie delle informazioni, carissima Mimosa: vedrò di guardare i filmati che proponi, anche se sono condizionato dal limitato consumo di giga mensili (non più di 8, se no mi riducono la velocità). Mi soffermo sul fatto che tra 26 cm e 40 cm c'è una notevole differenza, che dimostra una volta ancora di quanto poco in realtà si sappia di quella cisterna o pozzo che fosse, che, se non usato da "qualche decina d'anni", evidentemente nemmeno il Misseri poteva conoscerlo o ricordarlo, visto che al momento del delitto aveva 57 anni, se non erro.

In tutti i casi, le cose non quadrano e si sente forte puzza d'imbroglio.

PINO ha detto...

Rispondo per precisare.
L'acquedotto pugliese entrò in funzione effettiva nel 1924, con acqua proveniente dal fiume Sele, alla quale si aggiunse, poco dopo, quella del Calore, per merito principale di Gaetano Postiglione, foggiano e benemerito del "regime".

Fino a quell'anno, l'acqua era fornita, in massima parte, da pozzi pubblici, quasi tutti alla periferia delle città, da cui molti "acquaioli" (mestiere esercitato regolarmente) la prelevavano per la distribuzione a pagamento, a chi ne richiedeva.

Pochissimi pozzi, erano situati anche nel centro delle città, dove la popolazione poteva prelevarla gratuitamente.
Ogni palazzo o palazzotto, all'epoca quasi tutti di carattere "padronale", era provvisto di pozzi interni alle costruzioni stesse.
In ogni casa vi era una capace olla, dove il prezioso liquido veniva gelosamente custodito.

Per le campagne, invece, ogni proprietario di piccolo o grande latifondo, provvedeva a far scavare, da esperti del mestiere, e dopo assicurazione del "rabdomante", il proprio pozzo, rivestendone le pareti, con mattoni, pietre od altro materiale compatto per evitare infiltrazioni di terriccio ed altro, in quanto l'acqua doveva essere sicuramente potabile, per l'uomo ed il bestiame: neanche una goccia veniva destinata all'irrigazione.

Altro tipo di pozzo, invece, era quello scavato dai contadini stessi, in punti del tutto casuali, con scarso rivestimento interno, e poca profondità (al quale andrebbe associato quello di contrada "mosca"), la cui acqua, sempre un po torbida, proveniva da infiltrazioni pluviali o piccole, eventuali vene acquifere vicinorie.

Per evitare che il poco liquido raccolto evaporasse, specie nei mesi di massima calura, l'apertura, quasi sempre a livello del terreno, veniva realizzata in modo da far passare appena un secchio legato ad una corda, e subito chiusa, subito dopo, da una pietra o da un coperchio occasionale.
Quell'quell'acqua, mai potabile, specie nelle zone non molto distante dal mare, dove era quasi sempre salmstra, serviva solo per lavarsi, o lavare recipienti ed attrezzi di lavoro.
Quanto ho reso, deriva da conoscenza diretta, in quanto i miei nonni materni, possedevano alcuni terreni agricoli, da me frequentati, fino a poco prima del secondo conflitto mondiale.
Pino

Pino ha detto...

p.s. scusate il "subito" superfluo. P

Manlio Tummolo ha detto...

Grazie carissimo Pino per le tue informazioni che, essendo dirette, rispondono a parecchi punti interrogativi. Dici però: fino alla Seconda Guerra Mondiale. Ma, ora quanto vengono ancora usati e, se non usati, conosciuti ? Perché il dubbio se Michele Misseri conoscesse effettivamente l'esistenza di quel manufatto che aveva circa 100 anni di storia, aumenta, non diminuisce.

Per Mimosa: i primi due filmati sono stati rimossi, chissà perché...

Manlio Tummolo ha detto...

Ho visto anche il terzo filmato, che nella prima parte è costituito da fotografie. La commentatrice parla di 26 cm, ma sinceramente confrontando con la dimensione delle mani e delle braccia sembra più largo. In effetti il metro lì usato, almeno per la mia vista, è illeggibile.

Riguardando i lavori si è notata ancora una volta l'immane distruzione del terreno, non solo inutile, ma anche nociva ad una precisa determinazione delle operazioni di occultamento. Bastava aprire la prima copertura, che poi sembra seguita da una seconda (come i tombini), infilarvi un faro ed una telecamera e vedere che ci fosse dentro, come si usa anche nel ritrovamento di tombe antiche. A che serviva, se non a distruzione di ogni elemento di prova tutto quel vandalismo ?

Ancora una domanda per Mimosa: nei primi due filmati che citi si vedeva forse il corpo straziato di Sarah ? Se sì, è proprio per questo che poi vennero cancellati da youtube, in quanto mostrava immagini tremende di quello che restava di una persona minorenne, senza contare la crudeltà della scena, anche se fosse stata adulta.

PINO ha detto...

@ Caro MANLIO
Il luogo del pozzo il Misseri lo conosceva perfettamente, stando alle sue dissonanti narrazioni. Infatti, durante un interrogatorio a tal proposito, dichiarò che durante alcuni lavori che stava eseguendo su quel terreno, non molto tempo addietro, per gli attuali proprietari della contrada, una ruota del trattore col quale lavorava, si affondò proprio sull'imboccatura di quel pozzo. Ciò gli riportò alla memoria l'esistenza dello stesso, fin dai tempi il cui terreno apparteneva alla sua famiglia.
Strano, invece, e non molto credibile, è il racconto di aver denudato il corpo della vittima, e seguente rivestimento, in prossimità del casolare, sotto il famoso fico, entrambi distanti dal pozzo alcune centinaia di metri, in un tempo che non rientra, se confrontato a quello della sua assenza da casa, fra l'ora del presunto omicidio, e quella del ritorno per "cogiere fagiolini"
E poi, ci sono tante altre mastodontiche discordanze...
Ciao, Pino

Vincenzo ha detto...

Ottima osservazione, Pino.

Mimosa ha detto...

@ Manlio, strano che tu non sia riuscito ad aprire i link che ho incollato, c’è ancora tutto sul web.
Ora prova con questo e dovrebbe apparirti subito il pozzo sventrato solo nella fase inziale dei lavori di sbancamento
http://video.tiscali.it/immagini/Notizie/Omicidio_di_Sarah_Scazzi_il_ritrovamento_del_corpo_nel_pozzo_dell_orrore.m20662/312149.html#slideshow

ad ogni modo Pino ha fatto una descrizione perfetta.

ENRICO ha detto...

PINO

Anche secondo me “i tempi” non ci stanno

Inoltre quella mia domanda apparentemente scema riguardo le ciabattine “infradito” - che Misseri prima dice di averle gettate in un cassonetto e poi dichiara invece che sia i sandaletti che la corda erano rimasti nel garage e che lui li aveva recuperati quando era tornato per prendere le cassette per raccogliere i fagiolini - per quale motivo sono state l’unico dettaglio specifico di ricerche nell’immediatezza della scomparsa da parte di tutti oltre che oggetto di versioni contrastanti da parte dello stesso Michele ? ( lui dice di aver rimesso i sandaletti a Sarah dopo averla rivestita e poi durante il controesame afferma “"Ho sbagliato a scrivere nel memoriale di aver messo le scarpe nello zaino". “)

Allora, dove erano finite le ciabattine e perché tutti le cercavano mentre non si preoccupavano né dello zainetto né del cellulare a quanto sembra bruciati in un luogo non molto distante dal pozzo ?
---
Dom. Dopo aver lasciato il corpo cosa ha fatto?
Risp. :«Mi sono messo in macchina per tornare ad Avetrana, ma dovevo prima bruciare gli abiti e lo zaino di mia nipote perché non volevo lasciare nessuna traccia. Andiamo, vi porto dove ho bruciato tutto».
Dom : E’ questo il punto? (pochi minuti di macchina prima di arrivare in un grande uliveto).
Risp. «Si, è questo. Venite a vedere, qui ho dato fuoco allo zaino con gli indumenti della bambina, poi me ne stavo andando quando mi sono ricordato del suo telefonino che avevo lasciato nella macchina; l’ho preso e l’ho buttato nel fuoco ma poi qualcosa mi ha detto di riprenderlo e così ho fatto prima che si bruciasse del tutto. Fatto questo sono subito rientrato ad Avetrana perché dovevo andare a raccogliere i fagiolini con mio cognato. Tutto da solo, ho fatto tutto da solo».

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Ps ; Durante il famigerato collegamento Tv di “Chi l’ha visto ?”, quando ancora si stava attendendo il risultato dell’interrogatorio dei coniugi Misseri , sia Ivano che Alessio ad un certo punto dicono di aver cercato, durante il pomeriggio dopo la scomparsa, le ciabattine di Sarah nei cassonetti….

Perchè quelli , solo quelli e proprio nei cassonetti ?

PINO ha detto...

@ MIMOSA
Quest'ultimo link non l'ho potuto aprire neanche io. Penso sia incompleto.
Vuoi rileggerlo e ricomporlo?
Grazie, ciao, Pino

PINO ha detto...

@@ ENRICO
Le contraddizioni di Misseri sono state tantissime, al punto che ha convinto gli inquirenti che, molto probabilmente, l'assassino di Sarah non poteva essere lui.
Troppi, e diversi, si sono rivelati i particolari forniti, sulla dinamica del tragico accadimento.
La ricerca dei sandali nei cassonetti, da parte di Pisello ed Ivano, rappresenta un altro piccolo mistero: perchè cercare proprio quei capi di abbigliamento, fra tanti altri?
Molto è stato tralasciato dagli investigatori.
Nessuno di essi, per esempio, e neanche qualche componente della "scientifica" ha pensato di rilevare tracce biologiche sui bordi dell'imboccatura del pozzo, che pure dovevano esserci, per esserci passato forzatamente un corpo nudo, ed essere stato manipolato giocoforza da chi aveva operato l'occultamento.
I dubbi sono tanti, come vedi, e procedendo di questo passo, non so dove arriveremmo.
Mi fermo quì, per ora.
Ciao, Pino

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissimi amici buon pomeriggio a tutti.Leggere i verbali delle udienze è stato utile ma,rileggerli lo è ancora di più,a tutti consiglio di rileggersi il verbale dell'udienza del 28.2.2012,si prega di leggerlo con MOLTA attenzione.In una partita a scacchi c'è sempre la mossa migliore, solo che bisogna trovarla. A dopo per le vostre riflessioni grazie.

Mimosa ha detto...

Pino e Manlio, non so che dire, a me si aprono tutti e tutti sono copiati direttamente.

Io, quando un link è postato sul blog, faccio così: prima lo evidenzio tutto, poi clicco il tasto destro del mouse, si apre la finesta e punto il cursore dove vedo scritto "aprire il link", schiaccio e dopo un attimo arriva il collegamento diretto.

Ho scelto quei riferimenti, dopo aver digitato nel motore di ricerca
"sarah scazzi pozzo contrada mosca"
fatelo anche voi e scegliete il collegamento che volete.

Manlio Tummolo ha detto...

Carissimi Pino, Mimosa ed altri,

conservare la struttura per quanto possibile com'era al momento del crimine, era essenziale. Soprattutto se, accusando Michele Misseri di solo occultamento di cadavere e per il resto di autocalunnia, si tratta di spiegare fino in fondo che cosa e come lo fece. Ora quei filmati che, in parte già conoscevo, non sono che la prova evidente che si è voluto falsare l'intera situazione (è questo ciò che interessa processualmente), perché nulla è rimasto com'era, e poi si può raccontare tutto di tutto. Ma vi pare che egli scoperse il pozzo passando con un trattore su zona che, a vista, non risulta affatto coltivata ma del tutto abbandonata alla natura ? Come faceva ad entrare la ruota del trattore in una buca circolare di 26 o 40 cm (secondo i gusti dei narratori), per giunta coperta da macigni e da vegetazione ? Anche le immagini di quella tanto celebre, quanto ridicola ricostruzione fatta insieme ai poliziotti (da me ampiamente criticata), ci mostra un terreno per nulla coltivato, ma abbandonato a madre natura. Come Sarah sia finita in quel pozzo non so, ma non è difficile immaginare che vi fu portata anche successivamente (di giorni, e forse di una decade). Più si guardano questi atroci spettacoli, più ci si rende conto di quanto l'intera storia sia fittizia. Su Youtube, ci sono molti filmati sul caso e in parte li avevo visti mesi addietro, uno dei quali fa vedere Michele Misseri nel Far West che balla. O Hitler che sbraita sulla Costa Concordia.

Ci si deve rendere conto di una cosa molto semplice: ciò che ti mostrano è solo ciò che ti vogliono far vedere, a volte ugualmente utile, ma in senso contrario ai commentatori del filmato, specie le giornaliste dalla voce piagnucolosa, che usano retoriche da strapazzo.

Se un archeologo cerca qualcosa, talvolta frammenti, usa addirittura il pennello per sondare il terreno: questi indefinibili individui, vestiti di tutina rosso blu, hanno usato tecniche degne del rinoceronte nel negozio di cristallerie.

Se gli avvocati sapessero il loro mestiere, saprebbero anche che la prima cosa da fare è sforzarsi di dimostrare: o che il fatto non è avvenuto, o che non è un reato, oppure che non è stato commesso dal loro patrocinato. Questi invece, sanno solo trafficare in procedure e dire che l'assassino è l'altro, mentre al contrario avrebbero dovuto coordinare le loro difese, sostenendo senza difficoltà che quella famiglia nulla c'entra col delitto, e che Michele è stato coinvolto con la forza e con l'inganno per le sue confessioni.

PINO ha detto...

@ MIMOSA
Tutto a posto.
Una curiosità che sorprende: nella 1° foto della serie, vicino al bodo del lato inferiore del pozzo, un po verso destra, si nota la parte superiore di un volto che affiora dall'acqua (una fronte, fornita di capelli che si perdono nell'acqua. due occhi chiusi, e l'inizio del setto nasale. La bocca ed il resto e sommerso).
Ho guardato la foto con una lente di ingrandimento, pensando ad un gioco di forme creato dai sassi e dalle luci. Ma la figura non cambia.
Ho le traveggole, mi sono autosuggestionato?
Valla a guardare, con una lente, e dimmi che sono un immaginario.
Rispondimi a stretto giro, per favore. Pino

Pino ha detto...

RETTIFICO: forse non è la1 foto, comunque è fra le prime. P.

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissimo Pino hai ragione,ho guardato le foto con la lente d'ingrandimento è se non è un corpo,allora è suggestione, sembra di vedere il volto,le braccia con le mani un po chiare,e poi le gambe,il tutto in posizione distesa. Ciao

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissimo Pino hai ragione,se non è suggestione quello è il corpo di Sarah in posizione distesa,si notano le braccia con le mani un po chiare e poi le gambe,il tutto guardato con la lente di ingrandimento,almeno che sia un insieme di pietre che fanno la forma di un corpo.Ciao

Vanna ha detto...

Carissimi, ho letto velocemente quello che avete postato sul pozzo, sulle vene idrogeologiche,sulle infradito e sulla cancellazione di ogni traccia intorno al pozzo e sono inorridita.
Non ho parole per come lì non si è rispettato nulla!
Al contrario mi sembra che qui si stia facendo un lavoro di gruppo molto interessante.
Leggerò con più calma.
Buona notte.

Vanna

Mimosa ha detto...

Caro PINO, non ci volevo credere nemmeno io, anzi mi rifiutavo di crederlo, però è proprio così come conferma Vito.

Perchè era stato scritto che il corpicino era in posizione fetale? Fin dall'inizio questa posizione mi sembrò assurda per un corpo che ristagna nell'acqua ...

Sì, Vanna, abbiamo cominciato un lavoro di gruppo, grazie al nuovo articolo di Gilberto e alla perseveranza di Manlio.
Non so a cosa porterà e a chi servirà.
L'avevamo fatto anche per Salvatore Parolisi e pure lui è all'ergastolo.

Mimosa

Manlio Tummolo ha detto...

Carissima Mimosa,
ho provato a vedere l'ultimo link che hai consigliato (algoritmo lunghissimo che finisce con
"slideshow"). Sono foto della Tiscali che però se si cercano di ingrandire, ti dicono che sono state rimosse. Ho poi dato un'occhiata ad altro materiale, ma anche lì immagini confuse, voci strascicate che potrebbero essere di chiunque. Dov'è che vedete il corpo affiorare?

La mia impressione di colossali mistificazioni, guardando queste cose, si accresce, non diminuisce.

Mimosa ha detto...

Caro Manlio è proprio l'ultimo link che ti ho postato, quella foto e la seguente mostrano l'imboccatura del pozzo.
Non si possono ingrandire cliccando sopra (a me mi mandano a registrarmi in facebook)

Ciao

Mimosa ha detto...

Ho trovato anche questo, con i lavori in notturna dopo la confessione

http://www.fanpage.it/foto/il-ritrovamento-di-sarah-scazzi-al-pozzo-dell-orrore/

Manlio Tummolo ha detto...

Mimosa Carissima,

deve esserci qualche sabotaggio in corso, perché anche l'ultimo link mi risulta non apribile "per qualche motivo" dicono...

Comunque l'importanza è relativa: nessuna meraviglia che nel pozzo vi siano i resti di Sarah. Sarebbe stato curioso, vista la questione, che non vi fossero stati. Il metodo depistatorio è verificabile con i lavori devastanti fatti per arrivarvi.

PINO ha detto...

@ MIMOSA
La foto è quella dove si vede, sul fondo del pozzo, l'acqua (verdognola) ed il mezzo volto vi affiora, faccia all'aria, come coricata supina da destra a sinistra.
la bozza frontale sinistra riflette la luce che proviene dall'esterno.
La sua posizione è vicino all'orlo inferiore del pozzo, spostato leggermente a destra.
Tanto, suppongo di aver notato. Pino

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissimo Prof Tummolo hanno fatto un ottimo lavoro di squadra,devastante però.Nell'udienza del 28.02.2012 che ho consigliato di leggere c'è la deposizione del fratello di Cosima,quello che stava raccogliendo i fagiolini dietro casa,non indica un orario preciso sull'arrivo di suo cognato.dice che potevano essere le 15.45,le 16.00,e anche qualche minuto in più,non stava a guardare l'orologio,di certo c'era che ogni giorno Michele andava ai fagiolini per raccoglierli,all'incirca verso le 15.00,ma,è interessante tutta la deposizione,ci sono parecchie cose che meritano di essere letti.Un cordiale saluto Prof.e un caro saluto a Mimosa e tutti gli amici.

Mimosa ha detto...

Caro Vito
questa volta sono io a lamentare che non riesco a trovare il verbale dell'udienza che tu citi.
E non riesco ad aprire neanche uno di quelli elencati sotto "LaStampa.it" visibili nella colonna di sinistra della homepage del blog.

Sapresti indicarmi dove andare a cercare?
Ricambio affettuosamente il saluto.
Mimosa

Giacomo ha detto...

Ciao, Mimosa.
Ecco l'indirizzo del verbale della 7a udienza del 28 febbraio 2012:
http://www.lavocedimanduria.it/wp/download/54408/

Si tratta dell'udienza relativa alla testimonianza del Massaro, l'ex ciecuziente che aveva visto Sabrina con parrucca e baffi, sfrecciare alla guida di un furgone blu!
Sembra incredibile, eppure è così. Da questa testimonianza il pm nella requisitoria ha ricavato la circostanza che la bambina fu sequestrata mentre piangeva e, siccome piangeva, Cosima e Sabrina, prima di strozzarla le fecero fare un giro turistico in macchina, acciocché si placasse. Fu in questo frangente che furono viste dal Massari. Le due carnefici volevano strozzarla senza che lei piangesse. Ma non ci fu verso: la bambina continuò a piangere e pianse quietamente per tutto il tempo che la strozzavano.
Come si fa a non chiedere l'ergastolo per gente così?
Ovviamente è gente che esiste solo nella fantasia del pm... e dei colpevolisti suoi seguaci.

Un saluto a tutti gli amici del blog.

Giacomo

Manlio Tummolo ha detto...

Fate attenzione, miei cari interlocutori, perché a leggere troppo le cose descritte da pazzi, si rischia di diventarlo anche noi.

Mimosa ha detto...

Grazie caro Giacomo!
Roba da matti ... sembra che anche il pm abbia la V elementare ;-)

Dopo aver visionate più volte le foto e i filmati sul luogo del pozzo, credo che la supposizione che Misseri abbia “assistito” all’occultamento fatto da altri senza venire notato dovrebbe cascare del tutto. Non ci sono alberi o cespugli fitti dietro cui mimetizzarsi, dalla strada bisogna percorrere un lungo tratto rettilineo in mezzo ad una specie di landa, che immagino quell’estate doveva essere tutta arsa. Quei sostegni per filari di vite che si notano sembrano impianto recente.

Michele Misseri racconta nei dettagli a più giornalisti, in tempi diversi, e due anni e mezzo non sono pochi, e dettagliare le medesime azioni passo per passo non mi pare sia il risultato di convincimenti recepiti per coercizione, insomma non mi pare che qualcuno possa aver esercitato pressioni per convincerlo di essere stato lui l’occultatore.

Infine, mi pare tranquillamente di poter sostenere che a quel pozzo non si possa arrivare di notte, e tantomeno scaricare un corpo senza l’ausilio di fari, e automobili fino a là non ci arrivano, a meno che non siano dei fuoristrada, pertanto secondo me cascherebbe anche l’ipotesi di una notturna soppressione di cadavere.

Ciò non toglie, tuttavia, che proprio nell’ora più calda di una rovente giornata queste operazioni non siano state fatte, tenendo appunto conto che i “tempi non tornano”.
Egli può aver lasciato il corpicino sotto il fico, all’ombra, ed essere ritornato all’imbrunire, mimetizzandosi tra tutte le auto che giravano per Avetrana mentre nessuna ricerca si era spinta a contrada Mosca.

Buona giornata amici,
Mimosa

Vanna ha detto...

Nei momenti iniziali della sparizione,qualcuno telefono ad un giornale? Non ricordo, dicendo che aveva visto un corpo nudo in campagna.
Qualcuno lo ricorda?

Vanna

Mimosa ha detto...

Lo ricordo io, Vanna e ho trovato:


AVETRANA / 05-11-2010
SARAH SCAZZI /chi avvertì il 118 ? Ultime notizie Sarah Scazzi

SARAH SCAZZI, ultime notizie Avetrana: nel giallo Sarah Scazzi la telefonata misteriosa al 118 In attesa degli altri risultati dei rilievi del Ris, arriva un'indiscrezione che, se davvero confermata, aprirebbe a nuovi scenari nella vicenda di Sarah Scazzi.
A quanto sembra, infatti, ci sarebbe stata una telefonata anonima ricevuta dal 118 arrivata il 31 agosto scorso.

Una voce misteriosa avrebbe detto all'operatore di turno: "C'è il corpo nudo di una ragazza nella campagna nella zona tra Nardò ed Avetrana."
La registrazione della telefonata era stata già segnalata alle forze dell'ordine e oggi è comunque al vaglio della Procura della Repubblica di Taranto e rappresenta uno spunto in più per risolvere il giallo dell'omicidio Sarah Scazzi.

carla ha detto...

buongiorno a tutti,
vi ho letto velocemente, ultimamente non riesco a dedicarci al caso come vorrei.....
penso che si abbia superata la fantasia cinica, tra baffi, parrucca e sogno.....
e chissà tra una fantasia a l'altra, cioè leggendo tra le righe la verità salti fuori....
( giustizia per Sarah).....
Cosima e Sabrina liberi , che sono altri 2 vittime.....buon pomeriggio

carla ha detto...

c'è né di cose strane, ad esempio quel famoso sms, ch' era stata mandata, se non sbaglio a Sabrina a nome di Sarah, ancora prima ritrovamento del corpo, dicendo: - mamma sto bene....- qualcosa del genere, non si sa niente da chi era stato mandato e da che cellulare?......domando , perché a suo tempo ne era stato parlato, so che era settembre 2010......
se qualcuno se ne ricorda e forse ci potrà dare ulteriore delle delucidazione.....
comunque sia così fosse si tratta sempre di qualcuno che conosceva numero di cellulare di Sabrina....

Manlio Tummolo ha detto...

Carissima Mimosa,

nelle narrazioni di Michele Misseri vanno distinte due fasi essenziali: quella in cui era nelle grinfie dei suoi aguzzini, e quella in cui ne era libero. Ma in questa seconda doveva riportare parti della prima fase, per il semplice umanissimo desiderio di pagare di persona quanto gli era stato estorto, tramite abusi, se non vere e proprie torture, di natura psicologica. Egli, che tra l'altro ha sempre scagionato la moglie in ogni momento dalle accuse, ha cercato, dalla libertà vigilata in poi, di addossarsi colpe che non aveva, nell'illusione (condivisa - ahi, ahi , ahi noi !!! - dai difensori delle donne) che tanto bastasse alla loro liberazione.

Quanto all'eventuale occultamento notturno: certo, richiedeva l'uso di fari delle macchine, come del resto in piena notte hanno pur cercato ed individuato il pozzo. Che vi è di impossibile ? Infine: anche ammesso che non ci siano stati ostacoli naturali, nulla vieta che il Misseri osservasse non visto, trattandosi di uomo magro e di bassa statura. Essendo appartenuto al Genio Mascheratori, ti posso dire come le tecniche del non farsi vedere (intanto l'immobilità, colore dell'abito, essere steso o, almeno, chinato a terra, evitare ogni rumore, e - se notte - usufruire del buio stesso) siano tutto sommato semplici. Chi poi ha gli occhi abituati ad una luce forte (es.: fari) è cieco in tutto ciò che è lontano da quella luce.
Questo te lo dico, pur non condividendo l'idea che Misseri abbia visto tale occultamento oppure perfino l'assassinio.

In tutta questa storia, bisogna liberarsi dal pregiudizio che i SS. Inquisitori si siano sforzati a cercare la verità dei fatti, mentre tutta la loro metodologia di indagine dimostra esattamente il contrario. Chi cerca la verità coopera anche con gli "avversari" se necessario: lo suggerisce lo stesso Codice di procedura Penale, quando ordina di cercare anche "tutto ciò che scagiona l'indagato/imputato". Ora voglio vedere chi abbia il coraggio di dirmi che ciò è stato fatto da parte dei SS. Inquisitori. Basti la ridicolaggine di Sabrina con parrucca e baffi (povera ragazza !) per vedere come la Menzogna, la Mistificazione, la Falsificazione (non popperiana), siano stati i soli veri obiettivi di questi sfacciati signori.

Mimosa ha detto...

Grazie all’input di Giacomo che mi ha mandata a “lavocedimanduria” e attraverso miei intuitivi percorsi sono riuscita a ritornare là dove ho trovato moltissimi documenti in pdf (pesanti ma non difficili da scaricare, o perlomeno con gran pazienza si possono aprire e leggere direttamente on line), sia verbali di udienze sia trascrizioni delle intercettazioni telefoniche e ambientali.
Ora ho appena letto il doc. “Bruzzone.parere-su-Michele-Misseri” di data 16 novembre 2011, ossia a pochi giorni dall’inc.prob.
Con grandi paroloni (e su carta intestata che vien da ridere a leggere tutti i suoi titoli esibiti in colonna in intestazione e in premessa) esprime il suo “Parere psicologico forense in favore di Michele Misseri”, dove dice che «il clima di grave pressione psicologica ed emotiva sino ad oggi esercitata dalla moglie e dalla figlia Valentina ai danni del Sig. Michele Misseri, ha raggiunto in questi giorni una tale intensità da far determinare in quest’ultimo la decisione di non incontrare nessun familiare fino a venerdì 19 novembre» …
e qui la criminologa rovescia i fattori, abilmente rigirando i termini (chi vuole esercitarsi con la linguistica forense, vada a leggere il capolavoro).
E se volete capire perché costei si è premurata di produrre un tale documento in corner, basta leggere cosa nelle “Dichiarazioni spontanee” Michele racconta è successo prima e nel corso del famoso 5 novembre (purtroppo su quei fatti si imperniano le istanze di calunnia e diffamazione intentate dal duetto).

In poche semplicistiche parole, ma rivoltando la frittata, la consulente psicologica-forense fa credere che incontrare Cosima o Valentina prima dell’incidente sarebbe profondamente “negativo” per l’impatto psicologico, emotivo ed affettivo di Michele.
Per gli stessi motivi, accennando a «diversi episodi del potere inibitorio e destabilizzante», raccomandava che durante l’inc.prob. tra padre e Sabrina non ci fosse nemmeno una possibilità di contatto anche «meramente visuale o uditivo». In realtà le pressioni psicologiche, emotive ed affettive le stavano esercitando il duetto, come tutti abbiamo capito da allora.
Insomma, il documento del “Parere” ha giocato d’anticipo per minare la credibilità di Michele.

Vi segnalo questo dopo aver attentamente letto il verbale delle “Dichiarazioni Spontanee” di MM davanti al giudice Pompeo Carriere, il 17 ottobre 2011, dove Michele spiffera tutto quello che gli hanno fatto passare l’avvocato d’ufficio e la consulente, e dove racconta per filo e per segno come lo hanno confuso, descrivendo “il clima di grave pressione psicologica ed emotiva esercitata” ai suoi danni (NON DAI FAMIGLIARI, cara dott. ma dalla vostra coppietta), e dunque rivela come «i subdoli melliflui consiglieri» hanno provato a fare e disfare il percorso di ravvedimento.

Carissimo Manlio, tutto ciò che Michele Misseri ha detto nelle “Dichiarazioni Spontanee” in aula, dove era finalmente libero dalle «grinfie dei suoi aguzzini» tu stesso hai perfettamente descritto e riassunto nel tuo intervento a pag. 5, la penultima, dei Commenti dell’ultimo articolo firmato da Massimo, in data 10 luglio 2013 ore 01:41. Hai azzeccato tutto, e dunque perché non credere alla prima confessione? E a tutte le lettere, al memoriale, alle interviste, una volta fuori dal carcere, che tendevano a rinforzare la prima versione?

Se si crede alle pressioni esercitate su di lui dagli Inquisitori per far incolpare la figlia, si deve credere alla attendibilità delle sue dichiarazioni di autoaccusa!

Altrimenti noi stessi ci contraddiciamo con le nostre stesse opinioni.
Buonanotte, Mimosa

Manlio Tummolo ha detto...

Eh no, Mimosa carissima,

io non vedo affatto contraddizione in quello che dico: il principio di non contraddizione, nella formulazione aristotelica, dice esattamente questo:

"Nessun ente può essere e non essere nello stesso momento e sotto lo stesso aspetto". Sotto le grinfie e senza le grinfie non è né il medesimo aspetto né il medesimo moento, si tratta di situazioni diverse, se non opposte. Quand'era sotto le grinfie, non vi era la moglie; quando uscì lui, entrò la moglie, che del resto egli ha sempre difeso. Ora è ovvio che, se uno si sente responsabile dell'arresto della figlia e, poi, indirettamente anche della moglie, fa l'unico tentativo possibile per liberarle, ovvero autodenunciarsi, perché altro non potrebbe. A ciò lo spingono, in varie forme, anche gli avvocati che gli suggeriscono impolicitamente o esplicitamente (questo non lo possiamo sapere), ma sicuramente con i loro stolti interventi contro di lui, convincendolo che sia l'unica via per liberarle. Il che si è visto dai fatti. Dove sia la contraddizione non lo so.

E, detto di passaggio, sforzandomi di cercare e trovare sempre soluzioni logiche, non mi sento affatto compreso quando mi si accusi di contraddizioni, per giunta in forme indirette e vaghe. Le ragioni per cui uno mente sono diverse, perché diverse sono le situazioni in cui si trova.

Oggi, nell'altro forum l'ho citato, hanno trovato un altro cadavere, scheletrito in questo caso a Bitonto (Bari), e mi sono chiesto ironicamente se fosse stato anche in tal caso Michele Misseri, con moglie e figlia al seguito. La realtà è che occultamenti e soppressioni in pozzi, in Puglia e Basilicata, sono una tradizione della delinquenza organizzata locale, come si dimostra dal rispettabile numero di ritrovamenti.

Questo non voler uscire dall'ambito ristretto della famiglia Misseri non porterà salvezza alle due donne: lo si ricava anche da uno dei vari filmati, dove in interviste di una televisione locale lo si dice chiaramente. Se anche il delitto lo avesse compiuto uno solo in quella casa, a quell'ora, in quelle condizioni, volenti o nolenti, verrebbero coinvolti tutti e tre. Mettetevi il cuore in pace. E se, per caso l'abilità leguleia le salva in Cassazione, con quel criterio le salverà solo sul piano formale procedurale, non certo nel merito, e resterà su di loro l'atroce sospetto. Fatevene una ragione.

Manlio Tummolo ha detto...

Ho riletto quel mio intervento: non faccio che ripetervi le medesime cose: la confessione post-liberazione non è che il tentativo di liberare le due donne, non dicendo la verità, ma accusandosi del delitto. Ho ricordato anche "I Due Foscari", dove un padre si attribuisce un delitto, nella speranza che il figlio accusato del medesimo fatto, venga liberato. Si può concordare o meno con me (non me ne faccio un problema), ma trovare contraddizioni in quello che scrivo da due anni e mezzo a questa parte è un po' dura. Fino all'incidente probatorio condividevo l'idea della colpevolezza di Michele, ma quando mi sono soffermato sulla dichiarazione del SS. Inquisitore secondo il quale era lecito "suggerire" ad un indagato e i successivi comportamenti, lasciandolo libero a casa sua, dopo la ri-confessione e comunque con l'accusa di soppressione di cadavere, non di uno qualunque trovato nei campi, ma della nipotina presuntamente ammazzata in casa, era prova più che esaustiva che SAPEVANO che egli era INNOCENTE. Tu stessa, Mimosa carissima, avevi rilevato la mia affermazione che tutto ciò che Misseri dice, fino alla liberazione, era farina del sacco dei SS. Inquisitori, quello che dice dopo è il riprenderne una parte, ma per una ragione opposta.


carla ha detto...

ciao carissimo Manlio ,
però qualcosa non torna e non capisco , allora come tu dici giustamente che sanno che michele è innocente e lo tengono bello, bello fuori e non meriti il carcere ....
vuoi che non sappiano i pm che pure le donne sono innocenti , e, come mai non hanno lo stesso trattamento?.... che c'è di diverso?....
che con michele hanno una coscienza e per le donne no?....
oppure a parer mio c'è dell'altro!.....

a parte questo , per cui avevo già fatto un appunto sono andata ad ascoltare intercettazione tra la greco e michele:-
intanto la greco non stava ad ascoltare quello che diceva michele e continuava interromperlo come un robot altro che telecomandata, ripetendo sempre la stessa cosa...
-e poi a un certo punto della conversazione michele a cui dice:- ci dobbiamo dividere le colpe...- riferendosi a Sabrina... ed è chiaro che lui doveva tenere la parte e si vice suggerimento di qualcuno.....
poi più avanti all'incontro con Valentina ,lui è convinto nell'assistenza dell'avv. Galoppa ed afferma che in prigione non ci vuole rimanere, per cui ritiene che è l'unica maniera per venire fuori.....
poi un paio di mesi più in là rivelò che era suggerimento del avv. Galoppa e la bruzzone...e la cosa più strana della Bruzzone cambiamento immediato sulla teoria che aveva su michele, cosa è venuta a sapere ?......
non di certo , come ha voluto fare passare , perché michele aveva incolpato la figlia , quando è lei la prima che va predicando, che questi pedofili tendono a dare colpa ad altri ecc...
buonanotte a tutti

Manlio Tummolo ha detto...

Carissima Carla,

Michele Misseri era, l'ho ripetuto a sazietà, per i SS. Inquisitori solo un cavallo di troia, un grimaldello, uno strumento per arrivare alla figlia, unico loro vero obiettivo su cui scaricare l'infamia del delitto, non perché lo avesse commesso, ma perché progettata per tale obiettivo. Non è un caso che la stessero osservando sistematicamente nelle sue apparizioni televivisve molto prima che Michele Misseri venisse arrestato e confessasse. L'arresto della madre serviva cone ulteriore squallido mezzo di pressione nei confronti della ragazza. Le hanno messe insieme in una cella sicuramente irta di cimici, pulci, scarafaggi, e altro parassitame elettronico, tipico delle polizie spionistiche di tutto il mondo, senza capire che non sarebbe servito a nulla. Ma CERTO CHE SANNO CHE SONO INNOCENTI: io debbo ripetere sempre un'uguale trafila, per poi ricevere accuse o rimproveri di contraddizione. Ma il fatto è che Michele Misseri non serviva più, mentre le due donne servono per distrarre l'opinione pubblica da ben altri e più seri pbiettivi. I cadaveri e gli scheletri che si ripescano frequentemente nei pozzi pugliesi (e dei quali poi non si sa più nulla, chissà perché...) dimostrano che la procedura di occultamento è seguita da organizzazioni criminali di tipo mafioso o camorristico. Poco m'importa del nome o come si battezzino. Ma evidentemente qualcuno le protegge o perlomeno non se ne cura. E' più comodo afferrare un contadino, sua moglie e la figlia, tentare di far dire loro di aver ucciso una nipote/cugina per i più disparati motivi (dal trattore alla gelosia), e chiudere il caso con tutta la piena soddisfazione dei lettori di gialli che sovrabbondano in questo Paese.

Ciò spiega anche perché in Italia la mafia, la camorra, l'ndrangheta, la Sacra Corona Unita, ed altre "benedizioni" del genere prosperino tranquille, malgrado arresti reclamizzati. Vengono arrestati solo coloro che sono vecchi, stanchi di nascondersi o che non servono più all'organizzazione.

Una delle colpe maggiori di questo schifoso ed ipocrita regime politico nel quale siamo costretti a vivere è questa continua connivenza e tolleranza tra istituzioni, partiti e criminalità, causa non piccola nel trovarci tutti immersi in un orrido letamaio, nel quale ci si scandalizza solo se uno dice "orango" ad un altro.

carla ha detto...

buongiorno,
ciao Manlio a questo punto come non si può pensare che è una istigazione al crimine?.......
potrei pensare che le tengano dentro , per rassicurarsi il loro silenzio!....
e perché non pensare che abbiano lasciata la madre per avere controllo sulla figlia , visto la giovane età che possa essere impulsiva?.....
un motivo in più pensare che si possa indurle a un compromesso, per cui si spera che non cadano a una trappola ed augurarsi che siano abbastanza forti ad rimanere lucidi, che il compromesso non ha mai portato niente di buono....soprattutto per se stesso...
buonagiornata a tutti

magica ha detto...

buongiorno.
anche il piu' incallito dei malfattori alla fine cade dal piedistallo .
possibile che dopo anni le misseri non abbiano avuto una perdita di autocontrollo., e magari dire anche delle mezze verita' .. un po' alla volta., si sarebbe potuto capire se veramente siano implicate nell'omicidio-
invece nulla di nulla .. il motivo è che le misseri sono innocenti..E DELL'OMICIDIO NON SEPPERO MAI NULLA. .
è inutile insistere che avrebbero dovuto sapere . non si accorsero di nulla .. daltronde chi sospetterebbe di un padre che in questa circostanza si comporto' con scaltrezza e padronaza di se,?, ( andare in campagna .... fare tutto in fretta, poi presentarsi alla raccolta dei fagiolini come non fosse successo nulla. : non ebbero sospetti sul padre.
.. (una famiglia normale di semplici lavoratori) il padre :un contadino.,ma ,scaltro .. ha saputo controllarsi , ma che tuttavia alla fine è caduto nella trappola ed ha confessato . certo che gli inquirenti hanno usato metodi speciali con misseri , avendo capito il tipo --: con pacche sulle spalle.. ' dandogli del tu ..... con la complicita' della bionda --sono cadute le sue difese.-- ' .. ..
potevano farlo anche con le misseri ? il fatto è che le donne non avevano nulla da confessare., e non confesseranno per fare un piacere alla procura o al popolo bue ... credulone.
tuttavia mi chiedo : se fossero davvero brave a nascondere un omicidio . fatto da loro..

.. ..pazienza la figlia irriducibile ma....

la cosima avendo capito che i loro giochi sono stati scoperti .. .possibile che non abbia un po' di rimorso e ' confessasse - anche per finire la diatriba mediatica ? '...
ma la verita' la stanno dicendo da anni ..SONO INNOCENTI)...

carla ha detto...

a proposito dei cimici sparsi, sono convinta che se avessero detto qualcosa di compromettente a sfavore delle donne, a quest'ora ne avrebbero sbandierato .... invece c'è 2 anni di silenzio....
anzi una volta mi ricordo la bella bionda ci voleva far intendere che si può comunicare pure con i gesti e con dei sguardi......
e ciò da fuori era più facile distorcere le intercettazioni.....buonpomeriggio

Manlio Tummolo ha detto...

Cara Carla,

c'è un filmato intitolato "Pesanti pressioni psicologiche su Michele in carcere". Mi illudevo ieri di vedervi trattata la questione da me indicata. Invece, che vedo? Immagini assolutamente sfocate, in cui si sente la voce bassa, quasi sussurrata di Cosima, che dice al marito (che si intravvede in una sorta di nebbia, come se la videocamera soffrisse di cateratte), anche lui ancora più sussurrante nella voce, "Sarebbe stato meglio che sulla casa fosse caduto un fulmine". Lo dice due volte, in italiano. Prima aveva asserito che lui, Michele, è considerato un "santo", e invece Sabrina un'assassina. Queste, secondo i loschi commentatori, sarebbero "pesanti pressioni psicologiche". Ma io sfiderei chiunque ad avere marito e figlia in galera con accuse infami, e dire allegramente che tutto va bene, o che è meglio questo che un fulmine in casa. I guasti del fulmine si riparano, certe vergogne no.

E' un esempio tra tanti di quanto questo materialaccio circolante prima nelle TV e poi su INTERNET abbia guastato ogni corretta interpretazione dei fatti.

La grande psico-criminologa, quanti cripto-messaggi e messaggi subliminali manda con i suoi occhi magnetici da Maga Circe (quella che trasformava gli uomini in porci) ? Si parlava anche di "pizzini", una di quelle tante parole di moda fra i giornalisti che scrivono come mafiosi (un'altra è "bocche cucite", ormai diffusissima). Ma chi, da persona seria, può prendere sul serio queste cose poco serie ?

Mimosa ha detto...

Recupero precedenti interventi di Manlio, per evitare che lettori superficiali possano credere che io mi contraddica.
Veramente, caro Manlio, il 7 luglio io scrissi queste esatte parole:
«Credi che la "farina dei suoi aguzzini" sia così fine prodotto di esperti in soppressione di cadaveri nei pozzi con stretta imboccatura? Solo chi commette l’azione è in grado di dettagliarla, io credo»,
quindi non è proprio “esatta” la tua asserzione del 17 luglio ore 00:55 : «Tu stessa, Mimosa carissima, avevi rilevato la mia affermazione che tutto ciò che Misseri dice, fino alla liberazione, era farina del sacco dei SS. Inquisitori».
Come la metti tu nel contesto di tale commento, sembra che io abbia condiviso con te la paternità del sacco di farina, invece, utilizzando il tuo pensiero, io rivolgevo a te una domanda precisa ed esprimevo la mia opinione dubitativa, proprio avendo ‘rilevato la tua affermazione’.

Infatti, dalle letture che mi sono fatta dei verbali riguardo anche all’avvicendarsi dei suoi avvocati, licenziati per sue libere decisioni, il Misseri nel periodo di carcerazione in gran parte trascorso in infermeria (pseudo-isolamento) via via, grazie alle guardie carcerarie e al personale infermieristico, medico, religioso, si è fatto il suo percorso di consapevolezza, un vero “percorso di ravvedimento”, che gli ha aperto gli occhi su come veniva manipolato dagli avvocati che gli stavano a fianco, nessuno dei quali gli credeva quando accusava sé stesso e unicamente sé stesso.

Troppe versioni? Ma appunto per questo cominciò a scrivere, per fermare sulla carta la prima versione, quella che ha fatto ritrovare il corpicino di Sarah in diretta tv.

Riguardo alla tua obiezione alla mia obiezione nel post dello stesso 17 luglio ma delle ore 00:32, nel passo in cui dicevi di non sentirti «compreso quando mi si accusi di contraddizioni», graziami della replica. Evito sempre di farmi invischiare in improduttive polemiche dialettiche.

Manlio Tummolo ha detto...

Carissima Mimosa,

non capisco questa improvvisa ostilità nei miei confronti. Non ho mai accusato te di "contraddizioni", ma solo di attribuirmi una contraddittorietà che non ho, a meno che uno non si riferisca alla mia convinzione inziale (condivisione della colpevolezza di Michele Misseri), quando mancavano le evidenti manifestazioni dei SS. Inquisitori in merito alla liberazione di Michele (malgrado la ri-confessione), l'arresto di Cosima, le imputazioni a quattro avvocati, e via cantando, che ne dimostravano la piena malafede e l'intenzione mistificatoria e di truffa calunniosa nell'intera vicenda.

In ogni caso, modificare le proprie idee di fronte a fatti e situazioni nuove non è contraddizione, ma semplicemente revisione del proprio convincimento. Contraddizione è appunto dire e non dire nello stesso momento e sotto lo stesso aspetto.

Pochi commenti prima avevi parlato della mia "perseveranza" e te ne ringrazio, ora sostieni che io mi sia contraddetto. Per diritto di replica, rispondo che, a partire dal primo trimestre del 2011 ripeto sempre la stessa interpretazione dei fatti giudiziari, i quali sono poi quelli che determinano il futuro delle persone coinvolte, più che le supposizioni miei o di altri sulla vicenda, e che ho dovuto su questo polemizzare a lungo e pesantemente con svariati interlocutori.

E lasciami dire che quello di Sarah non era un "corpicino", con 1.60 m di altezza, e 40 kg di peso, considerato trattarsi di un'adolescente in crescita e considerato che era donna, quindi con statura media inferiore a quella maschile di circa 10 cm.

Quello di Sarah era un corpo di dimensioni normali, né una neonata, né una nana. Tanto per precisare, perché con la scusa del "corpicino" si vuol far credere che potesse essere nascosto o infilato dovunque, magari in borsa.

Manlio Tummolo ha detto...

PS:

Ancora una cosa : "rilevare" vuol dire segnalare, riferire, indicare: NON APPROVARE. Non ho mai sostenuto che tu approvassi la mia tesi, anzi - a parte Gilberto con cui abbiamo punti comuni e alcune differenze - sono sempre stato consapevole di essere uno dei pochissimi a sostenere l'innocenza dell'intera famiglia. Del resto la discussione si sta approfondendo nell'ultimo articolo, mi pare in modo assai interessante.