lunedì 17 febbraio 2014

Italia ultimo atto... prima del "de profundis"

Articolo di Gilberto Migliorini


Se a qualcuno è capitato di guardare la tv, non sarà sfuggito il nuovo protagonista della politica italiana che nelle posture richiama qualche personaggio storico a noi familiare. Niente di preciso, nessun riferimento puntuale, solo quell’idealtipo per astrazione di uomo al potere, con quell’incontenibile vocazione alla posa da attore consumato e da enfant prodige. L’elettore italiano ha sempre amato il gesto plateale, la parola altisonante, la retorica ampollosa, il moralismo accattivante di tropi e traslati, e la parlata sciolta priva di freni inibitori: soprattutto quando la logorrea costruisce ragnatele che evocano immagini suggestive e illusorie. È il melodramma, non a caso nato a Firenze, ricco di colpi di scena fino all’inverosimile al quale noi popolo italico siamo così abituati per via di tante fanfaronate e di prolusioni al limite della decenza di tanti illustri compatrioti (e compaesani). Ma la musica è davvero bella e se il libretto non sempre è all’altezza, pazienza, si perdona la banalità delle parole quando c’è l’ispirazione del bel canto.

Ma quando c’è il nulla dietro alle parole di istrioni magniloquenti dall’eloquio scialbo e ampolloso, quella solita musica, con quelle belle pause, quei sorrisi allusivi e quelle pose un po’ di traverso come a porgere l’anca rotonda a lei (l’Italia) gentil ramo ove piacque… a lei di fare al bel fianco colonna. Quel parlato fiorentino accattivante che richiama le chiare belle e dolci acque di quel bel paese (l’Italia) dall’aria sempre più decrepita e con un aspirante giovane nocchiero guascone e spavaldo, ma con l’essenza del vecchierel canuto e bianco... un personaggio d’altri tempi spuntato quasi per caso nella selva del convento (c'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d'antico...)

L’italiano storicamente da quando è entrato (effettivamente) in vigore il suffragio universale, nel primo dopoguerra (1919), ha sempre amato quella bella prosa così ricca di pathos e di parole al vento e quei versi sciolti evocativi del nostro bel paese. Purtroppo l’italiano ‘vero’ ha perseverato negli stessi cortocircuiti mentali. Neppure due conflitti mondiali - ai quali ha aderito (per pigrizia mentale) e partecipato (per via del bastone e della carota) senza necessità, seguendo quei miti così cari e così sciagurati - sono bastati per renderlo edotto dei suoi errori madornali, del suo autolesionismo e delle sua inconsapevole pochezza. Semel in anno licet insanire, dice un motto latino. Eppure tanto più si fa strada un desiderio (legittimo) di cambiamento e tanto più si ricade negli stessi stereotipi, si dà fiducia a personaggi tanto ambiziosi quanto vuoti e inconsistenti. Talvolta si tratta di astuti e fedifraghi che fanno i loro personali interessi (e quelli della loro cerchia di amici, stretti stretti nell’estasi d’amor) mentre predicano di cambiamenti e di bene comune con un ghigno da clown, con l’occhio e la lacrima benevoli di un coccodrillo. In altri casi si tratta di bamboccioni che assommano alla loro sconfinata ambizione una superficialità e un pressapochismo talmente evidenti che solo per una perniciosa miopia non si riesce a vedere, e che una massa di supporter, giudiziosamente avventata, sceglie come se si trattasse dell’ennesimo uomo della provvidenza. Ma la responsabilità bisogna dirlo una volta per tutte, è di quel marasma, quella folla, quella massa amorfa di connazionali che vogliono che la politica sia un palcoscenico di saltimbanco, e non tanto perché si tratta di una libera scelta, ma perché sia i governanti democraticamente eletti e sia i dittatori osannati come fossero una manna caduta dal cielo… sono sempre espressione della mentalità, del costume e della cultura di un paese. 

Neppure quella lentezza della storia di cui Le Goff ha descritto la forma mentis delle epoche storiche (un popolo che cambia con i tempi lunghi e le trasformazioni progressive che richiedono profondi assestamenti) servono a giustificare la sciagurata perseveranza con la quale il popolo italiano ripercorre i medesimi sentieri che hanno più volte condotto il paese nella merda. Ma questa volta bisogna dirlo: non ci saranno i tempi supplementari, per usare una metafora calcistica così cara a quegli illustri rappresentanti (più o meno riciclati) che blaterano del calcio per far piacere all’italiota. Oltre a dar pedate a un pallone (ma solo con le gambe di qualche prestanome) gli elettori alle primarie riescono a proporre come allenatore un personaggio tanto effimero quanto improbabile, ma sicuramente versato nelle strategie delle public relations grazie a un eloquio costruito un po’ sul Galateo di Monsignor della Casa e un po’ sulla lettura approfondita dei fumetti. “La situazione è grave ma non è seria” per citare un aforisma di Ennio Flaiano. L’ennesimo clone di quello stereotipo costruito con il taglia e incolla, nemmeno troppo originale se non per quell’aria fatale da manager in carriera con l’aggiunta di un tocco di cadenza vernacolare che fa tanto glamour. Nella pentola del programma ribolle l’intruglio di parole ariose, di accenti retorici che piacciono per quel loro indugiare sull’immaginario trito e ritrito, l’embrassons nous di lacrime e core, il vogliamoci tanto bene, il c’eravamo tanto amati, ma ora si cambia… orsù, non indugiamo, tempo di slogan a tutto campo, gioco senza meline ma con predilezione per l’attacco… di megalomania. Il motto risorgimentale: fatta l’Italia bisogna fare gli italiani - forse di Massimo (d’Azeglio), diventa «La vecchia sinistra ha sempre voluto cambiare gli italiani. Io voglio cambiare l’Italia». 

Più le sparano grosse i beniamini del popolo machiavellico e più piacciono, è per via di quell’aria da spacconi con un sorriso preparato allo specchio e in qualche caso con un po’ di fondotinta. I Rodomonte truccati da Bella Principessa nel bosco che menano fendenti a destra e a manca, ma che poi sanno essere magnanimi quando si tratta di fare i cavalieri con un altro pretendente, vanno perfino al suo capezzale se si tratta di fargli le scarpe, o lo ringraziano quando gli danno il benservito per l’eccellente lavoro svolto.
Si viene perfino a patti col diavolo se occorre, machiavellicamente con un colpo al cerchio e quell’altro alla botte: gli italiani capiscono… eccome non sono tonti… conoscono a menadito l’arte di arrangiarsi, la diplomazia del compromesso fino a quel connubio di amorosi sensi, quel riconoscersi a fiuto (quali colombe dal disio chiamate) perché buon sangue non mente. Si stratta solo di stabilire se l’allievo ha superato il maestro. L’italiota è possibilista, sta in attesa, cerca di intuire chi la spara più grossa. Nei momenti critici il tifo si fa più sommesso, non si sa ancora per chi parteggiare, non si è capito bene se ci sia un arbitro, nell’attesa si guardano le proiezioni delle preferenze e soprattutto le scommesse dei bookmaker. Non si sa con quale mattarellum o porcellum si andrà a votare, ma che importa… l’importante è partecipare. E pur si move. Per muoversi si muove, anche se non sa ancora bene dove va il nostro povero paese. Il maestro lo sapeva eccome, per quanto amasse la propria immagine fino alla follia, era (ed è) perfettamente in grado di metterla sulla bilancia dei propri interessi. L’allievo sembra più orientato a una ipertrofia da arrivismo senza frontiere (quelle partitocratiche), forse in attesa di dare corpo e sostanza a un’immagine ancora in fase di assestamento. Un clone non è mai perfetto, ha bisogno di test prima nella galleria del vento (e per quello sembrerebbe imbattibile) e poi di prove direttamente su strada, nel traffico, con i pedoni a far da birilli. Comunque andrà a finire però c’è il sospetto che cambierà tutto per non cambiare niente. Ma questa volta il paese andrà davvero a fondo, perché non c’è niente di peggio della demagogia e della retorica protratte per un tempo troppo troppo lungo. 

Il risveglio per tutti sarà dei più amari. O forse no… non è detto che ci sarà un risveglio. In tal caso si farà come don Ferrante nei Promessi Sposi che attribuisce la peste (le nostre sciagure) agli influssi astrali, alla congiunzione Giove e Saturno, contro la quale è del tutto inutile prendere qualunque precauzione. E si andrà a morire come lui, nel suo letto, prendendosela con il cattivo influsso delle stelle e con "la ruota della fortuna"
Gilberto M.

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9 commenti:

Vanna ha detto...

Gilberto buongiorno.
Hai ragione su tutto!

Questo tipo in Smart dal sorriso smagliante, lo sguardo furbo e la lingua sciorinante prese in giro, non mi è mai piaciuto e non mi ha mai convinto.
Tra l'altro mi dà fastidio e mi è antipatico.
Perché il nostro popolo debba essere così preso per il naso non me lo spiego visto che non siamo proprio scemi e che abbiamo riempito il mondo di arte, cultura , scienza, tecnica e santità.
E di bellezza, di specialità culinarie e di prodotti unici.

E' un mistero che si rinnova ogni volta.
L'analisi di questa tragica situazione parte da molto lontano, sarebbe lungo ripercorrere la nostra storia, certo è che tutte le eccellenze italiche di cui sopra hanno sempre fatto gola a chi viveva oltre il mare e oltre i monti e che è venuto periodicamente chiamato dal Papato, dal Signore di turno oppure per prepotenza mettendo qui le tende e togliendoci via via la capacità di usare le "palle" materiali ma di mettere in atto quelle artistiche, spirituali.

Che sembra si stiano anche perdendo negli ultimi tempi visto che non siamo capaci di risollevarci economicamente pur avendo una consistente riserva aurea e consistenti proprietà immobiliari a dimostrazione della nostra laboriosità: risparmio e casa.

continuo...

Vanna ha detto...

...continuo...

Ma qualcosa è successo al popolo italiano se ha perduto completamente la capacità di agire e si adagia passivamente accettando tutti i sopprusi e l' evidente mancanza di libertà ad esprimere le proprie opinioni nelle sedi dove si dovrebbe fare.

Penso che questo sia il prodotto della colonizzazione da noi subita dopo l'8 settembre 1943 con il patto di Cassibile, partita come liberazione, come Piano Marshall, come aiuti economici finita come perdita di identità.

Piano ben congegnato per mettere ai posti giusti le persone giuste, tutte marionette ad eseguire gli ordini.

In questo momento in cui anche Napolitano, caldeggiante Letta, è stato scaricato per Renzi che non è meglio di Letta,ci fa capire a che livello siamo arrivati.

Renzi lo hanno voluto mettere lì per farci finire di crollare, chi?

I liberatori col patto atlantico che hanno agito con un programma lungimirante a lunga gettata.
Il nostro stivale è in una posizione geografica troppo importante e quindi deve essere controllato, occupato, armato da numerose testate nucleari.

Poi si sa, lo stivale ha un bel numero di vulcani sempre pronti a
far ballare il suolo,che magari possono dare una bella spinta a farci cadere ancora più giù

Abbiamo le riserve auree, a che ci servono se siamo ostaggi di banche internazionali e di patti europei che ci impoveriscono sempre più?

Non c'è una sinistra: è stata evirata dal consumismo, dal potere, dal danaro;
e c'è ancora B., a far la guardia
pur se condannato!
Personaggio interessante che non è stato imbrigliato, ci hanno provato ma non ci sono riusciti perché lui, pur essendo ricchissimo è amico-amico di Putin, il nemico degli States che è venuto a trovare il Papa e ha baciato l'icona che gli ha portato!

continua...

Vanna ha detto...

...continua...

La Chiesa e il Papato anche sono sotto controllo: l'Onu ha indicato i principi che la Chiesa deve avere.

La Chiesa ha fatto nei secoli nel mondo molti sopprusi, perché la chiesa è composta di uomini che possono sbagliare e gli uomini hanno sbagliato.
Ma la Chiesa e tanti uomini hanno molto operato nel bene e continuano a farlo.

E non è certo solo una coincidenza che in questo momento della vita della nostra repubblica, anche la Chiesa venga ad essere oggetto di attacco.

Il potere e le ricchezze del Papato, radicate nella storia italiana, nel cuore geografico della penisola ma tentacolari in tutto il mondo, disturbano non poco!

Indebolire la Chiesa rientra nel piano di eliminare le autonomie e la Chiesa è sempre stata autonomia.

Quel piano serviva per controllare, arricchire, manipolare,affamare e... togliere
tutti gli attributi!
Quasi un'opera d'arte studiata con lungimiranza.

Come finirà?
Renzi ci proverà, sarà protetto e caldeggiato, qualche briciola per le allodole, farà il pavone come l'imperatore in mutande e sarà pubblicamente smascherato.
Nel frattempo saremo tutti noi in mutande e forse qualche attributo si vedrà!

Cordialmente.

Anonimo ha detto...

Grazie Vanna per l'apprezzamento
Perché non organizzi le tue osservazioni sparse in un articolo organico di approfondimento?
Spero di leggerti presto
Gilberto

magica ha detto...

buongiorno a tutti
d'accordo su quasi tutto scritto da vanna .
l'unico neo del post ." non c'è sinistra "
vuol dire che ci sono solo destre?

il discorso su renzi . penso che ora che si trova in ballo dovra' ballare . ma si accorgera' che sara' molto difficile .
ho visto renzi nei video ,. a tratti , pareva mussolini quando si rivolgeva alla folla con fare straffotente . speriamo che se la cavi,
è stato descritto : bullo di firenze.

Vanna ha detto...

Ciao Magica,
se non c'è sinistra non c'è pure destra: tutti vogliono stare al centro e difatti sotto sotto vanno d'accordo e non hanno fatto la legge elettorale.
Quella che ha proposto Renzi è la fotocopia del porcellum perché vuole "il premio di maggioranza", vuole il tetto del 5% per accedere al parlamento.
Le minoranze non esisteranno più.
Chi è all'opposizione pur avendo ragione non conta nulla, anzi è beffeggiato, accusato, umiliato.
E in tutto questo, destra e sinistra al centro, si danno la mano e una pacca sulla spalla!

Vanna ha detto...

Grazie Gilberto!
Penserò al tuo suggerimento.

Iacopina ha detto...

Gilberto carissimo
come sempre colto ed esaustivo, hai analizzato il fenomeno renziano a 360°.
Forse il problema di fondo è che alla gente comune, quelli che sono in trincea e che ogni giorno lottano per la sopravvivenza
( siano essi disoccupati od occupati in nero o sottoccupati, giovani, donne, disabili fisici e psichici,con licenza media inferiore, professionale o tecnico copmmerciale etc..)si rivolgano unicamente , anche se da punti di vista differenti,i leghisti con il loro linguaggio colorito, i sornioni grillini ed i qualunquodestristi forconi, allarghiamo agli zombie berlusconiani ,il tutto condito con un mix di camorra mafia massoneria.
L'Italia è il paese che Manzi tentava di educere: apriamo al volgo le scuole di politica attiva pensando che non si vive di solo pane ma che per la sopravvivenza anch'esso è essenziale
Un caro saluto
Iacopina

Anonimo ha detto...

Grazie Iacopina
Hai colto nel segno e hai capito che in fondo il mio ragionamento vuole proprio smuovere le acque di un'opinione pubblica troppo spesso passiva e acritica e vorrebbe risvegliarne l'amor proprio.
Ciao
Gilberto